Gli ultimi articoli di Che Scuola


14 Mar
2024
Benessere nelle scuole dell'infanzia, l'esempio dell'Asilo Morelli di Torino

Generiche 0-3 anni 3-6 anni

Benessere nelle scuole dell'infanzia, l'esempio dell'Asilo Morelli di Torino

La scelta della scuola dell'infanzia è un passo importante per le famiglie poiché in questo periodo, i bambini imparano e crescono a un ritmo molto veloce, e sono particolarmente vulnerabili agli effetti delle esperienze positive e negative.  La cura e il benessere sono ingredienti basilari per una crescita serena e sana e hanno un impatto positivo su diversi aspetti dello sviluppo dei bambini: cognitivo, emotivo e sociale. Le ricerche scientifiche mostrano chiaramente come i bambini che si sentono curati e al sicuro sono più propensi a essere curiosi e a esplorare il mondo, a sviluppare un senso di sé positivo, a gestire le emozioni in modo sano e a sviluppare competenze sociali come la capacità di cooperare e risolvere i conflitti. Per tutti i motivi sopra citati alcune attenzioni sono assicurate in tutte le scuole dell’infanzia: una chiara routine giornaliera, ambienti puliti, garanzia di ore di sonno adeguate e cibo sano.  Tuttavia, ci sono scuole dell'infanzia che fanno del benessere dei bambini l'obiettivo primario del loro progetto educativo. E' questo il caso dell' Asilo Onorato Morelli di Torino, che si trova nella collina della città e che siamo andati a visitare per saperne di più. Asilo Onorato Morelli: dove il benessere e la cura sono alla base del progetto educativo All' Asilo Onorato Morelli si giunge dopo appena cinque minuti d'auto dall'Ospedale Molinette di Torino, salendo su per la collina. Il piccolo Borgo di Cavoretto, che ospita l'asilo, è territorio del Comune di Torino eppure, lontano dai rumori della città e con un'aria molto più leggera, si ha la sensazione di essere già molto lontani. Il clima di paese che si respira giungendo all'asilo mette presto l'anima in pace e si percepisce immediatamente perché qui il benessere è di casa. Abbiamo fatto un giro tra gli ambienti dell'asilo e intervistato la coordinatrice pedagogica per conoscere meglio il pensiero e le azioni messe in pratica nella scuola dell'Infanzia. Ambiente accogliente e sicuro. "Il benessere a scuola è il risultato di molte variabili, tutte importanti e nessuna trascurabile. Tra queste fondamentali sono gli ambienti che devono accogliere ciascun bambino e favorire scambi e dialoghi".  Con queste parole ci accoglie la Dott.ssa Elisa Marino, coordinatrice pedagogica dell'asilo. Non possiamo che essere d'accordo con questa presentazione. Gli spazi dell'asilo sono molto ampi e luminosi grazie a tetti alti e grandi finestre che permettono di vedere gli alberi che circondano l'asilo. Tutte le stanze si affacciano sull'orto o sullo spazioso giardino di pertinenza. Anche il refettorio è grande e accogliente con disegni colorati alle pareti che trasmettono gioia e allegria. Ogni attività ha una stanza dedicata: le tre aule per le attività creative, il salone di psicomotricità, l'aula per musica e la sala mensa. Le aule fanno da cornice al giardino che, con ampi alberi e un gazebo, permette di far giocare i bambini in tutte le stagioni. Orto e giardino diventano per i bambini dell'asilo palestre quotidiane per il corpo e la mente. Benessere fisico. Respirare aria pulita e praticare movimento quotidiano sono i presupposti per far crescere i bambini sani. La posizione in collina permette ai bambini che frequentano l'asilo Morelli di respirare un'aria più salubre rispetto a quella della città e di offrire un ambiente più silenzioso lontano dai rumori della città. Per garantire ai bambini di correre, saltare e soddisfare il naturale bisogno di muoversi, nella routine quotidiana dell'asilo sono presenti attività motorie all'aria aperta che aiutano a sviluppare competenze motorie e a stimolare e rinforzare il sistema immunitario. Anche i pasti sono momenti di scoperta e condivisione e, grazie alla sensibilità della cuoca Stefania, i bimbi vengono coinvolti attivamente nella scoperta di cibi gustosi e la sensibilizzati a un’educazione alimentare sana. Attività stimolanti adatte alla crescita dei bambini. La curiosità e il bisogno di imparare che i bambini hanno durante il periodo dell'infanzia vengono soddisfatti quotidianamente attraverso una psicopedagogia positiva in cui il bambino viene curato in tutto ciò che lo rende attivo ovvero: l’attività motoria, la fantasia, la creatività e l’iniziativa personale.  L’Asilo offre per tutta la durata dell’anno scolastico attività specialistiche quali la psicomotricità, la musica e l’inglese, che si coordinano con l’attività quotidiana delle maestre; il tutto nel pieno rispetto dei ritmi del bambino.   Un asilo che accoglie tutta la famiglia " La scuola dell'Infanzia Onorato Morelli mette al centro delle sue azioni il bambino e il suo benessere e fare questo implica necessariamente ascoltare e accogliere anche la sua famiglia". Questo aspetto sta molto a cuore a Elena Maggiolo, direttrice dell'asilo, che ci racconta: '' Fin dalla sua fondazione la linfa vitale della scuola è stato lo spirito di comunità. Per noi è molto importante ascoltare i bisogni dei genitori, le loro difficoltà quotidiane nella gestione della famiglia e il loro bisogno di affidare i bambini con fiducia e serenità. Siamo soliti organizzare feste per le ricorrenze che permettono ai bambini di scoprire i rituali della nostra tradizione e cerchiamo di coinvolgere le famiglie nell'organizzazione per offrire loro l'occasione di scoprirsi comunità ''. Per agevolare le famiglie la scuola offre i servizi di pre-scuola e post-scuola tutti i giorni di attività, e il centro estivo fino al 31 luglio. A settembre 2024 partirà, sotto richiesta delle famiglie che vivono in città, anche il servizio di navetta con educatrice dell'asilo che partirà dalla fermata dell'Ospedale Molinette. Per finire, ricordiamo che l'Asilo Morelli è una scuola paritaria convenzionata, che permette alle famiglie di affrontare costi paragonabili a quelli delle scuole dell'infanzia statali. Conclusione Se stai cercando una scuola dell'infanzia che mette al primo posto il benessere di tuo figlio o tua figlia, l'Asilo Morelli è la scelta giusta per te. La scuola offre un ambiente accogliente e al contempo stimolante, dove i bambini possono vivere la spensieratezza della loro età e diventare grande secondo i propri ritmi, con stupore e gioia. Open Day Se hai piacere di conoscere le maestre e scoprire gli spazi dell'asilo approfitta dell'Open Day che si terrà Sabato 23 marzo 2024 dalle 10:00 alle 12:00. I bambini sono i benvenuti e potranno divertirsi grazie ad un laboratorio a loro dedicato, mentre i genitori esploreranno gli spazi con il personale educativo. Per organizzare al meglio l'evento si richiede di compilare il modulo di partecipazione. Contatti Per altre informazioni potete esplorare il sito web, la pagina Fabebook, o il Profilo Instagram dell'asilo Morelli. Per conoscere il personale educativo e scoprire gli ambienti della scuola potete contattare l'asilo attraverso: il numero di telefono 011 66 12 588, oppure scrivendo una email all'indirizzo info@asilomorelli.it

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12 Mar
2024
Asili Nido in Famiglia: un modo nuovo per Conciliare Lavoro e Famiglia

Generiche 0-3 anni

Asili Nido in Famiglia: un modo nuovo per Conciliare Lavoro e Famiglia

La Conciliazione Lavoro-Famiglia in Italia: Sfide e Opportunità La conciliazione tra lavoro e famiglia è un tema centrale per molte famiglie e ad affrontare le maggiori difficoltà nel cercare di bilanciare le esigenze della carriera con quelle della famiglia sono, senza dubbio, le mamme. Vediamo insieme le statistiche riguardanti la conciliazione lavoro famiglia in Italia, le sfide che le mamme incontrano nel mantenere un impiego e un'occasione di lavoro molto gratificante che pochi conoscono: l'apertura di un asilo nido in famiglia. Le Sfide della Conciliazione Lavoro Famiglia in Italia. Secondo le statistiche più recenti, le donne italiane continuano a confrontarsi con grandi sfide in termini di conciliazione lavoro famiglia: 11,1% è la percentuale di donne con almeno un figlio che non hanno mai lavorato per prendersi cura dei figli; 38,3% è la quota di donne occupate con figli che hanno modificato aspetti professionali per conciliare lavoro e famiglia. L'Unione Europea già nel 2002 ha riconosciuto come una maggior copertura sul territorio di servizi educativi per la prima infanzia possa essere un elemento fondamentale a favore della conciliazione lavoro famiglia. Per tale ragione agli stati membri è stato dato l'obiettivo target del 33% di copertura di servizi per l'infanzia da raggiungere entro il 2010. Uno studio condotto dall'Istat ha rilevato che ancora oggi in Italia solo il 29% dei bambini frequenta l'asilo nido e che l'Italia resta al di sotto delle richieste dell'Europa. Il grafico Istat sopra riportato mostra il divario tra la copertura attuale e la richiesta dell'Europa e come questa differenza sia accentuata soprattutto nel Sud della penisola. La mancanza di supporto in termini di politiche familiari e servizi di assistenza all'infanzia accessibili può portare le donne a dover fare scelte difficili tra carriera e famiglia. Di conseguenza, molte mamme sono costrette ad abbandonare il lavoro o a ridurre le ore di lavoro, con un impatto negativo sulle loro prospettive di carriera e sulla stabilità economica delle stesse famiglie. L'Asilo Nido in Famiglia: un'alternativa da considerare. Una possibile soluzione a sostegno della conciliazione lavoro famiglia è l'apertura di asili nido in famiglia (o asili nido in casa). Questa opzione offre numerosi vantaggi sia per le famiglie che per le comunità. Gli asili nido in famiglia sono asili nido che accolgono un piccolo numero di bambini generalmente tra 4 e 6, organizzati nell'ambiente casalingo di una mamma o un'educatrice. Gli asili nido in casa forniscono un ambiente più familiare e accogliente per i bambini, rispetto ad un asilo tradizionale, il che contribuisce al loro benessere emotivo e alla loro crescita. Gli asili nido in famiglia permettono alle mamme che ospitano l'asilo in casa propria di mantenere un forte legame con i propri figli durante la giornata lavorativa, facilitando così il processo di transizione tra lavoro e famiglia. Dal punto di vista economico, l'apertura di asili nido in famiglia può essere una soluzione vantaggiosa per l'intera comunità e per tale ragione vengono sostenuti in alcune regioni dalle politiche territoriali come in Veneto. Rispetto agli asili nido tradizionali, che spesso hanno liste d'attesa lunghe e costi elevati, gli asili nido in casa possono essere più accessibili e flessibili in termini di orari e tariffe. Questo può aiutare a ridurre lo stress finanziario delle famiglie e rendere più sostenibile il mantenimento di un lavoro per le mamme. Nidi in Famiglia in Europa. Guardando oltre i confini nazionali possiamo osservare che molti paesi europei hanno adottato con successo il modello degli asili nido in casa. Ad esempio, sia nei Paesi Bassi che in Scandinavia, gli asili nido in famiglia sono diffusi e rappresentano una parte importante del sistema di assistenza all'infanzia. Questi paesi hanno certamente politiche familiari progressiste e servizi di assistenza all'infanzia ben sviluppati, che favoriscono una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Per fortuna anche in Italia si sta diffondendo questo modello e per chi vuol saperne di più su questa opportunità lavorativa suggeriamo di consultare il sito dell'associazione Scarabocchiando. L'Associazione Scarabocchiando a oggi ha sostenuto la fondazione di oltre 200 asili nido in famiglia, e si interfaccia con le politiche territoriali per permettere la diffusione di questo modello e sostenere le donne e la famiglia. In conclusione. La conciliazione lavoro famiglia è una sfida importante in Italia e talvolta ha grandi ripercussioni per le mamme e le loro famiglie. L'apertura di asili nido in casa rappresenta un'alternativa promettente, poiché questa soluzione offre benefici per le mamme, per i bambini e per l'intera comunità. Guardando agli esempi positivi in Europa, è chiaro che investire in politiche familiari e servizi di assistenza all'infanzia può portare a risultati positivi per tutti. È tempo che l'Italia faccia passi avanti per garantire una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia per tutte le sue cittadine e cittadini. Altre News sugli Asili Nido Asili Nido in Italia News dal Veneto Nidi in Famiglia a Torino

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5 Mar
2024
La Robotica Educativa nelle scuole italiane: un'occasione per sviluppare competenze trasversali

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

La Robotica Educativa nelle scuole italiane: un'occasione per sviluppare competenze trasversali

Cos'è la robotica educativa? La robotica educativa è un approccio didattico innovativo che utilizza i robot per rendere l'apprendimento più efficace, coinvolgente e divertente per bambini e ragazzi. Non si tratta di insegnare la robotica in sé, ma di sfruttare i robot come strumenti per sviluppare diverse competenze trasversali. Quali sono le competenze trasversali sviluppate dalla robotica educativa? Le competenze trasversali, definite anche life skills o soft skills, sono un insieme di abilità e capacità che si applicano in diversi contesti della vita, scolastica, lavorativa e personale. Non si tratta di conoscenze specifiche, ma di abilità flessibili e adattabili che permettono di affrontare sfide diverse con successo. Attività complesse e accattivanti come la progettazione, la costruzione e la programmazione rendono la robotica educativa terreno fertile per lo sviluppo di alcune importanti competenze trasversali. Vediamole insieme! Problem solving Gli studenti imparano a scomporre un problema complesso in piccoli passi e a trovare soluzioni creative. Pensiero computazionale. Gli studenti sviluppano la capacità di analizzare un problema, progettare una soluzione e tradurla in istruzioni comprensibili per il robot. Lavoro di squadra. Studentesse e studenti collaborano per raggiungere un obiettivo comune, imparando a comunicare e a coordinarsi. Creatività Gli studenti e le studentesse possono inventano nuove applicazioni per i robot e personalizzare i propri progetti, l'apprendimento risulta pertanto attivo e non passivo. Competenze STEM nasce in maniera naturale la motivazione che porta ad approfondire conoscenze e competenze in matematica, informatica, fisica e tecnologia. La diffusione della Robotica Educativa in Italia La robotica educativa assume un ruolo sempre più centrale nel panorama didattico italiano. Il Ministero dell'Istruzione l'ha riconosciuta come una delle competenze chiave per il XXI secolo, e i dati MIUR del 2023 confermano questa tendenza: oltre 10.000 scuole primarie e secondarie stanno adottando la robotica educativa, coinvolgendo più di 500.000 studenti. A sostegno di questa crescita, il Ministero ha stanziato 50 milioni di euro per il triennio 2023-2025 per la formazione dei docenti e l'acquisto di kit di robotica educativa. Un esempio concreto di questa evoluzione è stata la recente l'inaugurazione della prima Aula interamente dedicata alla Robotica Educativa presso la scuola primaria Giovanni Pascoli di Cinto Euganeo (PD). A ciò si aggiunge un'offerta formativa in continua crescita, con un numero sempre maggiore di corsi di formazione sulla robotica educativa. Tutti questi dati dimostrano come la robotica educativa stia diventando una componente importante della scuola italiana, offrendo agli studenti un'occasione unica per sviluppare competenze trasversali e prepararli al futuro. Risorse utili per chi vuole approfondire Scuola Futura Indire European Robotics League RoboCup Junior Video Rai Scuola

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27 Feb
2024
Cambiare Scuola Superiore: i Corsi Passerella a sostegno degli studenti

Orientamento e Open Day 13-18 anni

Cambiare Scuola Superiore: i Corsi Passerella a sostegno degli studenti

Cambiare Scuola Superiore: i Corsi Passerella al sostegno degli Studenti La scelta dell'indirizzo di studio rappresenta un momento cruciale nella vita di uno studente, tuttavia, non sempre questa scelta si rivela corretta. Ecco alcune statistiche del MIUR! Circa il 3% degli studenti cambia indirizzo di studi tra il primo e il secondo anno delle scuole superiori. La percentuale di bocciature nel 2023 al primo anno di scuola superiore è stata pari all’8,5%. Nel 2022 l’11,5% degli studenti ha abbandonato la scuola superiore prima di ottenere il diploma. Il MIUR e le Istituzioni scolastiche negli ultimi anni hanno attivato diverse iniziative e norme legislative atte a contrastare la piaga della dispersione scolastica. Una delle iniziative su cui tanto si punta è l'attivazione dei Corsi Passerella. I Gli studenti che desiderano cambiare indirizzo di studi all'interno della scuola secondaria superiore possono avvalersi dei "corsi passerella", previsti dal DM 323/99. Questi corsi mirano a facilitare il passaggio da un indirizzo all'altro attraverso un programma di azioni didattiche integrative a misura di studente. Queste azioni, sono realizzate principalmente nel primo o nel secondo anno di studio, e culminano con l'emissione di una certificazione che attesta l'acquisizione delle competenze necessarie per il passaggio. Progettazione e Realizzazione dei Corsi Passerella I corsi passerella devono essere progettati dagli insegnanti dell'indirizzo di destinazione e si svolgono generalmente in orario pomeridiano o extracurriculare. La normativa, introdotta con il Decreto Ministeriale 323/99 e successivamente influenzata dal principio di "flessibilità" introdotto dal DM 139 del 2007, è il punto di riferimento fondamentale per l'attuazione di queste attività didattiche integrative. Contesto Normativo Il DM 323/99 stabilisce le modalità per l'effettivo passaggio tra i percorsi di istruzione, prevedendo interventi didattici e attività integrative. Questo percorso può iniziare già durante il primo anno di studio e si basa su una specifica progettazione che include la realizzazione di moduli formativi e la certificazione delle competenze acquisite. Modifiche e Integrazioni Normative Le Ordinanze Ministeriali 87/04 e 90/01 hanno introdotto modifiche relative alle norme di accesso alle classi della scuola secondaria superiore, sottolineando l'importanza della flessibilità dei percorsi scolastici. Questa flessibilità è ulteriormente sostenuta dalle "Linee guida per l’innalzamento dell’obbligo di istruzione", che promuovono i passaggi tra diversi percorsi di studio.. Come Funziona il passaggio Per cambiare scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore) la prassi da seguire è sostanzialmente la seguente: Richiedere il trasferimento alla scuola in cui ci si vuole trasferire Richiedere al dirigente scolastico della scuola che si sta frequentando il nulla osta (che generalmente non può essere negato) Nel caso in cui si cambi indirizzo di studi, la scuola in cui ci si trasferisce sottopone lo studente o la studentessa ad una verifica necessaria a stabilire le conoscenze e l'eventuale "idoneità al passaggio". se questa verifica di idoneità avesse esisto negativo lo studente o la studentessa potrà comunque cambiare scuola e Recuperare le lacune durante l’anno. Corsi Passerella, come funzionano? Questi corsi sono moduli di raccordo co-progettati sulle discipline non previste nell’indirizzo di provenienza, al fine di consentire un efficace inserimento nel percorso formativo di destinazione. Il consiglio di classe dello studente che chiede il passaggio individua: le discipline da seguire, sulle quali sarà espressa una valutazione in sede di scrutinio finale, con eventuale progettazione di moduli formativi coerenti con il nuovo percorso; le discipline che non sono oggetto di valutazione nello scrutinio finale; i moduli di raccordo per le discipline presenti soltanto nell’indirizzo di destinazione; le discipline in questione sono oggetto di valutazione in sede di scrutinio finale a cui partecipano, a pieno titolo, i docenti che hanno svolto i moduli di raccordo. Lo studente che, a conclusione del primo anno della scuola secondaria superiore, sia stato promosso e che richiede il passaggio ad altro indirizzo di studi è iscritto alla classe successiva previo un colloquio presso la scuola ricevente, diretto ad accertare gli eventuali debiti formativi da colmarsi mediante specifici interventi realizzabili all’inizio dell’anno scolastico successivo. Il colloquio sostituisce le prove integrative previste con le normative precedenti. Conclusioni e Prospettive Future L'istituzione dei corsi passerella rappresenta un importante strumento per supportare gli studenti nel loro percorso di studi, consentendo una maggiore flessibilità e personalizzazione dell'apprendimento. Tuttavia, una definizione più chiara delle procedure e una maggiore regolamentazione a livello ministeriale potrebbero ulteriormente migliorare l'efficacia di questi percorsi e assicurare che ogni studente possa beneficiare appieno delle opportunità offerte dal sistema educativo.

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22 Feb
2024
Famiglia: un weekend per scoprire come educare con gentilezza e fermezza

Eventi e Incontri 6-11 anni 11-13 anni

Famiglia: un weekend per scoprire come educare con gentilezza e fermezza

Le parole che aiutano a crescere: un weekend di crescita per tutta la famiglia Che cos’è?  Le Parole che aiutano a crescere è un weekend non residenziale per famiglie con bambine e bambini di 6-12anni, in cui ci mettiamo in gioco insieme ai nostri figli per riflettere su alcuni punti chiave che possono favorire la crescita di tutti, attraverso l’armonia familiare. In questo laboratorio impareremo giocando, attraverso tante esperienze educative che saranno la base per continuare a coltivare i semi che pianteremo insieme! I semi che vogliamo innaffiare   -educare alla gentilezza con amorevole fermezza, imparando ad usare le parole che aiutano a crescere: grazie, per favore, scusa, mi dispiace… -sviluppare l’attenzione e la consapevolezza di noi, degli altri, delle relazioni, grazie a brevi e semplici esperienze riflessive e di ascolto interiore; -favorire l’autoregolazione emotiva attraverso semplici tecniche per ritrovare calma e serenità; -coltivare il senso della responsabilità e l’impegno nel sistema-famiglia, attraverso la consapevolezza dell’interdipendenza. RICHIEDI INFORMAZIONI Facilitano Anna Brebbia, pedagogista nei servizi alla Prima Infanzia e formatrice, tutor della sperimentazione per la scuola dell’infanzia e primaria nel programma SEE Learning® (Social, Emotional and Ethical Learning), il programma educativo voluto dal Dalai Lama e curato, tra gli altri, da Daniel Goleman. Coach con il metodo generativo trasformazionale. Ha condotto gruppi di supporto alla genitorialità e di ascolto attivo in vari ambiti. Da anni pratica la meditazione secondo gli insegnamenti di Thich Nhat Hahn. Grazia Roncaglia, insegnante di scuola primaria con uno specifico focus sull’educazione alla consapevolezza di sé, delle relazioni sociali ed etiche. Formatrice certificata SEE Learning® e conduce corsi e ritiri di formazione per insegnanti e genitori. Da anni pratica la meditazione secondo gli insegnamenti di Thich Nhat Hahn. È autrice di libri educativi che introducono alla meditazione bambini e ragazzi e di libri metodologici sull’educazione “risvegliata”. Alcune attività proposte Fermarsi con la campana, diventare attenti … e presenti! Scoprire il tesoro dentro di noi Esplorare l’interconnessione che ci lega e ci unisce… Comunicare… con l’ascolto attivo Conoscere la mente per imparare a regolarla, riconoscendo pensieri e emozioni  Scarica il Programma Dove e quando Oratorio Sant'Eusebio, Morosolo (Varese) 16-17 marzo 2024 Orario sabato 9.30-17; domenica 9.30-12.30 Officine CAOS, piazza Montale 18, Torino, 23-24 marzo 2024 Orario sabato 9.30-17; domenica 9.30-12.30 Incontro online introduttivo aperto a tutti (gratuito) giovedì 7 marzo h 20:30 . 22:00 solo genitori o accompagnatori adulti RICHIEDI INFORMAZIONI Dimorare stabili come montagne, per arrivare alla calma e alla pace interiore

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20 Feb
2024
Mindful eating: una pratica per migliorare la concentrazione e l'apprendimento anche a scuola

Benessere e Attività Extra Per tutte le età

Mindful eating: una pratica per migliorare la concentrazione e l'apprendimento anche a scuola

Mindful Eating: Nutrire il corpo e la mente a scuola Cos'è il mindful eating? Mangiare con consapevolezza, o Mindful Eating, è un approccio che ci aiuta a ritrovare il piacere di mangiare in modo sano e consapevole. Si tratta di focalizzare l'attenzione sul presente, assaporando il cibo con tutti i sensi e osservando le nostre emozioni e sensazioni durante il pasto. Perché è importante nelle scuole? L'alimentazione consapevole può essere un prezioso strumento per i bambini e i ragazzi per: • Sviluppare un rapporto sano con il cibo, imparando a riconoscere i segnali di fame e sazietà. • Migliorare le abitudini alimentari, scegliendo cibi sani e nutrienti. • Ridurre il rischio di obesità e disturbi alimentari. • Gestire lo stress e l'ansia in modo più efficace. • Migliorare la concentrazione e l'apprendimento. Come è possibile introdurre il Mindful Eating nelle scuole? Ecco alcune semplici attività: • Insegnare ai bambini a mangiare con calma, masticando bene il cibo e assaporando ogni boccone. • Proporre esercizi di mindfulness durante il pranzo, come la respirazione consapevole o la meditazione. • Organizzare laboratori di cucina per imparare a preparare cibi sani e gustosi. • Coinvolgere le famiglie in iniziative di educazione alimentare. Quali sono i benefici del mindful eating L'alimentazione consapevole può portare a un miglioramento generale del benessere dei bambini e dei ragazzi, sia a livello fisico che mentale. In un contesto scolastico mangiare consapevolmente, può contribuire a creare un ambiente più sano e positivo per tutti. L'introduzione del Mindful Eating nelle scuole rappresenta un investimento importante per il futuro dei nostri bambini e ragazzi. In un mondo dove l'obesità e i disturbi alimentari sono in aumento, l'alimentazione consapevole può essere un antidoto efficace per promuovere stili di vita sani e sostenibili. Un incontro dedicato a genitori e insegnanti Sei un'insegnane o un genitore attento che crede nell'importanza di una relazione sana con il cibo? Approfitta dell'incontro Mindful Eating organizzato dal Centro Per le Famiglie di Rivoli in collaborazione con l'associazione Womanly. Condurranno la Dott.ssa Raffaella Giani Psicologa e Pscicoterapeuta e la Dott.ssa Veronica Scalvini Dietista Un piccolo viaggio alla scoperta dei sensi imparando a mangiare in consapevolezza, ascoltando i bisogni del proprio corpo, secondo i principi base della mindful eating. Quando? Il 29 febbraio 2024 dalle 18:00 alle 20:00 Dove? Centro Famiglie, Via Capra 27, Rivoli (TO) Per partecipare scrivere a centrofamiglie@ovestsolidale.to.it corsi@womanly.it oppure chiamare lo 011 9501470

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12 Feb
2024
 A Varzi apre una scuola alberghiera: un'occasione imperdibile!

Generiche 13-18 anni

A Varzi apre una scuola alberghiera: un'occasione imperdibile!

A Varzi, in provincia di Pavia, apre una scuola alberghiera: un'occasione imperdibile per il territorio! Per l'Istituto Comprensivo di Varzi c'è grande soddisfazione, poiché è stato approvato e partirà dall'anno scolastico 2024-2025, il nuovo corso di "Enogastronomia e ospitalità alberghiera" con curvatura "Conoscenza e trasformazione dei prodotti del territorio" Perché questa scuola è importante Questa scuola è molto importante per il territorio poiché tende a valorizzare le eccellenze enogastronomiche locali, creando un legame forte tra il territorio, la cultura e la tradizione della zona. Il corso risponde al crescente sviluppo turistico dell' Oltrepo Pavese, offrendo una concreta opportunità di lavoro per i giovani. Gli studenti acquisiranno competenze in diversi ambiti: dall'enogastronomia all'ospitalità alberghiera, dalla comunicazione alle lingue straniere e la gestione dei servizi enogastronomici. Le caratteristiche del corso di Enogastronomia e ospitalità alberghiera Durata: 5 anni Biennio comune Indirizzi specifici dal terzo anno: accoglienza turistica, cucina e pasticceria, servizi di sala e vendita Sede: Via Mazzini a Varzi Frequenza: 5 giorni a settimana, dal lunedì al venerdì (non obbligatoria per chi è in regime di istruzione parentale) Destinatari: Studenti che hanno conseguito la licenza media Per chi non si accontenta Per coloro che hanno difficoltà a seguire le lezioni con una didattica tradizionale ci sarà la possibilità di usufruire di una convenzione speciale tra la scuola e il progetto ''Change Your Life'' la cui sede è proprio a Varzi. Il Progetto Change You Life permette di acquisire un metodo rivoluzionario di apprendimento che si fonda sulla tecnica di lettura 3D. Questo metodo è una vera rivoluzione per tutti i ragazzi, soprattutto per coloro che non hanno più grande motivazione nello studio; grazie a questo metodo gli studenti riusciranno a ritrovare fiducia in se stessi e studiare con leggerezza ma eccellenti risultati formativi. Perché questa scuola è importante Questa scuola rappresenta una grande occasione per la valorizzazione del territorio poiché mette al centro il legame tra le persone, la cultura e le eccellenze enogastronomiche della zona. Il corso risponde altresì al bisogno dei giovani di oggi di crescere in consapevolezza e avere un rapporto concreto con il mondo del lavoro e il territorio in cui vive. Per iscriversi Mancano pochi giorni alla chiusura delle iscrizioni che si chiuderanno il 18 febbraio 2024. Per maggiori informazioni scrivere a info@chescuola.net

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8 Feb
2024
Cosa sono le Scuole Parentali

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Cosa sono le Scuole Parentali

Le scuole parentali e i progetti educativi a gestione familiare stanno crescendo in numero sempre di più alto. L’interesse sempre maggiore verso questa alternativa educativa nasce in virtù della partecipazione diretta dei genitori che queste realtà prevedono attraverso un patto educativo scuola-famiglia chiaro e condiviso.  Talvolta, soprattutto nelle piccole realtà, il ruolo dei genitori può andare oltre la condivisione di intenti educativi prevedendo, per esempio, la partecipazione attiva nella gestione dei servizi e nell’organizzazione interna. La suddivisione di compiti e responsabilità nella gestione della scuola dei propri figli rende i genitori attivi e partecipi in luoghi in cui generalmente sono solo spettatori. Andare nella scuoletta di tuo figlio e partecipare con altri genitori alla pulizia dei locali, alla scelta del menù o riparando la lampadina rotta, ripaga delle ore che non hai passato con lui e ti rende parte del suo ambiente di crescita anche quando non ci sei. La realtà delle scuole parentali permette di riscoprire il valore della comunità e della condivisione permettendo di trasmettere ai bambini anche attraverso l’esempio. Sempre più educatori credono nell’importanza di un’alleanza scuola-famiglia poiché supporta la crescita sana dei bambini e, per tale ragione, vale la pena impegnarsi nella ricerca di un percorso educativo condiviso, anche se non sempre risulta semplice e di immediata attuazione. Le scuole parentali presenti a Torino Nella sola città di Torino sono presenti almeno quattro realtà educative a gestione parentale, e decine sono quelle nei comuni limitrofi. Questo numero tende a crescere sempre di più proprio in virtù della risposta che le scuole parentali permettono di dare ai genitori che vogliono partecipare attivamente alle scelte educative dei propri figli.  Nell’ottica di orientare le tante famiglie che cercano questo tipo di realtà “Che Scuola” presenta un breve elenco delle scuole parentali e progetti educativi presenti nelle vicinanze della città di Torino. Ricordiamo, inoltre, che attraverso il nostro motore di ricerca sarà possibile individuare facilmente anche quelle che nasceranno in futuro.   Che Scuola!? si augura, come nel nostro manifesto esplicitato, di essere di supporto alle famiglie e a “tutte” le realtà educative che mirano a crescere i bambini in uno spirito di collaborazione e unità di intenti. Ecco l’elenco dei contatti. LAD Liceo Artistico Del Design Scuola Secondaria di secondo grado specializzata in ragazzi ad alto potenziale Vengono utilizzati i metodi didattici migliori del mondo per garantire risultati scolastici eccellenti per tutti gli studenti Via Garibaldi 5, Torino  Profilo Che Scuola Email info@liceodesign.com Tel 377 9489586 La Casa delle Meraviglie Progetto Educativo 2-3 anni, 3-6 anni, 6-11 anni Parco della Maddalena, Moncalieri Sito-web Email: casadellemeraviglietorino@gmail.com Tel +39 3285428753 La Vita al Centro Micronido, Giardino d’Infanzia, Istruzione parentale Elementare e Media Strada del Nobile 86/92 Torino    Profilo Che Scuola Email retevitaalcentro@gmail.com Tel 011 450 6456 Tel 373 7161926 Crescendo – Pedagogia Waldorf Progetti educativi a gestione parentale 6-10 anni e 10 – 14 anni Corso Casale 246, 10132 Torino sito web tel 39 3714189356 Scuola San Martino  Infanzia 3-5 anni, ludoteca Via Villar 25, Torino, zona Borgo Vittoria https://www.sanmartino.education/ Email memore.sara@gmail.com Tel 32930028 Una Balena Nel Bosco Progetto di libera immersione in Natura 2-6 anni Rivoli Pagina Facebook Email uabalenanelbosco@gmail.com Tel 389 427 3541 Malacatù Ambiente Educativo Progetto educativo a gestione parentale 6-10 anni, Pavarolo (TO) Educazione diffusa in Torino Pagina Facebook Email malacatu.edu@gmail.com Tel 340 583 5823 L’officina Sul Po Progetti di pedagogia nel bosco 0-2 anni e 3-6 anni Via Diaz 19 San Mauro Torinese Pagina Facebook Email educazione@lofficinasulpo.it Tel 328 549 5472 Il Chicco di Grano – Pedagogia Steiner-Waldorf Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni e 6-10 anni Via La Salle 4 10095 Grugliasco  Email: segreteria@scuolamichael.it Pagina Facebook Tel 011 414 3554 Tel 3315271399   Arcadia Progetto Educativo  Progetto educativi parentale 1-3 anni e 3-6 anni Piossasco Pagina Facebook Email arcadiaprogettoeducativo@gmail.com Tel 340 464 9848 A Modo Mio Progetto Educativo In Outdoor Progetto educativo in outdoor dai 6 -10 anni e 11-13 anni. Strada Gran Turna, Giaveno Pagina Facebook Tel 3357561198 Montessori In Pratica – Val di Susa  Progetto educativi parentale 1-3 anni e 3-6 anni Almese, Druento, San mauro Pagina Facebook Email montessoriinpratica@gmail.com Tel 333 756 1780  Polo Educativo Montessori Progetti educativi 2-6 anni, 6-11 anni, 11- 14 anni Via Vittoria Nenni 90,Rivalta Email info.poloeducativo@gmail.com Tel 331 280 2146 Tel 379 122 2086 La Bottega delle Ranocchie Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni e 3-6 anni  Lungo Po Abellonio 9 Moncalieri  sio web pagina Facebook Tel 373 708 57 64 Gli gnomi dei Kiwi Progetti educativi a gestione parentale 0-3 anni, 3-6 anni, 6-10 anni Via Bassino 27 Abbadia di Pinerolo sito web pagina Facebook Email glignomi.deikiwi@gmail.com Tel 3338950575 Scuoletta Montessori Progetti educativi a gestione parentale 3-6 anni, 6-10 anni, 10-13 anni  Strada Stupinigi 104 – Orbassano sito web pagina Facebook Email associazione@scuolettamontessori.it Tel 0110269835  Il Bosco dei Marmocchi & Natura Nostra Maestra Asilo nel bosco dai 2 ai 5 anni, Scuoletta nel Bosco dai 6 agli 11 anni Strada Trognani 15, Druento sito web Email naturanostramaestra.info@gmail.com Tel 3474009367 Liberi Tutti! Imparare in Natura Laboratori in Natura per crescere ed imparare Tutor e sostegno, Primi Voli 2 – 5 anni, Volpi Primaria 6-10 anni, Superior 11-13 anni Poirino Pagina Facebook Email liberituttiscuolafamigliare@gmail.com Tel 349 435 3159 Santa Clelia Progetto educativo 6-10 anni Regione Rossana 7, Mazzè, Torino Email radicipersognare@virgilio.it Tel 3387022261 La Tana sulla Luna Progetto di Educazione Parentale 2-6 anni Pagina Facebook Strada Galassa 12, Cumiana, Torino Email latanasullaluna@gmail.com Tel 399 6684781 Tel 347 47187286   La casa del Cuore Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni  Via Tetti Grella 180 Vinovo (To) Tel. 39 328 971 1380 Email: casadelcuore.montessori@gmail.com La Casa di Ghitin Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Rivalta 9 Rivoli (To) Tel. 3519144930 Email: casadighitin.montessori@gmail.com La tana nell’albero Casa dei Bambini Montessori 3-6 anni Via Cascina Romana 66 Rivalta di Torino Email:info.poloeducativo@gmail.com Tel. 3312802146 La Masera  Progetto pedagogia in natura età 4-13 anni. Via Carpanea, 8_ San Raffaele Cimena (To) Sito web La Masera Progetto 6-11 anni email lamasera.info@gmail.com Cell 371 364 4168 Antonella Giostra

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22 Gen
2024
Nel cuore di San Salvario a Torino nasce una nuova Scuola Senza Zaino

Nuovi Scenari Educativi 6-11 anni

Nel cuore di San Salvario a Torino nasce una nuova Scuola Senza Zaino

Ebbene si, è arrivato il momento tanto atteso: l’iscrizione alle scuole primarie. E abbiamo una buona notizia da condividere con voi: il consiglio d’istituto dell’I.C. Manzoni ha deliberato la manifestazione di interesse per l’attivazione di una sezione Senza Zaino. Questo cosa vuol dire? Questa manifestazione di interesse significa che il corpo docente è interessato a seguire la formazione e ad aprire sezioni secondo il modello. Tutto ciò si traduce per i genitori nella possibilità di esprimere la propria preferenza per il modello Senza Zaino in fase di iscrizione online alle scuole primarie. Quindi, in fase di iscrizione online sul portale Unica, selezionando l’IC Manzoni è possibile aggiungere nelle note la richiesta “SCUOLA SENZA ZAINO NELL’ EVENTUALITA’ CHE SI COSTITUISCA”. Questo permetterà all’Istituto di avere un riscontro concreto dell’interesse delle famiglie e di concretizzare l’attivazione delle sezioni Senza Zaino. Il modello di scuole Senza Zaino è già presente all'interno delle scuole pubbliche in Italia con ben 290 istituti e 630 plessi, di cui due a Torino: Istituto Gabelli Primaria Duca degli Abruzzi Primaria Nel caso in cui il numero di iscrizioni alla sezione fosse sufficiente, l'IC Manzoni potrebbe diventare il terzo Istituto Comprensivo della città con una sezione "Senza Zaino". Come è nata questa possibilità? Il lavoro del comitato ''Crescere Felici'' Nel gennaio del 2023 alcuni genitori hanno assistito ad una presentazione del modello Senza Zaino e dei suoi valori da parte di un'insegnante di Torino. A seguito di questo incontro alcuni genitori hanno costituito il comitato " Crescere Felici - Comunità Educante San Salvario "con l'idea di informare più genitori possibili sulle alternative per un'educazione scolastica inclusiva ed empatica. Dalla costituzione del comitato sono stati organizzati diversi momenti di condivisione e di informazione, sono state raccolte firme ed è partito un dialogo costruttivo con il dirigente dell'I.C. Matteotti con l'obiettivo di aprire nuove sezioni "Senza Zaino" nelle scuole pubbliche primarie del quartiere San Salvario. Il pensiero di CheScuola?! Come team del progetto CheScuola?! siamo contenti di constatare che il comitato Crescere Felici stia portando avanti con determinazione e ottimismo i propri obiettivi e speriamo che la partecipazione attiva e consapevole di queste famiglie sia d'esempio per altri genitori. Insieme si può! Antonella Giostra

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20 Gen
2024
Eventi ed Educazione febbraio 2024

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi ed Educazione febbraio 2024

Scopri l'elenco degli appuntamenti che il mondo dell'educazione offre a educatori e genitori da febbraio 2024 Il salvapomeriggi: webinar gratuito per genitori Mercoledì 24 gennaio ore 18.00 Con la Dott.ssa Silvia Spinelli, Psicoterapeuta e formatrice, un webinar di un’ora per scoprire come aiutare i tuoi figli a vedere i compiti con occhi diversi.  Per partecipare registrarsi al link Famiglie al bivio, scegliere con consapevolezza, crescere con amore: incontro per genitori Giovedì 25 gennaio ore 18:00 teatro a Narzole Con la Dott.ssa Silvia Spinelli, Psicoterapeuta e formatrice, esploreremo l'equilibrio fra proteggere e lasciar andare. Ingresso gratuito, non è richiesta preregistrazione. Presentarsi presso il teatro dell'asilo nido di Narzole in orario. Fuori di Scatola: incontro per genitori Venerdì 26 gennaio ore 20:30, teatro Comunale di Monforte d'Alba La Dott.ssa Silvia Spinelli, Psicoterapeuta e formatrice, e Il Dott. Vittorio Gonella risponderanno alle domande anonime della platea di genitori, anche le più difficili! Ingresso gratuito, non è richiesta preregistrazione. L'ansia nei bambini e nei ragazzi: per educatori e genitori Sabato 27 gennaio, dalle 10:00 alle 12:00 via Rosta 24, Torino Un incontro organizzato e condotto da Luisella Piazza, Consulente Pedagogica, per capire come noi adulti possiamo. con le nostre azioni educative, prevenire e accompagnare bambini e ragazzi che si trovano ad affrontare stati di ansia. Si, costruzione di un contesto resiliente. Costo 25 euro. Per informazioni e iscrizioni scrivere a luisella@germogliluminosi.it Incontro divulgativo di Educazione Digitale: rivolto a genitori ed educatori Mercoledì 31 gennaio ore 17:45 Sala Agorà in piazza Marco Matta, Sangano (TO) Organizzato dalla Rete dei Patti Digitali di Torino, un incontro con la Prof.ssa Stefania Garassini per discutere insieme delle sfide che come educatori abbiamo per educare i giovani ad un uso consapevole del digitale. Per informazioni scrivere all'indirizzo pattidigitalitorino@gmail.com L'unione fa la forza: rivolto a genitori Venerdì 2 febbraio, ore 21:00 Via Fratelli Piol 44 c/o Parrocchia S. Maria della Stella di Rivoli, sala Archi Anche online La Dott.ssa Silvia Spinelli, Psicoterapeuta e formatrice, incontra le famiglie per capire insieme cosa fare quando mamma e papà hanno stili educativi diversi e come armonizzarli. Registrarsi al seguente link Incontro divulgativo di Educazione Digitale: per educatori e genitori Giovedì 8 febbraio 17:45 Istituto Agnelli di Torino Organizzato dalla Rete dei Patti Digitali di Torino, un incontro con la Prof.ssa Stefania Garassini per discutere insieme delle sfide che come educatori abbiamo per educare i giovani ad un uso consapevole del digitale. Per informazioni scrivere all'indirizzo pattidigitalitorino@gmail.com Incontro divulgativo per parlare di digitale e uso della TV da parte dei bambini: per educatori e genitori Giovedì 8 febbraio 21:00 Istituto Sant'Anna di Torino Organizzato dalla Rete dei Patti Digitali di Torino, un incontro con la Prof.ssa Stefania Garassini per discutere insieme delle sfide che come educatori abbiamo per educare i giovani ad un uso consapevole del digitale. Per informazioni scrivere all'indirizzo pattidigitalitorino@gmail.com Per segnalare o inserire un evento, rivolto a educatori o genitori, ti basta compilare il seguente modulo

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21 Nov
2023
 Nasce a Torino il Patto Digitale per le Famiglie

Generiche Per tutte le età

Nasce a Torino il Patto Digitale per le Famiglie

Nasce a Torino il Patto Digitale per le famiglie: un'occasione anche per te Come genitori ci troviamo ogni giorno a prendere decisioni che riguardano il bene e il benessere dei nostri figli: decisioni semplici o più complesse. Decisioni che riguardano periodi brevi e ambiti definiti e decisioni invece che riguardano il nostro stile educativo e richiedono di andare più in profondità, soffermandosi sul perché fare una scelta piuttosto che un’altra. Negli ultimi decenni, il processo di digitalizzazione ha aumentato la complessità del compito educativo dei genitori: l’accessibilità e l’invasività degli schermi sembra inarrestabile e questo influisce e modifica la nostra vita quotidiana sempre più velocemente. La nostra vita come quella dei nostri figli. La nuove tecnologie e il quotidiano Le nuove tecnologie hanno semplificato moltissimo il nostro quotidiano, così come ci hanno rese immediate e semplici molte azioni. Sotto altri aspetti però la gestione degli schermi e di tutti gli strumenti digitali può risultare complessa e nascondere diversi rischi. Molti genitori si sentono in difficoltà nel porre limiti efficaci all'uso dei diversi strumenti e nel gestire le richieste insistenti dei figli che si confrontano ogni giorno con gli amici e si stimolano a vicenda, finendo per chiedere con sempre maggiore anticipo l'accesso a dispositivi, contenuti online, videogame e applicazioni. È inevitabile iniziare a porsi alcune domande non appena i figli iniziano a crescere, se non già quando sono appena nati. Occorre informarsi, orientarsi, farsi una propria idea, stabilire delle regole, andare per tentativi e fare delle scelte. Ma da soli è davvero una sfida che fa mancare il fiato. Nasce il comitato Genitori A quale età consegnare uno smartphone ad uso personale? Come gestire gli schermi in famiglia? Quali App e quali videogiochi favorire? Per quanto tempo? Cosa evitare e cosa invece favorire? Queste sono solo alcune delle numerose domande che spesso affollano la mente dei genitori, senza trovare risposte chiare, motivate e definite. Con addosso queste e altre domande e dopo aver partecipato a un incontro sul tema del digitale a cura di Stefania Garassini, giornalista a docente Universitaria, una ventina di genitori con figli in diverse scuole di Torino e provincia si sono ritrovati insieme per aprire un dialogo alla ricerca di un approccio consapevole, concreto e propositivo. Nasce così questo primo Comitato genitori: ci si ritrova insieme con lo scopo di aiutarsi e educarsi in questo ambito. Tante idee si uniscono a professionalità diverse con in comune una forte sensibilità verso il tema del digitale. Da qui nasce il Progetto dei Patti Digitali di Torino, un progetto che vuole essere un aiuto concreto e reale alle famiglie, a partire dal modello dei Patti Digitali che si sta sviluppando in diverse realtà in Italia. Insieme si può fare “Ci sembra che la soluzione più efficace sia accordarsi fra famiglie per definire alcune regole comuni e dare un messaggio coerente e chiaro ai nostri bambini e ragazzi. Ogni famiglia potrà poi farsi portatrice e propositrice di questo patto nei diversi ambiti dove i minori passano il loro tempo oltre che in famiglia: in primis nelle scuole e poi pensiamo anche agli oratori, alle associazioni sportive e ludiche” ci racconta Sabrina, che a maggio di quest’anno si è fatta propositrice di un incontro di formazione con i genitori della scuola primaria D’Azeglio a Torino.  “Mi sono mossa a partire da un mio bisogno di maggior chiarezza in questo ambito, ne ho avuto indietro un riscontro molto positivo da tantissimi genitori che dopo l’incontro mi hanno chiesto di intraprendere insieme questo percorso. Il dialogo con la Prof.ssa Stefania Garassini è stato il punto d’inizio di un grande interesse e ha fatto emergere un bisogno enorme di confronto in questo ambito così delicato”, aggiunge. A maggio Stefania Garassini si è trovata come relatrice a Torino anche in altro incontro, questa volta a Casa S. Giulia all’interno della Rassegna del “Maggio in Oratorio”. “Dopo l’incontro numerosi genitori ci hanno scritto e contattato per chiederci di organizzare altro, di muoverci insieme, di parlarne. È come se si fosse reso chiaro che insieme si poteva costruire qualcosa per il bene dei nostri figli”, aggiunge Elisabetta, promotrice insieme a Sabrina del Patto Digitale di Comunità di Torino. I punti nodali di un Patto Ma quali sono i contenuti di questo Patto? Un patto risponde solitamente a quattro questioni sulle quali il gruppo decide insieme. Successivamente, la sottoscrizione viene proposta a tutte le famiglie che desiderano sperimentarli insieme al gruppo proponente. I quattro punti nodali di un patto sono i seguenti: 1. Decidere insieme il momento in cui i bambini fanno esperienza di specifiche pratiche digitali, quali contenuti sono adatti per la loro età e quali strumenti consegnare (ad es. l’età di arrivo dello smartphone personale connesso in rete, preferibilmente non prima della seconda media); 2. Partecipare con i figli a momenti di educazione digitale, proporre ed organizzare incontri di approfondimento e di scambio di esperienze, anche coinvolgendo esperti con competenze diverse ovviamente partendo dalle proposte e dai bisogni che esprime ciascuno dei gruppi promotori, a livello locale. 3. Regolare l'utilizzo dei dispositivi digitali sottoscrivendo accordi con i nostri figli che - insieme a loro - ci impegneremo a rispettare e verificare periodicamente. In particolare: decidere i luoghi (niente schermi a tavola, in camera da letto, nelle uscite con la famiglia) decidere i tempi (momenti della giornata in cui si usano gli schermi, e un tempo massimo dopo il quale si spegne); decidere i contenuti (rispettare lo standard PEGI e le indicazioni di età sia dei programmi sia dei social media); promuovere un utilizzo creativo e condiviso utilizzando le potenzialità degli strumenti digitali non solo per fruire passivamente dei contenuti, ma per crearli insieme ai nostri figli, imparando insieme e anche divertendosi. Il patto si allarga: Collegno e Torino Insieme Contemporaneamente anche a Collegno è nato un Patto Digitale, con il gruppo di Collegno ci si relaziona costantemente per lavorare in sinergia e collaborazione. “Puoi informarti, leggere, documentarti, trarne ciò che pensi sia valido per affrontare questa sfida educativa nell’utilizzo delle tecnologie in modo sano e creativo. Puoi scegliere di tenere tutto per te. Oppure puoi scegliere di salire su questo treno e coinvolgerti con questo progetto per diffonderlo e far sì che il villaggio che serve per crescere un bambino torni ad essere vivo e presente”, conclude Elisabetta. Come aderire e rimanere informati Per avere informazioni, chiedere supporto e unirsi al progetto non vi resta che contattare i promotori del patto via mail o tramite i social.- Per leggere e aderire al Patto di Torino Per contattare i referenti, chiedere informazioni o iscriversi alla newsletter scrivere a pattidigitalitorino@gmail.com Per seguire la pagina Facebook Famiglie in Rete Per seguire il profilo Instagram Famiglie in Rete Per seguire il gruppo Telegram Famiglie in Rete Per conoscere il Manifesto patti digitali   Per leggere l'articolo sullo smartphone sul Blog mammadicorsa Elisabetta Coccia

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2 Nov
2023
Scuola dell'Infanzia Onorato Morelli: una Scuola che Celebra la Tradizione della Comunità

Generiche 0-3 anni 3-6 anni

Scuola dell'Infanzia Onorato Morelli: una Scuola che Celebra la Tradizione della Comunità

Nel pittoresco borgo di Cavoretto, a Torino, si nasconde un tesoro: la Scuola dell'Infanzia Onorato Morelli, un’ oasi di apprendimento per i bambini dai 3 ai 6 anni in un ambiente sereno e lontano dal caos cittadino.  Perché sceglierla? Ecco una lista delle cose che ci hanno conquistato! Spazi sani e abitudini felici: un ambiente che nutre Situata a soli cinque minuti di auto dalla fermata metro Carducci, questa scuola offre l’opportunità di crescere in uno spazio d’altri tempi, dove si respirano aria pulita e una quotidianità che scorre lenta. Il benessere al centro, dunque, declinato in una pluralità di servizi: una cucina interna, dove ogni giorno vengono preparati piatti freschi, pensati dal nutrizionista, e attività motorie settimanali con la presenza di una psicomotricista. A queste, aggiungete piacevoli passeggiate nel vicino Parco Europa e un orto didattico, dove sperimentare insieme l’arte della cura e della sostenibilità. Un curriculum ben strutturato, per ispirare curiosità e fiducia Quello che distingue in modo unico questa scuola è l’offerta di attività stimolanti, radicate in una routine accogliente che permette ai bambini di crescere con sicurezza e autonomia.  Dall'esperienza nell'orto alle lezioni con un insegnante d’inglese che arriva da un paese lontano, senza dimenticare di muovere il corpo ed esplorare i dintorni della scuola. Ogni apprendimento si consolida attraverso il fare ed anche le cose più astratte, come l’esser gentili e collaborare, diventano gesti concreti di una quotidianità che offre l’esempio prima ancora d’insegnare. Facile da raggiungere, accogliente fin dal primo momento A partire da settembre 2024, l’Onorato Morelli ha pensato di agevolare i genitori nel trasporto dei piccoli con l'introduzione di una navetta speciale. Direttamente alla fermata dell'Ospedale Molinette, un'educatrice qualificata attenderà i bambini per accompagnarli a scuola, trasformando i 5 minuti di viaggio in un’occasione per divertirsi e socializzare. Insomma, un bel modo di sentirsi a Casa prima ancora di arrivarci!  Cittadini del mondo… e del territorio! Per garantire un apprendimento efficace dell’Inglese, la Scuola ha adottato il metodo Jack & Jill, una metodologia che favorisce un processo naturale di acquisizione linguistica attraverso un'immersione graduale e divertente. Due mattine a settimana, rispettando il ritmo di ogni bambino, ci si concentra su ascolto e comprensione, per sviluppare nel tempo l'abilità di comunicare con la stessa naturalezza di chi con quella lingua è cresciuto. Se è bella la libertà di andare ovunque, non è da meno quella di sapere da dove veniamo: tra le peculiarità di questa Scuola dell’Infanzia c’è la proposta di un’educazione diffusa, che coinvolge la comunità del borgo, creando un ambiente di apprendimento autentico dove i piccoli incontrano i grandi del posto e da questi imparano le storie dei luoghi e i segreti dei saperi. In conclusione, se state cercando un luogo accogliente, stimolante dove i bambini possano esplorare, crescere e imparare secondo i propri ritmi, la Scuola dell'Infanzia Onorato Morelli fa per voi! Non perdete l’occasione di scoprire di persona perché tante famiglie, i cui bambini sono ormai grandi, continuano ancora oggi a ritornarvi e sostenere attivamente questo vero e proprio tesoro dell’educazione.  Contatti Per altre informazioni potete esplorare sul web visitando il sito web, la pagina Fabebook, o il Profilo Instagram dell'asilo Morelli. Per conoscere il personale educativo e scoprire gli ambienti della scuola potete contattare l'asilo attraverso: il numero di telefono 0116612588 oppure scrivendo una email all'indirizzo info@asilomorelli.it

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17 Ago
2023
 Coltivare la Conoscenza: come e perchè portare la Permacultura nella Scuola

Generiche Per tutte le età

Coltivare la Conoscenza: come e perchè portare la Permacultura nella Scuola

Nel mondo in continua evoluzione in cui viviamo, educare le nuove generazioni su pratiche sostenibili e consapevoli è diventato più cruciale che mai. La Permacultura si erge come un faro di speranza in questo contesto, offrendo un approccio olistico all'agricoltura e alla progettazione degli spazi che promuove l'armonia tra l'uomo e la natura. Integrare la permacultura all'interno delle aule scolastiche non solo apre le porte a un apprendimento pratico ed esperienziale, ma getta anche le basi per una mentalità ecologicamente responsabile nelle future generazioni. In questo articolo, esploreremo il potenziale trasformativo della permacultura nel contesto educativo, analizzando i suoi benefici e fornendo spunti su come le scuole possano abbracciare questa filosofia per coltivare sia il terreno che la mente dei propri studenti. Esploreremo questo percorso attraverso l'intervista che ci ha rilasciato l'Educatrice Annalisa Rolfo, esperta in Permaculura e Orto Sinergico e che ha organizzato un corso dedicato proprio a questo argomento: "la Permacultura applicata alla scuola" Il tuo corso a quali insegnanti è rivolto? Che livello di istruzione? Le etiche della Permacultura che conosceremo durante il percorso sono declinabili in diverse materie scolastiche ed educative. Quello che propongo è percorso e non una ricetta, ciascuno è responsabile del del suo passo ...io posso indicare strade, vie e alternative , i paesaggi saranno poi ciò che ispirerà un metodo personalizzato. Per le ragioni sopra esposte il percorso non è riferito a insegnanti di un livello di istruzione specifico e può essere utile a chiunque. Alcuni insegnanti svolgono già attività come gli orti in classe. Cosa impareranno gli insegnanti in più rispetto a quello che comunemente viene svolto? L'orto in classe è una cosa interessante, ma è solo uno strumento, la Permacultura non è formazione per fare un orto, la Permacultura è uno stile di vita, un approccio alla vita, un modo di stare ...è un percorso personale profondo e si parte da un lavoro sul sé. Utilizzeremo tecniche svariate come il teatro di comunità, tecniche conduzione di gruppi a livello emotivo ed elementi di psicomotricità. Quando e in che modalità si svolgerà questo percorso? Il percorso si svolgerà nelle giornate 21-27-28 agosto e 10 settembre, in modalità Zoom in diretta, ci saranno anche parti interattive. Le lezioni verranno registrate e le persone riceveranno le registrazioni e tutto il materiale in formato digitale Ogni serata avrà come focus le etiche della permacultura che sono tre, la terza etica è stata suddivisa in due parti, per cui il percorso si concentrerà su: cura della terra, cura delle persone, condivisione dell'abbondanza la cura del futuro. Ogni etica verrà letta e argomentata con gli occhi della permacultura e saranno proposte delle azioni declinate in attività precise. Impareremo ad applicare in ogni materia e laboratori le etiche e i principi della Permacultura, migliorando l'ascolto emotivo dell'educatore e dei bambini per una scuola che veda il bambino al centro. Hai riscontri di insegnanti che hanno portato la Permacultura in classe con una visione sinergica? Ho esperienza di allievi che hanno portato ad es al nido comunale l'orto sinergico, ma anche educatori con adulti o bambini, io stessa ho portato avanti un progetto che si chiama Pesamimo in collaborazione con la Asl e in collaborazione con il dipartimento di prevenzione. Tutti i riscontri sono positivi e raccontano di percorsi costruttivi. Chi non può perdersi questa occasione? Io direi tutte quelle persone che vogliono avere occhi nuovi per entrare nel mondo dei bambini e dei ragazzi, un insegnante, ma anche un genitore o un educatore... Come ti può contattare chi vuole maggiori informazioni o iscriversi? Iscriversi al gruppo Telegram Link sito di Annalisa Rolfo scrivere una email a lisarolfo@gmail.com Antonella Giostra

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16 Ago
2023
Navigare le acque dell'istruzione: come può supportare lo psicologo scolastico?

Generiche 11-13 anni

Navigare le acque dell'istruzione: come può supportare lo psicologo scolastico?

A scuola tra le diverse figure che accompagnano gli insegnanti, oltre al dirigente e gli assistenti, c'è quella dello psicologo scolastico. Per conoscere meglio questa figura professionale, cosa fa, e qual è il suo ruolo abbiamo posto alcune domande alla Dott.ssa Silvia Di Paola. Dott.ssa Di Paola può spiegare qual è lo scopo e il ruolo dello Psicologo Scolastico? Lo psicologo scolastico crea uno spazio/tempo dove potersi fermare ad ascoltarsi. Accoglie e accompagna in un clima di non giudizio le persone che portano difficoltà collegate a situazioni scolastiche e personali fonte di preoccupazioni e disagio. Supporta e sostiene nei momenti difficili, riscoprendo e potenziando le risorse individuali che ciascuno di noi già possiede, sostenendo l'autostima e rafforzando le capacità relazionali. I colloqui sono gratuiti e riservati e non hanno finalità terapeutiche né diagnostiche.  L'obiettivo primario dello Psicologo Scolastico a scuola è quello della prevenzione e la promozione del benessere al fine di cogliere e intercettare precocemente differenti forme di disagio che potrebbero inibire o impedire i processi di crescita, di apprendimento e la partecipazione alla vita scolastica e sociale.    Cosa fa in pratica lo Psicologo Scolastico? Lo psicologo scolastico favorisce la cura delle relazioni e il benessere psico-fisico all'interno di un sistema molto complesso. La scuola, infatti, è una realtà composta da individui (studenti, insegnanti, operatori) e da gruppi (classi, famiglie, corpo docente e amministrativo) ed è inserita a sua volta in un contesto territoriale più ampio.  Lo psicologo lavora nella consapevolezza delle relazioni tra questi diversi attori sociali, svolgendo la funzione di facilitatore di un lavoro di rete (scuola-famiglia-istituzioni): accoglie la domanda, la traduce, attiva le risorse adeguate e garantisce un ruolo attivo ad ogni nodo della rete. Ognuno dei tre vertici osservativi può, se messo in rete con gli altri in modo sinergico e non escludente, essere una risorsa per il benessere degli alunni (con ricadute positive anche sul clima affettivo in famiglia e in classe).  Ecco cosa fa nel concreto: • Facilita i processi di comunicazione e lo sviluppo di adeguate modalità di relazione tra alunni, genitori e insegnanti volte a potenziare l’alleanza educativa. • Promuove il confronto tra genitori e figli. • Crea una rete di lavoro con gli insegnanti della scuola per agevolare la gestione delle situazioni problematiche onde evitare il disagio e la dispersione scolastica. • Osserva, rileva e analizza le problematiche emergenti e, laddove necessario, attiva interventi specifici nelle classi al fine di favorire e promuovere azioni facilitanti la risoluzione dei conflitti relazionali all’interno del gruppo classe. • Facilita il “lavoro di rete” promuovendo collaborazione tra Scuola e Servizi territoriali competenti, nella presa in carico dei soggetti con difficoltà specifiche   Chi può rivolgersi allo psicologo scolastico? Dalla scuola dell’infanzia agli istituti delle scuole superiori, i contesti di intervento sono connotati da specificità che richiedono allo psicologo scolastico di adattare le proprie competenze.  Nelle scuole d'infanzia e primaria i destinatari sono gli adulti: - le famiglie con le quali si lavora sul potenziamento delle capacità genitoriali e comunicative e sulle dinamiche evolutive dei figli - i docenti, con l’obiettivo di supportare richieste specifiche e offrire indicazioni psicopedagogiche di sostegno alla relazione con gli studenti e individuare strategie efficaci per affrontare le difficoltà del gruppo classe. Nelle scuole secondarie (medie inferiori e superiori)anche i ragazzi possono accedere autonomamente allo sportello d'ascolto previa autorizzazione dei genitori che a inizio anno devono firmare il consenso informato. Solo in questo modo si da loro la possibilità di usufruire dello sportello d'ascolto in caso di bisogno.  È bene specificare che in tutte le situazioni lo psicologo è tenuto al segreto professionale e non può divulgare senza consenso le identità degli utenti e i contenuti emersi durante i colloqui.  Quanto spesso i disagi derivano dalla mancanza di alleanza educativa ? Nelle scuole di ogni ordine e grado l’alleanza tra l’istituzione scuola e l’istituzione famiglia è necessaria e va implementata perché la sinergia tra gli adulti ha ricadute positive anche sugli alunni. Questo è reso possibile da un clima emotivo sufficientemente accogliente, che non nega le differenze, i diversi punti di vista, ma che li possa integrare. Il clima emotivo a scuola deve evitare scivolamenti giudicanti, in stile «tribunale», alla ricerca dei colpevoli e degli innocenti. Bisogna so-stare, coltivando il dubbio e tollerando la difficoltà di lasciare punti interrogativi aperti, dubbi, co-responsabilità. I genitori devono trovare il modo di rapportarsi adeguatamente con la scuola, fare squadra con gli insegnanti per proporsi in termini coerenti e affidabili ai ragazzi; gli insegnanti dal canto loro, devono trovare strategie efficaci di gestione della classe e devono riuscire ad aprire una comunicazione più efficace con le famiglie; infine i ragazzi devono trovare uno spazio di crescita e sperimentazione di sé e del gruppo adeguato, in cui le differenze possano venire accolte, sentendo di avere a che fare con adulti affidabili, attenti e partecipi piuttosto che spaventati e difensivamente autoritari.    Quali sono le novità rispetto alla psicologia scolastica in Piemonte? Sino a oggi la figura dello psicologo nella scuola non era stata definita da una norma che ne prevedesse l’inserimento stabile, né nazionale, né regionale, ma veniva lasciato alle scuole l’autonomia di avvalersi o meno di tale servizio. Il 21 giugno è stata approvata in Consiglio Regionale Piemonte la proposta di legge che istituisce il servizio di psicologia scolastica. In Piemonte il servizio sarà finanziato con i fondi stanziati dall'Assessorato Regionale alle Politiche Sociali: si parla di un cifra pari a 600.000 euro, che verrà suddivisa in 3 anni, dal 2023 al 2025 che sarà destinata ad una prima fase di sperimentazione che probabilmente riguarderà inizialmente le scuole superiori di Torino.  Speriamo che questo sia un inizio promettente e che dia la possibilità in futuro a tutte le scuole piemontesi di usufruire di questo prezioso servizio fondamentale alla prevenzione alla salute dei giovani.  Antonella Giostra & Dott.ssa Silvia Di Paola

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14 Ago
2023
La consapevolezza ambientale va a scuola: come scegliere le scuole ecologiche

Generiche Per tutte le età

La consapevolezza ambientale va a scuola: come scegliere le scuole ecologiche

La scuola è il luogo principe in cui promuovere la cultura delle scelte virtuose e rispettose dell’ambiente in cui viviamo. L’insegnamento delle abitudini sane dovrebbe essere tra gli obiettivi principali di una scuola considerando in questi luoghi i bambini diventano la società del domani. Ma l’azione della scuola non può fermarsi alla semplice sensibilizzazione di bambini e studenti: la scuola deve diventare il luogo del risveglio, scegliendo il cambiamento e mostrando come la scelta ecologica, se pur difficoltosa, è doverosa e assolutamente percorribile. Oggi ci auguriamo che le scuole facciano una scelta coraggiosa e si attivino promuovendo l’amore e il rispetto per l’ambiente attraverso azioni quotidiane forti, concrete e continuative, dall’impatto ambientale misurabile. Adottare pratiche sostenibili nella quotidianità è sempre più diffuso e questa tendenza non si esaurisce in casa. Anche le scuole hanno un ruolo importante e le famiglie cercano di puntare su istituti che abbiano l’educazione ecologica e le pratiche green nel proprio programma. Le scuole ecologiche possono rappresentare la scelta su cui puntare soprattutto per le famiglie che vogliano promuovere l’educazione ambientale e l’impegno nella tutela del pianeta.  Ma cosa sono le scuole ecologiche? E soprattutto quali azioni concrete possono essere adottate all'interno delle istituzioni scolastiche e nelle famiglie? Come scegliere la giusta scuola orientata all’ecologia? Se dovessimo definire le scuole ecologiche, potremmo dire che si tratta di istituti educativi che integrano principi di sostenibilità e pratiche eco-compatibili all’interno delle loro strutture, nei curriculum e nelle attività quotidiane. Esistono scuole ecologiche? Sul territorio Nazionale ci sono diverse scuole che hanno attivato progetti sostenibili riconosciuti anche livello internazionale. Tra le varie iniziative importanti vi è stata la costituzione, nel 2019, della ''Rete Nazionale Scuole Green" attraverso un Protocollo di Intesa tra scuole. La Rete scuole Green porta avanti le sue iniziative basandosi sulle indicazionministeriali Green public procurement. Questo tipo di scuole mira a formare cittadini e cittadine consapevoli e responsabili nei confronti dell’ambiente, promuovendo comportamenti eco-friendly e sviluppando una mentalità attenta alla conservazione delle risorse naturali. Le azioni concrete Quali sono le azioni, le materie e le pratiche che è opportuno assicurarsi ci siano in una scuola che promuove la sostenibilità e si definisce ecologica? • Riduzione dei rifiuti: Ogni classe dovrebbe promuovere una corretta raccolta differenziata e l’utilizzo di materiali riutilizzabili, riducendo l’uso di strumenti usa e getta, non collocare distributori con merende poco sane e incarti superflui, promuovere l'uso di borracce • Risparmio energetico: Una scuola ecologica dovrebbe adottare strutturalmente misure per ridurre il consumo energetico, come l’uso di luci a LED, il controllo della climatizzazione e l’ispezione regolare degli impianti, fare attenzione nel non lasciare le luci spente promuovendo tra i bambini la pratica dei guardiani della luce • Educazione ambientale: Essenziale è che ci siano programmi educativi dedicati all’ambiente e all’ecologia, coinvolgendo gli studenti in attività pratiche legate alla natura e alla conservazione. • Giardinaggio e orti: Molte scuole oggigiorno integrano nei curriculum la coltivazione di orti scolastici e la cura di spazi verdi, coinvolgendo gli studenti e le studentesse nella crescita di piante e nella comprensione dei cicli naturali. • Mobilità sostenibile: Ogni scuola dovrebbe puntare sulla mobilità rispettosa, incentivando l’uso di biciclette o il carpooling tra gli studenti, riducendo l'impatto dei trasporti su strada, installare rastrelliere e parcheggi ( per bici, monopattini e passeggini), organizzare pedibus per i bambini . • Mensa sostenibile: Ogni scuola dovrebbe proporre un menu con materie prime biologiche e a km 0 Come può una scuola diventare ecologica Oltre a intraprendere iniziative singole, gli istituti scolastici possono affidarsi a professionisti e professioniste dell’ambiente. Esistono infatti programmi, come per esempio quelli di Legambiente Scuola e Formazione, dedicati esattamente alla transizione ecologica delle scuole, per portare alle nuove generazioni un’istruzione che sia fin da subito orientata al rispetto nei confronti dell’ambiente. Anche il WWF organizza progetti a cui le scuole possono partecipare e mette a disposizione la piattaforma One Planet Schoolche permette di accedere a corsi di formazione per insegnati, una libreria digitale, contenuti e informazioni su eventi di formazione. Tutte queste iniziative sono mportantissime! Basta pensare al ruolo che le scuole hanno svolto negli anni Novanta nel portare la consapevolezza riguardante la raccolta differenziata nel Paese. Furono proprio i bambini e la bambine a diffonderla in famiglia, rendendola una pratica quotidiana abituale.

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11 Ago
2023
Chi era Emmi Pikler e perché è importante per i nostri bambini

Approcci Educativi 0-3 anni 3-6 anni

Chi era Emmi Pikler e perché è importante per i nostri bambini

Meno conosciuta di Maria Montessori, ma altrettanto importante, Emmi Pikler è una pedagogista di cui è essenziale conoscere il nome. Emmi Pikler è nata all’inizio del ’900 ed è uno dei tanti medici (nel suo caso pediatra) che, pur continuando a svolgere la professione, sono diventati dei grandi educatori, appassionandosi di pedagogia e di benessere dei bambini (non solo dal punto di vista della salute fisica, ma anche mentale ed educativa). L’approccio di Emmi Pikler e il lavoro che ha svolto per lunghi anni con le educatrici nell'istituto Casa famiglia Lòczy di Budapest si fonda su figure di riferimento che si occupano non solo del corpo del bambino, ma anche della sua mente e delle sue emozioni.  L’istituto nacque come servizio pubblico residenziale e accoglieva i bambini principalmente senza famiglia. Basandosi sull’esperienza nell’istituto, Pikler realizzò dei manuali in cui specificava, fino al più piccolo dettaglio, i molteplici aspetti dell’educazione e della vita quotidiana dei piccoli, dai mobili ai vestiti, fino all’ambiente. Il suo lavoro — sia per quanto riguarda la cura dei bambini sia dal punto di vista della ricerca — ben presto fu riconosciuto e con il tempo la Casa famiglia divenne l’Istituto di Metodologia, Assistenza all’Infanzia e Educazione (con annesso servizio di consulenza). L’educazione attiva Pikler condivide quindi con Maria Montessori e con altri grandi educatori dello scorso secolo — come Decroly e Korczak — la formazione medica, ma anche l’appartenenza ad un’idea di educazione che è quella del grande movimento dell’Educazione Attiva.  Si tratta di un orientamento pedagogico-educativo che avuto un momento di grande rilievo all’inizio del ’900, e che ha coinvolto anche alcuni educatori che non si sono occupati direttamente di bambini piccoli, come Freinet, Froebel o Pestalozzi, ma di soggetti di diverse età e in diverse situazioni.  L’idea dietro al movimento? "Chi è protagonista dell’esperienza formativa ed educativa è il bambino stesso" (o il soggetto in formazione). Le idee di Emmi Pikler I principi fondamentali che accompagnarono il lavoro di Emmi Pikler (così come la psicologia evolutiva nella primissima infanzia) partono dal presupposto per cui i bambini sani sviluppano in modo rapido o lento le proprie competenze, e soprattutto in modo diverso e variegato, non standardizzato come indicano le famose tabelle di crescita. Il ruolo dell’adulto di riferimento nella crescita del bambino per Pikler è quindi assimilabile alle funzioni genitoriali. Tra i suoi consigli troviamo: - lasciare che i bambini e le bambine imparino a stare seduti da soli, senza troppo aiuto esterno che comprometterebbe gli sforzi che portano proprio a questa competenza; - lasciare che i bambini e le bambine approfondiscano e portino a termine da soli le azioni e i movimenti che hanno avviato; - non imporre movimenti o posizioni che non hanno ancora imparato da soli e spontaneamente. A volte per i genitori risulta naturale assumere atteggiamenti per “aiutarli” a raggiungere i loro primi successi; tuttavia l’intervento non è veramente necessario. Infatti il non dare indicazioni rafforzerà le loro conoscenze, la loro sicurezza in sé e la fiducia nell’adulto, che esprime soddisfazione e gioia per i traguardi conquistati. La quotidianità I bambini, secondo Pikler, sviluppano fiducia e apertura quando la loro quotidianità si svolge in continuità con un adulto di riferimento che dà vita a una relazione sicura, fondata sulla fiducia e sulla conoscenza reciproca, in uno scambio che sia inizialmente d’intensa vicinanza, poi via via più distanziato e accogliente verso altri elementi circostanti e verso il mondo esterno. Questo scambio, fin dai primi giorni di vita, è orientato al principio che non si educa un bambino senza la sua partecipazione attiva, senza interesse. Verbalizzare, cantare una ninna nanna, recitare una filastrocca cercando il contatto visivo, i gesti calmi: tutto questo rappresenta i primi momenti di scambio con quel concentrato di empatia che sono i bambini piccoli, che dal canto loro percepiscono che c'è intenzione attiva di cooperazione da parte dell’adulto di riferimento. Nell’idea di Emmi Pikler il bebè è concepito come una persona che, fin dalla nascita, possiede capacità e potenzialità insospettabili. Attraverso l’osservazione e l’allenamento i genitori sono supportati a comprendere le capacità innate dei loro figli, i loro traguardi, comprendendo come si svolgono tutte le iniziative relazionali con il loro ambiente, grazie soprattutto alle loro attività autonome. Per questa ragione Emmi Pikler richiedeva ai genitori di permettere ai loro bambini di muoversi liberamente a proprio piacimento, assicurando le giuste condizioni ambientali e senza metterli in una posizione da loro non raggiunta naturalmente. Non li si deve impegnare, essenzialmente, in un movimento che loro stessi non hanno ancora acquisito e da cui non riescono a svincolarsi; perché ciò che accade al corpo, viene trasmesso allo spirito. In altre parole Emmi Pikler vedeva in un neonato che si muove un soggetto impegnato in un’opera sia interna che esterna. Vedeva un germe di potenza, un lavorio che si esprimerà in futuro con altri mezzi e forze, in altre circostanze della vita, al servizio dell’essere umano che diverrà. Era convinta dell'importanza fondamentale della motricità autonoma, senza interferenze da parte dell’adulto, per la strutturazione della personalità del bambino. Per chi vuole approfondire ecco alcuni riferimenti Associazione Emmi's care, Brescia La casa del bambino piccolo, Grabs CH- Storchennest.ch Emmi Pikler- Edufrog Pikler in casa- pagina Facebook Per chi vuole sperimentare L'Associazione Semi di luce APS per la famiglia e la prima infanzia, promuove e divulga il lavoro di Emmi Pikler attraverso gruppi giochi genitori-bambini “LA STANZA DI EMMI” (0-3 anni) a Torino e provincia. Attraverso questi percorsi i genitori imparano a conoscere i bisogni di sviluppo dei propri figli, a comprenderli e sostenerli dando loro spazio per svilupparsi con la consapevolezza dell'importanza del gioco libero e autonomo nella vita di un bambino. Cosa puoi trovare in questo spazio La possibilità di sperimentare giochi e attrezzi in legno (adatti all'età dei bambini), pensati dalla pediatra Emmi Pikler, superando molti ostacoli avventurosi. I bambini sono pieni di curiosità e cercano il proprio percorso scelto e così facendo scoprono il segreto dell'equilibrio interiore ed esteriore. Una varietà di opportunità per costruire passaggi di movimenti, che i bambini possono esplorare al proprio ritmo e con le proprie dinamiche e che danno spazio per sviluppare la loro destrezza e gioia di movimento fin dalla tenera età. Uno spazio di tranquillità e attenzione, un ambiente pieno di Amore, dove i genitori potranno guardare con stupore e interesse i loro figli quanto possono giocare da soli, (anche i piccolini!!) quanto siano sicuri e armoniosi grazie alla riservatezza e al rispetto da parte dell'adulto di riferimento. Uno spazio contrassegnato da tre principi essenziali: ascolto, accompagnamento, accoglienza, con lo scopo principale di accompagnare i bambini a conoscere il mondo esterno con gradualità e delicatezza; creare nuovi e duraturi legami con altre famiglie, ma anche offrire all'adulto confronti con una comunità educante trovando così continuativi ed innovativi impulsi educativi, formazione continua, incoraggiamenti e spunti di riflessione per eventualmente rivedere il proprio personale stile educativo e di cura. Una bibliografia specifica sulle principali tematiche affrontate, albi illustrati, repertori di canti, filastrocche, giochi con le dita. Per informazioni sulle iniziative dell'associazione Semi di Luce collegati alla pagina Facebook oppure scrivi a criconcri@yahoo.it Cristina Pasquale, Educatrice prima infanzia

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5 Ago
2023
Come portare la meditazione in classe

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Come portare la meditazione in classe

Grazia Roncaglia è una formatrice e maestra di scuola primaria di Torino che promuove l'uso delle pratiche meditative in classe e in famiglia. Vista la sua pluriennale esperienza le abbiamo chiesto un'intervista per spiegarci meglio come è nata la sua idea di portare a scuola la meditazione e fornire a insegnanti e genitori alcuni suggerimenti per approfondire l'argomento. Cara Grazia per chi volesse immergersi nella pratica e portare in classe la meditazione c’è la possibilità di partecipare a corsi di formazione?  << Per sostenere gli insegnanti e i genitori in questo appassionante lavoro di “innaffiare i semi dell’umanità”, organizzo corsi intensivi e ritiri di formazione che sono aggiornati sul sito www.meditascuola.it  >> Il prossimo appuntamento di formazione rivolto a genitori, insegnanti , educatori e operatori A scuola con il corpo, la mente, il cuore è programmato per il 1-2-3 settembre 2023 a Verruia Savoia (TO) e potete trovare tutti i dettagli al seguente link Che testo consiglia per chi vuole approfondire l’argomento? << Nel libro “Verso un’educazione risvegliata, coltivare l’arte della meditazione a scuola o in famiglia” invito genitori e insegnanti a porsi alcune domande: cosa desideriamo per i nostri bambini e ragazzi a lungo termine? Cosa vogliamo coltivare in loro? E come lo facciamo? L'educazione "risvegliata" cerca di essere libera dai condizionamenti, si fonda sulla presenza empatica dell'insegnante/genitore/educatore che non presume di sapere cosa è bene per il bambino/a, ma rimane in ascolto dei suoi bisogni per orientare la sua azione educativa con saggezza momento per momento, pur avendo ben chiara la direzione in cui andare.  Il libro offre molteplici spunti metodologici e pratici che ciascuno può declinare ai propri contesti educativi. In educazione, le ricette non esistono! Per questo consiglio di cominciare da questo testo per sentire dove siamo come genitori e insegnanti, e se qualcosa risuona in noi, come educatori, dobbiamo allora scegliere di metterci in gioco. Non possiamo accompagnare qualcuno in un territorio che non conosciamo in prima persona: ecco che tocca a noi “scendere in campo” cominciando a mettere in pratica e a integrare nella nostra vita ciò che vogliamo passare. Noi siamo il modello. >> Di cosa parla il suo ultimo libro?  << Il mio ultimo libro “Aiutami a stare attento! Attività, giochi e meditazioni per allenare attenzione e consapevolezza nei bambini in età scolare” è una guida pratica per genitori e insegnanti che vogliono condurre i propri figli e alunni nel meraviglioso mondo della meta-cognizione: imparare come funziona la nostra mente per farci amicizia e imparare a regolarla con gentilezza. Contattare sé stessi, riconoscerne le proprie tendenze abituali, imparare a gestire l’energia e le informazioni che si manifestano nel corpo e le produzioni mentali che si manifestano nella mente, come i pensieri e le emozioni, sono i meravigliosi “effetti collaterali desiderati” che seguono il lavoro sull’attenzione, quando impariamo a dirigerla dentro di noi.   Queste attività di osservazione allenano infatti i bambini a diventarne testimoni e osservatori, aiutandoli a creare quello spazio che permette di non restare identificati con le emozioni. Cogliere la transitorietà e l’inconsistenza di pensieri e emozioni ci è d’aiuto nei momenti di difficoltà, in cui ne rimaniamo intrappolati: con l’autoregolazione emotiva impariamo a sentirci al sicuro, e questo ha un impatto positivo nelle relazioni con gli altri e sulle risposte dei comportamenti alle stimolazioni. Imparare consapevolmente a mantenere l’attenzione durante alcune attività quotidiane come camminare, ascoltare o mangiare si può proporre come un’esperienza giocosa che può facilitare il ritorno alla calma e alla tranquillità, oltreché a sostenere attenzione e presenza mentale in ciò che di solito compiamo distrattamente, senza consapevolezza. >> Che argomenti ritroviamo nel testo ‘’Felicemente’’ ?   << "Felicemente" è un libro adatto ai bambini a partire dall’età dei 5/6 anni, fino ai 12 /14. Propone un viaggio alla ricerca di un tesoro che sta dentro ciascuno di noi, ma per trovarlo dobbiamo prima conquistare il segreto di alcune isole, che costituiscono proprio le tappe del viaggio.  La prima è quella dell’appagamento, ovvero imparare ad apprezzare ciò che abbiamo piuttosto che recriminare e lamentarci per ciò che ci manca.  Il segreto della seconda e della terza isola riguarda le nostre relazioni, con noi stessi, con gli altri con l’ambiente: ci aiuta a riconoscere come ci sentiamo quando facciamo del bene o quando ci asteniamo dal fare del male… questa felicità profonda e duratura è quella che chiamiamo ”felicità durevole” o del “buon cuore”, una piantina che possiamo coltivare dentro di noi attraverso i giochi, gli esercizi, le meditazioni proposte nel libro.  L’ultima isola ci svela il segreto dell’auto conoscenza: si tratta di conoscere e fare amicizia con la nostra stessa mente e il modo in cui funziona… Impariamo a farlo attraverso il respiro, che è anche il ponte che ci conduce alla mente silenziosa, al posto sicuro dentro di noi dove possiamo ritirarci per tornare a casa, in contatto con noi stessi, generando autocompassione e benessere.  Posso assicurare che i bambini che imparano la strada per tornare a sé la intraprendono anche quando non c’è un adulto a ricordargli di farlo! >> E dei link da suggerire a chi fosse interessato ai sui testi? https://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_grazia-roncaglia.php, https://www.macrolibrarsi.it/autori/_grazia-roncaglia.php Per chiudere questo argomento vi suggeriamo la lettura di alcuni studi scientifici che dimostrano i benefici della meditazione in età evolutiva. Progetto Gaia e prove scientifiche Meditazione orientata alla consapevolezza per i bambini delle scuole primarie: effetti sull'attenzione e sul benessere psicologico Studio Pilota su studenti adolescenti La mindfulness per l’ADHD e i disturbi del neurosviluppo Antonella Giostra

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2 Ago
2023
Scuole della Felicità in Italia: intervista al fondatore

Generiche 6-11 anni

Scuole della Felicità in Italia: intervista al fondatore

Sempre più persone si trovano a confrontarsi con il desiderio di raggiungere una felicità autentica e duratura, non solo a livello personale ma anche nel contesto delle comunità e delle scuole. In risposta a questa esigenza, è nato un movimento che sta guadagnando sempre più popolarità in Italia: le "Scuole della Felicità". Queste scuole innovative si propongono di insegnare e coltivare il benessere psicologico e sociale tra gli studenti, creando un ambiente educativo che valorizza la felicità come fondamento per il successo scolastico e la realizzazione personale. Esploreremo l'evoluzione delle Scuole della Felicità in Italia, analizzando il loro approccio e i risultati ottenuti finora attraverso un'intervista che ci ha rilasciato il Prof. Mariano Laudisi ideatore del progetto “Le scuole della felicità”. Professor Laudisi come è nata l'idea di creare le Scuole della Felicità? C'è un evento o una motivazione particolare che l'ha ispirata? Non ho mai creduto al caso. Credo fortemente che la vita di ciascuno di noi sia guidata da un disegno che bisogna saper cogliere e interpretare. L’idea di questo progetto è la risultante di due fattori: uno professionale ed uno personale. Nel 2018, convinto che non potesse più bastare la semplice lezione frontale o tutto l’entusiasmo che mettevo nelle mie ore di insegnamento, cercavo un qualcosa per cui rendere davvero la scuola un percorso personale, utile all’alunno. Un cammino nel quale gli studenti potessero crederci davvero e attraverso il quale trovare il vero interesse per la realizzazione dei propri sogni. Così, professionalmente iniziai a muovere i primi passi interessandomi al “metodo danese” e, nel contempo, poiché stavo attraversando un periodo particolare della mia vita, mi avvicinai alla Psicologia Positiva e alla PNL (Programmazione Neuro Linguistica). Unendo queste due esigenze, capii che era, inizialmente un’intuizione, ma poi, a seguito delle conseguenze del Covid, una necessità improcrastinabile, creare un progetto in cui le tecniche della PNL e della Psicologia Positiva venissero declinate nella didattica italiana. Quali sono i principali pilastri su cui si basa il vostro metodo educativo? Sono partito dal comandamento biblico dell’ “ama il prossimo tuo come te stesso”, soffermandomi sulla seconda parte, “come te stesso”, forse poco attenzionata. Quanto mi amo? Quanto tempo dedico a me stesso? Cosa faccio per una mia crescita personale e per il mio benessere? Si può amare l’altro, ci si può prendere cura dell’altro solo nel momento in cui sono ben piantato e centrato su me stesso. Per arrivare a tutto ciò, è necessario un cammino consapevole, fatto di scelte e azioni mirate. È un percorso che deve tendere alla creazione di una leadership personale. Sono profondamente convinto che tutte le competenze non cognitive (dalle soft skills alle life skills) siano condensate in un unico obiettivo: la costruzione e l’implementazione di una leadership personale.  La vision della nuova scuola che questo metodo suggerisce si fonda su alcuni principi: non identificare l’alunno con il voto, valorizzarlo per il sol fatto che esiste, non stigmatizzare i suoi errori, dare massimo spazio alle sue emozioni, aiutarlo nella creazione di un pensiero positivo per un più proficuo apprendimento, eliminare le sue credenze tossiche, educarlo a nuove mappe mentali, educarlo alla vocazione, far venire fuori tutto il suo potenziale. In che modo la felicità si integra con l'apprendimento e lo sviluppo degli studenti ? Il rischio, sempre maggiore, è che gli studenti terminino il ciclo scolastico con il solo impianto cognitivo (fondamentale e propedeutico alla realizzazione di ogni alunno) che, in molte circostanze (ed in merito ci sono i dati allarmanti provenienti da ambienti medico-scientifici che ci danno un quadro drammatico della situazione dei nostri ragazzi in fascia pediatrica. In forte aumento i disturbi legati alla psiche, l’uso di ansiolitici e psicofarmaci, il ricorso a droghe ed alcool e il sempre crescente fenomeno dell’autolesionismo) non è bastevole o è offuscato e invalidato da una mancanza di gestione del sé.  C’è bisogno, dunque, che l’apprendimento cognitivo sia preceduto e poggi su un saldo impianto non cognitivo. È da questa certezza che nasce la mia massima “meglio sto e più so”. Il metodo Le Scuole della Felicità, con la creazione di una leadership personale, tende ad incarnare davvero la sperata didattica personalizzata. Infatti, i ragazzi imparando a padroneggiare le cinque aree di miglioramento personale (gestione delle emozioni, gestione delle relazioni, gestione e conoscenza della comunicazione, gestione del tempo e degli obiettivi, benessere psicofisico) potranno da un lato accrescere e moltiplicare esponenzialmente il loro potenziale cognitivo, dall’altro, i più indecisi, i più fragili, quelli che ancora non hanno sviluppato un’identità o un progetto di vita, avranno gli strumenti per avere fiducia in sé stessi. Ciò consentirà loro di porsi al centro del proprio cammino di crescita, di non essere in balìa del caso e di evitare il fenomeno della dispersione scolastica quale soluzione adottata da molti studenti poiché vista come l’unica alternativa al dolore provocato dai continui fallimenti che essi percepiscono e interiorizzano.  È un intervento che va a prevenire ciò che Seligman, padre della psicologia positiva, chiama “impotenza appresa”, anticamera di depressione e di quasi sicuro insuccesso nella vita e nel percorso scolastico. Quando parlo di successo, è giusto sottolinearlo, non mi riferisco ai risultati che ognuno può ottenere in campo lavorativo, ma il successo a cui punto è il benessere dell’individuo, il sapersi approcciare alla vita, il saper sviluppare resilienza, il sapersi rapportare all’altro, il saper amare il prossimo, il saper gestire le emozioni traducendo e trasformando gli eventi della vita da improduttivi a produttivi. Le Scuole della Felicità stanno guadagnando sempre più attenzione e partecipazione. Quali sono state e sono le sfide principali nel promuovere questo approccio all'interno del sistema educativo tradizionale? Ad oggi hanno aderito ben 31 istituti scolastici da tutta Italia. Collaborano con noi anche associazioni del terzo settore. Non ho avuto particolari difficoltà nel diffondere questa idea. Sono profondamente convinto che il cambiamento non si debba presentare con la forza o a suon di pubblicità. Al momento, non ho investito denaro per divulgare questa idea. Mi sono solo affidato alla mia incrollabile voglia di lavorare seriamente per dare il massimo della qualità a docenti e alunni. Per far ciò ho investito (e sto investendo) tanto, in studio e in denaro, per formarmi alle migliori scuole di formazione e crescita personale. Mi sono iscritto alle scuole di formazione di Roberto Re, a mio avviso il numero uno in Italia in questo campo, e ho avuto l’onore di incrociare i passi di un fantastico coach, Gianfranco Secondo, direttore dell’area sud Italia delle scuole di Roberto Re, con il quale collaboro per offrire il top della formazione ai docenti. Per questo tipo di approccio, creando un rapporto cha va al di là della semplice dinamica formatore-corsista, resto nel tempo legato a ciascuno di loro. Sono, poi, questi fantastici docenti, che con il loro entusiasmo e la gran voglia di cambiamento, invogliano e invitano altri insegnanti ad unirsi a questa grande famiglia. Sì, la chiamo famiglia perché si crea un ambiente intimo e di grande condivisione tra noi. Quali cambiamenti positivi avete osservato tra gli studenti che hanno partecipato a queste scuole?  I risultati tangibili sono sotto gli occhi di tutti noi docenti quotidianamente. Personalmente ho assistito alla cancellazione totale di quegli schemi tossici con cui i ragazzi leggevano la loro vita andando ad impattare negativamente anche sul rendimento scolastico. Innalzamento dei voti, nuovo approccio alle interrogazioni e alle prove scritte, nuovo modo di interpretare la vita scolastica e il rapporto docente-alunno, rinnovata fiducia in una scuola per l’alunno e non per il “programma”. La vera novità è che gli studenti si sentono davvero protagonisti e al centro di un percorso cucito sulle loro necessità di vita e di scuola. Oltre agli studenti, in che modo coinvolgete gli insegnanti e il personale scolastico nel vostro programma? Oltre agli studenti, che beneficiano di questo metodo durante l’orario curriculare o extracurriculare, anche per i docenti è previsto un percorso di formazione (al momento risultano formati a questo metodo ben 180 docenti). Infatti, ritengo fondamentale che ogni docente, prima di divulgare idee e proposte agli alunni, debba sperimentare questo fattivo cambiamento su di sé. Come diceva l’adagio latino “nemo dat quod non habet” Quali benefici hanno riscontrato a seguito di questa nuova prospettiva sull'educazione? I docenti che hanno partecipato ai nostri corsi affermano che finalmente si è strutturata una formazione che tenga presente prima la persona e poi la figura del docente. Sono entusiasti nell’apprendere che davvero un cambiamento radicale e fattivo sia realmente possibile per la vita di ciascuno. Molti ci confessano che è un corso davvero innovativo dove non si diffondono nozioni sterili, ma suggerimenti e tecniche per il ben vivere e per il ben insegnare. Le scuole della rete vedono coinvolto tutto il personale didattico o è a discrezione dell'insegnante la partecipazione o meno al progetto?  Per partecipare è essenziale che partecipi la scuola intera o l'approccio può essere portato anche nelle singole classi grazie al singolo insegnante? Per aderire al progetto abbiamo creato un modello molto “sburocratizzato”. Basta solamente la firma del dirigente scolastico e, liberamente, ogni docente può parteciparvi. Ci sono realtà che aderiscono con classi parallele, chi per moduli, chi, invece, ha iniziato la sperimentazione come singolo docente. Il mio sogno è quello di non creare gabbie affinchè ogni docente possa sentirsi libero di mettere in campo tutta la sua creatività al servizio della sua felicità e di quella dei suoi alunni. Come rete di scuole, quali obiettivi sperate di raggiungere in futuro?  Il mio sogno è quello di arrivare ad un riconoscimento del metodo a cui, insieme ai tanti colleghi, stiamo lavorando. Sono convinto che, nei fatti, il metodo abbia una validità già assodata. Dico ciò perché le tecniche messe in campo sono quelle già rodate e misurate nel campo della psicologia positiva e nella PNL. Nulla è inventato: è una traduzione di quanto già esistente curvato sulla didattica italiana. Questa è la vera rivoluzione. Bisogna solo lavorare seriamente, con pazienza e con amore affinché sempre più dirigenti e docenti possano essere persuasi da questa nuova vision. Quali sono i prossimi appuntamenti e i corsi di formazione che proponete? I mesi che vanno da Settembre a Novembre saranno ricchi di novità. A fine Agosto ci sarà un’esperienza di formazione fantastica con 30 docenti. Sarà una full immersion di due giorni, in una struttura di Cerignola (Fg), in cui, con il coach Gianfranco Secondo, parleremo di Felicità e benessere. L’11 Settembre sarò ospite nella trasmissione GEO di Sveva Sagramola, su Rai 3, per parlare del nostro progetto. Il 21 dello stesso mese ritireremo un premio per quanto fatto in tema di benessere per gli alunni. A fine Settembre uscirà il libro “La Scuola della Felicità” edito da Sanoma Italia con prefazione di Robero Re. Nel mese di Novembre parteciperò al BookCity Milano 2023 per presentare il mio libro. Nei primi mesi del nuovo anno scolastico, poi, tre scuole della provincia di Cuneo verranno in Puglia per un week end formativo sempre con me e con Gianfranco. Questo al momento il fitto calendario di appuntamenti già fissati. Per quanto concerne altri cicli di formazione renderemo note le date attraverso i social o il sito internet www.lescuoledellafelicita.it

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28 Lug
2023
Scuola dell’infanzia bilingue: la guida per una scelta consapevole

Orientamento e Open Day 3-6 anni

Scuola dell’infanzia bilingue: la guida per una scelta consapevole

La scelta della scuola dell’infanzia è un passo importante: influirà sulla vita di un bambino e della sua famiglia. Ecco perché (e come) sceglierne una bilingue Per i genitori che stanno pensando di iscrivere il proprio bambino o la propria bambina a una scuola dell’infanzia bilingue, diventa fondamentale conoscere gli aspetti chiave da considerare per prendere una decisione informata. Esistono infatti numerosi tipi di scuole bilingue, con differenze che non riguardano solo le fasce d’età o le lingue insegnate, ma soprattutto gli approcci pedagogici e linguistici. I vantaggi delle scuole bilingue Una scuola dell’infanzia bilingue offre ai bambini e alle bambine l’opportunità di acquisire conoscenze e competenze in due lingue fin dalla più tenera età. Un ambiente multilingue di questo tipo stimola lo sviluppo cognitivo, linguistico e interculturale, e i bimbi che frequentano una scuola bilingue hanno maggiori possibilità di diventare fluenti in entrambe le lingue e sviluppare una maggiore flessibilità cognitiva. Quali scuole bilingue esistono? In Italia da diversi anni sono presenti diverse scuole bilingue. Prima di tutto, si differenziano tra scuole internazionali, scuole bilingue e scuole italiane che inseriscono materie in lingua. Non essendoci però una normativa precisa, è difficile fare una distinzione netta. In generale, è possibile inquadrare la scuola bilingue come una scuola che segue il programma ministeriale italiano, implementando tuttavia la conversazione in un’altra lingua con lezioni e insegnanti madrelingua. Negli ultimi anni si è molto affermata, soprattutto nelle grandi città, per approfondire la lingua inglese.  Questo tipo di scuola privata può essere paritaria e non paritaria, e nel primo caso sarà riconosciuta come equivalente alla scuola pubblica. All’interno della scuola bilingue la lingua inglese (perché solitamente si tratta di questa lingua) è molto presente rispetto alle scuole pubbliche e viene studiata in maniera eccellente. I docenti devono essere obbligatoriamente madrelingua (native speaker) e l’intera lezione (quando previsto) deve svolgersi in lingua.  La scuola internazionale, invece, prevede che tutte le lezioni siano svolte in lingua, e non solo una parte. Cosa chiedere prima di decidere La prima cosa da chiedere quando ci si approccia all’iscrizione presso un nido bilingue sono le informazioni dettagliate sul monte ore di inglese. La scuola bilingue richiede maggior sforzo e concentrazione e la giornata scolastica (anche in caso di scuola dell’infanzia) può risultare più lunga. Anche i libri e i materiali sono quasi il doppio di quelli della scuola pubblica. Nel modello bilingue, le due lingue vengono infatti adoperate per tutte le materie e attività e il metodo didattico è completamente comunicativo e immersivo. I docenti non traducono da una lingua all’altra e parlano direttamente in lingua inglese. Per questo motivo, le scuole bilingue serie ospitano i bambini italiani solo quando sono molto piccoli (entrando alla scuola dell’infanzia, quindi) o quando sono già bilingue. Gli approcci pedagogici Quando si valuta una scuola dell'infanzia bilingue, è importante informarsi sugli approcci pedagogici utilizzati per l'apprendimento delle lingue straniere. Alcune scuole adottano un approccio «one person, one language», in cui gli insegnanti parlano una lingua specifica in modo coerente durante le lezioni. Questo metodo favorisce l’immersione completa nella lingua target. Altre scuole possono adottare un approccio misto, in cui entrambe le lingue sono utilizzate in modo equilibrato durante le attività quotidiane. Non va poi dimenticato di chiedere informazioni sulle strategie didattiche adottate: molto importante è l’apprendimento basato sul gioco, che accanto all’uso di canzoni e attività pratiche che coinvolgono entrambe le lingue diventa essenziale per padroneggiare una lingua e raggiungere livelli importanti con naturalezza e senza sforzo. Accanto a ciò, è bene valutare l’esperienza e la qualificazione degli insegnanti,che svolgono un ruolo fondamentale nell’offrire un ambiente stimolante per l’apprendimento. Il consiglio è quello di raccogliere tutte le informazioni necessarie per assicurarsi che gli insegnanti e le insegnanti siano madrelingua o abbiano una fluente competenza nella lingua straniera L’ambiente Durante la visita alla scuola dell’infanzia bilingue, è utile osservare attentamente l’ambiente di apprendimento creato per i bambini.  Le aule dovrebbero essere ben fornite di risorse multilingue, come libri, giochi e materiali didattici, che incoraggiano l’uso delle lingue straniere in modo interattivo. Il coinvolgimento dei genitori La valutazione della scuola dell’infanzia bilingue dovrebbe poi comprendere il grado di coinvolgimento delle mamme e dei papà. Le scuole bilingue dovrebbero sempre promuovere l'apprendimento delle lingue straniere coinvolgendo attivamente i genitori nel processo educativo. Il consiglio è quello di chiedere se vengano organizzati incontri e workshop o se vengano offerte risorse per sostenere i genitori che vogliano partecipare all’apprendimento linguistico dei loro figli. La collaborazione tra la scuola e le famiglie crea un ambiente coeso e favorisce un apprendimento continuo al di fuori dell’ambiente scolastico.

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23 Lug
2023
Attività outdoor e benefici cognitivi

Benessere e Attività Extra Per tutte le età

Attività outdoor e benefici cognitivi

L'importanza delle attività outdoor per il benessere fisico e mentale è ampiamente riconosciuta. Questo testo esplorerà i benefici cognitivi derivanti dalla connessione con la natura e le attività all'aperto, in particolare per i bambini. Saranno analizzati i vantaggi per lo sviluppo della personalità, l'autonomia, la socializzazione e le abilità cognitive. Benefici cognitivi dell'educazione outdoor Le attività outdoor hanno un impatto positivo sullo sviluppo cognitivo dei bambini. L'educazione ambientale e le attività strutturate nella natura contribuiscono a stimolare il cervello a livello neuropsicologico, favorendo lo sviluppo emotivo, cognitivo, sociale e comportamentale. Autonomia e autostima Le esperienze outdoor aiutano i bambini a scoprire e sviluppare l'indipendenza. Attraverso la sperimentazione e la risoluzione di sfide nella natura, i bambini sviluppano un senso di autonomia, autoefficacia e autostima. Socializzazione e connessione con gli altri Le attività all'aperto offrono opportunità per i bambini di socializzare con coetanei, creare connessioni emotive e imparare a rispettare e condividere con gli altri. Sviluppo dei sensi e abilità cognitive L'ambiente naturale stimola tutti e cinque i sensi dei bambini, contribuendo a sviluppare abilità cognitive legate all'attenzione e alla memoria sensoriale. La natura riduce anche lo stress e favorisce il rilassamento, potenziando le capacità cognitive di attenzione e memoria. Opportunità educative nel cambiamento L'educazione in natura può essere una preziosa opportunità durante momenti di cambiamento, consentendo ai genitori e agli educatori di trasformare le sfide in occasioni di apprendimento e crescita. Apprendimento esperienziale e creatività Le attività all'aperto offrono ai bambini la possibilità di imparare attraverso esperienze dirette, arricchendo i sensi e sviluppando creatività, immaginazione e capacità di osservazione. Conclusione In conclusione, la natura offre un ambiente stimolante e arricchente per i bambini, fornendo innumerevoli attività ed esperienze. Dovremmo incoraggiare il contatto con la natura e le attività all'aperto, permettendo ai bambini di sperimentare, esplorare e apprendere in modo significativo. Lasciando che i bambini si connettano con la natura, li aiuteremo a sviluppare una comprensione più profonda della vita e ad affrontare il mondo con creatività e saggezza. Il contatto con la natura è un tesoro prezioso che contribuisce al benessere cognitivo e alla crescita armoniosa dei bambini, creando un impatto positivo sulla loro vita presente e futura. Per Conoscere tutti i benefici delle attività outdoor guarda il Video

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16 Lug
2023
Attività psicomotorie all'aperto per i bambini: esplorare il mondo attraverso il movimento e la creatività

Benessere e Attività Extra 0-3 anni 3-6 anni

Attività psicomotorie all'aperto per i bambini: esplorare il mondo attraverso il movimento e la creatività

In un periodo in cui il tempo trascorso all'aperto è diventato sempre più prezioso, è fondamentale ricordare l'importanza delle attività psicomotorie per lo sviluppo dei bambini. Trascorrere del tempo all'aperto permette loro di esplorare il mondo attraverso il movimento, stimolando non solo le capacità motorie, ma anche quelle sociali e cognitive. Nell'articolo, esploreremo diverse tipologie di attività psicomotorie che possono essere svolte all'aperto, consentendo ai bambini di vivere esperienze significative e arricchenti. Esplorare il movimento e sviluppare l'equilibrio Le attività all'aperto offrono un'ampia gamma di opportunità per l'esercizio fisico e lo sviluppo motorio. I bambini possono correre, saltare, rotolare e sperimentare movimenti che permettono loro di esplorare il proprio corpo e le proprie capacità. Creare percorsi che mettano alla prova l'equilibrio e la coordinazione motoria, come camminare sui tronchi o superare ostacoli, favorisce lo sviluppo delle abilità motorie e l'acquisizione di fiducia nelle proprie capacità. Socialità e Gioco Simbolico L'ambiente aperto offre un contesto ideale per promuovere la socialità e il gioco simbolico tra i bambini. Costruire villaggi, casette, negozi o ospedali permette loro di riprodurre il quotidiano e di diventare attori nelle proprie narrazioni. La creazione di uno spazio, come un semicerchio o un anfiteatro, in cui i bambini possono raccontare storie, ascoltare e produrre musica, favorisce l'interazione sociale e lo sviluppo delle competenze comunicative. Creatività e Atelier all'aperto La natura stessa offre materiali preziosi per stimolare la creatività dei bambini. Attraverso un vero e proprio atelier all'aperto, i bambini possono sperimentare la trasformazione dei materiali naturali e sviluppare la propria espressività artistica. Si possono creare colori utilizzando elementi naturali, realizzare installazioni artistiche su grandi superfici o manipolare oggetti e gesti semplici. L'atelier diventa uno spazio di sperimentazione e di scoperta, stimolando sia la creatività che le abilità cognitive. Avventura e Sfide Fisiche Un aspetto emozionante delle attività all'aperto è la possibilità di mettersi alla prova attraverso esperienze avventurose e sfide fisiche. Creare ambientazioni come una giungla o costruire un'astronave sull'albero consente ai bambini di sperimentare situazioni che richiedono coraggio e rischio. Queste avventure fisiche e psicologiche permettono loro di sviluppare l'abilità di affrontare il pericolo in modo controllato, aumentando la fiducia in se stessi e la consapevolezza delle proprie capacità. Esplorare nuovi ambienti, superare ostacoli e gestire situazioni impreviste favorisce la crescita emotiva e il senso di conquista personale. Conclusioni Le attività psicomotorie svolte all'aperto offrono un'ampia gamma di benefici per lo sviluppo dei bambini. Oltre ad essere un'opportunità per l'esercizio fisico, consentono di favorire la socializzazione, la creatività, l'avventura e l'esplorazione sensoriale. Attraverso queste esperienze, i bambini imparano ad affrontare sfide, a lavorare in gruppo, a gestire le proprie emozioni e a scoprire il mondo che li circonda. Quindi, come genitori, è fondamentale incoraggiare e promuovere il tempo trascorso all'aperto, offrendo loro l'opportunità di vivere esperienze significative e formative che contribuiranno al loro sviluppo globale. Per Conoscere tutti i benefici delle attività outdoor guarda il Video Lucia Cardellino, Psicomotricista

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9 Lug
2023
"Permacultura": Educare i Bambini alla Cura della Terra e della Creatività

Nuovi Scenari Educativi

"Permacultura": Educare i Bambini alla Cura della Terra e della Creatività

La permacultura è un metodo di progettazione originario dell'Australia negli anni '80 grazie a Bill Morrison. Questo approccio si basa su tre principi etici fondamentali che trovano applicazione in ambito pedagogico per stimolare la trasformazione positiva attraverso le pratiche di cura e la collaborazione con i bambini. Etica della cura della terra e delle persone La permacultura è guidata da tre etiche fondamentali: cura della terra, cura delle persone e condivisione del surplus. Queste etiche vengono trasferite anche nell'ambito pedagogico, dove la cura della natura e delle persone diventa centrale nell'educazione dei bambini. L'approccio incoraggia la connessione con la terra e la natura, facilitando un ritorno alla semplicità e all'entusiasmo dell'infanzia. Un'approccio olistico e sostenibile La permacultura è un universo vasto e integrato, che coinvolge diverse tecniche e discipline, tra cui l'agricoltura sinergica e la pratica agricola. Oltre all'aspetto agricolo, si estende alla didattica, alla finanza e all'approccio olistico al mondo, mirando a ottenere risultati ottimali con un minimo dispendio di energie attraverso una progettazione funzionale nel tempo. Cooperazione con l'ecosistema Nell'approccio della permacultura, l'uomo è considerato parte di un ecosistema interconnesso, dove piante, insetti, aromi, fiori e esseri umani convivono in cooperazione. Evitando l'uso di agenti esterni come pesticidi, si promuove un ambiente sostenibile e si ottengono rendimenti comparabili, se non superiori, all'agricoltura industriale o chimica. Rispetto per la terra e il tempo La permacultura abbraccia il rispetto per la terra, evitando di disturbare il suo equilibrio naturale. Si dà il tempo alla terra per rigenerare la sua fertilità intrinseca, insegnando ai bambini il valore dell'attesa e l'importanza di comprendere che il processo di coltivazione richiede tempo e dedizione. Progettazione creativa e trasformativa La permacultura offre un'opportunità di progettazione creativa e trasformativa, dove ogni problema può diventare una soluzione. Coinvolgendo i bambini nella progettazione di un orto, si impara a prendere spunto dai modelli unici presenti nella natura, trasferendoli in strutture stabili e artistiche, come spirali, archi e terrazze. Conclusione La permacultura rappresenta un modo significativo di educare i bambini, promuovendo l'importanza della cura per la terra e delle persone. Questo approccio olistico e sostenibile stimola una connessione più profonda con la natura e insegna ai bambini l'arte della progettazione creativa e dell'attesa. Attraverso la permacultura, i bambini possono sperimentare il potere trasformativo della cura e della cooperazione con l'ecosistema, apprendendo le lezioni della natura per un futuro più sostenibile. Per Conoscere tutti i benefici delle attività outdoor guarda il Video Annalisa Rolfo, Educatrice ed esperta di Permacultura

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2 Lug
2023
La resilienza nella natura: "un'opportunità educativa per bambini e adulti"

Benessere e Attività Extra

La resilienza nella natura: "un'opportunità educativa per bambini e adulti"

La resilienza è una qualità essenziale per affrontare le sfide della vita, e la natura può offrire un ambiente ideale per coltivarla. In questo articolo, esploreremo come l'esperienza nella natura possa favorire lo sviluppo della resilienza nei bambini, nonché offrire agli adulti l'opportunità di rinnovare il proprio approccio educativo. Scopriremo i vantaggi di trascorrere del tempo all'aperto, esplorare con i sensi e abbracciare la complessità della vita, offrendo spunti pratici per creare esperienze significative. L'esperienza nella natura come stimolo per la resilienza La natura offre infinite opportunità per imparare e crescere. Quando i bambini trascorrono del tempo all'aperto, possono sperimentare un apprendimento esperienziale che li porta a sviluppare la resilienza. Attraverso l'osservazione delle forme di vita, la scoperta dei cicli naturali e l'affrontare situazioni impreviste, i bambini imparano ad adattarsi, a risolvere problemi e a gestire le proprie emozioni. Esplorare con i sensi per sviluppare la creatività e l'immaginazione La natura stimola tutti i nostri sensi in modo unico. Toccare la terra, annusare i fiori, ascoltare il canto degli uccelli e osservare il movimento delle nuvole favoriscono la connessione con il mondo naturale e alimentano la creatività e l'immaginazione dei bambini. Questa esperienza multisensoriale apre spazi per la narrazione di storie e l'invenzione di giochi, consentendo ai bambini di esplorare mondi fantastici e di sviluppare le loro capacità creative. Abbracciare la complessità per sperimentare i propri limiti La natura è un ambiente complesso e mutevole, e ciò offre opportunità per sperimentare i propri limiti. Camminare su terreni irregolari, affrontare ostacoli naturali o osservare le interazioni degli esseri viventi insegnano ai bambini che la vita è piena di sfide, ma anche di opportunità di crescita. Superare queste sfide stimola la resilienza, poiché i bambini imparano a sviluppare fiducia nelle proprie capacità e ad adattarsi ai cambiamenti. Ritrovare l'equilibrio e il benessere Trascorrere del tempo nella natura permette di rigenerarsi e ristabilire l'equilibrio. Lontani dagli stimoli digitali e dalla frenesia quotidiana, sia i bambini che gli adulti possono ritrovare la calma e la serenità. Osservare un mandala naturale o semplicemente sdraiarsi sull'erba a guardare il cielo favorisce la riflessione e la consapevolezza di sé. Questi momenti di pausa sono preziosi per rinnovare l'energia e sviluppare una migliore comprensione. Per Conoscere tutti i benefici delle attività outdoor guarda il Video Luisella Piazza, Consulente Pedagogico e formatrice

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26 Giu
2023
Come affrontare i compiti durante le vacanze estive con serenità e motivazione

Didattica e Apprendimento Per tutte le età

Come affrontare i compiti durante le vacanze estive con serenità e motivazione

Il periodo estivo è atteso da tutti, adulti e ragazzi, come un momento di relax e divertimento, ma i compiti possono creare un senso di dovere che a volte può influire sulla tranquillità delle vacanze.  Quindi: come affrontare i compiti durante le vacanze estive? È possibile affrontare questa sfida in modo positivo, mantenendo la serenità e la motivazione.  Ecco alcuni consigli pratici 1. Limitate il tempo dedicato ai compiti E importante stabilire dei limiti temporali per i compiti durante le vacanze. Non permettete che il momento dei compiti si prolunghi per troppe ore, poiché ciò può rendere l'attività pesante e frustrante per tutti. Individuate con vostro figlio un periodo specifico della giornata da dedicare ai compiti e assicuratevi di segnalare chiaramente l'inizio e la fine di questa attività. Ad esempio, potete stabilire che ogni mattina si dedicheranno un'ora ai compiti, in modo da avere anche il resto della giornata libero per le attività ricreative. 2. Sostenete attivamente il processo Quando vostro figlio si trova in una fase di stanchezza o mancanza di motivazione per affrontare i compiti, è importante essere attivi nel sostenerlo. Proponete delle attività che stimolino il cervello e preparino la mente all'impegno dei compiti. Ad esempio, potete giocare insieme a giochi che richiedono attenzione sostenuta, come il memory o il fantascatti. Questi giochi non solo aiutano ad allenare le capacità cognitive, ma rendono anche il momento dei compiti più stimolante e interessante. 3. Utilizzare strategie di attivazione Per rendere l'esecuzione dei compiti più piacevole, potete utilizzare delle strategie di attivazione. Una di queste strategie consiste nel proporre un gioco attivatore delle capacità cognitive prima di iniziare i compiti. Potete, ad esempio, chiedere a vostro figlio di cercare oggetti nascosti o risolvere enigmi. Questo approccio crea una transizione divertente tra l'attività di gioco e l'inizio dei compiti, suscitando curiosità e attenzione. Inoltre, potete utilizzare delle attività che coinvolgono il movimento, come fare stretching o una breve passeggiata all'aria aperta, per rinvigorire la mente prima di iniziare i compiti. 4. Mantenete un atteggiamento positivo Uno degli aspetti cruciali nell'affrontare i compiti durante le vacanze è mantenere un atteggiamento positivo. Aiutate i vostri figli a sviluppare una mentalità di sfida verso sè stessi, incoraggiandoli a vedere i compiti come un'opportunità di sviluppare una mentalità di crescita. È importante aiutare i vostri figli a sviluppare una mentalità di crescita riguardo ai compiti. Insegnate loro che possono assumere un atteggiamento di sfida verso sé stessi e vedere i compiti come un'occasione per migliorare. Spiegate loro che attraverso lo sforzo e la perseveranza, possono superare le difficoltà e progredire nelle proprie capacità. Incoraggiateli a vedere i compiti come una sfida personale e a trovare piacere nel superare le prove che si presentano loro. 5. Coinvolgimento attivo dei genitori Come genitori, potete svolgere un ruolo attivo nel supportare i vostri figli durante i compiti. Tuttavia, è importante fare un passo indietro e consentire loro di affrontare autonomamente le sfide: offrite sostegno e guida senza svolgere i compiti al posto loro. Ad esempio, potete suggerire strategie per affrontare un problema, ma lasciate che siano loro a seguire il processo di risoluzione. In questo modo, incoraggiate l'autonomia e la responsabilità, promuovendo una maggiore motivazione e soddisfazione nel completamento dei compiti. 6. Rendete il processo piacevole Cercate di rendere il processo dei compiti più piacevole e stimolante. Trovate modi creativi per rendere le attività più interessanti, ad esempio, utilizzando materiali colorati, creando delle sfide o premiando i progressi raggiunti. Inoltre, incoraggiate i vostri figli a porre domande e a esprimere le proprie opinioni riguardo ai compiti. In questo modo, stimolate la loro curiosità e li coinvolgete attivamente nel processo di apprendimento. Conclusione Affrontare i compiti durante le vacanze estive può essere un'esperienza positiva se si adottano le giuste strategie. Limitare il tempo dedicato ai compiti, sostenere attivamente il processo, utilizzare strategie di attivazione, sviluppare una mentalità di crescita e coinvolgere attivamente i genitori sono passi fondamentali per rendere i compiti meno pesanti e più gratificanti.  Ricordate che l'obiettivo principale è favorire la formazione del carattere dei vostri figli, insegnando loro l'importanza dello sforzo, della perseveranza e della motivazione nel raggiungimento dei propri obiettivi. Auguro a tutti voi buone vacanze e un periodo di studio sereno e motivante per i vostri figli! Dott.ssa Silvia Spinelli

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17 Giu
2023
Quando la musica sostiene una Pedagogia del Cuore

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Quando la musica sostiene una Pedagogia del Cuore

Una pedagogia del Cuore In un mondo dove tutto corre veloce e si digitalizza è importante ritrovare un tempo per incontrare i bambini con uno sguardo pulito e aperto e portare loro incontro l'immagine di un mondo buono, bello e vero. In un bosco circondato da un piccolo fiume c'è una casa che si racconta fosse un mulino. Qui bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni si incontrano, vivono esperienze di senso, si possono immergere nella bellezza del lavoro fatto a mano. Nel fare a mano sono racchiusi il valore della cura, del calore, dell'attenzione, che i bambini e i ragazzi potranno portarsi con sé durante la loro vita. Le esperienze educative sono organizzate e proposte dall' "Associazione A Testa in Giù" di Coriano (RN). E' un grande tesoro dell'educazione che a seguito della recente alluvione in Romagna ha subito gravi danni ai meravigliosi spazi che ospitano i laboratori. Abbiamo chiesto ai coordinatori di raccontarci a quali valori si ispirano e la storia dell'associazione. Potete descrivere brevemente la storia della vostra associazione?  "A Testa in Giù" è un'associazione nata nel 2016, situata in provincia di Rimini, che propone come attività principali il sostegno all'istruzione parentale e alla genitorialità. Si dedica con passione alla divulgazione delle arti e degli antichi mestieri, alla ricerca pedagogica. Quali sono i valori che guidano le esperienze educative che proponete?  Crediamo in uno spazio dove possa avvenire l'incontro con l'altro, dove la parte sacra di ogni essere umano possa essere preservata, dove si possa fare l'esperienza di essere visti, accolti, amati per ciò che si è. Uno spazio per incontrare l'umano che vive in ciascuno di noi, di farlo emergere, per fare esperienze di calore e di volontà, per continuare a vivere nella reciprocità e nella speranza del bene. I principali riferimenti pedagogici sono Rudolf Steiner, Henning Köhler, Janusz Korczak e... i bambini e i ragazzi che ogni giorno arrivano con le loro domande, le loro storie, la loro unicità e rendono "A testa in giù" un posto brulicante di vita e di possibilità. Al mondo che digitalizza, corre e crea distanze noi rispondiamo facendo scoprire ai bambini la meraviglia di un tempo lento, il tempo della processualità e della verità delle cose semplici. Avete subito danni a causa dell'alluvione?  Lo scorso maggio l'acqua ha allagato il piano terra. Dopo un primo momento di smarrimento abbiamo messo in salvo tutto ciò che era possibile al piano superiore.  Pensare di riprendere le attività sembrava impossibile e invece molte persone di buona volontà hanno lavorato ininterrottamente per poter ripartire: ce l'abbiamo fatta, grazie all'aiuto di tanti. Avete fatto richieste di sostegno economico. Che tipo di risposta avete avuto? Abbiamo attivato una raccolta fondi che ha avuto un buon riscontro e che ci permetterà durante l'estate di rifare i pavimenti in legno, l'impianto elettrico e sistemare con cura lo spazio esterno. Ma ben più duramente l'acqua ha colpito cittadine a noi vicine e per questo la raccolta fondi non si ferma. A testa in giù ha un progetto parallelo: quello di arrivare ai bambini e ai ragazzi di Faenza. Già il 19, 20, 21 giugno i maestri dell'associazione saranno a Faenza per un intervento pedagogico. Il gruppo mandolinistico torinese ha deciso di organizzare un concerto per sostenervi e devolvere il ricavato alla vostra scuola. Sapete già come sarà utilizzato? Tutto il denaro che raccoglieremo ci permetterà di portare avanti questi due progetti paralleli: non solo sistemare i nostri spazi, ma anche intervenire concretamente e con continuità sul lungo periodo nella città di Faenza, anche quando in molti ritorneranno alla loro vita, senza ricordarsi della potenza dell'acqua e del fango che ha travolto questa città. Che cosa vi unisce al gruppo di mandolinistico? I vostri bambini seguono in particolare percorso musicale? Al gruppo mandolinistico ci unisce l'umanità che vive dietro il coraggio della domanda e della risposta. Alla nostra richiesta di aiuto, il passaparola tra amici e conoscenti ci ha permesso di attivare atti di solidarietà lontano da noi e interessare coloro che non erano coinvolti in prima persona. Ci sono persone come Matteo Scovazzo, Direttore dell'Orchestra, che si sono attivate fin da subito per sostenerci pur non conoscendoci.  Questa esperienza di vicinanza è fondamentale per superare i momenti di grande difficoltà e siamo profondamente grati a tutti coloro che ci hanno sostenuto con azioni e pensieri. Nelle vostre esperienze educative seguite un particolare percorso musicale? Che cosa vi unisce al gruppo di mandolinistico?  La musica per noi è una risorsa preziosa: canto e ritmi fanno da cornice alle nostre proposte. Al gruppo mandolinistico ci unisce l'umanità che vive dietro il coraggio della domanda e della risposta. Alla nostra richiesta di aiuto, il passaparola tra amici e conoscenti ci ha permesso di attivare atti di solidarietà lontano da noi e interessare coloro che non erano coinvolti in prima persona.  Al gruppo mandolinistico torinese abbiamo chiesto: "Come mai avete deciso di sostenere l'Associazione a testa in giù? "   Noi crediamo fortemente che la musica abbia un valore che va oltre le parole e può essere un valido aiuto in momenti di difficoltà e di emergenza. La musica non è solo note e vibrazioni, ma è soprattutto pensieri ed emozioni che vengono trasportati dal suono; e allora suonare con il proposito di buoni pensieri per alcune famiglie in difficoltà crea un suono del cuore molto profondo. Avete deciso di organizzare per martedì 20 giugno un concerto di beneficienza per l'associazione. Potete descriverci il concerto? Il concerto che proporremo martedì 20 giugno vuole far riscoprire lo strumento del mandolino facendo ascoltare un repertorio originale per mandolino solo, voce e mandolino e orchestra a plettro. Il mandolino è uno strumento musicale del tutto italiano ma purtroppo ad oggi poco conosciuto. Fino a cento anni fa era suonato da molte persone, animava concerti, feste, balli popolari e, inoltre, aveva anche un repertorio di prim'ordine, virtuosistico e per sale da concerto. Cosa aspettarsi dalla serata e perché partecipare? Dalla serata ci si può aspettare della buona musica e un'occasione per creare socialità: Il modo migliore per partecipare e sostenere le attività dell'Associazione a Testa in Giù. L'appuntamento Martedì 20 Giugno alle 20:30 Presso il Teatro San Giuseppe via B. Luini 90 a Torino Contributo minimo di 5 euro a persona, e 3 euro per gli altri componenti della famiglia.

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6 Giu
2023
Educazione e Nuove Tecnologie: a Collegno nasce il Patto Digitale

Genitorialità e Educazione Per tutte le età

Educazione e Nuove Tecnologie: a Collegno nasce il Patto Digitale

Sempre più genitori e insegnanti sono preoccupati e attenti riguardo l’uso delle nuove tecnologie da parte dei giovani.  Uno degli interventi più pratici e concreti che possono essere messi in atto è quello di costituire un patto digitale.  Ne parliamo in questa intervista con la Dott.ssa Silvia Di Paola, Psicologa Scolastica e promotrice del patto digitale per la città di Collegno. Dott.ssa Di Paola le abbiamo chiesto questa intervista poiché giovedì 8 giugno a Collegno verrà presentato alla cittadinanza il primo patto digitale della provincia di Torino e vorremmo chiedere a lei, in quanto promotrice del progetto, di spiegare meglio in cosa consiste un patto digitale.   I patti digitali sono accordi informali tra famiglie, istituzioni, associazioni ed educatori che, uniti dal pensiero di promuovere l’uso sicuro e consapevole della tecnologia, scelgono di seguire nella quotidianità delle regole pratiche e condivise.  I patti digitali nascono generalmente da gruppi informali di genitori che confrontandosi cercano le soluzioni per superare la pressione sociale che anticipa l’utilizzo del digitale da parte dei piccoli.  Queste famiglie si supportano a vicenda e stabiliscono regole condivise per l’educazione digitale dei propri figli per fare in modo che l’uso di smartphone, internet e videogiochi siano adatti alla loro età.  Perché i patti digitali portino frutti concreti è tuttavia necessario coinvolgere anche soggetti esterni alle famiglie e coinvolti nell’educazione dei giovani come scuole, pediatri, società sportive e tutti i contesti educativi.  Può farci alcuni esempi di regole contenute in un patto digitale?  Tra le regole più comuni contenute in patto digitale vi sono: - l'età di consegna dello smartphone personale  - regole per l’utilizzo dei diversi dispositivi (quando e per quanto tempo, accesso a siti web e social...) - partecipazione con i figli a momenti di educazione digitale.  La sua scelta di promuovere l’iniziativa del patto digitale è legata in qualche modo alla sua esperienza professionale di Psicologa Scolastica? Si, lavoro da circa 10 anni nelle scuole di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle superiori, gestendo sportelli d’ascolto e progetti di educazione alla salute. Negli ultimi anni però ho potuto constatare come gli schermi siano diventati una presenza costante e sempre più invadente fin dalla tenera età. Ho imparato a chiedere ai ragazzi quante ore passano al giorno connessi e ho stimato che alle scuole medie ci si aggira sulle 3/4 ore al giorno per arrivare alle 5/6 ore alle superiori e in alcuni casi anche fino a 12!  E sono sempre più frequenti i disturbi dell'attenzione, ansia e attacchi di panico, ritiro sociale, disturbi alimentari e vere e proprie dipendenze da social fino a preoccupanti disturbi dissociativi.  Sulla base della sua esperienza personale quali sono le ripercussioni di un uso scorretto di smartphone e social da parte dei giovani?  Questo è un tema davvero ampio e complesso che non permette di essere esaustivi con poche righe; tuttavia possiamo ricordare che dai dati scientifici emerge come l’introduzione troppo precoce di queste tecnologie interferisce con il processo di crescita cognitiva, affettiva e relazionale. Le ricerche scientifiche mostrano che l’utilizzo prolungato dei sistemi digitali ha effetti dannosi di vario genere:  -disturbi del benessere, disturbi dell'alimentazione e del riposo notturno; -problemi legati all'apprendimento come: difficoltà di concentrazione; disturbi dell'attenzione e diminuzione della creatività; -conseguenze psicologiche come traumi legati alla visione di contenuti per adulti e ansia; -rischi concreti di essere vittime di insulti e offese online, cyberbullismo, emulazione di sfide estreme promosse online. Anche se lei è la promotrice del patto digitale di Collegno questo è stato redatto ed è portato avanti da un gruppo informale di cittadini chiamato ‘’Famiglie in rete’’. Può raccontarci brevemente la storia del gruppo e da chi è costituito? Quali sono gli obiettivi del gruppo nel breve e nel lungo termine? Ho sentito parlare per la prima volta di patti digitali a settembre 2022 durante un seminario per genitori e scoperto come alcuni gruppi di genitori condividono regole comuni e si sostengono con l’obiettivo di creare benessere digitale. Ho iniziato ad informarmi entrando in contatto con varie realtà già strutturate, come l'Associazione MEC in Friuli, Aspettando lo Smartphone a Milano e il progetto Patti Digitali. A partire dalle esperienze già consolidate in altri territori ho creato così un gruppo Telegram e chiesto adesione a chi era interessato e in poco tempo si è creato un gruppo di circa 80 persone che comprende prevalentemente genitori ma a cui appartengono anche insegnanti psicologi, educatori e pedagogisti.  Abbiamo iniziato a confrontarci tra di noi, con un pensiero critico, scambiandoci informazioni, materiali, articoli scientifici e link di seminari sul tema del digitale e minori. Abbiamo creato una base di conoscenza comune per poi incontrarci di persona ed iniziare a lavorare concretamente sulle regole che ci sentivamo di poter sostenere ciascuno all’interno delle proprie famiglie. è nato in questo modo il patto digitale "Famiglie in Rete''. Tra i nostri obiettivi c’è quello di creare momenti formativi sia per genitori che per ragazzi, organizzando anche gite detox per le famiglie così da creare momenti relazionali tra noi e per i ragazzi affinché possano conoscersi e non sentirsi soli ed esclusi, ma parte attiva del progetto.  Abbiamo deciso di iniziare a proporlo nel comune di Collegno ma l’idea futura è di promuoverlo anche in altri comuni e altre province del Piemonte. In Friuli l’associazione MEC ha portato avanti il progetto “Custodi digitali” che vede la collaborazione di tutta la comunità educante (genitori, insegnanti e pediatri) coesi e alleati per il benessere digitale. I cittadini che concordano con il patto cosa devono fare per aderire?  Bisogna collegarsi al seguente link e firmare il patto. Quali sono i vostri contatti per chi intende seguirvi? Pagina Facebook Pagina Istagram  Bibliografia essenziale L'innovazione tecnologica nella scuola: come coltivare un'innovazione tecnologica sostenibile ed efficace. Antonio Calvani Educazione digitale familiare dalla nascita. Marco Grollo et al. Too much screen time changes children's brains, study from Cincinnati Children's finds

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1 Giu
2023
Giovedì 1 giugno: Giornata Mondiale dei Genitori

Genitorialità e Educazione Per tutte le età

Giovedì 1 giugno: Giornata Mondiale dei Genitori

Oggi è la Giornata Mondiale dei Genitori e Che Scuola ha chiesto alla Dott.ssa Silvia Spinelli un contenuto speciale per l'occasione: un super vademecum da tenere sempre a mente per onorare il nostro ruolo di educatori e accompagnatori nella crescita dei nostri figli. Il ruolo del genitore racchiude in sé “lavori” diversi, ma tutti egualmente importanti, per aiutare i figli a crescere in modo sano e consapevole. Per lavori si intende il fatto che, noi genitori, dobbiamo essere capaci, a seconda delle varie situazioni, di indossare diversi “cappelli del mestiere” che servono per acquisire punti di vista diversi, utili ad aiutare i nostri bambini o i nostri ragazzi, soprattutto per quelle situazioni in cui non siamo stati o non possiamo essere presenti, come a scuola, alla materna o al nido. Vediamo quali solo questi cappelli. Il primo cappello del mestiere che dobbiamo mettere per aiutare i nostri bambini o i nostri ragazzi è quello dell'Investigatore. Cosa vuol dire mettere il cappello dell'investigatore? Vuol dire che quando i nostri figli hanno una difficoltà, un problema, gli succede qualcosa, la prima cosa che dobbiamo fare è trasformarci in Agatha Christie o Miss Marple o il tenente Colombo! Dobbiamo quindi iniziare a capire, entrare in un assetto non giudicante; quello del giudice è proprio l'unico lavoro che va tolto dal mondo della genitorialità! Invece l'investigatore cerca di capire che cosa è successo, quali sono gli antecedenti, torna sulla scena del crimine, indaga se sono successe delle cose a scuola, cerca di capire che cosa è successo quando un bambino manifesta un disagio. Capita spesso per esempio con la scuola, un pessimo incastro tra alcune tipologie di bambino e alcune tipologie di insegnamento. Per esempio: se il bambino è molto motorio, fa molta fatica a regolare i suoi movimenti e finisce ad esempio in una scuola d'infanzia dove si fanno molte attività a tavolino e poche attività motorie, ecco che può avvenire un crash. Quindi investighiamo, andiamo con la lente di ingrandimento nell’ambiente in cui è immerso il bambino o la bambina e facciamoci delle domande: “è giusto per il mio bambino?” “che cosa è successo prima?” “che cosa è successo dopo?” “come ha reagito Tizio, come ha reagito Caio?” Facciamo i nostri “interrogatori”, trasformiamoci in buoni investigatori per allargare la visuale e il campo della situazione. Il secondo lavoro è collegato a questo primo ma è un po' diverso ed è quello dello Scienziato. Noi dobbiamo sapere ricordare che tutto ha un motivo. Mentre l'investigatore lo immaginiamo di più come una persona che raccoglie dati soprattutto sull'ambiente e sulle interazioni che il nostro bambino ha avuto con vari personaggi dell'ambiente e interroga i vari testimoni, lo scienziato cerca di capire antecedenti e conseguenze soprattutto dell’interiorità del bambino, come se cercasse di vedere quello che c'è sotto la punta dell'iceberg, il meccanismo biologico neuronale scientifico che c'è alla base di alcuni comportamenti. “Il mio bambino si comporta in un certo modo”, ok indosso il cappello dello scienziato e analizzo: “ha dormito abbastanza?” “ha mangiato adeguatamente?” “non si sente bene?” analizziamo che cosa c’è in campo di lui o di lei, che è difficile domandiamoci: “ha qualche frustrazione?” oppure “l'ambiente familiare o scolastico in cui è inserito, porta qualche tensione?” Ricordiamo sempre che dire “fa così senza motivo!” non esiste. Il senza motivo non esiste perché noi siamo esseri mossi sempre da quelli che si chiamano sistemi motivazionali cioè le cose che ci muovono e ci spingono sono sempre qualche cosa che ci vuole portare a un obiettivo, un obiettivo che è soprattutto di salute e di sicurezza, di raggiungere delle cose che sono importanti per noi, da adulti, e di contatto con delle figure di riferimento, per i bambini. I sistemi motivazionali agiscono e quindi dobbiamo chiederci, come dei bravi scienziati, che cosa c’è in campo in quel momento, perché sta succedendo una certa cosa: c'è l'interazione con l'ambiente del mio bambino, c'è il temperamento individuale del mio bambino, ci sono degli aspetti fisiologici e/o neuronali (il mio bambino fa così perché è molto stanco, perché è molto piccolo, gli ho fatto troppe richieste o gli ho parlato troppo, il mio bambino è così perché è stato tante ore in un ambiente rumoroso, etc.). Come l'investigatore parla, capisce, sente e ascolta, fa dei collegamenti, così lo scienziato fa degli esperimenti e si alternano tutti questi lavori-cappello di un genitore, che cerca di capire cosa c'è sotto quel comportamento. Il terzo e ultimo lavoro che un genitore deve mettere in campo è quello dell'Avvocato. Attenzione perché non significa fare i genitori che difendono i figli a oltranza, anche quando sono indifendibili, anche quando sono maleducati. Ma, se abbiamo fatto bene i primi due lavori, quindi se abbiamo investigato sia l'ambiente e sia le motivazioni fisiologiche e neurologiche alla base di un certo comportamento, chi starà dalla parte del nostro bambino se non noi genitori? Indossare il cappello dell’avvocato non significa altro che assumersi il compito di spiegare al di fuori di noi. Raccontiamo la situazione ai nonni, la raccontiamo all'insegnante, la raccontiamo all'allenatore e portiamo avanti i diritti del nostro bambino a star bene, a essere immerso in un ambiente sereno. Tutto ciò è un elemento molto importante per l'alleanza educativa, non dobbiamo entrare a gamba tesa nei servizi educativi e iniziare a dettare ordini e sentenze, questo non è un avvocato ma un giudice, e come detto prima, il giudice è l’unico cappello che un genitore non deve mai indossare. Per concludere il tema dedicato alla “giornata mondiale del genitore” ricordiamoci che una mamma, un papà, conosce il suo bambino da 9 mesi prima che venga al mondo. Un genitore vive, respira, annusa il proprio bambino e bambina tutti i giorni della sua vita e quindi è in grado di notare e cogliere dei malesseri o delle particolarità che probabilmente nessun altro potrà cogliere del proprio figlio e figlia. Potete fidarvi di voi, diventare dei bravi avvocati, non avvocati pazzi, ma avvocati che stanno dalla parte del vostro cliente, in quel caso il vostro bambino, cercando di far capire agli altri quali sono stati gli antecedenti e le motivazioni, che cosa succede dentro il bambino in modo da portare avanti e difendere la sua causa e di portarla nel miglior modo possibile sotto gli occhi di tutti, per regalargli una crescita sana e consapevole. Buona genitorialità da Che Scuola e Silvia Spinelli

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30 Mag
2023
Centri estivi a Torino e dintorni: quale scegliere a seconda delle esigenze

Benessere e Attività Extra Per tutte le età

Centri estivi a Torino e dintorni: quale scegliere a seconda delle esigenze

Temi, orari, ambiente… Quali fattori prendere in considerazione per trovare quello giusto L’estate è alle porte e con essa arriva anche il momento di organizzare le attività estive per i bambini e le bambine. Per i genitori che lavorano (ma non solo) trovare un centro estivo adatto alle proprie esigenze (per lo più organizzative) e a quelle dei propri figli può rappresentare una sfida, ma fortunatamente nella zona di Torino e dintorni esistono numerose opzioni che offrono una vasta gamma di attività divertenti e stimolanti, oltre che sicure. Oltre a soddisfare i bisogni dei genitori e dei bambini, i centri estivi sono infatti progettati per offrire un ambiente sicuro e accogliente. Gli operatori e le operatrici sono esperti nell’interagire con i bambini e offrono attività mirate allo sviluppo delle competenze sociali, cognitive e fisiche dei partecipanti. I programmi estivi aiutano quindi le bambine e i bambini a sviluppare nuove amicizie, a imparare nuove cose e a vivere esperienze che li arricchiranno nel corso della loro crescita. Sapere scegliere il giusto centro estivo diventa dunque di vitale importanza, non solo per pianificare al meglio la quotidianità anche quando bimbe e bimbi non sono impegnati a scuola, ma anche perché i centri estivi possono rappresentare un’occasione educativa non indifferente. Ma cosa devono considerare i genitori prima di affidarsi a un centro estivo a Torino? Il tema del centro estivo Uno dei principali fattori da tenere in conto nella scelta di un centro estivo è il tema delle attività proposte. Ogni bambino ha interessi diversi, ogni centro ricreativo estivo si concentra su qualcosa e trovare un programma che si adatti alle passioni può contribuire a rendere l’estate indimenticabile, oltre che educativa. I centri estivi in Torino e dintorni offrono una varietà di temi tra cui scegliere. Per esempio: -    ci sono i centri che focalizzano le proprie attività sulla natura e l’aria aperta; -    quelli a tema sport; -    quelli dedicati all’arte e alla cultura (spesso offerti da musei e istituzioni culturali); -    quelli di potenziamento e apprendimento, per rimettersi in pari se per qualunque motivo si è rimasti indietro oppure per imparare qualcosa di nuovo (come una lingua). Questa vasta scelta permette ai genitori di trovare il centro estivo più adatto ai bisogni e agli interessi dei loro figli. Per quanto riguarda invece le esigenze della famiglia, gli aspetti da considerare sono altri. Gli orari del centro estivo La flessibilità degli orari è particolarmente importante quando entrambi i genitori lavorano e quando non si hanno a disposizione persone che si occupano nei bambini nelle finestre scoperte. Molti genitori lavorano a tempo pieno e hanno bisogno di un centro estivo che possa adattarsi al loro programma quotidiano. In risposta a questa esigenza, molti centri estivi torinesi offrono orari flessibili, consentendo ai genitori di lasciare i propri figli al mattino e di ritirarli nel pomeriggio, in modo da conciliare al meglio gli impegni lavorativi con le esigenze dei bambini. Il luogo La questione del luogo è un altro fattore da tenere in considerazione nella scelta di un centro estivo. Alcuni genitori preferiscono un centro estivo all’aperto, dove i bambini possano godere del sole e della natura, partecipando a escursioni, giochi all'aria aperta e attività sportive. Altri, invece, preferiscono un centro estivo al chiuso; qui bimbi e bimbe possono sviluppare le loro abilità artistiche, partecipare a laboratori creativi e a attività culturali. La scelta del luogo dipende quindi semplicemente da un fattore preferenziale. La preparazione del personale L’esperienza del centro estivo può essere un’esperienza molto importante: frequentare dei coetanei in un ambiente nel quale il fulcro dell’organizzazione quotidiana non è più la prestazione scolastica, può far mettere in campo (letteralmente!) nuove abilità e talenti. Soprattutto i bambini più fisici, che a scuola possono essere un po’ penalizzati, finalmente possono esprimere appieno e far risaltare le loro potenzialità. Per fare tutto ciò è importante che il personale educativo sia formato e coordinato.

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29 Mag
2023
A cento anni dalla sua nascita ricordiamo Don Lorenzo Milani

Generiche Per tutte le età

A cento anni dalla sua nascita ricordiamo Don Lorenzo Milani

Personaggio  Don Lorenzo Milani Vita  27 maggio 1923 Firenze - 26 giugno 1967 Firenze Pensiero  Promotore dell’educazione dei giovani appartenenti ai ceti più disagiati Titolo Sacerdote della chiesa cattolica e insegnante  Perché la figura di Don Lorenzo Milani si ricorda ancora oggi. Per capire come mai la figura di Don Milani richiami, ancora oggi, tanta attenzione, e perché viene citato spesso in riferimento all'educazione e alla scuola, riportiamo brevemente la sua vita da educatore e da prete e come, nel vivere questi due ruoli, fu assolutamente controcorrente. Durante il suo primo incarico di cappellano, nel 1947, Don Milani creò una scuola popolare e gratuita per gli operai e i contadini. Le sue riflessioni sull’emancipazione e l’insegnamento fecero maturare in lui il chiaro pensiero secondo cui alla base dell’emancipazione, al superamento delle ingiustizie sociali, e alla realizzazione dell’uguaglianza, ci fosse la capacità di padroneggiare la lingua. Per questo motivo la sua missione divenne fin da subito quella di istruire le classi disagiate: l’istruzione era per Don Lorenzo Milani un vero e proprio strumento politico necessario per l’emancipazione e il raggiungimento dell’ideale di uguaglianza tra gli individui. Questa posizione politica chiara e forte non fu l’unica a farlo risultare una figura scomoda.  Durante le elezioni amministrative del 1951 e poi delle politiche nel 1953, una direttiva vaticana chiese esplicitamente ai cristiani di votare in senso ‘’non contrario alla chiesa’’ ma Don Milani, non soltanto non rispettò tale direttiva, ma, addirittura, ricordava ai cittadini l’importanza della libertà del voto e dell’ascolto della propria coscienza.  Per questo atto, considerato di ribellione, venne trasferito a Barbiana: una borgata isolata dell’appennino abitata da sole 120 anime senza corrente e strade.  Anche a Barbiana Don Milani perseguì la sua Missione di insegnante realizzando una scuola per i figli dei contadini e dei poveri che non avevano strumenti per emanciparsi.  La sua scuola fu rivoluzionaria per due motivi: in primis per l’obiettivo chiaro volto a portare l’emancipazione delle classi disagiate, in secondo luogo per il suo metodo che metteva al centro dell’istruzione lo sviluppo di un pensiero critico che si fonda sulla padronanza della lingua.  La scuola era aperta anche dodici ore al giorno e tutti i giorni dell'anno. Il tempo era per Don Milani un grande dono di dio e non poteva essere sprecato. Per Don Milani un uomo è libero, e capace di emanciparsi, solo se padroneggia la lingua necessaria a costruire il proprio pensiero critico, utile anche ad esercitare i propri diritti.  Don Milani portò in classe come pratica la scrittura collettiva: tutti i giorni dopo la lettura dei quotidiani si rifletteva insieme per poi redigere un commento condiviso per iscritto.   Oltre alla didattica vera e propria, la scuola consisteva anche di incontri con intellettuali e uomini attivi della politica. Per assicurare un lavoro di crescita personale, e l’acquisizione di competenze linguistiche, durante gli incontri la precedenza alla parola era sempre data a chi aveva titolo di studio inferiore.  L’obiettivo di questo vero e proprio progetto educativo era l’emancipazione e il riscatto.  Quella di Barbiana non era una scuola volta a creare fedeli, infatti Don Milani non volle neppure la croce in aula, ma era una scuola volta alla libertà dell’individuo e alla costruzione di un senso critico e civile per assicurarne la sovranità.  Nel 1965 Don Milani scrisse una Lettera ai cappellani militari in cui difendeva apertamente l’obiezione di coscienza al servizio militare.  La lettera venne pubblicata da una testata giornalistica e Don Lorenzo venne accusato e processato per apologia di reato. Durante il periodo a Barbiana vennero pubblicati tre testi: Esperienze pastorali, L’obbedienza non è più una virtù, Lettera a una professoressa.  Le opere di Don Milani accesero grandi dibattiti sulla scuola e sulla necessità di un suo rinnovamento alla luce dell’importanza sociale di questa.  Don Milani morì di leucemia il 26 giugno del 1967. Frasi celebri di Don Lorenzo Milani “Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.” “L’arte dello scrivere è la religione. Il desiderio di esprimere il nostro pensiero e di capire il pensiero altrui è l’amore. E il tentativo di esprimere le verità che solo si intuiscono e le fa trovare a noi e agli altri.  Per cui essere maestro, essere sacerdote, essere cristiano, essere artista e essere amante e essere amato sono in pratica la stessa cosa.” “Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto. “Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati.” Per approfondimenti Sito della Fondazione Don Milani Film su RaiPlay Don Milani il priore di Barbania Speciale su TG1 Documentario Antonella Giostra

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27 Mag
2023
Eventi ed Educazione Giugno 2023

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi ed Educazione Giugno 2023

Eventi ed Educazione Giugno 2023 Essere un genitore, o un educatore, vuol dire percorrere insieme a bambini e ragazzi un percorso condiviso e profondo, un cammino che chiede costante attenzione, riflessione e talvolta di formazione da parte dell'adulto. Per quei genitori ed educatori desiderosi di continuare a imparare e crescere ecco gli eventi selezionati per voi da Che Scuola ?! Come comunichi con tuo figlio? Analisi ed aiuto sul tempo schermo ed il suo abuso Sabato 3 giugno, ore 15:30 Gabiano (AL), in Via Madonna delle Nevi 15, frazione Casaletto. All'interno del Festival della Nuova Umanità del 03-04 giugno a Gabiano viene proposto questo evento per riflettere sui rischi legati all'abuso delle nuove tecnologie. Il laboratorio è presentato da Donato Salvia autore legato al mondo dei bambini alla loro salute mentale e al loro apprendimento. Donato salvia è anche il creatore della campagna Fuori dagli schermi è tutto un altro mondo. Il festival permette di usufruire di un area bimbi. Attiva La Rete! Tutti Per Uno Economia Per Tutti!: Per genitori e insegnanti 5 GIUGNO 2023 ore 10.00-12.00 Centro Congressi Carlo Azeglio Ciampi, Roma RES Castelli Romani e la Banca d’Italia hanno avviato un progetto di Educazione finanziaria che ha coinvolto scuole dalla scuola primaria alla scuola secondaria di II grado.  Dopo un anno di lavoro vengono condivisi i risultati e le esperienze. L’evento può essere seguito anche in streaming.  La programmazione è consultabile al link  Convegno: Co-costruire prospettive educative integrate. Le sfide della continuità 0-6. Per educatori 6 giugno 2023, Torino Occasione per un confronto sulle pratiche e sui progetti volti a creare continuità verticale ed orizzontale all’interno del percorso educativo dei primi sei anni di vita.  Link al sito Le mille ed una mamma. Perché mamme non si nasce…ma si diventa, insieme!: per mamme straniere Dall’8 giugno: per 8 giovedì dalle 11:00 alle 13:00  Centro Arcobirbaleno, in piazza Rebaudengo 23, Torino  Gruppo di supporto con una psicologa e un’educatrice organizzato dall’associazione Progetto Tenda, partner di co-progettazione del Centro per le Relazioni e le Famiglie, per sostenere le donne straniere in gravidanza o mamme con figli entro un anno di età.  Locandina coi dettagli  Presentazione del patto Digitale per la Città di Collegno Venerdì 9 Giugno ore 18:00, piazza Pertini, Collegno (TO) La Dott.ssa Silvia Di Paola, Psicoterapeuta e Psicologa Scolastica, in occasione della festa del Volontariato presenta il gruppo di lavoro ''Famiglie in Rete'' e il patto digitale per la città di Collegno. "Famiglie in Rete" nasce dalla necessità di molti genitori di allearsi per affrontare la nuova sfida dell'educazione digitale. Sottoscrivendo il patto digitale le famiglie si impegnano a rispettare nella quotidianità delle regole comuni, decise insieme, per promuovere sia nelle proprie case, sia nelle comunità, un uso sano, responsabile e creativo dei media digitali. Nella comunità che sottoscrive un patto digitale, per esempio, ci si supporta a vicenda per ridurre la pressione sociale che porta bambini ed adolescenti all'uso sempre più precoce dello smartphone. Uno degli esempi più concreti di regola stabilita dal patto digitale è l’accordo collettivo sull’età di consegna degli smartphone ai ragazzi e sulle modalità del loro accesso ai social. La Natura che Educa Pratiche di Educazione Espansa: Esperienza immersiva per Educatori, Genitori, Terapeuti  Sabato 10 giugno, Borgata Picco, Coazze (To) Luisella Piazza, Consulente Pedagogica e Formatrice, propone un incontro per tutti coloro che sentono il richiamo di un approccio olistico e integrato come guida alle proprie pratiche educative e pratiche della cura. L'incontro, svolto totalmente in Natura, sarà l'occasione per integrare il proprio stile educativo con un'educazione che ascolta la Natura. Durante l'incontro si alterneranno alla parte teorica una passeggiata alla scoperta di alcuni alberi come aiutanti e accompagnatori nella crescita personale, sostegno e fonte di rigenerazione immediata. Costo 70 euro, pranzo compreso. Ritrovo alle ore 9:30 Per informazioni e prenotazioni scrivere a luisellapiazza@germogliluminosi.it Dati o non dati? Le parole rubate. Webinar 15 giugno ore 20:30 Seminario gratuito, aperto a tutti, e diretto dal Dott. Francesco Rizzi, Psicologo e Psicoterapeuta. L'incontro si pone come obbiettivo quello di riflettere su come i colossi del web influenzano emozioni e scelte. Si affronteranno anche tempi delicati quali la privacy digitale e le modalità di autotutela. Il Dott. Rizzi collabora con il neonato gruppo informale ''Famiglie in Rete'' per la redazione e la promozione di un "Patto Digitale" per la città di Collegno. Convegno SIPED 2023: per educatori e pedagogisti 15-16-17 giugno 2023 Firenze Il Convegno, organizzato dalla Società Italiana di Pedagogia, prende il titolo: “Dare la parola. Professionalità pedagogiche, educative e formative. A 100 anni dalla nascita di Don Milani”. Il convegno si svolgerà in modalità mista e prevede un fitto programma. La locandina con l’agenda degli interventi la trovate al link  Media Education Con e Per le Famiglie: per educatori e genitori Online il 24 giugno dalle 9:00 alle 13:00 Corso organizzato da Percorsi educativi 06 che mira a riflettere sull’uso della tecnologia da parte di bambini e bambine e fornisce gli strumenti affinché i servizi educativi per l’infanzia possano svolgere il ruolo di Media Education attraverso atti e progetti di formazione e sensibilizzazione rivolti ai genitori.  Per maggiori informazioni visita il sito CONVEGNO 2023 – Educare col cuore. Per genitori, educatori e insegnanti 18 Novembre 2023 Il convegno mira a riflettere e ricordare che "educare con il cuore'' è un atto consapevole che porta a connettersi profondamente con il bambino. La profonda connessione con se stessi e l’altro permette di accompagnarlo nelle difficoltà e nei momenti di grande realizzazione interiore nel percorso che porta a conoscere se stessi e i propri punti di forza.  ASSAGO (MI) Per informazioni e iscrizioni visitare il sito

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26 Mag
2023
Voucher Scuola 2023/2024: bando aperto

Generiche Per tutte le età

Voucher Scuola 2023/2024: bando aperto

Voucher Scuola 2023/2024: bando aperto L'istruzione è un diritto dei bambini ma questo diritto si accompagna anche a dei costi spesso importanti per le famiglie. Per agevolare il diritto allo studio la Regione Piemonte anche quest'anno offre la possibilità di richiedere il voucher scuola. Cos'è il voucher scuola? Il voucher scuola è un buono virtuale che può essere utilizzato dai genitori con figli iscritti al prossimo anno scolastico in scuole statali, paritarie o agenzie formative accreditate. Come può essere usato il voucher scuola? Il voucher scuola può essere usato per pagare direttamente beni e servizi legati all'ambito educativo come per esempio: libri di testo materiale didattico dotazioni tecnologiche per l’istruzione trasporti attività integrative inserite nel piano dell’offerta formativa retta scolastica Chi può presentare la domanda? Il Voucher è indirizzato alle famiglie dello studente con Isee 2023 inferiore 26.000 euro. Quando presentare la domanda? Il bando è stato aperto il 24 maggio e sarà accessibile fino al 28 giugno alle ore 12:00. Come presentare la domanda? Per poter richiedere il voucher scuola, è necessario prima di tutto disporre dell'Isee 2023 e delle credenziali SPID. Successivamente, occorre accedere al portale PiemonteTu con le credenziali SPID oppure tramite la Carta Identità Elettronica (CIE) oppure ancora tramite la Tessera Sanitaria con funzionalità di Carta Nazionale dei Servizi. Se avessi dei dubbi sulla compilazione? Qualsiasi comunicazione relativa al nuovo bando per il voucher 2023-2024 può essere inviata all'indirizzo e-mail: bandovoucher2023@regione.piemonte.it. E' stato predisposto una pagina online con le domande più frequenti FAQ Per assistenza telefonica si può usare il Numero verde gratuito della Regione Piemonte 800 333 444 Se ti è stato utile il nostro articolo e non vuoi perdere alcuna news dal mondo dell'educazione e dell'istruzione continua a seguire Che Scuola anche attraverso i Social! Antonella Giostra

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23 Mag
2023
Portare Innovazione Scolastica: a Torino nasce il comitato Crescere Felici

Nuovi Scenari Educativi 6-11 anni

Portare Innovazione Scolastica: a Torino nasce il comitato Crescere Felici

Portare Innovazione Scolastica: a Torino nasce il comitato Crescere Felici E’ possibile portare l’innovazione educativa all’interno della scuola pubblica? Certo che SI: lo dimostrano i tanti progetti in atto e i diversi modelli che vengono integrati nelle scuole come l’approccio Montessori, Le Scuole della Felicità, il modello di Scuole Senza Zaino. La possibilità di portare all’interno delle nostre aule nuovi approcci e modelli è quindi concreta se vi è volontà da parte di dirigenti e insegnanti. Forti di ciò, alcuni genitori di Torino hanno costituito il comitato spontaneo ‘’Crescere Felici’’ con obiettivo ultimo quello di aprire nuove sezioni "Senza Zaino" nelle scuole pubbliche primarie del quartiere San Salvario. Il modello di scuole Senza Zaino è già presente all'interno delle scuole pubbliche in Italia con ben 290 istituti e 630 plessi, di cui due e a Torino: Istituto Gabelli Primaria Duca degli Abruzzi Primaria Per raggiungere l’obiettivo di aprire nuove sezioni Senza Zaino a Torino il comitato organizza incontri volti a creare rete e confronto sui temi dell'innovazione scolastica. Abbiamo chiesto ai genitori del comitato Crescere Felici di raccontare la loro storia e i prossimi passi. Quando è nata la vostra idea e una breve storia del vostro comitato? Il 21 Gennaio 2023 Elena Scarrone, Anna Gentile e Elena Di Majo hanno organizzato un incontro presso la Casa del Quartiere di San Salvario con la maestra Lucia Sciascia dell'istituto comprensivo Pertini che ha presentato il modello Senza Zaino ed i suoi valori ad un gruppo di genitori. A seguito di questo incontro è stato costituito il comitato “Crescere Felici - Comunità Educante San Salvario” con l'idea di informare più genitori possibili sulle alternative per un'educazione scolastica inclusiva ed empatica. Dalla nostra costituzione abbiamo organizzato diversi momenti di condivisione e di informazione. State organizzando eventi nel vostro quartiere per far conoscere questo modello, che riscontro avete da questi eventi? I genitori sono interessati? E gli insegnanti? Il riscontro da parte dei genitori è stato positivo: c'è voglia di partecipare e dare voce al desiderio (e bisogno) di una scuola basata su valori come il rispetto dell’individualità, la cooperazione e l’empatia. I genitori arrivano agli incontri spesso "spaventati" per l'imminente scelta della scuola primaria per i propri bambini, hanno paura di non riuscire a trovare un luogo che concordi con il loro approccio educativo e genitoriale; i genitori sentono la necessità di sentirsi benvenuti come famiglia e accolti nelle loro aspettative, alcuni esprimono il desiderio di partecipare attivamente all’interno della Scuola. Capita che le famiglie manifestino scetticismo rispetto ad una scuola “differente” da quella tradizionale ma gli studi sulle neuroscienze confermano le nostre idee sulla necessità di un rinnovamento scolastico e anche le linee guida ministeriali di fatto spingono nella stessa direzione. Dopo avere esposto le nostre idee sulla scuola, a fine incontro, riusciamo a rassicurare anche i più insicuri che sposano i nostri intenti e si associano al gruppo di lavoro. Questo per noi è il motivo trainante del nostro agire: incontrare genitori e insegnanti appassionati, che credono che una scuola diversa non sia solo possibile ma necessaria. Gli insegnanti partecipano con interesse, ritrovandosi nei valori e modus operandi che Senza Zaino ha reso un modello. I Maestri e gli insegnanti che avete incontrato conoscevano già il modello Senza Zaino?  Molti educatori e insegnanti avevano già sentito parlare del modello Senza Zaino, ma non lo conoscevano in modo approfondito.   Altri mettono già in pratica delle buone prassi che si ritrovano nel modello ma, talvolta, si sentono soli nel loro agire e sentono bisogno di una rete di supporto. Come comitato facciamo da ponte fra gli insegnanti, le scuole interessate e i formatori della rete Senza Zaino: forniamo informazioni, materiale di approfondimento sulla procedura di adesione e applicazione del modello nella propria classe, diffondiamo articoli sulla validità di questo modello Quali sono i vostri prossimi passi e obiettivi?       Stiamo continuando a promuovere il modello di scuola Senza Zaino per diffondere quei valori che dovrebbero essere alla base dell'educazione. Continuiamo a raccogliere adesioni volontarie al comitato, così da crescere e essere un gruppo sempre più nutrito. Intanto stiamo cercando di attivare richieste di adesione al modello Senza Zaino nelle scuole del quartiere...insomma stiamo facendo tanto e speriamo di continuare a farlo! Avete altri eventi pubblici in programma? Dove e quando? Certamente! Ecco i prossimi: Mercoledì 24 Maggio in Casa Maternità Prima Luce, in Via San Massimo 17 a Torino - dalle ore 16:30 Per presentare il nostro comitato e il modello Senza Zaino grazie alle maestre ed il dirigente dell'Istituto comprensivo di Busca. A seguire ci sposteremo all'aiuola Balbo per un pic nic sociale: un momento di gioco, chiacchiere e confronto. I bambini sono i benvenuti! Per maggiori informazioni collegarsi al LINK  Sabato 27 Maggio - edizione speciale del San Salvario Emporium alla Casa del Quartiere di San Salvario - dalle ore 16:30 Saremo presenti con un piccolo stand informativo sulle nostre attività e terremo una talk pubblica nel palco allestito nel cortile interno della Casa del Quartiere. Come possono restare in contatto con voi i genitori e gli insegnanti interessati? Per le nostre iniziative: -      Raccolta Firme per far sentire la nostra voce -      Modulo di adesione e partecipazione al comitato Per restare in contatto diretto con noi e rimanere informati sulle nostre iniziative · INSTAGRAM · FACEBOOK  Inoltre dal nostro sito è possibile vedere altri link rapidi a eventi e documentazione sul modello Senza Zaino. Speriamo di incontrarvi ai nostri incontri! Antonella Giostra

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21 Mag
2023
Sintomi da ultimi giorni di scuola

Benessere e Attività Extra Per tutte le età

Sintomi da ultimi giorni di scuola

“Sintomi da fine anno scolastico’’ Potrebbero i sintomi di fine anno scolastico essere una richiesta di aiuto da parte dei nostri bambini e ragazzi? Ne parliamo in questa intervista con Maria Gabriella Bardelli e Andrea Leone.  Cari Maria Gabriella e Andrea vi abbiamo chiesto un’intervista perché siamo venuti a conoscenza del vostro webinar ‘’sintomi da fine anno scolastico’’ previsto per il 23 maggio.  Occupandoci di studenti di tutte le età ci preme far conoscere il vostro punto di vista ai genitori che ci leggono.  Potete presentarvi brevemente? Intanto siamo un papà e una mamma: il nostro primo lavoro è quello della famiglia! Siamo marito e moglie (“consorti” condividiamo una stessa sorte, amava dire Terzani) da quasi 30 anni e genitori di un ragazzo di 16 anni e un ragazzino di 11. Abbiamo fondato ufficialmente “ascolto biologico” 10 anni fa (il 27 maggio celebriamo questo anniversario all’OPENDAY…) quando abbiamo deciso che era arrivato il momento di mettere insieme quello che avevamo compreso circa la relazione mente-corpo emozioni/sintomi. Un percorso iniziato sulle Ande del Venezuela dove abbiamo vissuto per 5 anni. Un lungo cammino di ricerca, studio, sperimentazioni su di noi e molte molte domande ci hanno condotti a scoprire, poi tornati in Italia nel 2004, inizialmente la Metamedicina (di cui Maria Gabriella è diventata la prima animatrice in italia) e poi alcuni anni dopo le 5 leggi biologiche del dr. Hamer, una tappa cruciale questa per il nostro lavoro specifico di ascolto dei sintomi.  Quindi da questa prima integrazione di ascolto dei sintomi-5leggi biologiche che raccontammo nel 2012 nel libro La guarigione è dei pazienti (ora ripubblicato in seconda edizione) si è sviluppato il METODO ENIA. Nella vostra presentazione parlate di ‘’sintomi da fine anno’’.   Quali sono questi sintomi, come si manifestano?  I bambini, i ragazzi manifestano sintomi tutto l’anno ma la fine di un ciclo scolastico rappresenta un momento in cui arriva tutta la stanchezza di un anno di studio e allo stesso tempo c’è la pressione delle ultime interrogazioni e prove scritte che per qualcuno possono determinanti per essere promossi o rimandati/bocciati. Questo vale anche per chi fa istruzione parentale perché arriva l’esame finale di idoneità. I sintomi che riteniamo più comuni possono essere: stanchezza/spossatezza, mal di testa, mal di pancia, ansia, toss, raffreddore, stress, sonno disturbato, mal di schiena (dolori osteoarticolari) Per esempio:  La stanchezza si manifesta con mancanza di energia, spossatezza, difficoltà a concentrarsi, sonno, fatica a svegliarsi al mattino; Mal di pancia: si manifesta con crampi e dolori all’addome, diarrea, mal di stomaco e acidità; Tosse: in particolare sintomi come la tosse abbaiante con difficoltà nell’inspirazione; Raffreddore: naso che cola continuamente con liquido chiaro (rinite). Quali sono secondo voi le cause? Qui è un punto molto interessante per noi, i sintomi sono un libro aperto della causa che sta alla base di un sintomo. Il presupposto è la visione che il Bambino non è solo un corpo ma un tutt’uno, un organismo meraviglioso in cui corpo, emozioni e cervello sono intimamente connessi.  In pratica significa entrare in un mondo in cui ad avere un ruolo non saranno più solo i fattori esterni ambientali come il freddo e l’alimentazione ma anche e soprattutto i pensieri e le emozioni di cui si nutre. Quindi in generale possiamo ricercare la causa in quello che vivono o meglio nel COME lo vivono e il tipo di sintomo indica un “sentito” specifico.  Durante il webinar vedremo questa correlazione più precisa tra un mal di testa e la sensazione di non sentirsi capace come gli altri compagni, di non sentirsi all’altezza, di non riuscire a capire cosa viene chiesto a scuola, di aver paura di deludere le aspettative dei genitori… Saper ascoltare ogni sfumatura del COME, in modo unico e irripetibile, tuo figlio sta vivendo una certa situazione è una abilità che si può apprendere e che il corpo dei nostri figli ci può insegnare giorno per giorno. Il webinar che avete pianificato per martedì 23 maggio a chi è rivolto?  Prima di tutto ai genitori con figli nella primaria e secondaria di primo e secondo grado. Poi agli insegnanti e tutti coloro che lavorano nella relazione di aiuto con bambini e adolescenti. E perché no anche ai nonni! Purché siano aperti a una visione “organicistica” olistica (e non riduzionistica) secondo cui non siamo solo corpo. Siamo organismi formati da un tutt’uno di mente, corpo ed emozioni così come la scienza ci viene dimostrando sempre più chiaramente in questi ultimi decenni. Come è nata l’idea di questo confronto attraverso un webinar? Come genitori vorremmo poter condividere queste informazioni affinché sempre più genitori ne possano fare tesoro. Poter far esperienza che quel che tuo figlio non sa dirti a parole, te lo sa dire con precisione il suo corpo attraverso i sintomi. Quindi che tuo figlio sia “malato” non è un problema in più ma una grande opportunità di conoscenza di ciò che sta vivendo, di comunicazione con lui e di risposta a una sua richiesta di aiuto per rispondere alla quale sarebbe auspicabile vedere, tra l’altro, cooperanti genitori e insegnanti. Avete già affrontato in passato questo tema con le famiglie?  Se “SI” quali sono le esperienze più comuni?  Da anni lavoriamo sull’ascolto dei sintomi dei figli attraverso percorsi, seminari rivolti a quei genitori che vogliono mettersi in ascolto… Mettersi in ascolto ti permette di toccare con mano la verità di un altro modo di vedere la “malattia” e uscire dall’ ipnosi che tutto dipende da una causa esterna. Se il bambino non riesce a chiedere aiuto e trovare una soluzione allora il suo corpo troverà il modo di esprimerlo. E se attorno a sé trova adulti in ascolto si sentirà accolto nelle sue difficoltà. Quali sono le domande più frequenti ricevute dai genitori in passato? Cosa ci sta dicendo nostro figlio con questo/a…. • Mal di pancia  • Diarrea • Tosse (Laringospasmo) • Ansia • Raffreddore • Stanchezza • Crampi addominali • Gastrite • Disturbi del sonno • Male alla schiena (cervicali e lombari) Mio figlio è spesso a casa malato, siamo sfiniti non sappiamo come fare, lavoriamo, non ci sono i nonni.   Da tempo ha mal di testa e siamo preoccupati. Ha la rinite di origine allergica ma abbiamo il dubbio che non sia solo legata alla alimentazione come ci è stato spiegato. Ha sempre la tosse e per quanto lo stiamo curando non si risolve Il corpo degli studenti ci racconta come stanno vivendo: i genitori possono fare un pezzo ma se l’origine del sintomo è una situazione che vive a scuola la collaborazione con gli insegnati diventa fenomenale. Perché un genitore non dovrebbe perdere l’occasione di partecipare al vostro incontro?  È una opportunità per cominciare a scoprire che il figlio attraverso un sintomo sta facendo una richiesta di aiuto e trovare un modo per aiutarlo (spesso è cruciale la collaborazione degli insegnanti). E questo li può aiutare a stare bene anche fisicamente e quello che sembrava un problema è in realtà viene vissuto come una meravigliosa opportunità. Come si svolgerà il webinar nel concreto? Darete consigli pratici ai genitori? Sarà possibile fare domande? Ci sarà una parte introduttiva più teorica con esempi pratici e daremo anche chiavi di ascolto. Ci sarà poi occasione di fare domande. Potreste dare un solo consiglio o una frase illuminante rivolta ai genitori e utile ad aiutare i bambini in questo periodo?  I sintomi dei vostri figli possono aiutarvi a conoscerli e a trovare una risposta ai loro bisogni. Imparare ad ascoltarli è una opportunità meravigliosa a portata di mano. Come si può partecipare al webinar? Basta registrarsi seguendo il seguente LINK Vi aspettiamo! Antonella Giostra

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20 Mag
2023
Gioco libero all’aperto: perché è importante?

Benessere e Attività Extra Per tutte le età

Gioco libero all’aperto: perché è importante?

Tutti noi abbiamo giocato all’aperto da piccoli. In montagna, in campagna, al mare, in cortile oppure al parco in città, ogni occasione era buona per sentirci un po’ più liberi, grazie anche al contatto con la natura. Giocare all’aperto è così importante che nel 2022 la Regione Piemonte ha deciso di istituire la Giornata del gioco libero all’aperto che quest’anno si svolgerà sabato 27 maggio 2023.  L’obiettivo della giornata è quello di di sensibilizzare le famiglie sull’importanza delle attività che prevedono il gioco libero per strada, ai giardini e in tutti i luoghi aperti con la speranza di invertire la tendenza che vede sempre più bambini giocare in casa e nei luoghi chiusi.  Portare i bambini alla semplicità del gioco libero è fonte di benessere poiché stimola alla socialità e alla creatività oltre ad essere benefico per la salute. Perché è così importante il gioco libero all’aperto? I benefici del gioco all'aperto sono tantissimi e riguardano lo sviluppo fisico e psicologico dei bambini. Giocare a contatto con la natura, con i suoi profumi e i suoi suoni, favorisce la dilatazione del tempo, il rilassamento e la riduzione dello stress causato dai ritmi frenetici della città e dal lungo tempo passato in ambienti chiusi.  Tutte le attività che si possono fare all’aperto come camminare, correre o saltare, aiutano a sviluppare la coordinazione motoria, la resistenza fisica e favoriscono uno stile di vita sano e attivo. Inoltre si può esplorare, curiosare, stimolare la fantasia e sviluppare la percezione olfattiva, tattile, visiva e uditiva.  Spesso i pomeriggi dei nostri bambini sono arricchiti di attività strutturate importanti per il loro sviluppo come attività sportive e artistiche, tuttavia, occorrerebbe assicurare ai bambini anche la possibilità di giocare "liberamente" per favorire lo sviluppo naturale di autonomie e creatività. Che tipo di libertà offre il gioco libero? Facciamo alcuni esempi: - inventare giochi usando la fantasia e l’immaginazione; - muoversi in spazi più ampi e scaricare l’energia; - socializzare con altri bambini, imparando a collaborare e a gestire l’interazione con gli altri. Quanto spazio viene dato al gioco libero all’aperto nelle scuole? Non c’è una risposta unica per tutte le scuole perché la durata dell’intervallo e le attività che si possono svolgere sono definite autonomamente dai singoli istituti. Gli spazi esterni possono essere molto diversi per dimensione e per la presenza o meno di aree verdi; l’utilizzo può variare notevolmente in base alla numerosità delle classi e alla gestione che viene consentita dagli insegnanti. Secondo un interessante articolo della Dott.ssa Francesca Caprino, i regolamenti scolastici, al fine di prevenire incidenti, hanno molte restrizioni per l’uso delle aree esterne. Si parla di una vera e propria “cultura della paura” tipica della società occidentale, ovvero un forte senso di protezione del bambino da qualsiasi tipo di rischio. Questa paura limita notevolmente la possibilità di azione e sperimentazione che è fondamentale per la crescita e il benessere di tutti i bambini.  Si possono fare giochi inclusivi all’aperto? Il gioco all'aperto può anche essere inclusivo? Assolutamente sì, sia nei contesti scolastici sia in quelli extrascolastici! Per favorire l’inclusione e permettere a TUTTI i bambini di poter giocare insieme e divertirsi in sicurezza, stanno nascendo dei parchi giochi inclusivi che possono essere utilizzati in autonomia anche da bambini con disabilità motorie, sensoriali e cognitive. La progettazione architettonica si adegua all’evoluzione della società che, cogliendo esigenze diverse, permette di ampliare l’idea di utilizzo degli spazi con una visione inclusiva (per tutti) e non più esclusiva (solo per alcuni).  Un’area gioco inclusiva stimola le abilità di ognuno, permettendo un ambiente accessibile in cui ogni bambino possa trovare la sua modalità di gioco. Realizzare parchi gioco inclusivi oggi è possibile grazie alla partecipazione attiva di alcune aziende produttrici. Le immagini che seguono mostrano alcuni esempi di parchi giochi inclusivi che sono progettati per rendere gli spazi più accessibili e utilizzabili da bambini con esigenze differenti. https://legnolandia.com/parchi-gioco/parchi-giochi-inclusivi https://toffoligiochi.com/parco-giochi-inclusivo/ Conclusione Il gioco libero all'aperto riveste una fonte di benessere molto importante per la crescita sana di bambini e bambine poiché permette loro di sperimentare libertà di relazione, movimento e pensiero. Per permettere che scendere per strada o in cortile a giocare con gli amici torni ad essere prassi comune occorre che famiglie, scuole, aziende e istituzioni continuino a lavorare insieme. Dott.ssa Valentina Ortu Psicologa

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17 Mag
2023
Perché insegnare musica nelle scuole?

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Perché insegnare musica nelle scuole?

Perché insegnare musica nelle scuole? La musica insegnata sin dalla scuola può avere numerosi benefici. Sono sempre più numerose le scuole che propongono un approccio alla musica più strutturato e profondo rispetto alla classica ora di educazione musicale. Niente di più positivo: imparare la musica sin da bambini, e soprattutto in ambito scolastico, può avere moltissimi benefici sulla persona e sull’apprendimento. Cosa è “musica”? La musica è un’attività sia fisica, sia spirituale, sia intellettuale, e può avere benefici sia studiandone la teoria che praticandola concretamente. Tutti siamo immersi nella musica, la ascoltiamo ovunque, essa permea ogni nostro momento della vita: il suono, il rumore, ma anche il silenzio fanno parte del nostro ritmo vitale. Essi ci cullano in un’alternanza tra il sonno e la veglia e ci accompagnano nelle nostre attività quotidiane. Anche per questo motivo, la musica viene intesa come un “linguaggio” (spesso definito universale). Eppure la musica non ha “parole” nel senso comune. Essa utilizza suoni, e anche quando le parole vengono inserite nel suo flusso, esse vengono cantate, ovvero immerse in un contesto sonoro. Questa è la sua qualità unica. L’ascolto musicale   Il processo dell’ascolto è molto delicato e coinvolge tutti gli aspetti più profondi dell’interiorità e del sostrato fisico del nostro corpo. La musica ci ricollega alla nostra interiorità più profonda, ci ricorda che abbiamo dei sentimenti, che siamo esseri “senzienti”. Ci porta infatti a “sentire” e ad “ascoltare”. La musica vive in noi quando ascoltiamo. L’ascolto è qualcosa che avviene con tutto il corpo, così come il sentire. Una vibrazione giunge attraverso la pelle, così come attraverso le orecchie. Il ritmo viene vissuto dal corpo e può essere per esempio sonorizzato su un tamburo. Questo duplice aspetto interiore/esteriore caratterizza la musica in tutte le sue manifestazioni. Un filosofo del XIX secolo, Arthur Schopenhauer, indica che la musica è “una metafisica” delle cose, ovvero mette in comunione con l’essenza stesse delle cose, con la loro qualità più interiore. Se applicata all’essere umano, questa idea porta all’essenza stessa: l’anima, che è il sentire più profondo, che non può essere compreso da un’intelligenza astratta e fredda. Musica e benessere Questa è anche la ragione per cui la musica fa stare bene: essa ricollega a sentimenti e a emozioni che spesso, troppo spesso, nella società frenetica e nevrotica vengono relegati nell’angolo, come “cose belle, ma da dimenticare”, perché non hanno posto nel commercio, nell’economia, nell’industria, nell’intellettualizzazione generale verso cui la società contemporanea occidentale tende. La musica può anche dunque essere un bel tramonto? Certo che sì. Può essere anche un sogno, un amore, una vacanza, un libro. Tutto può diventare musica se lasciamo libera la nostra immaginazione e creatività, sentendo la musica dell’anima, una musica interiore che viene incontro da “dentro” mentre il suono fisico, la vibrazione, viene incontro da “fuori”. La nostra anima risuona con la musica esteriore e vibra con essa. Per questo motivo è tanto importante insegnare la pratica musicale ai bambini e alle bambine, perché essa è creatività pura e semplice. Parla direttamente alla loro anima. Attraverso il canto bambine e bambini sperimentano le note e le armonie, i ritmi e le melodie in modo immediato. In tutto questo, il canto coinvolge tutto il loro essere, sia nell’ascolto che nell’emissione vocale. La musica e i bambini La musica è un’attività completa. Ma come si insegna? Come si devono approcciare bambini e bambine ad essa? A tale scopo esiste un’infinità di metodi, di corsi, di approcci diversi, alcuni più razionali, altri basati sul movimento e la creatività. Alcuni si rondano sulla lettura delle note, altri sul canto. Tutti hanno in comune la volontà di portare un contenuto musicale al bambino. Non esiste “un metodo” giusto: tutti si completano l’uno con l’altro. Sta all’insegnante essere il vero cultore della musica, decidendo quale approccio utilizzare a seconda della situazione. Certamente sarebbe molto facile e conveniente avere un prontuario fisso e schematico da seguire per insegnare la musica ai bambini, ma questo non risponderebbe alle esigenze della loro essenza, a ciò che essi interiormente anelano. Si potrebbero insegnare le note in modo schematico e letterale, ma mancherebbe la parte creativa. Si potrebbe fare esperienza del movimento, ma dopo un po’ mancherebbe la parte più teorica. La musica in diverse lingue del mondo indica sia “gioco” che “suono”. Basti pensare all’inglese: “to play” indica sia “giocare” che “suonare”. Lo stesso accade nel tedesco o nel francese. Questo indica molto bene un’altra caratteristica della musica: la sua essenza creativa. La musica permette infatti di apprendere attraverso il gioco, ovvero attraverso l’immaginazione. Per un bambino o una bambina una fiaba è una cosa molto seria. Le vicende che il protagonista attraversa lo muovono profondamente nell’anima. Egli fa un’esperienza interiore quando ascolta una storia. Questo approccio creativo-immaginativo è ciò che viene definito “creatività musicale” perché è da questo contenuto che la musica trae vita e porta la vitalità stessa. Giocare è dunque una cosa seria! In questo paradosso sta tutta la pratica musicale del docente e la sua formazione. Egli deve aver sperimentato diversi approcci musicali, per poter insegnare a ogni bambino e a ogni classe ciò che la musica è. Un metodo sarà dunque tanto più valente, quanto più porterà il docente a far esperienza interiore della musica. Conclusione Un grande musicista lombardo, Claudio Gregorat, ha dedicato un libro proprio a questo sentire interiore musicale, L’esperienza Spirituale della Musica. Poter incontrare l’anima del bambino e della bambina attraverso la musica è dunque l’ideale di ogni approccio educativo che porti la musica alla prima infanzia. Tanto più si conoscerà l’aspetto interiore del bambino, tanto più la musica troverà la sua strada per stabilire una relazione sonora. L’educazione di questo tratta: "stabilire una relazione educativa attraverso la materia insegnata". E non si può che ripetere come adagio la frase di Jean Léon Jaurès: “Non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere; si insegna e si può insegnare solo quello che si è”.  Matteo Scovazzo (Insegnante di Musica)

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21 Apr
2023
Eventi e Incontri: Maggio 2022

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi e Incontri: Maggio 2022

Scopri l'elenco degli appuntamenti che il mondo dell'educazione offre a educatori e genitori da Maggio 2023 Le relazioni orizzontali come premessa per una scuola inclusiva: per insegnanti ed educatori Sabato 6 maggio 2023 - Liceo A. B. Sabin, via Giacomo Matteotti, 7. Bologna Un sistema scolastico sempre più inclusivo non può non partire che dallo stabilire un clima collaborativo tra gli stessi educatori. Per sostenere una comunità educante sana e fondata sul benessere l'Associazione Italiana Dislessia offre un'importante occasione di confronto: una giornata per riflettere sul ruolo delle relazioni orizzontali e sul loro impatto. L'evento è in presenza ma si può seguire anche online. Argomenti in programma: -Collaborare: un’opportunità preziosa… ma che fatica! Insegnanti con DSA: una risorsa da valorizzare - Inclusione scolastica di qualità: curricolo inclusivo e autovalutazione in primo piano. -Le relazioni orizzontali a supporto delle tecnologie: da compensative a inclusive - Attività laboratoriali con Max Abbritti - Come collaborare e lavorare bene in gruppo - Laboratorio pratico Le iscrizioni chiuderanno alla mezzanotte di martedì 2 maggio 2023. I Primi 1000 giorni di Vita: Seminario per Genitori 6 maggio 2023, Collegno (TO) All'Interno di una grotta di sale la Consulente Pedagogica Luisella Piazza, l'Iridologa e Naturopata Isabella Pecci e il Naturopata Mario Rotella, accompagneranno i giovani genitori in un seminario immersivo ed esperienziale per scoprire insieme "La cura della mamma e del bambino dal concepimento ai primi due anni di vita". Presso La Grotta di Gaia Via E. De Amicis 49/A – Collegno TO (Metro L1- Fermi) Per info e prenotazioni tel 011 6993134 cell 351 7796653 La Natura che Educa Pratiche di Educazione Espansa: Esperienza immersiva per Educatori, Genitori, Terapeuti  Sabato 13 maggio, Borgata Picco, Coazze (To) Luisella Piazza, Consulente Pedagogica e Formatrice, propone un incontro per tutti coloro che sentono il richiamo di un approccio olistico e integrato come guida alle proprie pratiche educative e pratiche della cura. L'incontro, svolto totalmente in Natura, sarà l'occasione per integrare il proprio stile educativo con un'educazione che ascolta la Natura. Durante l'incontro si alterneranno alla parte teorica una passeggiata alla scoperta di alcuni alberi come aiutanti e accompagnatori nella crescita personale, sostegno e fonte di rigenerazione immediata. Costo 70 euro, pranzo compreso. Ritrovo alle ore 9:30 Per informazioni e prenotazioni scrivere a luisellapiazza@germogliluminosi.it BIMBIMBICI: Pedalata nel centro di Torino 14 Maggio 2023 Anche quest'anno il 14 maggio è stata organizzata dall'associazione FIAB la giornata "Bimbimbici" nata per promuovere la mobilità attiva e diffondere l’uso della bicicletta tra i bambini e i ragazzi. La manifestazione si svolge in diverse città d'Italia e come sempre Torino risponde volentieri alla chiamata. La manifestazione, che prevede un'allegra pedalata in sicurezza lungo le vie cittadine, è pensata per bambini e ragazzi ma, ovviamente, è benvenuto ogni cittadino munito di bici. E' possibile partecipare presentandosi alle 9:45 presso uno dei luoghi previsti per la partenza: Le Portinerie di Comunità. La partenza è prevista alle ore 10:15 in direzione Piazza Palazzo di Città. Da qui si ripartirà poi tutti insieme per un percorso di 2km nel centro di Torino che si concluderà in Piazza San Carlo alle ore 13:00. Per maggiori informazioni e iscrizioni collegarsi al sito web dell'Associazione FIAB Aiutami a stare attento! Pedagogia dell’attenzione: Ritiro di formazione per genitori e insegnanti 13-14-15 Maggio 2023, Verrua Savoia (TO) Il ritiro di formazione è organizzato da Grazia Roncaglia insegnante da oltre 20 anni nella Scuola Primaria, che si occupa di educazione in termini olistici. Spesso diciamo ai nostri figli e alunni: “State attenti!”, ma sappiamo spiegare come si fa? Attraverso semplici pratiche, giochi ed esercizi, è possibile imparare come allenare l’attenzione, riconoscere la distrazione e fare ritorno a ciò su cui eravamo focalizzati, favorendo il passaggio dal "fare" attenzione all’"essere" attenti. Introdurre in famiglia e a scuola momenti strutturati di pratiche riflessive, nei quali i ragazzi imparano a raccogliere l’attenzione dispersa all’esterno per dirigerla all’interno di sé, diventando gli osservatori delle sensazioni corporee, del respiro, dei loro stessi pensieri e emozioni, implica molto di più che il semplice potenziamento delle capacità attentive. È un cammino di autoconoscenza che include l’alfabetizzazione corporea e emotiva, portando alla regolazione cognitiva, che non possiamo dare per scontata… neanche negli adulti! Sito Web, Per info e iscrizioni scrivere a graziaroncaglia22@gmail.com Il Gioco è una cosa seria: per educatori e insegnanti  Gennaio - Giugno 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso formativo di Educazione in Natura organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi Percorso completo 8 moduli - 56 ore di formazione Un corso studiato appositamente per insegnanti, formatori, educatori, accompagnatori in natura e tutti coloro che vogliono approfondire tematiche importanti come, tra le altre cose, lo sviluppo delle competenze emotivo-relazionali, le intelligenze multiple, il pensiero divergente, l'apprendimento libero e l'educazione emozionale. Piccoli Permacultori Crescono: Laboratori per genitori e bambini 20 Maggio dalle 14:30 alle 18:30 Presso Orto di Artemisia Carmagnola (To) Annalisa Rolfo, pedagogista esperta di Agricoltura Sinergica, propone un percorso di Permacultura per genitori e bambini. Il percorso prevede attività pedagogiche per piccoli permacultori, dai tre anni in su. Il percorso è iniziato il 22 Aprile e prevede un totale di 12 incontri, tuttavia è possibile partecipare anche a singole giornate. Ogni incontro sarà centrato su un principio di Permacultura che è una vera e propria filosofia di Vita con principi ed etiche che educano all'assunzione di responsabilità nella relazione con il mondo in cui viviamo. Numero massimo di posti: 10 famiglie. Per informazioni e iscrizioni scrivere a lisarolfo@gmail.com Alla ricerca del tesoro interiore: campo per famiglie (bambini da 6-11 anni) 29 giugno-2 luglio 2023 Foresteria dell'eremo di Camaldoli (AR) Un campo estivo per tutta la famiglia per imparare ad essere buoni amici di noi stessi, consapevoli del nostro corpo, imparando il linguaggio delle sensazioni, prendendoci cura di noi e delle emozioni che proviamo. E' quello che si perseguirà con gli amici e la famiglia per crescere come comunità, ispirati dalla foresta millenaria di Camaldoli. Ogni giorno gruppi di bambini e adulti insieme si occuperanno dei pasti, delle pulizie, della sistemazione degli ambienti, come pratica gioiosa di cura e consapevolezza. Per maggiori info e iscrizioni scrivere a brena57@hotmail.it Un Grado e Mezzo: Festival su clima e ambiente 25, 26, 27 maggio 2023, Torino ll Festival, ideato e organizzato, da CentroScienza ha l’obiettivo di promuovere il dialogo sul cambiamento climatico e ambientale offrendo sguardi diversi: quelli della ricerca scientifica e quelli di giornalisti e divulgatori scientifici. Il Programma è vasto e può essere consultato attraverso il Sito Web La Dignità del Lavoro Educativo: Agorà delle Educatrici e degli Educatori Come rilanciare oggi il valore della professione educativa 25, 26, 27 maggio 2023 * Cinema Massimo (via Verdi 18 Torino) e sale limitrofe * Online su piattaforma (una plenaria di ogni mattina) La rivista Animazione Sociale organizza una tre giorni di confronto per rilanciare la dignità di una professione che sta vivendo un difficile momento di crisi nonostante il grandissimo supporto dato alla società. Sono previste plenarie e workshop. Per maggiori informazioni e iscrizioni esplorare il sito di Animazione Sociale. E ... se volete condividere eventi di interesse con famiglie e insegnanti scriveteci a info@chescuola.net Antonella Giostra

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18 Apr
2023
Gli Asili Nido in Famiglia: cosa sono?

Orientamento e Open Day 0-3 anni

Gli Asili Nido in Famiglia: cosa sono?

Il nido in Famiglia è un servizio di assistenza all’infanzia rivolto ai bambini dai 3 mesi ai 3 anni; è regolamentato da una specifica normativa regionale e permette di richiedere e usufruire del Bonus Nido. Cosa differenzia i Nidi in Famiglia da quelli tradizionali? Ciò che differenza il Nido in Famiglia da un servizio tradizionale, è il contesto familiare e il numero di bambini frequentanti. Il piccolo gruppo di bambini, al massimo 5 (più 2 eventuali figli dell'educatrice in età 0-6 anni), è accolto nell’abitazione dell’educatrice o in un appartamento appositamente destinato a Nido in Famiglia. Che titolo di studio possiede l’educatrice di un Nido in Famiglia?  L’educatrice, autonoma o legata ad un ente, deve essere in possesso dei titoli di studio richiesti dalla legge (vedi Art.4 pag.5) come le educatrici che lavorano per tutti gli altri i servizi tradizionali, ovvero nidi e micro-nidi. I Nidi in Famiglia sono sottoposti a controlli o vigilanza?  Per avviare un Nido in Famiglia occorre presentare le pratiche di inizio attività tramite S.C.I.A. (Segnalazione certificata di inizio attività) al comune di appartenenza, compresa una perizia asseverata che certifichi l’idoneità dell’abitazione. I Nidi in Famiglia sono sottoposti periodicamente a controlli da parte di una Commissione di vigilanza (Asl, Uffici tecnici e educativi comunali); inoltre attraverso un servizio di collegamento (nido tradizionale) obbligatorio per legge, sono in costante formazione e supervisione e seguono corsi di aggiornamento durante l'arco dell’anno scolastico.  Attualmente esistono sul territorio due tipologie di Nido in Famiglia:  - quelli aperti prima del 2018, che accolgono un massimo di 4 bambini per 5 ore al giorno.  - quelli aperti dopo il 2018, che accolgono 5 bambini (esclusi fino a due figli dell’educatrice) per un massimo 9 ore giornaliere. Il Nido in Famiglia segue un proprio progetto pedagogico e un tema che vengono redatti ad ogni inizio di anno tenendo conto delle caratteristiche del gruppo di bambini accolti.  Perché un genitore dovrebbe preferire un Nido in Famiglia? L'ambiente familiare e il piccolo gruppo di bambini accolti, sono elementi che contraddistinguono il nido in famiglia e che consentono all’educatrice di offrire un ambiente caldo e accogliente ma allo stesso tempo sicuro e stimolante. Il contesto familiare infonde nei bambini sicurezza, punti di riferimento e continuità.   Il nido in famiglia favorisce la creazione di una rete tra l'educatrice e i genitori dei bimbi che frequentano il nido e stringere rapporti di sincera fiducia, cooperazione e costante confronto.  Rispetto a ciò che avviene in un nido tradizionale, per l'educatrice di un nido in famiglia è più semplice gestire l'ambientamento delle famiglie e dei bambini e andare incontro alle necessità dei singoli; gli inserimenti, per esempio, avvengono un solo bambino/famiglia alla volta, all'interno del gruppo preesistente. I piccoli numeri permettono di conoscere a fondo ogni bambino per poter meglio lavorare sui punti di forza e sulle eventuali criticità; ciò permette di attuare una programmazione dell'anno e un progetto educativo che vada incontro alle peculiarità del gruppo e dei singoli. Particolare attenzione è posta ai bisogni primari dei bambini: nutrimento, igiene, nanna e gioco. La frequenza in questa tipologia di asili nido offre un’esperienza di vita autentica in cui i bambini possano essere i protagonisti del proprio quotidiano.   Un particolare importante è che nel Nido in Famiglia è l'educatrice a pensare al menù in base alle necessità dei bambini accolti e i loro gusti. L'educatrice quotidianamente prepara i pasti, quando possibile coinvolgendo i bimbini, che verranno poi consumati tutti insieme. In alcune realtà per la scelta del menù l'educatrice si avvale del supporto di una nutrizionista. Quali e quanti sono i Nidi in famiglia nel comune di Torino? Attualmente i Nidi in Famigli attivi, nel Comune di Torino, sono 15 con una capacità ricettiva totale di 61 posti.  Se sei curioso di conoscere gli Asili in Famiglia del territorio di Torino usa il motore di ricerca di Che Scuola selezionando nella ricerca avanzata: Città Nidi Gestione "In famiglia" CHE SCUOLA?! Esplora, Confronta, Scegli

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21 Mar
2023
Asili Nido Torino

Orientamento e Open Day 0-3 anni

Asili Nido Torino

I genitori di Torino con bambini di età tra i 3 mesi ed i 3 hanno ampia possibilità di scelta riguardo i servizi educativi del territorio.  Il motore di ricerca di Che Scuola dà la possibilità di filtrare e sceglier diversi tipi di gestione: asili pubblici, asili privati e altri tipi.  Per scegliere l’asilo più adatto alle esigenze familiari vediamo insieme quali sono le differenze sostanziali che le diverse gestioni comportano.  Asili Nido Comunali  Gli Asili Pubblici Comunali sono strutture pubbliche che il Comune di Torino gestisce proponendo tariffe che dipendono dalla fascia ISEE della famiglia. Riassumiamo alcuni dettagli per orientarvi. Costi: da 32 a 556 euro a seconda dell’ISEE e della frequenza giornaliera (part time o full time); Orario di apertura: gli orari sono 08:30 - 16:30 estendibili alla fascia 07:30 - 17:30 in caso di esigenze lavorative comprovate; Calendario: all’incirca seconda settimana di Settembre, fino a fine Giugno; Date Open Day: Generalmente a Marzo; Presentazione domanda di iscrizione: Le domande possono essere presentate dalle ore 8.00 del 8 Marzo alle ore 16.00 del 16 aprile 2023 e, per chi l’avesse presentata l’anno scorso per l’anno scolastico 2022/2023, dovrà essere ricompilata; Come presentare la domanda: Le domande di iscrizione si presentano tramite il portale Torinofacile; Graduatorie: Il punteggio è stabilito sulla base delle difficoltà organizzative familiari (dichiarate nella domanda di iscrizione). A fine maggio vengono pubblicate le graduatorie provvisorie, visionabili presso le diverse strutture e sul portale Torinofacile. Le domande pervenute oltre il termine vengono inserite in coda alle graduatorie; Come trovarli: 1 - vai sul motore di ricerca di Che Scuola, 2 - seleziona la voce NIDO, 3 - scrivi l'indirizzo, 4 - nella sezione di ricerca avanzata, alla voce GESTIONE, seleziona ''Pubblica Comunale''. Asili Nido Privati Convenzionati Gli Asili Nido Convenzionati sono servizi privati che hanno stabilito delle convenzioni con il Comune, cioè riservano una porzione di posti ai bambini/e provenienti da graduatorie comunali. I servizi convenzionati hanno un progetto pedagogico ed organizzativo che rispetta alcuni requisiti previsti anche per gli asili comunali. Costi: La tariffa mensile dipende dalla fascia ISEE e della frequenza giornaliera (part time o full time); Il costo è leggermente inferiore al costo previsto nei Nidi Comunali poiché vengono applicati rimborsi in caso di assenze o vacanze; Orario di apertura Calendario, e Date Open Day: dipendono dal nido; Presentazione domande di iscrizione: Le domande potranno essere presentate dalle ore 8.00 del 8 Marzo alle ore 16.00 del 16 aprile 2023 e, per chi l’avesse presentata l’anno scorso per l’anno scolastico 2022/2023, dovrà essere ricompilata; Come: Le domande di iscrizione si presentano tramite il portale Torinofacile; Graduatorie: Il punteggio è stabilito sulla base delle difficoltà organizzative familiari (indicate nella domanda di iscrizione). A fine maggio vengono pubblicate le graduatorie provvisorie, visionabili presso la struttura o dal portale Torinofacile. Le domande pervenute oltre il termine vengono inserite in coda alle graduatorie; Come trovarli: 1 - vai sul motore di ricerca di Che Scuola, 2 - seleziona la voce NIDO, 3 - scrivi l'indirizzo, 4 - nella sezione di ricerca avanzata, alla voce GESTIONE, seleziona ''Privato Convenzionato''. Privati Non Convenzionati  Sono servizi completamente privati, con un regolamento e un piano pedagogico interno. Costi: La retta è stabilita direttamente dal gestore e va dai 300 agli 800 euro circa mensili, a seconda del nido e della frequenza (part time o full time); Orario di apertura: Dipende dal nido ma generalmente sono molto flessibili e se adattano facilmente ai bisogni dei genitori; Calendario: Dipende dal nido (generalmente chiudono solo nel mese di Agosto); Date Open Day: Dipende dal nido ma nella maggior parte dei casi è sempre possibile organizzare colloqui con la Direzione o con gli educatori; Presentazione domande: Per accedere ad un asilo nido privato è sufficiente scegliere la struttura preferita e, in base alla disponibilità dei posti, accettare il regolamento interno e sottoscrivere il contratto di iscrizione; Come: Presso la segreteria dell’Istituto; Quando: Generalmente durante tutto l’anno, a seconda della disponibilità dei posti dell’asilo; Come trovarli: 1 - vai sul motore di ricerca di Che Scuola, 2 - seleziona la voce NIDO, 3 - scrivi l'indirizzo, 4 - nella sezione di ricerca avanzata alla voce GESTIONE seleziona ''Privato Non Convenzionato''. Asili Nido in famiglia  A Torino gli Asili nido in famiglia sono asili che vengono organizzati all’interno di una casa privata, generalmente dell’educatrice che assiste i bambini, e riservati ad un numero molto piccolo di bambini (massimo 7). Una persona in possesso del titolo di studio previsto per educatore/educatrice (Laurea in scienze dell'educazione oppure in scienze della formazione) può infatti ospitare, presso un’abitazione, bambini e bambini tra i 3 mesi ed i 3 anni. I requisiti necessari per gestire un nido in famiglia sono stabiliti da norme regionali che definiscono le caratteristiche della struttura ospite, gli orari di permanenza dei bambini e le regole per la somministrazione dei pasti. Il progetto pedagogico, invece, è totalmente a cura dell’educatore e viene condiviso dalle famiglie che scelgono il servizio educativo. L’orario di apertura è stabilito dal gestore, per un massimo di 9 ore giornaliere; Costi, calendari, modalità e tempi di iscrizione sono da richiedere direttamente all’educatore del Nido in Famiglia. Come trovarli: 1 - vai sul motore di ricerca di Che Scuola, 2 - seleziona la voce NIDO, 3 - scrivi l'indirizzo, 4 - nella sezione di ricerca avanzata alla voce GESTIONE seleziona ''Gestione Familiare''. Asili Nido in Educazione Parentale  Per Asili Nido in Educazione Parentale si intendono gli Asili Nido gestiti direttamente da associazioni o cooperative di genitori che condividono il pensiero pedagogico.  L’educazione dei bambini e delle bambine in istruzione parentale è affidata a persone con titoli di studio scelti sulla base del progetto educativo dell’Asilo Nido. Costi, Orario di apertura, Calendario, Date Open Day e Presentazione domande: dipendono dall'associazione o cooperativa che gestisce il nido.  Come trovarli: 1 - vai sul motore di ricerca di Che Scuola, 2 - seleziona la voce NIDO, 3 - scrivi l'indirizzo, 4 - nella sezione di ricerca avanzata alla voce GESTIONE seleziona ''Progetto Parentale'. Come usare il filtro di Ricerca Adesso che conosci le differenze principali tra i diversi tipi di gestione usa il filtro di ricerca avanzato di Che Scuola per scegliere il nido più adatto alle tue esigenze. Oltre al tipo di gestione potrai selezionare i nidi in base ad altre caratteristiche come: la presenza di mensa interna, la presenza di un giardino o il modello pedagogico Che Scuola?! Esplora, Confronta, Scegli!

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8 Mar
2023
Come prevenire la violenza di genere: il progetto Attente al Lupo

Benessere e Attività Extra 11-13 anni 13-18 anni

Come prevenire la violenza di genere: il progetto Attente al Lupo

Intervista a Silvia Spinelli: fondatrice del progetto Attente al Lupo Dopo i successi in molte città italiane torna a Torino il 25 marzo l'innovativo format nato per contrastare la violenza di genere. Di seguito vi riportiamo l'intervista a Silvia Spinelli che Con Bruno Garbi ha immaginato e creato il Workshop Attente al Lupo. Ciao Silvia possiamo chiederti una breve presentazione ? Siamo Silvia Spinelli, psicoterapeuta e formatrice, e Bruno Garbi, formatore civile e militare e insegnante di difesa personale. Siamo una coppia nella vita e in una parte del nostro lavoro, e dalla complementarietà delle nostre esperienze è nato il progetto ‘Attente al lupo®” A chi si rivolge il progetto Attente al Lupo ? Il progetto si rivolge a donne e ragazze dai 12 ai 99 anni. Il progetto è declinato al femminile perché statisticamente la violenza di genere riguarda soprattutto le donne, ma il workshop è aperto anche ai maschi: ai papà, ai fratelli, o a qualsiasi ragazzo che voglia acquisire elementi di autoprotezione per sé o interessarsi ad un cambio di cultura e mentalità rispetto a questi temi. Come si svolge il workshop?  Durante la mattinata, attraverso la favola di Cappuccetto Rosso, condurremo le partecipanti in un ‘bosco virtuale’ pieno di pericoli, dal quale usciranno con molte competenze in più e un maggior senso di sicurezza personale. Faremo tutto questo tramite momenti di gioco, discussione di gruppo, visione di filmati e diapositive, giochi su attenzione, reazione e proattività, e semplici esercizi fisici adatti a chiunque. L’obiettivo del workshop è la conoscenza di norme basilari, e molto pratiche, di sicurezza personale, e l’integrazione con aspetti psicologici come l'individuazione di segnali non verbali di pericolo, come riconoscere "il lupo"; come riconoscere le relazioni disfunzionali. Come è nata l'idea? L’idea è nata nel 2017 per rispondere a una call del Festival della Psicologia, che incentivava i ‘crossover’ tra professionalità diverse. Spesso come coppia io e Bruno ci trovavamo a commentare quanto la parte dell’uno fosse indispensabile all’altra: non ci può essere vera difesa se non si conoscono alcuni meccanismi psicologici della violenza, e, al contrario, conoscere i meccanismi senza imparare norme basilari di auto-protezione non è sufficiente. E così abbiamo inventato il workshop Attente al Lupo. Visto l’interesse per il progetto, abbiamo in seguito strutturato il metodo e registrato il marchio. Quante edizioni avete già svolto e dove? Ormai le edizioni svolte sono innumerevoli. Abbiamo partecipato al Festival della Psicologia ma anche a Educa, il Festival dell’educazione. Abbiamo svolto il workshop in istituti comprensivi, associazioni di categoria (es psicologhe, assistenti sociali, donne medico), e in aziende, associazioni sportive o centri antiviolenza. Abbiamo girato l’Italia! Treviso, Venezia, Milano, Acqui Terme, Recanati, Pomezia, sono solo alcune delle città toccate dal nostro progetto. Quali sono le domande più frequenti di chi ha partecipato ? Spesso ci chiedono quale sia il modo più sicuro di entrare/uscire da casa/garage/ascensore, o dove sia più sicuro posizionarsi quando ci si trova alla fermata del tram/treno/metro. Ci chiedono anche come fare, in caso di rientro notturno dal lavoro o da un’uscita, a minimizzare il rischio di aggressioni o scippi. Grande classico è la domanda sull’utilità dello spray al peperoncino, sulla quale Bruno ha molto da dire… A me invece fanno domande sui ‘sintomi’ di relazioni non sane, amorose o amicali, per se stesse o perché osservano meccanismi poco chiari in amiche o familiari. Cosa avete imparato nel tempo?  A lasciare più spazio alle partecipanti, dalle quali sorgono sempre spunti di riflessione ai quali agganciare i nostri contenuti, non necessariamente seguendo un ordine rigido. Abbiamo inoltre compreso che i volti delle partecipanti sono sempre diversi, ma le reazioni di stupore di fronte allo scoprire per la prima volta come tendiamo a reagire in alcune situazioni, è universale. Ci siamo infine convinti che il gioco sia l’arma vincente, perché alleggerisce un tema importante senza banalizzarlo, e aiuta a fissare i concetti. Quali sono i feedback ricevuti ? I feedback che raccogliamo dopo ogni incontro ci emozionano molto perché non si focalizzano solo sull’essersi divertite e aver imparato cose interessanti, ma ci viene fatto presente che il workshop ha modificato alcune abitudini e creato buone pratiche "reali" di autoprotezione. Per noi questo riscontro pratico nell’immediato, è un grande successo. Prossimi appuntamenti e sviluppi? Questa settimana finiremo un ciclo di 3 3 incontri per il Comune di Milano, in partnership con Attenta e Sicura; Saremo ancora per 5 incontri a Rivoli, in collaborazione con l’Associazione Womanly; Il 25 Marzo a Torino, data unica, faremo il nostro workshop presso il centro sportivo Ruffini Quest’estate ci aspettano a Umbertide e addirittura in Calabria, e a settembre grandissime novità, ma non posso spoilerarle! Come partecipare al workshop previsto a Torino? Per esperienza i posti andranno in sold out molto velocemente e si raccomanda agli interessati di prenotate in fretta e non oltre il 23 marzo. Costo € 30 per adulti, € 15 minorenni, € 10 se porti più minorenni. Per informazioni e iscrizioni scrivere un messaggio WhatApp al nr 345 1834124 Visitare il sito www.attenteallupo.it

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1 Mar
2023
Eventi ed Educazione Marzo 2023

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi ed Educazione Marzo 2023

Scopri l'elenco degli appuntamenti che il mondo dell'educazione offre a educatori e genitori da Marzo 2023. Sabato 5 Marzo Che Scuola Partecipa alla JTWIA E' in programma la decima edizione di JUST THE WOMAN I AM! : una corsa/camminata ma anche Villaggio della Prevenzione in Piazza San Carlo aperto a scuole e cittadinanza. Da venerdì 3 marzo a domenica 5 dalle 9:30 alle 18:00 la piazza sarà un’occasione di incontro e di dialogo tra il mondo della salute e della ricerca e la cittadinanza: visite gratuite, talk di approfondimento all'interno del padiglione incontri. Potete trovare il programma completo dell’edizione 2023 al seguente link: https://jtwia.org/programma-2023/. Anche Che Scuola sarà presente allo stand 3 grazie all'accoglienza e la preziosa collaborazione con l'associazione di Rivoli Womanly. Sabato 4 marzo dalle 10:00 alle 11:30 presso lo stand di Womanly troverete ad accogliervi la Dott.ssa Antonella Giostra, Fondatrice e Responsabile del Progetto Che Scuola?! e Referente per le Relazioni con i Genitori, con: - Consulenze di Orientamento Gratuite per sostenere i genitori alla ricerca di suggerimenti per la scelta scolastica dei propri figli La Dott.ssa Giostra aiuterà le famiglie e comprendere come orientare la scelta verso una Realtà Educativa sulla base di attitudini e bisogni dei genitori dei genitori e dei figli. Incontri di Espressione Artistica e Narrazione: per bambine e bambini dai 5 agli 8 anni Tutti i Venerdì di Marzo dalle 17:00 alle 18:30, Torino "Coltivare nei bambini e nelle bambine l’espressione artistica come parte integrante della loro crescita armonica è uno dei miei obbiettivi educativi. Tramite il racconto e la narrazione entreremo nel mondo degli elementi naturali trasformandoli in espressioni artistiche tramite l’acquarello su carta bagnata e la sculta. L’abilità nelle mani è attenzione, memoria, lungimiranza, forza d’invenzione e di partecipazione, capacità selettiva ed organizzativa. E' gioia del cuore è impulso di pensiero che entra fin nella volontà" Luisella Piazza, Consulente Pedagogica e Formatrice . Per iscrizioni ed informazioni: piazzaluisella@gmil.com, mobile 3386443426 Bambini forti e radicati: Educare l’autoregolazione emotiva nei bambini e negli adolescenti: Intensivo di formazione per genitori e insegnanti Domenica 12 marzo ore 9:00-16:30 Vezzano sul Crostolo (RE) Questo corso intensivo viene condotto da Grazia Roncaglia: insegnante da oltre 20 anni nella Scuola Primaria, che si occupa di educazione in termini olistici. Attraverso brevi approcci teorici e metodologici, con l'ausilio di brevi video di esperienze in classe, la formula intensiva permette di sviluppare i temi dell’autoconoscenza e delle relazioni educative in senso esperienziale, attraverso pratiche di consapevolezza e meditazione integrate nella quotidianità e utilizzabili a scuola e in famiglia. Si lavorerà con modalità laboratoriale, includendo la pratica personale, in modo da mettere in luce per via diretta le possibilità educative e offrire la traccia di un percorso per sviluppare la consapevolezza e la capacità di autoregolazione emotiva di bambini e ragazzi. Questo processo include prima il riconoscere, poi dare un nome alle emozioni, infine (ma non meno importante) sentire gli effetti che hanno nel corpo, in modo da spostare l’attenzione del bambino da un piano cognitivo-emozionale a quello corporeo, parlando il linguaggio del SNA che si è attivato per ristabilire la centratura, prima di poterci occupare del processo di cura di sé e di auto riflessione. Per info e iscrizioni scrivere a graziaroncaglia22@gmail.com (promozione per iscrizione entro 28 febbraio) MindPerformance e MemoCamp estivi: incontri di presentazione del metodo Incontro Online 14/03/2023 Matteo Salvo è un ricercatore, divulgatore ed esperto di tecniche di memoria e di apprendimento. Insieme al suo team Salvo aiuta quotidianamente studenti attraverso un metodo di studio targato MindPerformance. Ai ragazzi vengono proposti MemoCamp estivi ma anche tutoring che permettono in breve tempo di migliorare il rendimento scolastico e ad amare lo studio. Quattro sono gli incontri organizzati dal team di MindPerformance che permetteranno di conoscere di persona il fondatore e i trainer, per capire le basi del metodo di studio e poter porre tulle le domande necessarie per valutare se i tutoring proposti e i Camp sono la giusta soluzione per sostenere lo studio dei vostri ragazzi. Ingresso gratuito per bambini e ragazzi Per informazioni e prenotazioni https://www.matteosalvo.com/prodotto/memocamptouritalia/ Un'educazione Senza Stress: per Educatori e Insegnanti Sabato 18 Marzo, via Rosta 24 Torino Luisella Piazza, Consulente Pedagogica e Formatrice, e Valentina Bruzzese, Mentore Certificato HeartMath® per la Costruzione della Resilienza Personale terranno un incontro in presenza dedicato agli educatori, con l'obiettivo di aiutarli a conoscere strategie utili a neutralizzare reazioni emozionali del momento, ridurre l'impatto dello stress, coltivare l'autoeducazione, mantenere salda la presenza a sé stessi sul lavoro e curare l'igiene relazionale. L'Incontro che vuole offrire agli educatori strumenti pratici da utilizzare per vivere con maggiore serenità il loro quotidiano. Per partecipare scrivere a valentina@germogliluminosi.it, luisella@germogliluminosi.it LITTLE MURMUR: spettacolo per tutti Sabato 18 marzo, ore 18:00, presso La Lavanderia a Vapore Corso Pastrengo 51, Collegno (TO) Little Murmur è uno spettacolo che, in modo poetico e divertente, attraverso il linguaggi della danza e delle nuove tecnologie, vuole raccontare le sfide e le difficoltà dei bambini con disturbi specifici di apprendimento.  Little Murmur è uno spettacolo che trasforma il diverso modo di leggere il mondo in un'occasione di bellezza e di celebrazione. Lo spettacolo sarà introdotto da un breve momento di riflessione dal titolo "Dsa e dintorni” in collaborazione con AID – Associazione Italiana Dislessia Sezione di Torino con l'intento di favorire l’informazione e la divulgazione delle conoscenze sui disturbi specifici di apprendimento nell’opinione pubblica. Biglietto intero 10 € - ridotto 5 € (over 65, under 30, studenti universitari, scuole danza di Torino e provincia, possessori Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta, iscritti Fai) Prevendita: online su Vivaticket e in tutti i punti di prevendita Vivaticket in Italia (online e in alcuni punti di prevendita sarà applicato un diritto di prevendita). Biglietteria: in teatro, a partire da un’ora prima. Per informazioni : 011/4322902, email biglietteria@piemontedalvivo.it Workshop Attente al Lupo: per tutte le donne dai 12 anni in su Sabato 25 marzo dalle 9:30 alle 13:00 Presso Centro Sportivo Ruffini, via San Paolo 160 Torino Dopo i successi in molte città italiane torna a Torino il 25 marzo il Workshop Attente al Lupo l'innovativo format nato per contrastare la violenza di genere. Durante il Workshop si acquisiranno alcune competenze sulla sicurezza personale a partire dall'analisi della situazione ambientale e dalla difesa del proprio spazio intimo tramite postura e voce. Si parlerà anche degli aspetti psicologici coinvolti come l'individuazione di segnali non verbali di pericolo, come riconoscere "il lupo", come riconoscere le relazioni disfunzionali. Tutto viene proposto tramite momenti di gioco, discussione di gruppo, visione di filmati e diapositive, giochi su attenzione e reazione, proattività e semplici esercizi fisici adatti a chiunque. Per partecipare è necessario prenotare telefonando o con messaggio al 345 1834124 COSTO: 30€ adulti, 15€ minorenni, 10€ se porti con te due minori. Sulle Orme dell'Educazione alla Libertà: il secondo settennio del bambino: per educatori e genitori Sabato 25 marzo dalle 10:15 alle 13:30 Presso la casa delle Meraviglie di Revigliasco (TO) L'associazione La casa Delle Meraviglie ospita questo incontro condotto da Claudia Gennaro, studiosa di Pedagogia Waldorf da 30 anni. Conferenza ad offerta libera in economia del dono. Contemporaneamente si svolgerà il laboratorio ''Bolle Meravigliose e Saponi Naturali fatti a mano'' condotto da Ethical Grace Per prenotare telefonare al 328 5428753 Coordinare Gruppi di lavoro, gestire conflitti, condurre riunioni, valorizzare le differenze: per coordinatori e gestori di servizi educativi. Martedì 28 Marzo dalle 17 alle 19.30 su ZOOM Un Corso Online Interattivo è proposto dal Centro Pedagogico "Il Primo Passo" di Genova ed a curato da Silvia Pepillo: counselor relazionale, supervisore educativo, formatrice del Metodo Litigare Bene ideato da Daniele Novara e coach in formazione. Obiettivi del corso: la gestione del gruppo, la sua “fenomenologia”, la conduzione di riunioni e colloqui, i parametri di definizioni di un gruppo, i suoi confini, i conflitti, la comunicazione. Costo € 30. Per maggiori informazioni scrivere a formazioneprimopasso@gmail.com Osservare al Nido e alla Scuola dell'Infanzia secondo l’ICF Venerdì 31 marzo dalle 17 alle 19.30, su piattaforma ZOOM Il corso è proposto dal Centro Pedagogico "Il Primo Passo" di Genova ed è condotto dalla Dott.ssa Fabiana Pancaldi, insegnante, pedagogista e mediatrice familiare (con certificazione per uso piattaforma ICF. E' rilasciato attestato di partecipazione.  Argomenti del webinar: Accenni agli stili osservativi e alle teorie associate, Le diverse osservazioni al nido e alla scuola dell’infanzia per progettare, Lo strumento ICF, Costruire schede osservative con barriere e facilitatori, Riflessioni condivise su osservazioni e proposte di modelli. Costo € 25 euro Per maggiori informazioni scrivere a formazioneprimopasso@gmail.com Aiutami a stare attento! Pedagogia dell’attenzione: Ritiro di formazione per genitori e insegnanti 13-14-15 Maggio 2023 VERRUA SAVOIA (TO) Il ritiro di formazione è organizzato da Grazia Roncaglia: insegnante da oltre 20 anni nella Scuola Primaria, che si occupa di educazione in termini olistici. Spesso diciamo ai nostri figli e alunni: “State attenti!”, ma sappiamo spiegare come si fa? Attraverso semplici pratiche, giochi ed esercizi, è possibile imparare come allenare l’attenzione, riconoscere la distrazione e fare ritorno a ciò su cui eravamo focalizzati, favorendo il passaggio dal "fare" attenzione all’"essere" attenti. Introdurre in famiglia e a scuola momenti strutturati di pratiche riflessive, nei quali i ragazzi imparano a raccogliere l’attenzione dispersa all’esterno per dirigerla all’interno di sé, diventando gli osservatori delle sensazioni corporee, del respiro, dei loro stessi pensieri e emozioni, implica molto di più che il semplice potenziamento delle capacità attentive. È un cammino di autoconoscenza che include l’alfabetizzazione corporea e emotiva, portando alla regolazione cognitiva, che non possiamo dare per scontata… neanche negli adulti! Sito Web, Per info e iscrizioni scrivere a graziaroncaglia22@gmail.com CRESCERE, EDUCARE e ACCOMPAGNARE: per le famiglie 23 Settembre 2022 - 19 Marzo 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso per genitori consapevoli organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi 7 incontri di formazione in presenza per approfondire le maggiori tematiche relative alla genitorialità. Programma Il Gioco è una cosa seria: per educatori e insegnanti  Gennaio - Giugno 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso formativo di Educazione in Natura organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi Percorso completo 8 moduli - 56 ore di formazione Un corso studiato appositamente per insegnanti, formatori, educatori, accompagnatori in natura e tutti coloro che vogliono approfondire tematiche importanti come, tra le altre cose, lo sviluppo delle competenze emotivo-relazionali, le intelligenze multiple, il pensiero divergente, l'apprendimento libero e l'educazione emozionale.   E ... se volete condividere eventi di interesse con famiglie e insegnanti scriveteci a info@chescuola.net Antonella Giostra

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27 Feb
2023
La Meditazione a Scuola: intervista a Grazia Roncaglia

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

La Meditazione a Scuola: intervista a Grazia Roncaglia

La letteratura oggi è piena di studi sugli effetti benefici della meditazione nella popolazione adulta. La produzione di studi sui benefici della meditazione in età evolutiva è, invece, limitata probabilmente perché ancora non sono molte le realtà che introducono sistematicamente percorsi introspettivi nella scuola. Per questa ragione abbiamo chiesto un'intervista per farci raccontare la sua personale esperienza a Grazia Roncaglia: un’insegnante di Torino che da circa vent’anni usa la pratica meditativa nella routine scolastica. Buongiorno Grazia, vuol parlarci di come è nata l’idea di portare la meditazione in classe? << La mia esperienza nasce a scuola, mettendo insieme due grandi passioni della mia vita: la meditazione di consapevolezza come pratica personale e i bambini.  Sono insegnante di scuola primaria da trent’anni, e guardo i bambini con una visione ampia: in loro vedo esseri umani che ho l’onore e la responsabilità di educare in senso olistico e armonico.  Curo allora gli aspetti corporei, emotivi, cognitivi e spirituali mettendo tutto sullo stesso piano di importanza. >> Perché crede sia importante la meditazione già alla scuola primaria? << La meditazione e le pratiche riflessive sono uno strumento prezioso per mettere i bambini e i ragazzi in contatto con sé stessi: l'auto-conoscenza e la consapevolezza di sé vanno di pari passo con il senso di responsabilità e il comportamento etico, che si esprime nei comportamenti e nei linguaggi, e persino... nei pensieri! >>   Qual è a suo avviso la relazione tra educazione e meditazione? << Una saggia educazione va oltre l’ambito personale, che è sempre il nostro punto di partenza, per coinvolgere anche quello sociale e quello sistemico, in modo interconnesso e inscindibile. Educhiamo bambini a stare bene con sé stessi, con gli altri, con le diverse comunità e ambienti a cui appartengono e con cui interagiscono, quindi con il Pianeta.>> Ci racconta che benefici ha osservato nelle tue classi? << Io pratico la meditazione in classe da 20 anni, e anche se non sono uno scienziato, posso condividere cosa ho osservato. Il mio sguardo è duplice, individuale e collettivo: mi metto in ascolto dei bambini come individui, e poi mi metto in ascolto del gruppo nel suo insieme.    I miei alunni sono vivacissimi, ma hanno imparato a fermarsi per tornare a sé stessi, con grande dedizione e impegno, ogni volta che ne sentono il bisogno o che sono invitati a farlo da me. E lo facciamo insieme. Il “gioco del fermarsi” è diventato “ascolto del silenzio”, e poi pura presenza consapevole.  Quando ho cominciato questo tipo di educazione, la parola “mindfulness” non era ancora sdoganata, e io nella scuola pubblica facevo le cose quasi di nascosto. Non potevo fare a meno di spiegare ai miei alunni come funziona la nostra mente, e invece che semplicemente dir loro di “stare attenti”, ho iniziato a cercare modi per condurli nell’esperienza diretta dell’attenzione. Introdurre a scuola momenti strutturati di pratiche riflessive, durante i quali gli studenti imparano a raccogliere l’attenzione dispersa all’esterno per dirigerla all’interno di sé, diventando gli osservatori delle sensazioni corporee, del respiro, dei loro stessi pensieri e delle emozioni, implica molto di più che il semplice potenziamento delle capacità attentive da cui sono partita.  Significa intraprendere un prezioso viaggio di autoconoscenza che include un’alfabetizzazione corporea e emotiva, che sono alla base della regolazione cognitiva. >> E per chi volesse immergersi nella pratica e portare in classe la meditazione potrebbe approfondire in questo articolo. Antonella Giostra

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8 Feb
2023
MemoCamp Tour: per imparare ad amare lo studio

Didattica e Apprendimento 11-13 anni 13-18 anni

MemoCamp Tour: per imparare ad amare lo studio

Le difficoltà degli studenti di oggi. “Mio figlio ha difficoltà ad apprendere”. “Mia figlia non ha le motivazioni per studiare”. “I nostri figli passano troppe ore sui libri”.  In oltre 20 anni di attività, Matteo Salvo ha sentito tante volte queste frasi da parte di genitori esasperati per il rendimento scolastico dei propri ragazzi. La risposta è ormai un dogma: “Se il ragazzo o la ragazza ha difficoltà a scuola non è colpa sua e neppure dei genitori. Semplicemente, nessuno ha insegnato loro il giusto metodo per imparare”. Matteo Salvo e la sua Storia Matteo Salvo è un ricercatore, divulgatore ed esperto di tecniche di memoria e di apprendimento. Insieme al suo team Matteo Salvo aiuta quotidianamente studenti attraverso un metodo di studio targato MindPerformance. “Imparare studiando meno, meglio e divertendosi” è possibile ed è diventata la regola per Matteo Salvo, autore, ricercatore, divulgatore ed esperto di tecniche di memoria e di apprendimento. Attraverso MindPerformance, l’azienda che ha fondato a Torino, Matteo Salvo e il suo team aiutano quotidianamente professionisti, privati e studenti. Cosa sono i MemoCamp I MemoCamp sono corsi della durata di una settimana riservati a ragazzi dai 10 ai 17 anni, suddivisi in fasce d'età (9-11, 12-14, 14-17). Durante le giornate ai ragazzi viene trasmesso il metodo di studio MindPerformance e gli studenti acquisiscono alcune importanti competenze a supporto dell'apprendimento come: imparare a suddividere il tempo, gestire l'emotività e curare l'esposizione orale. La giornata tipo prevede, oltre allo studio, anche diversi momenti di svago che garantiscono ai ragazzi di socializzare e vivere la settimana con leggerezza. L'accogliente struttura che ospita il MemoCamp si trova in provincia di Asti e permette di arricchire le giornate di momenti spensierati in piscina, giri a cavallo e provare altri sport. Grazie ai MemoCamp estivi e ai tutoring delle passate stagioni, migliaia di ragazzi hanno migliorato il loro rendimento scolastico, ma soprattutto hanno imparato ad amare lo studio, ribaltando quell’immagine negativa che spesso viene trasmessa loro dalla società. Il tutto attraverso l’insegnamento del giusto metodo di studio. Memo Tour: perché partecipare Il metodo di studio targato MindPerformance sarà l’argomento principale di cui si parlerà in quattro incontri che l’azienda ha organizzato a febbraio in altrettante località italiane.  Un'occasione per incontrarsi di persona, per parlare dei problemi con lo studio che i ragazzi si trovano ad affrontare a scuola e a casa.  Chi è interessato a partecipare ma non potrà organizzarsi nelle date previste potrà approfittare di un incontro Online il 14 marzo. Ecco il programma dettagliato degli incontri, il primo dei quali si terrà a Borgaro Torinese. Date del MemoTour Torino 20/02/2023, Hotel Atlantic, Via Lanzo 163, Borgaro Torinese (TO) 18:30-20:30 Padova 21/02/2023, Hotel FourPoints by Sheraton, Corso Argentina 5, Padova 18:30-20:30 Milano 22/02/2023, Una Hotel Via G. Keplero 12, Pero (MI) 18:30-20:30 Bologna 28/02/2023, Zan Hotel & Meeting, via Saliceto 8, Bentivoglio (BO) 18:30-20:30 ONLINE 14/03/2023, Collegamento su Zoom 18:30-20:30 Si tratta di incontri di 2 ore, dalle 18:30 alle 20:30. Bambini e ragazzi entrano gratuitamente.

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6 Feb
2023
Giornata Mondiale contro il Bullismo

Inclusione Per tutte le età

Giornata Mondiale contro il Bullismo

La Giornata Mondiale contro il Bullismo e il Cyberbullismo: 7 Febbraio Il 7 febbraio è un appuntamento che tante scuole e istituzioni aspettano per promuovere iniziative che possano contrastare i fenomeni di Bullismo e il Cyberbullismo, sempre più diffusi. Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Silvia Spinelli, Psicoterapeuta specializzata nell’età dello sviluppo, alcuni consigli per i genitori. Quando abbiamo chiesto la collaborazione della Dottoressa pensavamo di sentire il parere e l'esperienza di una Psicoterapeuta e, invece, abbiamo ascoltato oltre alla voce di un' Esperta anche la voce di una bambina bullizzata. Nelle parole che seguono, pertanto, i consigli per i genitori saranno accompagnati dal racconto di un'esperienza diretta. Primo consiglio per i genitori: guardare la serie Stranger Things. Perchè dovresti proprio guardare Stranger Things? Anche se non è una delle serie che ti appassiona di più, se sei genitore o insegnante dovresti davvero guardarla. Il mio consiglio nasce dalla mia personale esperienza: perché l'ho provato. Mi è successo. Ho subìto quella forma di bullismo terribile che è quella del sentirsi invisibile. Non ero tanto presa di mira (in realtà un po' sì per il mio aspetto fisico. Ero di un anno più piccola degli altri avendo iniziato la scuola a cinque anni anziché sei) quindi non mi ero ancora sviluppata fisicamente, non avevo quelle forme femminili che magari le mie compagne già avevano. In più questi capelli che vedete, per i quali oggi tante persone mi fanno i complimenti, crescevano in verticale, "a fratta di lampone", e mi garantivano una serie di soprannomi piuttosto spiacevoli: Maradona, Pelè, Willis. Ma sapete che non era questo, il peggio? E allora cos'era? Occhio al bullismo inconsapevole La cosa peggiore per me era il bullismo, chiamiamolo inconsapevole. Cioè quello che proveniva dai ragazzini di buona famiglia, da quelli popolari, dai più bravi della classe, che nemmeno quasi si accorgevano di metterlo in atto. Venivo esclusa dalle feste, dalle uscite, dalle chiacchiere all'intervallo. L'assenza di relazione era terribile. Anche oggi, quando svolgo interventi nelle scuole, spesso i ragazzini mi raccontano di aver fatto degli interventi sul bullismo, mi dicono che è una cosa che non va fatta e sono tutti fermamente convinti che sia una cosa sbagliata, poi io magari chiedo "ma secondo te escludere la tua compagna o il tuo compagno dalla chat di classe o apostrofarla con nomignoli è bullismo" ? E mi rispondono di no, che loro scherzano e basta. Quindi sappiate che non sempre è facile calarsi nella pratica e capire REALMENTE cos'è il bullismo. I vostri figli stessi, specie se popolari, potrebbero inconsapevolmente fare male a qualcuno. Se avete bambini o ragazzi aiutateli a ragionare su che cosa è veramente il bullismo, che non è un fenomeno astratto, che condanni e poi non ti rendi conto magari di metterlo in atto nelle piccole cose, nei piccoli atteggiamenti, nelle dimenticanze, in un intervallo in cui non rivolgi la parola a quel compagno specifico e non pensi di stare facendo nulla di male, ma quando nessuno della classe rivolge la parola a quella persona specifica, quella persona specifica si sente morire, si sente male, si sente invisibile e isolata. Insegniamo ai bambini che tutti meritano di essere 'visti' Ve lo dico molto sinceramente: all'epoca in cui venivo esclusa, ignorata, io avevo dei talenti. Non lo dico per vantarmi, lo dico perché tutti li abbiamo. I miei talenti allora erano gli stessi di oggi, ma erano chiusi dentro di me come un nodo, come un groviglio, un gomitolo in un cassetto, e io da qualche parte sentivo che poteva essere preziosa questa cosa, però non interessava a nessuno, sembrava che nessuno la vedesse, la scorgesse o che comunque nessuno fosse interessato. Ero immersa in un ambiente rifiutante. Facciamo capire ai nostri bambini, che tutti possono avere qualcosa di interessante da esprimere. Ed è qui che arrivo alla mia serie preferita. Guarda con i tuoi figli Stranger Things Guardare insieme ai vostri figli questa serie, vi apre alla possibilità di dialogare su tutte queste cose. Questo perchè gli episodi mettono in scena fenomeni di bullismo, e quindi offrono continui di riflessione e dialogo. E' una serie fantastica che fa sentire bene chi lo guarda, se chi lo guarda è un ex vittima come me, perché finalmente i nerd sono gli eroi, è la rivincita degli sfigati che alla fine salvano il mondo o quasi e trovano la loro rivalsa attraverso il trovarsi simili tra di loro, attraverso l'amicizia, l'ironia, attraverso il potere della musica. Quello della rivalsa è un luogo comune che però ha un fondo enorme di verità. Io ad esempio da quella brutta esperienza ho tratto una forza pazzesca, ho voluto aiutare le persone a percorrere quella strada che porta alla rivalsa. Se ci pensate ogni psicoterapia, ogni percorso psicologico è una storia di rivalsa. È una storia nella quale uno si riprende pezzi di sé e finalmente si dà il permesso di esprimere e di esprimersi anche se l'ambiente non è così convalidante o supportivo. Quindi TI FA BENE guardare questa serie, anche se non eri tra gli sfigati, perché ti può far accendere una lampadina su che cos'è il mondo visto dall'altra parte, ti può far accendere una lampadina su come a volte inconsapevolmente possiamo fare male ad altre persone, e ti può aiutare ad ampliare la tua prospettiva e ad accorgerti che alla fine popolari e sfigati sono uguali cioè sono tutti ragazzi e ragazze con sogni, desideri, con un mondo con dei talenti, con delle cose da esprimere. Storie di rivalsa Quella della Dott.ssa Spinelli non è certamente l’unica storia che mostra come va vita ci riservi la possibilità di una rivalsa. Se i vostri ragazzi sono tra coloro che subiscono prepotenze potrete leggere loro quest’altra bellissima storia ........... Stefania non ama andare a scuola. Cioè, lei amerebbe pure imparare, è molto curiosa, intelligente più della media, creativa; ma a scuola è un disastro. I suoi genitori si sono trasferiti per lavoro in un paese in cui sono tutti biondi, alti, e lei invece è meridionale, un po' tracagnotta, coi capelli neri. In più, ha velleità artistiche: le piace cantare, partecipa a piccoli concorsi canori, e questo le scatena addosso ancora di più le prese in giro dei compagni. Lei cerca di resistere, ha alcune amiche (almeno crede!), e un carattere forte. Ma un giorno, a 14 anni, le cose peggiorano; dopo una accesa discussione con alcuni compagni a causa di un post su Facebook, nel quale dopo una sua esibizione canora le avevano scritto "fai schifo! Non diventerai mai famosa!", all'uscita tre di loro la spingono in un bidone dell'immondizia, urlandole "questo è il tuo posto! Tu sei spazzatura!" Le sue 'amiche' sono presenti alla scena, ma invece di aiutarla, ridono. Lei non riesce a fare niente, non riesce a reagire, si sente pietrificata. Il periodo successivo è un disastro, connotato da insicurezza totale, umiliazione, isolamento. Per fortuna, grazie all'aiuto della sua famiglia, alla musica e al suo carattere determinato, Stefania supera tutto questo, e ne fa la sua forza. Stefani(a) di cognome fa Germanotta, alias Lady Gaga, e nel 2020 è stata menzionata nel Guinness Word record come la prima donna ad avere 4 singoli che hanno venduto più di 10 milioni di copie ciascuno. Non solo: è stata la prima persona nella storia a conquistare Oscar, Grammy, Bafta e Golden Globe nello stesso anno (2019), ed è la cantante più pagata al mondo, con un patrimonio netto stimato di 145 milioni di dollari. Nel 2016 ha ricevuto un altro Guinness World Record in quanto la sua pagina Wikipedia risulta essere la più visualizzata di sempre tra le pagine femminili (circa 80 milioni di visualizzazioni) e in generale è preceduta solo da Barack Obama e Michael Jackson. Non male per una 'spazzatura'...no? Dott.ssa Silvia Spinelli Segue un video riassuntivo

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31 Gen
2023
Baby Parking Torino

Orientamento e Open Day 0-3 anni

Baby Parking Torino

Cosa sono i Baby Parking? I Baby Parking, come gli Asili Nido, sono servizi di assistenza all'infanzia. Qual è la differenza tra Asili Nido e Baby Parking? Gli Asili Nido sono strutture educative che seguono un progetto pedagogico e sono regolamentati dalla legge sull'istruzione. Offrono attività didattiche e ludiche per bambini dai 3 mesi ai 3 anni.  In Italia gli asili nido sono gestiti sia dai comuni che da enti privati e il costo può essere a carico delle famiglie o del comune di residenza. A Torino gli Asili Nido sono gestiti e supervisionati dal comune di Torino. I Baby Parking sono servizi educativi di custodia oraria per bambini e bambine dai 13 mesi ai 6 anni, qualche Baby Parking è autorizzato, tuttavia, autorizzato ad accogliere una sezione lattanti cioè bambini di età inferiore a 13 mesi. L'organizzazione interna di un Baby parking si fonda su un progetto educativo che traccia le linee guida e di pensiero del servizio stesso. Essendo servizi educativi, i Baby Parking sono regolamentati da normative regionali specifiche. I Baby Parking si differenziano dagli Asili Nido per la flessibilità oraria, la possibilità di frequentare il servizio anche solo in alcuni giorni della settimana, e la possibilità di condividere momenti di vita, esperienze e routine in gruppo eterogeneo 0/6 anni. A Torino la permanenza dei bambini non può superare 5 ore consecutive ma è prevista la possibilità di un'interruzione di un'ora se la famiglia necessita la permanenza per più tempo nell'arco della giornata. Rispetto agli asili nido i baby parking non hanno servizio mensa e di norma potrebbero funzionare tutto l’anno senza la consueta pausa estiva. Solitamente sono strutture gestite da enti privati e il costo del servizio è a carico delle famiglie. Le caratteristiche dei locali, i requisiti del personale e le modalità di funzionamento sono stabiliti da norme regionali e comunali. Standard Minimi strutturali e organizzativi Linea Guida del Comune di Torino Che formazione ha il personale che accoglie i bambini del baby parking?  Essendo il Baby Parking un servizio educativo a tutti li effetti, anche il personale che opera al suo interno deve essere formato in ambito educativo e sociale. Sono validi i titoli di studio di Scuola Secondaria di Secondo grado in ambito Sociale, Umanistico ed Educativo conclusi entro maggio 2017, per coloro che hanno conseguito diploma dopo il 2017 occorre invece la Laurea in Scienze dell’Educazione o equipollenti. Profili professionali area professionale servizi di educazione e formazione Quanti sono i baby parking a Torino, come e quando ci si iscrive?  Torino ospita 18 Baby Parking: tutti, tranne uno comunale in Corso Bramante 75, sono a gestione privata. Città di Torino - Dipartimento Servizi Educativi (comune.torino.it) Le modalità di frequenza e le tariffe sono stabilite dai titolari del servizio: generalmente si paga a ore, sono previsti degli abbonamenti oppure dei pacchetti prepagati. Il costo di un baby parking generalmente è inferiore al costo orario di una babysitter. Nonostante il nome lasci pensare ad un luogo poco dinamico e attento ai bisogni del bambino, il baby parking è un servizio educativo a tutti gli effetti, i bambini non sono abbandonati a se stessi ma sono accuditi e coinvolti in attività strutturate di socializzazione, ludiche e creative. Essendo un servizio privato è possibile effettuare l’iscrizione in qualsiasi momento dell’anno, sempre che il numero massimo di iscrizioni e frequenze non sia stato raggiunto.

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29 Gen
2023
Servizio Civile nelle Scuole

Benessere e Attività Extra 13-18 anni

Servizio Civile nelle Scuole

Il Servizio Civile nelle Scuole Tra le proposte che il territorio di Torino offre ai ragazzi che intendono svolgere un anno di servizio civile vi sono quelle di due scuole parentali: Scuoletta Montessori di Orbassano e La Vita al Centro. Abbiamo chiesto a Mara Parisi, Presidente dell'associazione Scuoletta Montessori, che tipo di esperienza offriranno le scuole parentali ai ragazzi che parteciperanno al loro progetto. Cosa Vuol dire Servizio Civile per Mara Parisi Per descrivere cos’è il servizio civile potremmo utilizzare una delle tante descrizioni che si trovano sui siti internet vari portali come ad esempio:  “Il Servizio Civile è una forma di cittadinanza attiva riservata a giovani tra i 18 e i 28 anni che propone azioni di solidarietà, inclusione sociale, tutela del patrimonio culturale e ambientale. Obiettivo del Servizio civile è accompagnare i candidati in un percorso importante di crescita personale e professionale, offrendo esperienze in grado di rafforzare la loro autonomia e il grado di partecipazione alla comunità.” Ma mentre scrivo queste parole mi rendo conto di quanto poco esprimano il valore di questa esperienza; quindi ricomincio la mia ricerca nella speranza di trovare qualche informazione che mi soddisfi, finché non mi rendo conto che non c’è nulla di meglio delle impressioni di che ha vissuto sulla propria pelle questa opportunità. Tra le tante testimonianze che trovo qualcuno dice: “Il servizio civile racchiude il senso del mio studio e della mia aspirazione: quella di contribuire attraverso la cultura, l’arte e costruire una cittadinanza consapevole, sensibile e inclusiva.”, qualcun altro invece: ”Per me il servizio civile è un’occasione per apprendere nuove competenze, per sperimentarmi in nuovi contesti e per essere di aiuto a chi ne ha bisogno. È un percorso di crescita ed arricchimento individuale, che offre importanti punti da estendere alla vita quotidiana. È un viaggio all’interno delle relazioni, non solo professionali, ma di quelle che riescono a scaldarti il cuore e a motivare le tue giornate.”. Ed ancora: “É un’occasione per migliorare me stesso e il mondo che mi circonda; andare oltre le apparenze e le culture; fare cittadinanza attiva.” L'Associazione culturale Scuoletta Montessori ospiterà da Maggio 2023 per 12 mesi undici risorse che, all’interno di un progetto di prevenzione e contrasto al disagio scolastico, vogliano cogliere un’opportunità di formazione e crescita professionale. L’impegno settimanale sarà di 25 ore con un rimborso previsto di circa 450 Euro. Cos’è l'Associazione culturale Scuoletta Montessori? E perché scegliere questa realtà? Scuoletta Montessori è un’associazione nata nel 2017 che si occupa di percorsi educativi ispirati al metodo Montessori e all’Outdoor Education; per conoscerci puoi navigare sul sito https://www.scuolettamontessori.it All’interno della nostra struttura e del nostro parco, alle porte di Torino, ospitiamo bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni e quello che offriamo è la possibilità di fare un’esperienza sul campo che cambierà la vostra prospettiva di ambiente educativo! Chi è interessato a candidarsi può inviare la propria candidatura entro e non oltre il 10 febbraio alle ore 14,00 dalla piattaforma Online dedicata al Servizio Civile Universale presente sul sito www.volontariatotorino.it. Per Informazioni più dettagliate collegarsi al sito del progetto Contatti Scuoletta Montessori: amministrazione@scuolettamontessori.it La Rete della Vita al Centro: eventi.vitaalcentro@gmail.com Telefono 011 0269835

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28 Gen
2023
Il Servizio Civile: domanda di partecipazione

Eventi e Incontri 13-18 anni

Il Servizio Civile: domanda di partecipazione

I giovani interessati al servizio civile hanno ancora pochi giorni per presentare la domanda e partecipare al bando per la selezione dei volontari ma prima di scoprire le modalità di partecipazione vediamo cosa è il servizio civile e cosa offre. Cosa è il servizio Civile?  Per servizio civile si intende l’impegno, da parte di un giovane o una giovane, in un progetto sociale o di comunità della durata di 8-12 mesi.  I progetti ammessi sono finalizzati alla difesa, non armata e nonviolenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, con azioni per le comunità e per il territorio. Il servizio civile è un’occasione per i giovani sia per la propria formazione personale e crescita individuale sia un'opportunità per avvicinarsi al mondo del lavoro. Chi sono i destinatari La partecipazione è possibile per i giovani di età compresa fra 18 e 28 anni.  Condizioni di servizio  Il servizio ha una durata da 8 a 12 mesi, con un orario pari a 25 ore settimanali oppure con un monte ore annuo che varia tra le 1.145 ore per i progetti di 12 mesi e le 765 ore per i progetti di 8 mesi. Per i volontari è previsto per un assegno mensile di € 444,30 e la copertura di un’assicurazione.  Come partecipare Per partecipare al bando occorre presentare domanda entro le ore 14:00 del 10 febbraio attraverso la piattaforma Domanda on Line Per compilare correttamente la domanda è disponibile la Guida per la compilazione sul sito internet del dipartimento www.scelgoilserviziocivile.gov.it.. Opportunità sul territorio di Torino Tra i progetti a cui è possibile partecipare sul territorio di Torino segnaliamo quello di due scuole parentali che offriranno ai ragazzi l'occasione di conoscere ambienti e approcci educativi nuovi e affiancare insegnanti ed educatori appassionati

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27 Gen
2023
Giorno della Memoria: come parlarne ai bambini?

Genitorialità e Educazione Per tutte le età

Giorno della Memoria: come parlarne ai bambini?

In moltissime scuole di vario ordine e grado, durante la giornata del 27 Gennaio "Giorno della Memoria", vengono proiettati film o contenuti dedicati alle vittime dell'Olocausto. Come parlare di argomenti così forti e delicati ai nostri bambini e ragazzi ? È meglio proteggerli, oppure fargli sapere cosa accade intorno a loro? E se scegliamo questa seconda opzione, come possiamo presentare argomenti di grande impatto emotivo, nel modo più delicato possibile, accompagnandoli nel processo di elaborazione e comprensione, per non incorrere in traumi? Per rispondere a questa domanda abbiamo chiesto alla Dott.ssa Silvia Spinelli, Psicoterapeuta specializzata in età dello Sviluppo. Ecco alcuni consigli per insegnanti e genitori Consigli per gli Insegnanti  È certamente importante parlare di tutti gli accadimenti che fanno parte della nostra storia ma quando alcuni di questi sono accompagnati da video, immagini, racconti di vita di persone con nomi e foto, occorre farlo in modo pertinente all’età degli studenti. Sui contenuti delicati non c’è una regola generale.  Ogni bambino è differente: ci sono quelli che rimangono profondamente turbati, ci sono quelli che, pur commuovendosi, riescono poi ad assimilare il messaggio e a captarne l’essenza, e poi ci possono essere quelli che, per difesa, sembra si facciano scivolare tutto addosso con indifferenza. Ma è davvero così? La capacità di elaborazione delle emozioni e degli stati d’animo è soggettiva: sicuramente è un meccanismo influenzato dal temperamento individuale, ma anche dal lessico emotivo che si utilizza a casa. In un contesto familiare in cui ci si confronta spesso sulle emozioni, la comprensione di tematiche così spinose è certamente meno complessa. Quando si vuole far riflettere i più piccoli su questioni impattanti, come la morte, le malattie, fatti drammatici del passato o attuali, come la guerra, è fondamentale innanzitutto che gli insegnanti informino per tempo i genitori, affinché essi possano segnalare eventuali perplessità, per poi valutare consapevolmente come agire con il proprio figlio; se un genitore è conscio di avere un bambino molto sensibile, può decidere di prepararlo prima. È indispensabile che gli insegnanti lascino libertà di movimento ai loro alunni, rassicurandoli di potersi sedere di fianco a loro, per esempio, nel momento in cui dovessero sentirsi troppo scossi, o di poter uscire dalla classe per decomprimere la tensione.  Bisogna dare spazio alla rielaborazione di ciò che si è visto: “Cosa ne pensate?”, “Come state?”, “Perché secondo voi sono successe queste cose?”, “Come possiamo fare perché non accadano più?”, insomma, consentire che emergano sensazioni e sentimenti, senza giudizio e negazione, evitare di minimizzare nel caso in cui qualcuno particolarmente empatico pianga, e riconoscere l’autenticità di quella reazione. Mai dare per scontato che i ragazzi più grandi tollerino meglio questi contenuti: sebbene siano emotivamente più strutturati, prepariamoli sempre prima, dando anche a loro la possibilità di scegliere se continuare a osservare quel contenuto, garantendo piena libertà nella gestione dello spazio, a seconda del sentire personale. Alcuni possono chiedere di uscire dall’aula, per esempio, ed è giusto concedere che si autoregolino come ritengono più opportuno. Ma è davvero giusto mostrare immagini o video che potrebbero urtare la loro sensibilità? Non ho la risposta a questa domanda, perché non mi occupo di temi etici, intesi in questo senso, ma da psicologa posso dirvi che la negazione non è mai un bene: fare finta che un fenomeno non esista, allo scopo di proteggere, anche se a fin di bene, non è mai una buona idea. Sono piccoli ma si accorgono di ciò che gli succede intorno, quindi molto meglio prevenire e fornire loro una spiegazione guidata e adatta alla loro età; in secondo luogo è più semplice comprendere con l’aiuto di un adulto a fianco, che non magari trovarsi a vedere da soli un documentario a casa su Netflix, che potrebbe far emergere dubbi e perplessità irrisolti.  Le tappe di sviluppo per l’elaborazione delle emozioni non sono uguali per tutti. Anche agli adulti può capitare talvolta di faticare osservando immagini o ascoltando storie che riportano a fatti violenti. Consigli per gli i Genitori  Condividete e create una buona alleanza con gli insegnanti, e insieme guidate i giovani e i bambini verso il processo di elaborazione, tramite strumenti adatti quali l’ascolto empatico, l’accoglienza delle emozioni e non la repressione delle stesse, favorendone l’espressione, per poi lasciarle andare. In questo modo si eviterà che questo tornado emotivo li travolga, limitando sofferenza, preoccupazione o pensieri tristi. Avvisateli che il 27 gennaio in classe probabilmente si parlerà di questo argomento e siate pronti ad ascoltarli quando torneranno a casa. Ecco il link ad un video riassuntivo Silvia Spinelli

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24 Gen
2023
Eventi ed Educazione Febbraio 2023

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi ed Educazione Febbraio 2023

Scopri l'elenco degli appuntamenti che il mondo dell'educazione offre a educatori e genitori da Febbraio 2023. Genitori Connessi: come gestire l'uso dei social network in adolescenza VENERDÌ 3 FEBBRAIO ore 20:45 Presso AKUADRO Sport - Via XXV Aprile 154 - Nichelino (TO) La tecnologia e lo sviluppo dei social corrono veloci ed è sempre più difficile rimanere aggiornati sulle insidie e sui rischi del web. Ai genitori spetta l’arduo compito di monitorare e supportare i propri figli nella gestione di un mondo sempre più complesso e con risvolti psicologici e comportamentali importanti. Relatrice Dott.ssa Francesca Bordone - Psicologa specializzata in età evolutiva e genitorialità I Primi 1000 giorni di Vita del Bambino VENERDÌ 3 FEBBRAIO ore 20:30 Presso Asilo Nido Il Giardino di Aurora, via Pisa 43, Torino Un incontro organizzato dal Team de “La grotta di Gaia”, il sale del benessere Durante l'incontro si parlerà di: - ambiente relazioni e bisogni primari per una crescita armonica, - l'importanza del microbiota intestinale per la salute del bambino - respirare bene, prevenzione naturale per la mamma e il bambino Ingresso libero con prenotazione Tel. 011 6993134 Corso di Comunicazione Non Violenta e Comunicazione Empatica: per genitori ed educatori Sabato 10 Febbraio ore 10:00-17:30 Presso La Casa delle Meraviglie Revigliasco (TO) Uno speciale corso di una giornata per educatori e genitori interessati a migliorare le relazioni con grandi e piccini attraverso la Comunicazione Non Violenta. Durante l’incontro teorico e pratico si scoprirà come: trovare soluzioni creative ai conflitti; entrare in contatto con emozioni, bisogni profondi e desideri; scoprire la differenza fra pretendere e chiedere; uscire da modelli impositivi di dovere; dare e ricevere empatia. Per info e prenotazioni scrivere a casadellemeraviglietorino@gmail.com (entro il 3 febbraio) Laboratorio di Scrittura Espressiva: per ragazzi dai 9 ai 14 anni 3 e 17 febbraio, 3 e 17 marzo, dalle 17 alle 18:30 Montaldo Dora (TO) Un'occasione speciale organizzata dall'Associazione Zantea per far scoprire il potere della scrittura come espressione del sé. L'ingresso è a offerta libera. Per informazioni scrivere a associazionezantea@gmail.com La quotidianità senza stress, è possibile? : per genitori Venerdì 10 febbraio, via Rosta 24 Torino Luisella Piazza, Consulente Pedagogica e Formatrice, e Valentina Bruzzese, Mentore Certificato HeartMath® per la Costruzione della Resilienza Personale terranno un incontro in presenza dedicato ai genitori, con l'obiettivo di aiutarli a vedere, trovare e coltivare momenti di ancoraggio all'interno delle loro giornate. Manovre di Disostruzione Pediatrica: per educatori, animatori, babysitter, genitori, nonni Corso GRATUITO Sabato 11 Febbraio, ore : 10:30, Studio Amida - Viale Branca 13 a Rivoli L'associazione di Rivolo https://www.womanly.it/ organizza un incontro di formazione e sicurezza dedicato a tutti coloro che accompagnano i bambini durante le loro giornate. Medici Pediatrici ed Istruttori esperti forniranno le competenze di base per gestire le situazioni di emergenza soprattutto nel caso di ostruzione delle vie aeree. Per informazioni scrivere a: corsi@womanly.it Verso un’educazione Risvegliata: dall’attenzione al cuore… passando per il corpo: Conferenza gratuita online, per insegnanti e genitori Giovedì 16 febbraio ore 21.00 Incontro di presentazione di un corso online tenuto da Grazia Roncaglia e rivolto a genitori, insegnanti, educatori che vogliono riflettere sull’importanza della relazione nell’educazione di bambini e ragazzi, a partire da quella con se stessi. Il corso offre gli strumenti per avviare a casa e/o a scuola un percorso di autoconoscenza che porta a potenziare l’attenzione, la capacità di autoregolazione emotiva e di ristabilire la centratura nelle difficoltà, gli strumenti per affrontare le sofferenze e le perdite, incluso il lutto. Essere genitori o insegnanti è una sfida che richiede coraggio e passione, ma occorre anche possedere la "visione", quella luce che ci illumina la strada e che insieme al cuore ci guida nella direzione giusta. A Scuola di Bici: un progetto di Specchio dei tempi per le scuole Entro il 23 febbraio inviare la candidatura Il Progetto di Specchio dei Tempi ha l'obiettivo di insegnare ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado le regole della strada e come limitare i rischi per non correre pericoli. Specchio dei tempi propone degli incontri di educazione stradale nelle scuole, grazie alla voce di giornalisti del settore che coinvolgeranno i ragazzi grazie alla proiezione di video e i racconti della loro esperienza diretta. Gli incontri, della durata di due ore, sono gratuiti e si terranno negli spazi che le scuole partecipanti metteranno a disposizione. Gli incontri saranno programmati nei mesi di marzo, aprile e maggio nelle scuole selezionate: 10 scuole a Torino ed una per ogni capoluogo di provincia del Piemonte. A fine progetto sarà organizzata una biciclettata aperta a tutti i bambini e i ragazzi, coinvolgendo anche le loro famiglie. Le scuole interessate potranno inviare la propria candidatura attraverso una mail a specchiodeitempionlus@lastampa.it Per maggiori informazioni contattare la segreteria al numero 011 656 8376. Incontro di orientamento per la Scelta del Nido: per mamme e papà Venerdì 24 Febbraio dalle 18:00 alle 20:00 presso cascina Roccafranca, Via Rubino 45 Torino Il momento di rientrare a lavoro si avvicina, così come il momento di decidere a chi affidare le cure del vostro bimbo o la vostra bimba. Avete già fatto la vostra scelta o state ancora valutando se, dove e quando inserire il vostro bambino al nido? La città di Torino offre vasta scelta di servizi dedicati all'infanzia e, proprio per questa ragione, spesso le famiglie si sentono disorientate. Per guidarvi verso la scelta migliore rispetto ai vostri bisogni Che Scuola?! oltre ad avere scritto delle linee guida per sfruttare al meglio le date di Open Day momenti di incontro con specialisti del settore educativo a cui potrete rivolgere tutte le vostre domande per fare una scelta serena. Incontro gratuito. Per registrarsi scrivere a genitorii@chescuola.net Incontri di Espressione Artistica e Narrazione: per bambine e bambini dai 5 agli 8 anni Tutti i Venerdì di Marzo dalle 17:00 alle 18:30, Torino "Coltivare nei bambini e nelle bambine l’espressione artistica come parte integrante della loro crescita armonica è uno dei miei obbiettivi educativi. Tramite il racconto e la narrazione entreremo nel mondo degli elementi naturali trasformandoli in espressioni artistiche tramite l’acquarello su carta bagnata e la sculta. L’abilità nelle mani è attenzione, memoria, lungimiranza, forza d’invenzione e di partecipazione, capacità selettiva ed organizzativa. E' gioia del cuore è impulso di pensiero che entra fin nella volontà" Luisella Piazza, Consulente Pedagogica e Formatrice . Per iscrizioni ed informazioni: piazzaluisella@gmil.com, mobile 3386443426 Bambini forti e radicati: Educare l’autoregolazione emotiva nei bambini e negli adolescenti: Intensivo di formazione per genitori e insegnanti Domenica 12 marzo ore 9:00-16:30 Vezzano sul Crostolo (RE) Questo incontro intensivo viene condotto da Grazia Roncaglia: insegnante da oltre 20 anni nella Scuola Primaria, che si occupa di educazione in termini olistici. Attraverso brevi approcci teorici e metodologici, con l'ausilio di brevi video di esperienze in classe, la formula intensiva permette di sviluppare i temi dell’autoconoscenza e delle relazioni educative in senso esperienziale, attraverso pratiche di consapevolezza e meditazione integrate nella quotidianità e utilizzabili a scuola e in famiglia. Si lavorerà con modalità laboratoriale, includendo la pratica personale, in modo da mettere in luce per via diretta le possibilità educative e offrire la traccia di un percorso per sviluppare la consapevolezza e la capacità di autoregolazione emotiva di bambini e ragazzi. Questo processo include prima il riconoscere, poi dare un nome alle emozioni, infine (ma non meno importante) sentire gli effetti che hanno nel corpo, in modo da spostare l’attenzione del bambino da un piano cognitivo-emozionale a quello corporeo, parlando il linguaggio del SNA che si è attivato per ristabilire la centratura, prima di poterci occupare del processo di cura di sé e di auto riflessione. Per info e iscrizioni scrivere a graziaroncaglia22@gmail.com (promozione per iscrizione entro 28 febbraio) Giovedì Scienza: 37° edizione della rassegna scientifica torinese Dal 17 novembre 2022 al 16 marzo 2023 Sono in programma 14 appuntamenti e 2 eventi dedicati alle scuole. Tema della rassegna: l'alternanza Stabile/Instabile MindPerformance e MemoCamp estivi: incontri di presentazione del metodo TORINO 20/02/2023, Hotel Atlantic, Via Lanzo 163, Borgaro Torinese (TO) 18:30-20:30 PADOVA 21/02/2023, Hotel FourPoints by Sheraton, Corso Argentina 5, Padova 18:30-20:30 MILANO 22/02/2023, Una Hotel Via G. Keplero 12, Pero (MI) 18:30-20:30 BOLOGNA 28/02/2023, Zan Hotel & Meeting, via Saliceto 8, Bentivoglio (BO) 18:30-20:30 Incontro Online 14/03/2023 Matteo Salvo è un ricercatore, divulgatore ed esperto di tecniche di memoria e di apprendimento. Insieme al suo team Salvo aiuta quotidianamente studenti attraverso un metodo di studio targato MindPerformance. Ai ragazzi vengono proposti MemoCamp estivi ma anche tutoring che permettono in breve tempo di migliorare il rendimento scolastico e ad amare lo studio. Quattro sono gli incontri organizzati dal team di MindPerformance che permetteranno di conoscere di persona il fondatore e i trainer, per capire le basi del metodo di studio e poter porre tulle le domande necessarie per valutare se i tutoring proposti e i Camp sono la giusta soluzione per sostenere lo studio dei vostri ragazzi. Ingresso gratuito per bambini e ragazzi Aiutami a stare attento! Pedagogia dell’attenzione: Ritiro di formazione per genitori e insegnanti 13-14-15 Maggio 2023 VERRUA SAVOIA (TO) Il ritiro di formazione è organizzato da Grazia Roncaglia: insegnante da oltre 20 anni nella Scuola Primaria, che si occupa di educazione in termini olistici. Spesso diciamo ai nostri figli e alunni: “State attenti!”, ma sappiamo spiegare come si fa? Attraverso semplici pratiche, giochi ed esercizi, è possibile imparare come allenare l’attenzione, riconoscere la distrazione e fare ritorno a ciò su cui eravamo focalizzati, favorendo il passaggio dal "fare" attenzione all’"essere" attenti. Introdurre in famiglia e a scuola momenti strutturati di pratiche riflessive, nei quali i ragazzi imparano a raccogliere l’attenzione dispersa all’esterno per dirigerla all’interno di sé, diventando gli osservatori delle sensazioni corporee, del respiro, dei loro stessi pensieri e emozioni, implica molto di più che il semplice potenziamento delle capacità attentive. È un cammino di autoconoscenza che include l’alfabetizzazione corporea e emotiva, portando alla regolazione cognitiva, che non possiamo dare per scontata… neanche negli adulti! Sito Web, Per info e iscrizioni scrivere a graziaroncaglia22@gmail.com CRESCERE, EDUCARE e ACCOMPAGNARE: per le famiglie 23 Settembre 2022 - 19 Marzo 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso per genitori consapevoli organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi 7 incontri di formazione in presenza per approfondire le maggiori tematiche relative alla genitorialità. Il Gioco è una cosa seria: per educatori e insegnanti  Gennaio - Giugno 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso formativo di Educazione in Natura organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi Percorso completo 8 moduli - 56 ore di formazione Un corso studiato appositamente per insegnanti, formatori, educatori, accompagnatori in natura e tutti coloro che vogliono approfondire tematiche importanti come, tra le altre cose, lo sviluppo delle competenze emotivo-relazionali, le intelligenze multiple, il pensiero divergente, l'apprendimento libero e l'educazione emozionale.   E ... se volete condividere eventi di interesse con famiglie e insegnanti scriveteci a info@chescuola.net Antonella Giostra

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19 Gen
2023
Essere Genitori nell'era di Internet

Genitorialità e Educazione Per tutte le età

Essere Genitori nell'era di Internet

Un tema estremamente attuale e spesso fonte di dubbi e preoccupazioni per i genitori di bambini e adolescenti, nonché per le figure educative, è l’uso di internet in generale. Come essere genitori e insegnanti nell’era di internet? Come proteggere i ragazzi dai pericoli? Quali sono i modi più funzionali per intervenire nella gestione delle tecnologie? Non possiamo negare che il digitale sia una grossa opportunità, ma occorre riflettere sull’importanza del ruolo educativo di genitori e insegnanti per favorirne un uso intelligente e consapevole. Innanzitutto, è necessario avere presente che cosa significa essere adolescenti, come cambia il modo di sentire, comunicare e relazionarsi in questa fase di vita, e quali sono i loro bisogni. Dopo di che è necessario che noi adulti per primi ad essere informati e conoscere il web, il suo funzionamento e tutte le sue sfaccettature, nel bene e nel male. Ma prima di ogni cosa, dobbiamo essere consapevoli che l’uso che i ragazzi fanno del web ha molto a che fare con il contesto relazionale e affettivo entro cui sono inseriti. Numerose ricerche mostrano come la qualità della relazione adulto-adolescente, il coinvolgimento affettivo, un ambiente relazionale attento e sintonizzato sulle emozioni e sui bisogni dei ragazzi, una buona comunicazione e fiducia reciproca, siano gli elementi che più di tutti influenzano l’uso costruttivo del web. L’idea quindi deve essere quella di costruire una “base sicura” digitale, che veda i genitori e tutte le figure educative come solidi punti di riferimento, anche per ciò che riguarda il mondo del web. Cosa può fare la famiglia? I consigli di Che Scuola per i genitori sono sempre gli stessi: informarsi partendo da fonti autorevoli, confrontarsi e riflettere in famiglia per farsi una propria idea, ascoltare professionisti del settore e approfittare di ogni occasione possibile per far crescere una propria cultura dell’educazione. Un’occasione da non perdere è l’incontro in presenza organizzato dalla Dott.ssa Francesca Bordone, Psicologa specializzata in Età Evolutiva e Genitorialità, rivolto a insegnanti e genitori al fine di confrontarsi su questi aspetti e condividere informazioni, dubbi, timori e possibili modalità d’intervento. Titolo dell’evento  “Genitori Connessi: come gestire l’uso dei social network in adolescenza” Dove  AKUADRO Sport - Via XXV Aprile 154 - Nichelino (TO) Quando Venerdì 3 Febbraio alle 20:45 Cosa può fare una scuola? L'argomento sull'uso del digitale può essere sviluppato anche per i ragazzi che non attraversano la fase dell'adolescenza e, considerando che i mezzi di comunicazione moderni vengono usati sempre più precocemente dai nostri ragazzi, sarebbe opportuno che non solo scuole secondarie di secondo grado ma anche scuole primarie e scuole secondarie di primo grado incentivassero il dialogo e il confronto su questo tema di concerto con le famiglie. Le scuole interessate ad approfondire l’argomento possono organizzare un evento di confronto con insegnanti e genitori contattando la Dott.ssa Francesca Bordone. Altre azioni possibili ? Per i genitori e gli insegnanti che volessero approfondire gli argomenti sull’uso dei sistemi digitali da parte degli adolescenti di seguito sono riportati alcuni link utili da consultare  https://www.unicef.it/pubblicazioni/i-diritti-dei-minorenni-in-relazione-all-ambiente-digitale/ https://www.minorionline.com/ https://www.minori.gov.it/sites/default/files/accesso_sicuro_a_internet.pdf https://www.minori.gov.it/it/ricerca-guidata?f%5B0%5D=taxonomy_vocabulary_20%3A544

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15 Gen
2023
La quotidianità senza stress, è possibile?

Benessere e Attività Extra Per tutte le età

La quotidianità senza stress, è possibile?

Noi genitori, per eccellenza, siamo i veri maestri della cura. Ogni giorno, dal giorno zero, destiniamo energie e gesti ai nostri figli. Prepariamo il nido, accogliamo, nutriamo, teniamo in braccio, culliamo, rassettiamo, cantiamo, cambiamo il pannolino, cuciniamo, raccontiamo storie, osserviamo, diamo carezze, sorridiamo, ascoltiamo, bisbigliamo, accompagniamo a scuola, gesticoliamo, accompagniamo al sonno, prendiamo per mano, coltiviamo interessi e inclinazioni, cuciniamo, stimoliamo, cogliamo gesti ed espressioni, abbracciamo.   Una miriade di piccoli e grandi gesti che richiedono tempo, attenzione e pazienza. Quel tempo che sembra scivolare via troppo velocemente e non basta mai, quell’attenzione che, a fine giornata, è ormai sfiorita, quella pazienza che la troppa stanchezza rende sottile e debole. Quel tempo, quell’attenzione e quella pazienza che un genitore non mette in campo quotidianamente solo per la cura dei figli ma anche per la gestione degli impegni, del lavoro, delle scadenze, della casa, dei conti da far quadrare, delle relazioni con altri adulti. Un groviglio di pensieri, emozioni e azioni ai quali si vanno ad aggiungere gli imprevisti, il traffico, le dimenticanze. La cura portata avanti nel quotidiano è faticosa, quando i bambini sono molto piccoli è totalizzante. I ritmi sono costantemente scanditi, dal mattino sino a sera al rientro a casa, il quotidiano diventa ripetitivo e un po’ noioso per noi adulti.  Il tentativo, e la necessità, di far stare i mille doveri nel tempo limitato della giornata porta noi genitori a credere che l’unico modo per “riuscire nella missione quotidiana” sia correre, accelerare, spingere, rincorrere, affrettarsi, muoversi e agire sempre più velocemente. Quali sono gli effetti della Velocità? La velocità ha un impatto su di noi a tutti i livelli, da quello più visibile a quello più invisibile. Questo impatto prende più comunemente il nome di Stress. Sul piano mentale, lo stress genera un vortice interminabile di pensieri caotici che si sovrappongono tra loro, un vortice che rende sempre più difficile e faticoso trovare la chiarezza, il focus e la concentrazione di cui abbiamo bisogno. Sotto la pressione dello stress, la memoria si indebolisce, si dimenticano impegni o li si ricorda in ritardo, andando così a generare nuovo stress, nuova velocità, maggiore confusione. Sul piano emotivo, lo stress mette a dura prova la resistenza del nostro cuore, l’ansia e la frustrazione accelerano i battiti, la pressione sanguigna aumenta e il corpo viene inondato da una cascata di ormoni e sostanze, come adrenalina e cortisolo, che impiegano pochi istanti ad essere rilasciati ma che rimangono nel nostro corpo per ore e in quantità oltre i livelli di soglia.  Sul piano comportamentale e relazionale, lo stress ci toglie la pazienza e ci restituisce nervosismo, non solo con i figli ma anche con il partner. Finiamo così col mettere in campo reazioni impulsive e automatiche, parole che fuoriescono nella fretta con toni e modalità che non curano le relazioni e l'ambiente familiare, li fanno ammalare.  Sul piano fisico, lo stress toglie forza, resistenza, vitalità e la capacità di svolgere a fine giornata semplici azioni di cura in maniera fluida, rendendole meccaniche, forzate ed estremamente faticose. Lo stress ci priva della possibilità di vedere la bellezza di cui è ancora ricco il nostro quotidiano, della voglia di uscire e frequentare un corso, di coltivare gesti di cura verso noi stessi. E se alla Velocità sostituissimo la Lentezza e la Calma? Contrariamente a ciò che normalmente viviamo, i nostri figli ci insegnano che sono i ritmi lenti, i tempi scanditi e vissuti con senso e presenza a donare serenità. I figli, a modo loro, ci mostrano come vivere bene: muovere il corpo, riposare, nutrirci bene, dare tempo al gioco e alla creatività, tempo da dedicare gli affetti, godere della vita.  Come si mettono in pratica i suggerimenti che, in maniera naturale e inconscia, i nostri figli cercano di trasmetterci quotidianamente?  Molti disturbi dell'attenzione hanno origine o aumentano quando la gestione del quotidiano è caotica, frettolosa, senza cura e accompagnamento dei bambini nei piccoli gesti di accudimento quotidiano. Al mattino, i nostri bambini sanno che c’è un tempo per la colazione, per lavarsi, per prepararsi e iniziare la giornata fuori casa? Al rientro a casa la sera, sanno dove trovare o riporre i loro indumenti, hanno autonomia nel compiere questi gesti?   I gesti che compiamo davanti ai nostri figli, sono attenti?  Sappiamo cosa stiamo facendo mentre prepariamo la cena e ascoltiamo il loro racconto della giornata? Il tempo del riposo, l’accompagnamento al sonno, come si svolge?  La cura del quotidiano è una sfida, ci chiede presenza nel nostro agire, ci chiede di essere totalmente dentro ciò che stiamo facendo, ci chiede di invertire alla velocità la lentezza. Per poter trasferire calma e cura ai nostri bambini, noi genitori abbiamo bisogno di punti fermi, di momenti di ancoraggio che ci permettano di fermare il vortice di pensieri e azioni distratte, ripetitive e veloci e di fluire attraverso la giornata avendo la possibilità di viverla con maggiore serenità. Quali sono questi punti di ancoraggio? Come metterli in pratica nella vita di tutti i giorni? Come bloccare l’impatto dello stress e sperimentare un nuovo modo di vivere lo stesso quotidiano con una prospettiva differente? Come fare? Luisella Piazza, Consulente Pedagogica e Formatrice, e Valentina Bruzzese, Mentore Certificato HeartMath® per la Costruzione della Resilienza Personale, desiderano spiegarlo e insegnarlo attraverso l’incontro “Un Quotidiano senza Stress – Incontro per Genitori Resilienti”. Venerdì 10 Febbraio 2023 terranno un incontro in presenza dedicato ai genitori, con l'obiettivo di aiutarli a vedere, trovare e coltivare momenti di ancoraggio all'interno delle loro giornate. L'intento è di offrire ai genitori non solo parole ma strumenti pratici da utilizzare per vivere con maggiore serenità il loro quotidiano. Trovi i contenuti dell’incontro e i dettagli per la partecipazione a questo link Scarica qui il PDF con i dettagli e i contenuti dell'incontro. Per informazioni puoi scrivere a: Valentina Bruzzese: valentina@germogliluminosi.it Luisella Piazza: luisella@germogliluminosi.it

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11 Gen
2023
Ogni Scuola è Unica

Sponsor Per tutte le età

Ogni Scuola è Unica

Ogni scuola è unica: “Comunicare bene per Educare meglio” Parte il 16 gennaio il Progetto “Ogni Scuola è Unica – Comunicare Bene per Educare Meglio”. Il Progetto ha l’obiettivo di sostenere l’alleanza educativa tra le famiglie e i servizi educativi del territorio grazie a un ponte di comunicazione snello ed efficace tra famiglie e servizi socio-educativi. Attraverso il coinvolgimento delle scuole e dei servizi socio-educativi della Circoscrizione 7, il progetto ha l’obiettivo di favorire la comunicazione tra servizi socio-educativi e genitori facendo emergere il valore e l’unicità di ogni nido e scuola. Scuole e i servizi educativi del territorio, pubblici e privati, possono finalmente rendere efficace la comunicazione di informazioni, presentarsi, raccontarsi e farsi trovare dai genitori e, in questo periodo, far conoscere velocemente le date degli Open Day a tutte le famiglie della città. Gli educatori e i dirigenti scolastici hanno a disposizione un canale dedicato e privilegiato per la comunicazione dei loro progetti educativi: Il Portale www.chescuola.net. Genitori e famiglie possono essere agevolati nella fase di ricerca e scelta di un servizio socio- educativo, approfondire la propria conoscenza sugli argomenti utili a valutare i progetti educativi e avere un canale di informazione dedicato per individuare la scuola o il servizio socio-educativo più adatto alle proprie esigenze. La trasparenza e l'alleanza educativa che il progetto promuove hanno come scopo ultimo quello di favorire la fiducia delle famiglie nel sistema scolastico e ridurre la dispersione scolastica.   Descrizione dell’iniziativa I Servizi Educativi del territorio di Torino saranno chiamati dai volontari dell'associazione Lemon Tree per chiedere di diventare Partner del progetto grazie alla registrazione gratuita sul portale e l'inserimento delle informazioni utili a orientare i genitori. I servizi educativi partner potranno, inoltre, collaborare alla redazione di contenuti in ambito educativo e rivolti ai genitori per promuovere la cultura dell'educazione. Il contatto diretto con nidi e scuole del territorio sarà l'occasione per effettuare un'indagine e raccogliere informazioni, dati ed esperienze legate all’importanza della Comunicazione Esterna, che non è solo sinonimo di promozione ma è soprattutto la chiave per creare relazione di fiducia e collaborazione con le famiglie. Partner Partner istituzionale del progetto è la circoscrizione 7 del comune di Torino

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14 Dic
2022
Scuole Senza Zaino: quando sono nate, dove trovarle e come aderire

Approcci Educativi 6-11 anni 11-13 anni

Scuole Senza Zaino: quando sono nate, dove trovarle e come aderire

Il Progetto delle Scuole Senza Zaino L'approccio delle Scuola Senza Zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica nata alla fine degli anni Novanta che si prefigge, non solo di “fare scuola”, ma di “essere scuola” in un modo diverso, scardinando tutto ciò a cui siamo abituati per promuovere una modalità più inclusiva di vivere lo spazio educativo. Questa intuizione mette le sue radici, quando un coraggioso Dirigente lucchese - osservando la ben nota inquietudine dei ragazzi fra i banchi - si chiese che cosa si potesse fare di diverso per coinvolgerli e coltivare in loro una sfegatata curiosità e una gioiosa disponibilità alla fatica. Sperimentazione dopo sperimentazione, senza mai perdere l’entusiasmo, Marco Orsi e il suo team di docenti accolsero quella scontentezza come una sfida e ne fecero uno stimolo per ripensare alle pratiche educative affinché fossero più vicine ai bisogni dei propri studenti.  Così nel 2002 è nato il progetto Senza Zaino e, dal suo inizio ad oggi, ha visto più di 290 istituti e 630 plessi abbracciarne la missione: sparse in tutta Italia, sono centinaia le scuole che quotidianamente (e senza alcun costo per i genitori!) portano avanti questa rivoluzione. Guardiamo queste scuole più da vicino per scoprire cosa succede nelle loro aule, dove trovarle e i diversi modi pensati per supportarle attivamente nel loro lavoro. Dove trovare le Scuole Senza Zaino In tutta Italia! Le Scuole Senza Zaino sono tante, tantissime, sparse in tutta la penisola. Impossibile elencarle tutte, ma individuarle è un gioco da ragazzi! Se siete di Torino potete trovarle nel motore di Ricerca di Che Scuola selezionando il metodo educativo senza zaino nel filtro avanzato. E’ possibile impostare la ricerca per indirizzo, inserendo il nome dell’Istituto o manualmente, attraverso la mappa interattiva. Se siete di un'alta città potete invece sfruttare il sito della Rete Senza Zaino sono tutte presenti, organizzate in un elenco secondo l’ordine alfabetico delle province e accompagnate da una cartina che consente di trovarle a colpo d’occhio. Come aderire  Entrare a far parte della rete è un percorso a step i cui passi (e i documenti necessari!) sono facilmente individuabili sul sito nella sezione apposita.  Il primo passo è segnalare il proprio interesse, il secondo capire insieme cosa spinge la Scuola ad entrare nella famiglia Senza Zaino, sondando consapevolezza e motivazione. Ogni scuola, infatti, si approccia al Senza Zaino in maniera diversa, partendo da situazioni e premesse sue proprie e di tale specificità la Rete si prende cura per accoglierla come merita. Da quel momento in poi, la Scuola verrà assistita da vari soggetti territoriali come il Referente regionale e le Scuole Polo del territorio, per incontrarsi, approfondire insieme e formalizzare l’adesione con la firma del Dirigente (e il supporto di tutti gli insegnanti!) Per saperne di più collegarsi alla pagina dedicata. Vorresti partecipare al progetto ma non sei una scuola? C’è spazio anche per te! Lungi dall’essere un Associazione unicamente rivolta agli addetti ai lavori, quella della Senza Zaino è una famiglia aperta, che accoglie chiunque si riconosca nel modello di una scuola nuova fondata sui valori di Ospitalità, Responsabilità e Comunità. Aderire all’Associazione significa non solo sostenere materiale un Progetto sociale di ampio respiro, ma regalarsi anche una serie di vantaggi e opportunità formative! Ad attendere genitori, insegnanti e tutti gli amanti dell’educazione che vogliono restare al passo, ci sono: • Sconti sulle attività formative della Senza Zaino School • Partecipazione gratuita a seminari/corsi ai primi che si iscrivono • Una newsletter per rimanere sempre aggiornati sulle attività dell’Associazione Aderire è semplice, attraverso la Tessera annuale: se sei interessato ad approfondire i dettagli o ti senti già pronto a salire a bordo, clicca qui: https://www.senzazaino.it/tesseramento Raffaella Gagliardi

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7 Dic
2022
Eventi ed Educazione Dicembre 2022

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi ed Educazione Dicembre 2022

Scopri l'elenco degli appuntamenti che il mondo dell'educazione offre a educatori e genitori da Dicembre 2022. OPEN DAY alla Vita Al Centro-Torino per le famiglie Martedì 13 Dicembre - Primaria e secondaria di primo grado Giovedì 15 Dicembre - Infanzia e Nido La Vita Al Centro è un Progetto di Istruzione Parentale ad ispirazione biocentrica nato a Torino nel 2009. Da quando "La Vita Al Centro" è sorta, in forma di associazione, è cresciuta e oggi vanta di un micronido, un giardino dell’infanzia, una scuola primaria e una secondaria di primo grado, per un totale di circa 150 iscritti. La struttura scolastica è una cascina immersa in un bosco della collina torinese a soli 10km dal centro di Torino.  Per conoscere il personale educativo e scoprire questo paradiso dell'educazione potete approfittare degli Open Day, proposti per tutti i livelli di istruzione. Giovedì Scienza: 37° edizione della rassegna scientifica torinese Dal 17 novembre 2022 al 16 marzo 2023 Sono in programma 14 appuntamenti e 2 eventi dedicati alle scuole. Tema della rassegna: l'alternanza Stabile/Instabile Programmazione Speciale Scuola Dalla Scuola! Entro 17 Dicembre E' stata prorogata di una settimana la data entro la quale è possibile candidare la propria scuola come "luogo della partecipazione" e accettando così la sfida di condivisione e co-progettazione lanciata alle scuole secondarie di secondo grado da GiovedìScienza. La comunità scolastica delle scuole prescelte, studenti compresi, sarà coinvolta attivamente nella progettazione degli incontri scegliendo gli argomenti da approfondire. Dettagli per la partecipazione L’uomo sulla Luna: 50 anni dopo l’Apollo 17 16 Dicembre 19:30 - 23:30 17 e 18 Dicembre 14:30 - 18:30 Infini.to Planetario di Torino Via Osservatorio, 30, 10025 Pino Torinese TO In occasione del cinquantesimo anniversario della missione Apollo 17, InfiniTO presenta L’uomo sulla LunaUna tre -giorni di spettacoli, laboratori e approfondimenti per scoprire di più sul nostro satellite e sulle missioni umane passate e future. Programma Letture ad alta voce. Incontri sulla formazione del linguaggio (Sprachgestaltung) e la narrazione: Essere per Insegnare 16 dicembre Scuola Crescendo Pedagogia Waldorf APS, Corso Casale 246 Torino Un pensiero non lo si può urlare. Per poter esprimere un pensiero deve esserci silenzio interiore, calma in noi. E’ il primo passo. Allora possiamo dedicarci a dare forma a quel pensiero attraverso le forme della parole... Laboratorio di arte della parola a cura di Marco Conti Educazione e Crescita Consapevole: ciclo di incontri per famigli ed educatori Ottobre- Dicembre 2022, Baldissero Torinese (To) Malacatu Ambiente Educativo offre un ciclo di incontri di formazione aperto a bambini, genitori e insegnanti Il programma è disponibile sulla pagina Facebook CRESCERE, EDUCARE e ACCOMPAGNARE: per le famiglie 23 Settembre - 19 Marzo 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso per genitori consapevoli organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi 7 incontri di formazione in presenza per approfondire le maggiori tematiche relative alla genitorialità. Programma Il Gioco è una cosa seria: per educatori e insegnanti  Gennaio - Giugno 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso formativo di Educazione in Natura organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi Percorso completo 8 moduli - 56 ore di formazione Un corso studiato appositamente per insegnanti, formatori, educatori, accompagnatori in natura e tutti coloro che vogliono approfondire tematiche importanti come, tra le altre cose, lo sviluppo delle competenze emotivo-relazionali, le intelligenze multiple, il pensiero divergente, l'apprendimento libero e l'educazione emozionale.   E ... se volete condividere eventi di interesse con famiglie e insegnanti scriveteci a info@chescuola.net Antonella Giostra

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16 Nov
2022
Bottleneck. Web Agency

Sponsor

Bottleneck. Web Agency

Chi Siamo Bottleneck è una agenzia multidisciplinare di Torino, attiva dal 2005. Cosa Offriamo Ci occupiamo di realizzazione di siti internet, strategie SEO, gestionali, grafica pubblicitaria, creazione e sviluppo del brand, progettazione grafica e fornitura servizio stampa, comunicazione e marketing. La comunicazione in qualsiasi campo professionale è diventata un elemento dal quale non si può prescindere! Siamo consapevoli di esercitare in un settore in continuo progresso, in cui la creatività e l'innovazione sono requisiti fondamentali. Siamo in grado di pianificare la vostra nuova immagine aziendale, disegnare il logo che vi farà emergere sui vostri competitors, creare pubblicità esclusive per il vostro prodotto o servizio! Eseguiamo analisi e restyling completo dell'immagine societaria coordinata, elaboriamo e concretizziamo ogni tipo di attività promozionale. Lo staff della nostra agenzia di pubblicità è formato da professionisti provenienti da tutti gli ambiti della comunicazione; questo ci consente di rispondere, senza eccezione, alle più diversificate esigenze dei nostri clienti. Perchè sosteniamo Che Scuola?! Abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per i progetti di valore, crediamo nell'importanza della cooperazione e della comunicazione efficace. Sosteniamo il progetto Che Scuola?! perché crediamo possa essere un supporto importante per tutte le famiglie e le scuole. Contatti Link Sito Internet Tel 39 339 730 0851 Email info@bottleneck.it

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11 Nov
2022
Scuole Senza Zaino

Approcci Educativi 6-11 anni 11-13 anni

Scuole Senza Zaino

Scuole Senza Zaino A chi per la prima volta s’imbatte in una realtà scolastica Senza Zaino, la domanda sorge spontanea: è possibile mandare i bambini a scuola senza le loro ingombranti conchiglie di stoffa?  A queste perplessità risponderemo che sì, è possibile! Certo, non basta spogliare gli studenti del loro amato fardello per stravolgere il modello educativo di una scuola, ma da questo gesto apparentemente innocuo si può partire per cambiare in meglio un sacco di cose.  L'approccio Senza Zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica che si prefigge non solo di “fare scuola”, ma di “essere scuola” in un modo diverso. In particolare, scardina lo stereotipo degli spazi, attività e abitudini a cui siamo abituati per promuovere una modalità più inclusiva di vivere lo spazio educativo, affinché i bambini possano sentirsi protagonisti e membri di una comunità di cui prendersi cura. Vediamo che cosa le rende speciali, e perché hanno scelto di chiamarsi in questo modo. Perché ''Senza Zaino''? E’ dalla riflessione sugli oggetti - intesi come arredi, strumenti e ambienti - che ha preso vita la pedagogia Senza Zaino.   “Noi siamo partiti da un oggetto apparentemente banale, feriale, quotidiano: lo zaino che utilizzano i nostri bambini e i nostri ragazzi per andare a scuola. Perché, ci siamo chiesti, viene impiegato solo nelle scuole? Perché gli adulti per andare a lavoro tutt’al più portano con sé cartelle o borse leggere? [...] Il dizionario ne dà questa definizione: «Sacco di tela robusta rinforzato e munito di cinghie per essere portato a spalla, sia da soldati, che alpinisti e gitanti.›› Dunque l’utilizzo dello zaino non è un fatto neutrale, indifferente: mette in rilievo, da subito, un’immagine di ambiente perlomeno inospitale. E’ stato inventato per affrontare situazioni disagevoli, se non impervie. Siamo di fronte allora a un’organizzazione che struttura un ambiente (formativo) in modo tale che per essere vissuto necessita che gli alunni si impegnino in un trasporto quotidiano di cose che servono ad attrezzare un luogo altrimenti spoglio, senza dotazioni, privo degli equipaggiamenti di base.” Così Marco Orsi, fondatore del progetto Senza Zaino, racconta la genesi del progetto nel suo libro “A scuola senza zaino. Il metodo del curricolo globale per una didattica innovativa” : - se gli oggetti e gli spazi condizionano il modo in cui si fa scuola, così come il rapporto fra insegnanti e bambini, ristrutturarli è il punto d partenza per lavorare a un modello educativo più accogliente e funzionale all’ apprendimento. La scelta di liberarsi dell’ingombrante compagnia dello zaino, dunque, non è la mera stravaganza di un Dirigente un po’ naïf, ma la parte ultima di una revisione profonda che sceglie di fare della Scuola un luogo a misura di bambino, dove il necessario è a disposizione di tutti perché possano sentirsi liberi di creare e al contempo prendersi cura di spazi e persone. Cosa rende speciali le Scuole Senza Zaino. 1) Non ci sono banchi singoli, cattedre e i materiali restano in classe. Stop alle trincee di banchi schierate di fronte alla maestre; i banchi sono disposti per favorire l'interazione, la cooperazione e i lavori di gruppo rivoluzionando la geografia dell’aula, la pedagogia Senza Zaino trasforma la classe in una micro comunità, dove ognuno sente come propri gli oggetti di tutti e percepisce come necessario e vitale il suo contributo alla vita del gruppo. L’idea complessiva è quella di un’aula-bottega, dove gli attrezzi del pensare e del fare sono a disposizione di tutti e i bambini sono chiamati, come piccoli artigiani, a osservare, progettare, creare per risolvere quelle che sono piccole sfide quotidiane.  Le classi diventano spazi aperti e gli arredi isole di lavoro mobili per agevolare il momento dell’apprendimento, sia esso un laboratorio, il confronto di gruppo o un disegno da soli. Per la prima volta compare in aula l’ “Agorà”, un’area soffice dove i bambini si radunano ogni mattina per condividere stati d’animo e discutere il da farsi, come una piccola assemblea di cittadini nell’antica Grecia che definisce insieme la direzione della comunità. 2) Mette al centro la comunità.  Riordinare l’aula insieme, personalizzarla, ridipingere insieme quel muro un po’ triste: attraverso la suddivisione dei lavori e la partecipazione diretta alle faccende di ogni giorno, i bambini vengono coinvolti attivamente nel processo e abituati a pensarsi non come comparse di una commedia, ma registi e protagonisti di tutto ciò che va in onda in classe. A partire dalla semplice introduzione dell’Agorà, poi, crescono sperimentando una scuola democratica, dove si impara a discutere insieme e a fare scelte come risultato di una volontà condivisa che non ha bisogno di imporsi dall’alto. E' il momento in cui gli insegnanti trasmettono il valore e l'importanza dell'ascolto reciproco, in cui ciascun bambino porta all'attenzione dei compagni il proprio quotidiano raccontando avvenimenti importanti del giorno prima, è l'occasione per parlare delle novità belle e brutte e di ciò che accade nel mondo fuori dalla scuola. In questo contesto - che riesce ad essere autorevole pur rispettando le individualità di ognuno -, la voce e la presenza dell’insegnante diventano una guida che accompagna il gruppo alla scoperta di sé, degli altri e del mondo. 3) Promuove valori più sani. La pedagogia Senza Zaino raccoglie le sfide attuali, come l’indifferenza, il consumismo e la competizione per coltivare un legame profondo e autentico fra l’individuo e il mondo. Basta vantarsi per ciò che si possiede, gareggiare con gli altri per portare a casa il risultato migliore: a inizio anno, con una piccola cerimonia che stimola il senso di comunità, ognuno riceve una cartella uguale a quella degli altri e impara a guardare i compagni come alleati che giocano nella stessa squadra. La valutazione si fa mite - passando dai voti-etichette a descrizioni gentili -, mentre alle regole imposte e alle punizioni si preferiscono l’ascolto empatico e il perché delle cose, affinché ognuno diventi capace di essere se stesso senza calpestare i bisogni degli altri.   L'importanza di darsi il buongiorno! Una delle cose che rende speciali le scuole Senza Zaino è l'abitudine di darsi ogni mattina il tempo per "salutarsi". Ad attendere i bambini non c’è alcun "Aprite le cartelle, ora cominciamo!", ma uno spazio confortevole per connettersi e ritrovarsi. Nella filosofia Senza Zaino, infatti, è difficile essere pronti per la prossima gara, se prima non si è celebrato come si deve il piacere di essere una Squadra! Gli spunti per farlo possono essere tanti: una storia da leggere, un gioco per raccontarsi il weekend o una semplice domanda rimasta in sospeso nell'aria: seduti insieme nell'Agorá, i bambini si raccontano, ridono, imparano, ed esplorano l’essere se stessi. Se è vero che in ogni scuola c'è l'abitudine di darsi il buongiorno, nelle Senza Zaino questo gesto diventa un momento istituzionale, un rituale mattutino cui è affidato il compito di introdurre i bambini nello spazio scolastico affinché possano abitarlo con gioia.    Scegliere di stare in un luogo e prendere parte a ciò che in esso accade, infatti, è un premessa indispensabile - e troppo spesso trascurata - quando si parla di apprendimento. Ecco che offrire quotidianamente ai bambini uno spazio di espressione e connessione col gruppo - lungi dall’essere un “tempo sottratto all’apprendimento” - è un booster di motivazione per massimizzare e consolidare gli apprendimenti.  Ma c’è di più! Quello dell’Accoglienza è un momento creativo e mai uguale a se stesso, che si presta a tutto ciò di cui c’è bisogno: ecco che nei giorni che precedono il Natale, allora, può trasformarmi in un Calendario dell'Avvento vivente, dove i genitori portano in dono qualcosa di utile o i propri talenti, improvvisandosi maestri di creatività e spensieratezza per i propri bambini. La pedagogia in sintesi Quella Senza Zaino è dunque una pedagogia dai “piedi per terra”, che mira a ridurre la distanza della Scuola dal Mondo - come fra il Sé e l’Altro - affinché crescervi non sia un passaggio forzato, ma un’opportunità per prepararsi al Dopo conservando il coraggio di cambiarlo. Lavora perché l’apprendimento non sia “tutta Testa”, ma coinvolga attivamente il Corpo e le Mani, ricomponendo quella frattura fra un Sapere puramente astratto e un non meno valevole Saper Fare. Così, accanto allo scrivere, parlare, ascoltare compaiono il fare, lo spostare, l’esplorare; si passa dall’obbedire, l’adeguarsi, il rinunciare all’esprimersi, discutere e cambiare. Accanto a tutto questo, non dimentica il Cuore, e si impegna a rendere la Scuola un luogo accogliente, fatto di Collaborazione, Scoperta e Libertà, perché i bambini possano desiderare di farvi ritorno con la stessa gioiosa impazienza con cui ogni sera varchiamo la soglia di Casa. Come trovarle? Ad oggi sono più di 290 gli istituti e 630 i plessi che partecipano al Progetto Senza Zaino, scuole pubbliche e paritarie, con una pluralità di soluzioni educative che accompagna i bambini dalla fascia 0-3 anni fino alla Secondaria di Secondo Grado. Se sei di Torino puoi trovare le Scuole senza Zaino del territorio grazie al motore di Ricerca di Che Scuola selezionando nel filtro avanzato il metodo educativo "Senza Zaino" oppure puoi scrivere il nome dell’Istituto, o muoverti grazie alla mappa interattiva. E se vuoi saperne di più su come come aderire alla rete ecco un articolo dedicato. Raffaella Gagliardi

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3 Nov
2022
Open Day Torino

Orientamento e Open Day Per tutte le età

Open Day Torino

Open Day Torino: “Comunicare bene per Educare meglio” Progetto attivo: dal 1 Novembre - 1 Giugno 2023 Il progetto Il progetto promosso dall'associazione Lemon Tree prevede la pubblicazione sul portale delle date di Open Day di tutti i servizi educativi della città di Torino. Il progetto sostiene in tal modo l’alleanza educativa tra genitori, scuole e servizi educativi favorendo la buona comunicazione online da parte dei servizi educativi. Il primo incontro che le famiglie fanno con i servizi educativi spesso avviene attraverso le informazioni sul web e l’alleanza educativa può essere agevolata grazie a un ponte di comunicazione virtuale snello, trasparente ed efficace. Descrizione dell’iniziativa - Contatto telefonico diretto con i Servizi Educativi del territorio di Torino per far conoscere l'utilità della piattaforma www.chescuola.net - Richiesta ai servizi educativi di diventare Partner del progetto e guidarli alla registrazione gratuita affinché gli stessi autonomamente gestiscano le informazioni relative alle proprie attività e utili a orientare il genitore tra cui inserire la data dell' Open day - Produzione del video di presentazione e comunicazione ai genitori della presenza sulla piattaforma www.chescuola.net della pagina dedicata agli Open Day. Beneficiari - Genitori con figli in età prescolare e scolare - Servizi educativi (nidi, scuole, e baby-parking )  Obiettivi previsti e risultati attesi  Per i genitori - Essere agevolati nella fase di ricerca delle date di Open Day - Permettere ai genitori di organizzare al meglio la propria agenda e vedere più Open Day al fine di fare la scelta migliore per la propria famiglia - Conoscere l'offerta formativa del territorio e il grande valore dentro le nostre scuole Per le scuole e i servizi educativi - Rendere efficace la comunicazione di informazioni per l'orientamento dei genitori - Agevolare la partecipazione agli Open Day - Incontrare le famiglie Programmazione e tempistiche L’attività si svolge da novembre 2022 a maggio 2023. Partner Il progetto può raggiungere risultati più rilevanti grazie alla collaborazione di Partner Istituzioni. Come possono le istituzioni collaborare attivamente nella crescita di questo progetto? 1. Offrendo il patrocinio  2. Agevolando la comunicazione del progetto alle testate giornalistiche di riferimento 3. Offrendo disponibilità di spazi per eventi di formazione e tavoli di lavoro 

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29 Ott
2022
WEBINAR: In dialogo sul Consiglio Orientativo, Nuove prospettive tra consapevolezza di sé e lavoro in rete

Orientamento e Open Day 11-13 anni

WEBINAR: In dialogo sul Consiglio Orientativo, Nuove prospettive tra consapevolezza di sé e lavoro in rete

IN DIALOGO SUL CONSIGLIO ORIENTATIVO Nuove prospettive tra consapevolezza di sé e lavoro in rete   Nell’ambito del Sistema Regionale di Orientamento, è stato organizzato un webinar dedicato al tema del consiglio orientativo e aperto a tutti coloro che, con diversi ruoli e prospettive, si occupano di orientamento. L’incontro intende configurarsi come momento di confronto, finalizzato a ipotizzare nuovi scenari metodologici e operativi coerenti con una nuova visione dell’orientamento, inteso come processo a forte valenza educativa. L’incontro, inoltre, intende promuovere una riflessione sul consiglio orientativo, affinché lo stesso si configuri come uno strumento di orientamento, adatto alle necessità delle ragazze e dei ragazzi e alle caratteriste del contesto nel quale sono inseriti. La riflessione mira a valorizzare il lavoro che si sta portando avanti a livello regionale in materia di orientamento, per la valorizzazione delle esperienze vincenti e, contestualmente, l’individuazione e sperimentazione di interventi innovativi. È convinzione condivisa quanto sia importante delineare approcci teorico-metodologici e buone pratiche che facilitino un processo di scelta più consapevole, anche grazie all’acquisizione di competenze orientative per una gestione sempre più autonoma del proprio percorso formativo e professionale. È altresì condivisa la fiducia nel lavoro di rete e nella collaborazione tra le figure educative di riferimento per i ragazzi, come elemento indispensabile per facilitare scelte scolastiche e formative vincenti. Il gruppo di relatori, grazie alla sua eterogeneità, garantirà la presentazione di alcune riflessioni relative sia a studi accademici che a esperienze e valutazioni maturate direttamente in ambito scolastico. Di seguito presentazione dei relatori e dei loro interventi. Il Programma Introduzione Raffaella Nervi, referente Orientamento Regione Piemonte Dal consiglio alla competenza Diego Boerchi, professore di Psicologia dell’orientamento presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, referente  tecnico scientifico per la costruzione del Sistema Orientamento Piemonte Una proposta per la costruzione del consiglio orientativo Maria Maddalena Coccalotto, docente presso la Scuola Secondaria di I grado «Cordero» di Mondovì (Cn), referente  orientamento nell’Istituto e sul territorio del Monregalese Cebano (Cn) L’ingresso nella scuola superiore e il consiglio orientativo Aurora Giardino, docente presso la Scuola Secondaria di II grado «Cattaneo» di Torino e funzione strumentale per  l’orientamento nell’Istituto L’orientamento come processo educativo Daniele Ciavarella, educatore Cooperativa ET per il Progetto «Provaci ancora, Sam! Tutela integrata» e referente di  modulo La famiglia e il consiglio orientativo Paola Ricchiardi, professoressa associata di Pedagogia Sperimentale presso l’Università degli Studi di Torino Quando Martedì 8 novembre 2022 Dalle 14.30 alle 17.00 Come partecipare Per partecipare è sufficiente collegarsi al link Verrà rilasciato un attestato di partecipazione al termine del webinar Per informazioni Scrivere a orientamento@regione.piemonte.it

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27 Ott
2022
Eventi ed Educazione Novembre 2022

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi ed Educazione Novembre 2022

Scopri l'elenco degli appuntamenti che il mondo dell'educazione offre a genitori e insegnanti da Novembre 2022. Convegno a Rivoli: "Promuoviamo abilità comunicative per didattiche plurali e competenze relazionali per insegnanti. Conversazioni a più voci": per insegnanti Sabato 5 novembre dalle ore 9:00 alle ore 13:00 Via Dora Riparia 2 - Rivoli (TO) Il Comune di Rivoli al fine di promuovere il diffondersi di competenze sulle abilità comunicative in ambito scolastico, ha organizzato una mattina di confronto con specialisti del settore. Il convegno, è rivolto a tutti i docenti di ogni ordine e grado. Programma Webinar: IN DIALOGO SUL CONSIGLIO ORIENTATIVO Nuove prospettive tra consapevolezza di sé e lavoro in rete: per orientatori, docenti, educatori e altre figure che si occupano di orientamento Martedì 8 novembre 2022 ore 14.30 – 17.00 Nell’ambito del Sistema Regionale di Orientamento, è stato organizzato un Webinar dedicato al tema del consiglio orientativo e aperto a tutti coloro che, con diversi ruoli e prospettive, si occupano di orientamento. L’incontro intende configurarsi come momento di confronto, finalizzato a ipotizzare nuovi scenari metodologici e operativi coerenti con una nuova visione dell’orientamento, inteso come processo a forte valenza educativa.  Programma Per informazioni scrivere a orientamento@regione.piemonte.it Letture ad alta voce. Incontri sulla formazione del linguaggio (Sprachgestaltung) e la narrazione: Essere per Insegnare 4 novembre, 18 novembre e 16 dicembre Scuola Crescendo Pedagogia Waldorf APS, Corso Casale 246 Torino Un pensiero non lo si può urlare. Per poter esprimere un pensiero deve esserci silenzio interiore, calma in noi. E’ il primo passo. Allora possiamo dedicarci a dare forma a quel pensiero attraverso le forme della parole... Laboratorio di arte della parola a cura di Marco Conti Educazione e Crescita Consapevole: ciclo di incontri per famigli ed educatori Ottobre- Dicembre 2022, Baldissero Torinese (To) Malacatu Ambiente Educativo offre un ciclo di incontri di formazione aperto a bambini, genitori e insegnanti Il programma è disponibile sulla pagina Facebook CRESCERE, EDUCARE e ACCOMPAGNARE: per le famiglie 23 Settembre - 19 Marzo 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso per genitori consapevoli organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi 7 incontri di formazione in presenza per approfondire le maggiori tematiche relative alla genitorialità. Programma Educare L'attenzione, la consapevolezza e la responsabilità: dov'è il confine tra libertà e limiti 16 Novembre 2022 dalle 20:00 alle 22:00 Conferenza 26 Novembre 2022 dalle 10:00 alle 17:00 Formazione Revigliasco (To) La casa delle Meraviglie ospita Grazia Roncaglia insegnante della scuola primaria, formatrice e scrittrice di libri sull'educazione risvegliata, ha portato la meditazione in classe come strumento utile all'apprendimento e del benessere Programma sulla pagina Facebook Per informazioni tel 328 5428753, Email casadellemeraviglie@gmail.com SOCIOCRAZIA: come decidere, agire e comunicare in gruppo in modo inclusivo ed efficace 20 Novembre 2022, Revigliasco (To) La casa delle Meraviglie ospita una giornata di Formazione rivolta a genitori, insegnanti e tutti coloro che partecipano a contesti comunitari o di gruppo. Programma sulla pagina Facebook Per informazioni tel 328 5428753, Email casadellemeraviglie@gmail.com VICINI: La Scienza apre le porte alla Città: scuole e famiglie 10 - 20 Novembre 2022, area del Valentino, Torino L’evento VICINI: La Scienza apre le porte alla città è un’iniziativa organizzata dall’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche) e prevede l’apertura straordinaria degli ambienti della ricerca insediate nell'area del Valentino. Il programma al grande pubblico è ancora in fase di definizione ma intanto si suggerisce di non prendere impegni e tenere libere queste date sul calendario. Che Scuola ha dedicato un articolo che racconta è nata l'idea che ha premesso la collaborazione di 18 dipartimenti e strutture dell’Università, 19 enti esterni insieme a Politecnico di Torino e la Biennale Tecnologia. Un evento assolutamente imperdibile! OPEN DAY alla Vita Al Centro-Torino per le famiglie 29 Novembre 2022  La Vita Al Centro è un Progetto di Istruzione Parentale ad ispirazione biocentrica nato a Torino nel 2009. Da quando "La Vita Al Centro" è sorta, in forma di associazione, è cresciuta e oggi vanta di un micronido, un giardino dell’infanzia, una scuola primaria e una secondaria di primo grado, per un totale di circa 150 iscritti. La struttura scolastica è una cascina immersa in un bosco della collina torinese a soli 10km dal centro di Torino.  Per conoscere il personale educativo e scoprire questo paradiso dell'educazione potete approfittare degli Open Day proposti per tutti i livelli di istruzione a partire dal 12 Ottobre. Una fiaba per te, Narrare con la voce e con le mani per genitori e insegnanti di bambini tra i 2 e gli 8 anni. Sabato 3 Dicembre e Sabato 10 Dicembre, dalle 9,00 alle 13,00 a Torino La Consulente Pedagogica Luisella Piazza propone un incontro per vivere il potere creativo della fiaba. Per chi desidera approfondire il mondo delle fiabe come strumento di crescita personale ed educativo. I contenuti dell’incontro: Narrare fiabe è un canale preferenziale per arrivare al cuore di ogni esperienza. Narrare è un’arte, ha bisogno di tempo, di immaginazione, di un focolare. Se vuoi saperne di più scrivi a luisella@germogliluminosi.it Il Gioco è una cosa seria: per educatori e insegnanti  Gennaio - Giugno 2023 Presso Cascina Santa Brera - San Giuliano Milanese (MI) Percorso formativo di Educazione in Natura organizzato da A Tutto Cielo - Educazione in Natura condotto da Giacomo Caneschi Percorso completo 8 moduli - 56 ore di formazione Un corso studiato appositamente per insegnanti, formatori, educatori, accompagnatori in natura e tutti coloro che vogliono approfondire tematiche importanti come, tra le altre cose, lo sviluppo delle competenze emotivo-relazionali, le intelligenze multiple, il pensiero divergente, l'apprendimento libero e l'educazione emozionale.   E ... se volete condividere eventi di interesse con famiglie e insegnanti scriveteci a info@chescuola.net Antonella Giostra

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26 Ott
2022
Convegno a Rivoli: '' Promuoviamo abilità comunicative per didattiche plurali"

Eventi e Incontri Per tutte le età

Convegno a Rivoli: '' Promuoviamo abilità comunicative per didattiche plurali"

La relazione e la comunicazione tra docente e studente sono ingredienti fondamentali del processo di apprendimento. Per comunicare in maniera efficace l'insegnante deve essere sia emittente del messaggio che ricevente ed essere pronto ad ascoltare i feedback, anche non verbali, che arrivano dalla classe durante lo svolgimento delle lezioni. Nonostante l'importanza che le capacità di comunicazione rivestono per il buon andamento della formazione, le conoscenze su questi argomenti spesso non vengono approfondite dagli insegnanti. L'attenzione sull'uso delle corrette strategie al fine di diffondere e consolidare le informazioni nell'ambiente scolastico riveste un ruolo ancora più importante qualora sia presenti in classe studenti con disturbi dell'apprendimento. Il comune di Rivoli al fine di promuovere il diffondersi di competenze sull'argomento ha organizzato una mattina di confronto con specialisti del settore. Il convegno, previsto per sabato 5 novembre dalle ore 9:00 alle ore 13:00, è rivolto a tutti i docenti di ogni ordine e grado. Il Programma Saluti istituzionali a cura del Sindaco della Città di Rivoli Dott. Andrea Tragaioli e dell'Assessore alla formazione professionale Dott.ssa Alessandra Dorigo "Crescere comunicando : la comunicazione pedagogica" Prof. ssa Cristiana BALBO, MUSSETTO Prof.ssa Raffaella NEGRI - Staff inclusione dell' Istituto Di Istruzione Superiore Arturo Prever di Rivoli "Comunicare e includere per azioni pedagogiche efficaci" Prof.ssa Anna ROBINO, Prof.ssa Cristina FALBO - Staff inclusione dell' Istituto Di Istruzione Superiore Oscar Romero di Rivoli "Counseling skills per le didattiche multiple: uso della comunicazione e attenzione alla relazione" Prof.Mauro DOGLIO Pausa "Come farsi ascoltare? L'approccio psicologico nella comunicazione" Dott.ssa Silvia SPINELLI "Riflettiamo insieme per azioni pedagogiche efficaci" Dibattito dei partecipanti Quando Sabato 5 Novembre 2022 Dalle 9:00 alle 13:00 Dove Via Dora Riparia 2 - Rivoli (TO)

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24 Ott
2022
VICINI: La Scienza apre le porte alla Città

Eventi e Incontri Per tutte le età

VICINI: La Scienza apre le porte alla Città

La Storia di un Evento Il Racconto della Prof.ssa Stefania Pizzimenti " L’idea di VICINI mi è venuta in mente pensando ad una festa di vicinato. Non i vicini di casa, ma i miei colleghi delle porte e dei palazzi accanto. Lavoriamo da anni in quattro bellissimi palazzi ottocenteschi dedicati alla Scienza, pieni di tesori nascosti. Ho pensato: "Sarebbe bello aprire le porte e far conoscere il nostro lavoro, raccontare le incredibili scoperte di chi ci ha preceduto in questi luoghi, insieme alla passione che anima ancora il lavoro dei Ricercatori di oggi". Io, ad esempio, lavoro nei laboratori di chi ha scoperto le piastrine: Giulio Bizzozero. Accanto a me, nel palazzo di Anatomia sono passati tre premi Nobel per la Medicina: Rita Levi-Montalcini, Renato Dulbecco e Salvador Luria. Due palazzi più in là ha insegnato Tullio Regge, considerato uno tra i maggiori scienziati nel campo della fisica teorica. Niente male, no? " Così è nato il progetto VICINI, acronimo di VIaggio alla scoperta della CIttà della Scienza di UNIto. Siamo ad aprile 2021: il ricordo del primo lockdown è vivissimo, alcune restrizioni ancora in vigore, quando la Prof.ssa Stefania Pizzimenti decide di bussare agli studi dei suoi vicini e domandare: “Perchè non apriamo le porte e facciamo festa?”. Al primo sì ne seguono molti altri e, in breve tempo, solo nell’Università di Torino sono quasi 100 le persone che decidono di partecipare! Parole d’ordine? " Riaprire, incontrarsi, celebrare! " Il progetto Vicini: un grande evento per celebrare La Scienza, La storia e La Cultura VICINI: La Scienza apre le porte alla città è un'iniziativa organizzata dall’Università degli Studi di Torino e prevede l’apertura straordinaria al pubblico degli ambienti della Ricerca insediati nell'area del Valentino. L'organizzazione dell'evento Vicini ha coinvolto ben 18 dipartimenti e strutture dell’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche quale capofila del progetto) e 19 enti esterni, e prevede la collaborazione della Biennale di Tecnologia e del Politecnico di Torino. L'invito della Professoressa Pizzimenti è stato apprezzato da Professori, Ricercatori, Studenti e Bibliotecari che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa insieme a molti partner esterni. L'apertura dell'Ateneo permetterà di ascoltare le storie sulle incredibili scoperte fatte a Torino nella seconda metà dell’800, traguardi che hanno reso la Città uno dei laboratori sperimentali scientifici più all’avanguardia a livello internazionale. In occasione dell'evento, a memoria di questo importante contributo storico, è stata prodotta la docufiction: GIULIO BIZZOZERO E LA CITTA’ DELLA SCIENZA. L'Evento Spettacoli, concerti, visitate guidate e altro ancora sono gli ingredienti per questa full immersion di cultura e conoscenza nell’ottocentesca Città della Scienza di Torino. Tutte le attività sono gratuite ma la prenotazione è obbligatoria. Quando e come partecipare Dal 14 al 18 Novembre La Scienza apre le porte alle scuole attraverso un programma ricco di attività. Dal 10 al 20 Novembre si aprono le porta al pubblico e le famiglie. Per partecipare leggere il Programma e prenotare. Che Scuola accetta volentieri l'invito a questo eccezionale Open Day per far festa con la Scienza e la Cultura! E Tu? Vieni con Noi? Antonella Giostra & Raffaella Gagliardi

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22 Ott
2022
Open Day alla scuola dell'infanzia: una guida per i genitori

Orientamento e Open Day Per tutte le età

Open Day alla scuola dell'infanzia: una guida per i genitori

Open day nelle scuole dell’infanzia I giorni di open day nelle scuole dell'infanzia sono di grande interesse per tante famiglie. Queste giornate sono un'occasione per capire cosa differenzia una scuola dell’infanzia da un’altra. Gli open day nelle scuole dell'infanzia permettono di conoscere i coordinatori e gli educatori di un plesso e, generalmente, prevedono un tour che consente di osservare come sono organizzati gli spazi: aule, bagni, mense, cortili e palestre. La scuola in questa occasione cerca descriversi al meglio dedicando alle famiglie circa 2 - 3 ore. Vista l’importanza che rivestono questi momenti vi presentiamo alcune possibili domande da porre agli educatori per poterli sfruttare al meglio. Tra le domande che suggeriamo è bene che i genitori scelgano quelle che sentono come più importanti sulla base del proprio sentire. Domande sulla linea pedagogica della scuola d'infanzia • Il progetto educativo descrive della scuola dell'infanzia descrive il pensiero pedagogico della scuola e la giornata tipo, riassumendo le attività svolte e gli obiettivi di ciascuna di esse. E’ possibile avere una copia il progetto educativo in modo da poterlo leggere in famiglia? • Che linea adottate se un bimbo picchia o morde un altro bambino? • Che linea adottate se il bambino non ascolta o non rispetta le regole? • Quali sono le regole trasmesse al bambino?  • Quanto tempo è dedicato alle attività programmate/strutturate e quanto al gioco libero?  • E’ prevista attività motoria e per quante ore settimanali?   • I bambini hanno uno spazio esterno e quanto viene utilizzato mediamente? Dipende dall'insegnante o c'è una linea generale della scuola sull'uso di questi spazi? E' prassi farli uscire anche se piove o fa freddo? • Che tipi di attività vengono svolte? (manuali, musicali, linguistiche, motorie), da chi vengono svolte (personale interno o esterno, le cambiate ogni anno?) sono all’interno della scuola o esterne? Sono attività extra a pagamento? È possibile non partecipare alle attività proposte? • Durante l’anno i genitori vengono coinvolti nella scelta delle attività? • Come sono suddivisi i gruppi di bambini in età? Le classi sono omogenee o eterogenee? (Se eterogenee: ci sono dei momenti in cui bambini di età diversa sono insieme e come interagiscono?) • Capita che i bimbi guardino la tv? Con che frequenza settimanale/mensile? • Che strategia o che regole adottate per la somministrazione del cibo e dei liquidi? Se il bambino si rifiuta di mangiare qualcosa come intervengono gli educatori ? E se non mangia la merenda? Vi è una metodica comune che riguarda la scuola o è gestita dalla maestra? Il genitore ha la possibilità di decidere se e quanto l’insegnante può insistere se il bambino non vuol mangiare? Per la merenda la strategia è a stessa? Domande sulla routine nella scuola dell'infanzia • A che ora i bimbi mangiano e fanno la nanna? Conoscere questi tempi è importante perchè permette alla famiglia di iniziare a sincronizzare le abitudine del bambino a quelle della scuola e rendere il passaggio più naturale. • Gestione della nanna: i bambini vengono svegliati dopo un tempo ben stabilito? Quanto dura la nanna ? Fino a che età scegliete di fare dormire il bambino? Se un bambino non vuol dormire come occupa il tempo durante la nanna degli altri bambini? Viene data o meno al bambino libertà di scelta riguardo il proprio riposo? • Proponete gite esterne durante l'anno? Dove vengono portati e da chi sono accompagnati? • Se il bambino fa la pipì addosso chi lo accudisce? Fino a che età vengono accompagnati in bagno? • Come avviene l'inserimento? Tempi e modalità dipendono dal bambino o sono generali? Questa domanda è molto importante perché un inserimento lento generalmente rispecchia i tempi del bambino, soprattutto se non ha frequentato il nido e la scuola dell’infanzia risulta la prima esperienza in collettività. Avere chiari questi tempi permette ai genitori di organizzare i permessi necessari a lavoro. In alcune scuole, soprattutto quelle pubbliche, il bambino potrebbe cominciare il tempo pieno anche dopo tre settimane dall'inizio dell'inserimento. Inoltre, non tutti i bambini cominciano l’inserimento con l'inizio della scuola ma vengono suddivisi in gruppi. Il risultato è che la scuola potrebbe cominciare il 10 settembre e il vostro bambino frequenterà la scuola a tempo pieno solo verso il 15 ottobre.  Domande sull'organizzazione interna alla scuola dell'infanzia • La mensa è all’ interno della scuola o viene fornita da un’azienda esterna? Il cibo è biologico? E’ possibile avere una dieta personalizzata in caso di allergia? • Che tipo di merenda viene somministrata? Cracker e biscotti per gli spuntini? Oppure frutta/semi?  • I bambini bevono durante la giornata? Cosa e quando? • Il bambino ha un suo spazio/armadietto? Quale è il materiale che sarà necessario durante l'anno? Questo aspetto non è indifferente, spesso un po' stressante reperire tutto il necessario pochi giorni prima dell’inizio della scuola, pensarci per tempo vi aiuterà. • Il bimbo può portare degli oggetti cari da tenere con sé durante la giornata ? • Durante l’anno sarà necessario portare del materiale extra per le attività da svolgere? • Gli orari di ingresso/uscita quanto sono vincolanti?  Cercate di valutare da subito l'elasticità sugli orari. Se in famiglia ci sono più bambini che frequentano spazi diversi, questo aspetto avrà spesso un grande impatto nell’organizzazione familiare, se entrambi i genitori lavorano e i tempi sono stretti. Se avete i secondi contati meglio optare per una scuola con orari elastici o un intervallo di tempo di almeno 20 minuti per il ritiro. • Durante l’anno è possibile cambiare il tempo scuola? Da part-time a full-time e viceversa? • Sono presenti telecamere nella scuola e come sono gestite? • E’ possibile conoscere il calendario delle vacanze? Cominciare a capire da subito come organizzare i bambini durante le vacanze è importante per organizzare ferie ed eventualmente la gestione con il supporto familiare o una babysitter. • Vengono organizzate riunioni collettive con gli educatori o colloqui personali? • Si può lasciare il passeggino in struttura? Le bici e i monopattini dei bimbi? • Se si arrivasse in anticipo a scuola c'è una pensilina o luogo coperto dove possono sostare i bambini in caso di forte pioggia? • C'è possibilità di parcheggiare facilmente? • Quante classi sono garantite con personale di ruolo? C'è la possibilità che i bambini cambino insegnante durante l'anno? Quanti sono gli insegnanti per classe? Considerazioni finali sulla scelta della scuola dell'infanzia Le impressioni che avrai e le sensazioni che sentirai entrando a scuola non saranno meno importanti delle risposte che avrai sentito dagli educatori. Ricorda che non esiste il meglio in assoluto e la scuola adatta per una famiglia potrebbe non esserlo per un'altra. Osserva cosa ti colpisce dell'ambiente scolastico: porta l'attenzione agli odori e ai suoni. Arrivano rumori dall'esterno? Senti senso di quiete? L'ambiente è luminoso? I colori alle pareti ti fanno stare bene? Le percezioni dei bambini sono ampliate rispetto alle nostre e dalla lettura delle tue sensazioni potrai cominciare ad affinare quella capacità percettiva utile per scegliere il luogo più adatto a tuo figlio.     Altri possibili domande potrebbero venirvi in mente leggendo documenti pedagogici di orientamento progettuale delle Scuole dell' infanzia della città di Torino. Per facilitare l'incontro tra famiglie e le scuole dell'infanzia gli strumenti di Che Scuola sono: - Le video interviste ''Open Day Digitali'' al personale dei servizi per l'infanzia. - L'elenco degli Open Day in programma nella scuole.    La pagina sarà aggiornata nel tempo in base alle segnalazioni delle scuole dell'infanzia che ci contatteranno, quindi tenetela da parte e controllate costantemente se ci sono novità di vostro interesse. Antonella Giostra  

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21 Ott
2022
Open Day all'asilo nido: una guida per i genitori

Orientamento e Open Day 0-3 anni

Open Day all'asilo nido: una guida per i genitori

Open day al nido I giorni di open day al nido sono per alcuni genitori l'unica occasione per entrare in un asilo, per parlare con i direttori, conoscere gli educatori e osservare gli spazi. Sono soprattutto le scuole pubbliche che, per difficoltà organizzative, spesso non permettono ai genitori sopralluoghi o interviste lasciando all'appuntamento collettivo dell'open-day l'occasione imperdibile per poter capire l’essenza del servizio educativo. Il nido in questa occasione cerca di descriversi al meglio in circa 2/3 ore. Vogliamo aiutare con questo articolo i genitori, i cui bambini per la prima volta entrano al nido, elencando alcune possibili domande da porre agli educatori. Tante sono le differenze tra un servizio educativo e un altro: sia a livello pratico/organizzativo che di metodo educativo. Le risposte alle seguenti domande potrebbero, pertanto, fare la differenza al momento della scelta e, porre agli educatori quelle che sentite come le più importanti per voi, vi permetterà di sfruttare al meglio l'open day.  L'obiettivo della guida è anche una quello di favorire la trasparenza e una buona comunicazione e l'alleanza educativa. Chiedete se prima dell’inserimento ci sarà una riunione per i genitori iscritti e, in tal caso, alcune domande potranno essere posticipate all'inizio del percorso educativo. Passiamo alle domande! . Domande sulla linea pedagogica dell'asilo nido • Come sono suddivisi i gruppi di bambini in età? Le classi sono omogenee o eterogenee? (Se eterogenee: ci sono dei momenti in cui bambini di età diversa sono insieme e come interagiscono?) • Che linea adottate se un bimbo picchia o morde un altro bambino? • Che linea adottate se il bambino non ascolta o non rispetta le regole? • E’ possibile avere il progetto educativo degli anni precedenti da poter leggere in famiglia? (Il progetto educativo descrive la giornata tipo del nido, riassumendo le attività svolte e gli obiettivi di ciascuna di esse)  • Quanto tempo è dedicato alle attività programmate/strutturate e quanto al gioco libero?  • Durante l’anno i genitori vengono coinvolti nella scelta delle attività? • Che tipi di attività vengono svolte? (manuali, musicali, linguistiche), da chi vengono svolte (personale interno o esterno, le cambiate ogni anno?)  • Dove vengono svolte le attività? all’ interno della scuola o sono esterne? Sono attività extra a pagamento? È possibile non partecipare ad alcune attività? • Gestione della nanna: i bambini vengono svegliati dopo un tempo ben stabilito o si tende a lasciare scegliere al bambino? Il genitore può scegliere se farlo dormire oltre il tempo o svegliarlo prima? • Proponete gite esterne durante l'anno? Dove vengono portati e da chi sono accompagnati? • Come organizzate lo spannolinamento? • Capita che i bimbi guardino la tv? Con che frequenza settimanale/mensile? Domande sull'organizzazione interna all'asilo nido • La mensa è all’ interno della struttura o viene fornita da un’azienda esterna? Il cibo è biologico? E’ possibile avere una dieta personalizzata in caso di allergia? • Che tipo di merenda viene somministrata? Cracker e biscotti per gli spuntini? Oppure frutta, semi etc... ? • Ci sono riti particolari per il pranzo o la merenda? • I bambini bevono durante la giornata? Cosa e quando? • C'è la possibilità di portare il latte materno? • Che strategia viene usata per la somministrazione del cibo e delle bevande? Se il bambino si rifiuta di mangiare cosa succede? • Quali sono i tempi delle pappe e delle nanne? (se porterete i bambini tra qualche tempo cominciate da subito a sincronizzarvi con le tempistiche del nido perchè queste siano in seguito più naturali per lui o lei) • Il bambino ha un suo spazio/armadietto? Quale è il materiale da portare? (questo aspetto non è indifferente, spesso un po' stressante reperire tutto il necessario pochi giorni prima dell’inizio della scuola, pensarci per tempo vi aiuterà) • Il bimbo può portare un suo orsacchiotto o oggetto personale? • Durante l’anno sarà necessario portare del materiale extra per le attività da svolgere? • Nella retta sono compresi i pannolini e il riscaldamento? • Gli orari di ingresso/uscita quanto sono vincolanti? (Cerca di valutare da subito l'elasticità sugli orari soprattutto se avete più bambini da gestire, questo aspetto avrà spesso un grande impatto nell’ organizzazione quotidiana se entrambi i genitori lavorano e i tempi sono stretti. Se avete i secondi contati meglio optare per un nido con orari elastici o comunque con un intervallo di tempo di almeno 20 minuti per il ritiro del bambino).  • Durante l’anno è possibile cambiare il tempo scuola? Da part-time a full-time e viceversa? • Sono presenti telecamere per la sicurezza dei bambini? Come sono gestite? • E’ possibile conoscere il calendario delle vacanze? (Cominciare a capire da subito come organizzare il bambino durante le vacanze è importante per essere preparati alla sua gestione con un opportuno supporto familiare o una babysitter a tempo pieno ) • Per i genitori vengono organizzate riunioni collettive o colloqui personali? • Si può lasciare il passeggino in struttura? Le bici e i monopattini dei bimbi? • Come avviene l'inserimento? Tempi e modalità dipendono dal bambino o sono generali? (questa domanda è molto importante perché in alcuni nidi, soprattutto in quelli pubblici, il bambino potrebbe cominciare il tempo pieno anche dopo tre settimane dall'inizio dell'inserimento (un'ora con la mamma primi giorni, poi due ore con la mamma, per seguire un'ora senza mamma etc... ). Inoltre, non tutti i bambini cominciano l’inserimento con l'inizio della scuola ma vengono suddivisi in gruppi. Il risultato è che la scuola potrebbe cominciare il 10 settembre e il vostro bambino frequenterà il nido a tempo pieno solo verso il 15 ottobre) Altri possibili domande Altre domande importanti per voi potrebbero venirvi in mente leggendo Il Progetto Pedagogico dei Nidi di Infanzia del Comune di Torino o di altri asili. Per facilitare l'incontro tra famiglie e asili nido è stata dedicata una pagina del sito ai prossimi Open Day:  la pagina verrà aggiornata nel tempo in base alle segnalazioni degli stessi nidi di infanzia, quindi tenetela da parte e controllate costantemente se ci sono novità di vostro interesse.   Antonella Giostra

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18 Ott
2022
Metodi educativi: una mappa per orientarsi

Approcci Educativi Per tutte le età

Metodi educativi: una mappa per orientarsi

Quanti metodi educativi esistono? Quando un genitore si ritrova a scegliere l'asilo o la scuola dei propri figli talvolta scopre per la prima volta che esistono diversi approcci pedagogici. Ogni struttura socio-educativa ha alla base la scelta di un particolare metodo educativo (approccio educativo) che comporta l'uso quotidiano di strategie e tecniche di insegnamento specifiche del metodo. Ogni metodo educativo porta con sé un particolare modo di concepire il bambino e la sua relazione con l'ambiente sociale. Un metodo educativo pone gli educatori a porsi domande su due fronti: quello della formazione e quello dell'educazione. E quindi: "Quali strategie e tecniche di apprendimento mettiamo in campo? Come insegniamo al bambino? Come impara il bambino? Cosa voglio trasmettere?" Ma anche: "Quali strategie educative? Come devo relazionarmi con il bambino ? Quali sono le competenze socio-emotive che dobbiamo sviluppare in lui e come lo facciamo? " Tutte queste domande spesso sono un labirinto di perplessità per il genitore e, tuttavia, è importante che il genitore conosca bene l'approccio educativo messo in pratica tutti i giorni a scuola o all'asilo, che la approvi e possibilmente lo riproduca in famiglia. Ecco una sintetica mappa di orientamento per navigare nel grande mondo della Pedagogia e i relativi link di riferimento per approfondire gli argomenti di interesse. METODO MONTESSORI E’ una pedagogia dell’autonomia, che mette al centro la libertà esplorativa del bambino all’interno di uno spazio strutturato in cui ogni materiale è pensato per crescere, sotto gli occhi attenti di un’insegnante pronta ad assistere. Dotato di un imprinting pratico, il metodo riserva un posto speciale alla concretezza della vita quotidiana. In compagnia di bambini di età diverse, si impara facendo, imitando le cose dei grandi e diventando ogni giorno più autonomi e responsabili. In un’atmosfera di gioco e scoperta, si impara a leggere e scrivere molto presto, perché quando una cosa è divertente che motivo c’è di aspettare per impararla? Troviamo questo approccio soprattutto nelle scuole dell'infanzia, ma è diffusa anche alla scuola primaria. Esistono centinaia di scuole sul territorio nazionale che hanno sezioni Montessori. Da qualche anno si sta diffondendo anche nella scuola secondaria di primo grado. Link che consigliamo per approfondire il metodo solo: https://www.fondazionemontessori.it/ https://www.operanazionalemontessori.it/ PEDAGOGIA STEINER-WALDORF Quella steineriana è la pedagogia dell’espressione, che incoraggia i bambini all’ascolto di sé e all’uso dell’immaginazione e del corpo come ingredienti irrinunciabili per una crescita armonica. Attento a uno sviluppo globale del bambino, il curriculum riserva grande spazio agli apprendimenti esperienziali: accanto alle materie tradizionali compaiono il gioco, le storie e i laboratori creativi come strumenti pratici per crescere e imparare. Abbasso i ritmi frenetici di lavoro, le tante materie tutte insieme e la fatica di stare seduti per ore: ogni giornata alterna momenti che richiedono concentrazione e memoria ad altri più distesi e creativi, in un andamento dinamico che mira al benessere e rispetta i bisogni del bambino.  Per approfondire ecco il link al sito della fondazione. REGGIO EMILIA APPROACH - LORIS MALAGUZZI E’ una pedagogia della scoperta e dell’invenzione, dove il bambino costruisce autonomamente la propria intelligenza e i suoi bisogni sono la bussola che orienta il percorso formativo. Ogni mattina, all’interno dell’assemblea di classe, si sceglie insieme che cosa fare, per abituarsi fin da piccoli a essere protagonisti della propria crescita. L’ambiente diventa uno strumento irrinunciabile per stimolare gli apprendimenti e raggiunge il suo apice nell’ “Atelier”, un spazio in cui tutti entrano in contatto con diversi materiali, svolgendo attività che impegnano mani, pensiero ed emozioni. Sotto lo sguardo attento di più educatori e insegnanti, i bambini esplorano le proprie intelligenze, imparando non solo il linguaggio verbale o quello logico-matematico, ma anche quello della musica, del corpo e della creatività, per portare alla luce le potenzialità di ognuno e crescere individui entusiasti di esprimersi e contribuire. https://www.reggiochildren.it/ METODO SCUOLE SENZA ZAINO E’ una pedagogia della comunità che parte dal presupposto che non occorrano zainoni e matite etichettate per ogni bambino: i materiali necessari sono ospitati nell’aula, condivisi con gli altri e diventano il primo modo per sperimentare la condivisione e il rispetto della cosa comune. Il valore di stare insieme rispettandosi è rafforzato nell’Agorà, uno spazio al centro dell’aula dove il gruppo si confronta per condividere esperienze e prendere insieme decisioni importanti. Dagli arredi ai ritmi delle attività, tutto è pensato per accompagnare i bambini nella conquista dell’autonomia e della responsabilità attraverso sfide quotidiane e ruoli da esplorare, per imparare a fare da soli e con serietà. In un clima di accoglienza e reciproco ascolto, gli allievi sperimentano la libertà di scegliere le attività da svolgere, per cogliere il significato di ciò che fa e mobilitare con entusiasmo tutte le risorse necessarie per crescere.  Il metodo delle scuole senza zaino si applica nella scuola primaria e secondaria di secondo grado. Per approfondire puoi leggere il nostro articolo dedicato e il sito ufficiale delle scuole senza zaino. OUTDOOR EDUCATION E’ una pedagogia della Natura, che valorizza al massimo le possibilità dello star fuori e concepisce l’ambiente esterno come un luogo di formazione non meno significativo dell’aula tradizionale. Fuori si impara a guardare il mondo con gli occhi di uno scienziato, di uno storico, di un esploratore: anche gli apprendimenti più astratti diventano un’esperienza da ricordare e il senso di meraviglia è lo spunto per abituarsi a osservare e trovare risposte. Sarebbe incauto pensare che i bambini restino sempre all’aperto, o che l’Outdoor si limiti a un disimpegnato passeggiare: tante sono le forme in cui l’ambiente diventa uno spazio privilegiato per imparare, e proprio questa varietà contribuisce a nutrire i bambini in ogni loro dimensione, da quella cognitiva a quella psico-relazionale. Dall’orto didattico alla Pet therapy, dalle visite all’aperto al trekking esplorativo: tutto diventa esperienza per crescere, correre ed esplorare, imparando a vedere gli altri e il mondo come una risorsa preziosa da rispettare. https://www.scuolenaturali.it/ https://scuoleallaperto.com/ COSA PUOI FARE PRIMA DI SCEGLIERE • Prendi in considerazione gli interessi del tuo bambino  • Visita personalmente le scuole  • Parla con gli insegnanti se possibile • Partecipa agli open-day  • Assisti alle lezioni o a una giornata-tipo all’interno della scuola. E per finire? Cerca e scegli grazie al Motore di Ricerca sviluppato da Che Scuola per te! Raffaella Gagliardi

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15 Ott
2022
Scuole Gentili: quando sono nate, dove trovarle e come diventarlo

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Scuole Gentili: quando sono nate, dove trovarle e come diventarlo

Scuole Gentili: quando sono nate, dove trovarle e come diventarlo. La Pedagogia della Gentilezza è entrata in diverse realtà educative dette Scuole Gentili. Qui, attraverso strategie dedicate, si vogliono sviluppare competenze socio emotive importanti nei bambini come l'empatia. Ma quali sono le realtà educative che portano avanti questa rivoluzione silenziosa? Scopriamo insieme la loro storia, dove trovarle e come entrare a far parte della Rete. Quando nascono le Scuole Gentili  E’ il 2020 quando, nel disorientamento generale del primo lockdown, prende spontaneamente forma un movimento che mette al centro la Gentilezza e si impegna in numerose azioni a sfondo sociale per contribuire al benessere collettivo. C’è chi canta dal balcone e fa sorridere il quartiere, chi fa la spesa per sé e per il vicino, chi impara l’arte di esserci per l’Altro. A ispirare tutto questo è un libro, “La biologia della Gentilezza”, in cui Daniel Lumera e Immaculata de Vito raccontano come rabbia, stress e sofferenza mettano a dura prova il benessere e la qualità di vita di ognuno. La cura a tutto questo? Sorridere, ringraziare, perdonare. Esaminando i risultati di numerose ricerche scientifiche, infatti, gli autori dimostrano come ottimismo, gratitudine e perdono abbiano un’influenza diretta e misurabile sulla salute della mente, del corpo e delle cellule stesse. Un’aspettativa di vita più lunga, una salute più robusta, cellule che si consumano più lentamente: chi l’avrebbe mai detto che una gentilezza qualunque potesse fare così bene? In breve a questa “solidarietà a cascata” che prende il nome di “Italia Gentile” si uniscono privati, imprese, associazioni e istituzioni, tutti accomunati dal desiderio e dalla fiducia di poter fare qualcosa di più. Scuola Gentile è uno dei progetti frutto di questo Movimento: un progetto di innovazione rivolto specificatamente all’educazione che si impegna a portare la Gentilezza nelle scuole. A renderlo possibile è la My Life Design ONLUS, associazione di volontariato che promuove una radicale trasformazione sociale attraverso un’educazione più consapevole ed empatica.  Nella sua realizzazione, dunque, questa iniziativa rappresenta non solo la possibilità di portare la Gentilezza come materia nelle scuole, ma l’occasione per bambini e ragazzi di esplorare con maggiore consapevolezza la propria vita, imparando a conoscere profondamente se stessi e fare di quella conoscenza e comprensione una risorsa per sé e per gli altri attraverso un'attitudine di vita gentile. Per promuovere questa Rivoluzione educativa c’è bisogno di una rete e il Movimento “Scuola Gentile” si impegna quotidianamente per interconnettere le realtà scolastiche che hanno scelto di cambiare, supportandole nella realizzazione delle iniziative e mettendo a disposizione esperienze e metodi. Di scuola in scuola, di classe in classe, un bambino alla volta, per seminare un modo più compassionevole di stare al mondo. Dove trovare le Scuole Gentili A partire da settembre 2021, 16 sono già gli Istituti che hanno scelto di proclamarsi “Scuole Gentili”, portando avanti coi propri ragazzi questa rivoluzione silenziosa. Ecco un elenco completo delle città e delle realtà educative protagoniste del cambiamento: Senigallia (AN) Nido “Il Chicco” Cagliari (CA) Liceo delle scienze umane Eleonora d’Arborea Lamezia Terme (CZ) Liceo Tommaso Campanella Firenze (FI) Scuola primaria Rossini Grosseto (GR) Scuola primaria "Andrea da Grosseto" Casargo (LC) Istituto Alberghiero  Cervia (RA) Scuola Primaria M. Buonarroti Palestrina (Roma) Scuola secondaria di primo grado Istituto Pierluigi                Massafra (TA) Istituto Comprensivo "San Giovanni Bosco" Mazara del Vallo (TP) Istituto Comprensivo Borsellino-Ajello Mazara                   Mazara del Vallo (TP) Liceo Adria-Ballatore Mazara del Vallo (TP) “Piccoli Semi” Mazara del Vallo (TP) I.I.S.S. Ruggiero D’Altavilla Arco (TN) Scuola Secondaria di primo grado Nicolò d’Arco Arco (TN) Centro di formazione Professionale Enaip di Riva del Garda Cerro Veronese (VR) Scuola primaria Cerro Veronese Come unirsi alla Rete Scuole Gentili Entrare nella rete è facile, come un sorriso a chi vogliamo bene. Per approfondire e conoscere il Manifesto della “Scuola Gentile” basta scrivere una mail a: edu@mylifedesign.org e mettersi in contatto con Valeria Pompili, la Responsabile area educazione della My Life Design ODV. E dopo che succede? A quel primo contatto via mail, seguono: • un incontro online formativo rivolta a insegnanti, dirigenti e genitori per esplorare insieme il progetto e i cambiamenti che mira a promuovere; • un successivo incontro in presenza con i bambini e i ragazzi, per dialogare insieme sulla Gentilezza e procedere ufficialmente alla firma del Manifesto.  Da quel momento, ogni istituto può realizzare autonomamente iniziative in linea con il Manifesto, ricorrendo al supporto di My Life Design ODV, partner di riferimento nella rete dei progetti gentili, che mette a disposizione della rete il metodo in ambito educativo affinché si possa realizzare/diffondere un nuovo paradigma educativo di conoscenza e benessere/consapevolezza e benessere/sapere, fare ed essere.

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6 Ott
2022
Scuole Gentili: cosa sono e perchè sceglierle

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Scuole Gentili: cosa sono e perchè sceglierle

Scuole gentili: un viaggio alla scoperta della pedagogia della Sensibilità Alzi la mano chi non ha mai visto un bambino salvare una coccinella, condividere la merenda o consolare un compagno dalla tristezza della sconfitta. A guardarli da vicino, verrebbe da dire che i bambini manifestino fin da piccoli una particolare attenzione per l’Altro, una propensione alla Cura e all’Ascolto. La Scuole Gentili Gli educatori delle scuole gentili partono dal presupposto che è importante non solo nutrire ma incoraggiare e salvaguardare questa naturale sensibilità al pari di come si imparano i verbi o a far di conto. Certo, l’arte, la storia e l’italiano sono fondamentali, ma che ne è del riconoscersi felici, del lavorare insieme o del saper chiedere scusa? L’idea di fondo è che esiste un insieme di competenze che ci contraddistingue in quanto essere umani e che una buona educazione dovrebbe poter trasmettere. Ecco perché ci vorrebbe un’ora di Empatia a scuola, accanto a quella di Geografia, Storia o Ginnastica: per aiutare i bambini a masticare la grammatica delle emozioni, della comunicazione empatica e abituarli ad esplorare con fiducia la relazione con gli altri. Pedagogia della gentilezza Questi modelli pedagogici si ispirano a progetti più ampi come il “Movimento Italia Gentile” e “Coltiviamo Gentilezza” che, animati dalla necessità di diffondere una cultura delle emozioni e dell’empatia, si impegnano quotidianamente nel diffondere iniziative di gentilezza sul territorio e trasformarle in progetti concreti ad alto impatto sociale. Ne sono un esempio le cassette del cibo sparse per le città, dove chi può lascia qualcosa e chi non ha prende, o le librerie condivise dove le storie passano di mano in mano, affidandosi alla generosità dei lettori che mettono a disposizione i propri libri. In un’ottica sistemica, le Scuole Gentili si configurano dunque come piccole officine del cambiamento, luoghi dove i bambini imparano a riconoscere l’impatto delle proprie azioni e si preparano ad essere agenti del cambiamento, cittadini sensibili all’arte di prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente in cui vivono. Perché scegliere le scuole gentili Per insegnare da subito, e in uno spazio sicuro, cose importanti Sentire cosa si prova, saperlo raccontare, dire di no a quel che non ci piace o discutere vincendo insieme: perché continuare ad affidare l’apprendimento di competenze così fondamentali ai casi della vita se esiste un luogo in cui svilupparle col sorriso? Per educare non solo la mente, ma anche il cuore dei ragazzi Abituare i bambini ad ascoltare, accogliere, condividere o ringraziare significa mettere precocemente a disposizione strumenti fondamentali per il benessere di ognuno, per vivere con consapevolezza la relazione con se stessi, gli altri e il mondo. Perchè fare del bene fa bene a tutti Le ricerche scientifiche hanno inequivocabilmente dimostrato come le azioni gentili abbiano un impatto benefico non solo in chi le riceve, ma anche in chi le realizza, tanto a livello somatico quanto psicologico. Ecco alcuni riferimenti per chi vuole approfondire l’argomento: Repubblica Biologia della gentilezza Springer.com Cosa avviene in una Scuola Gentile Ciò che rende speciale - e riconoscibile - una Scuola Gentile è la presenza di spazi, pratiche e attività pensate per sperimentare quotidianamente il valore dell’armonia, dove è materia di tutti i giorni imparare a rispettare i propri bisogni e, al contempo, quelli dell’altro. In questo processo, “sperimentare” è la parola chiave: un conto è invitare alla Gentilezza, spiegarla a parole, molto più intuitivo e divertente cimentarsi insieme nell’arte di avvicinarsi senza farsi male. Ecco che disegnare diventa un modo per raccontare cosa si muove dentro la pancia e le storie l nostre migliori amiche quando si tratta di dare un nome alle cose che sentiamo. Giocando, si impara l’importanza delle parole, e la differenza che c’è fra dire “Sei cattivo” e “Quello che hai fatto mi ha fatto soffrire”. Ogni giornata di scuola comincia esplorando il proprio umore, e termina in compagnia del “Gentilometro”, un termometro dei comportamenti che aiuta il gruppo a riflettere su quanto le azioni di ognuno abbiano contribuito al benessere collettivo. Da questo processo del cuore non è escluso il corpo, e le mani diventano preziose alleate per costruire angoli speciali e imparare l’arte di prendersi cura delle persone e dei luoghi. Fra gli spazi preferiti c’è “L’angolo della Gratitudine”, una cassetta in cui ogni bambino ha la possibilità di ringraziare con un bigliettino chi ha fatto qualcosa di importante, come condividere la merenda o aiutarlo a risolvere un’addizione birichina. A livello pedagogico, in un’ottica di promozione dei comportamenti virtuosi, iniziative di questo tipo hanno un potenziale notevole: ricevere il rinforzo positivo di un “Grazie”, infatti, è più efficace di qualsiasi rimprovero e allena i bambini non solo a rintracciare gli aspetti positivi di una situazione, ma ad adoperarsi materialmente per contribuire al benessere generale. Uno dei regali più grandi che l’educazione possa offrire a un bambino è quello di guidarlo con gioia alla scoperta della sua vita emotiva e relazionale, aiutandolo a esplorare con fiducia e curiosità la ricchezza insita in sé e nell’incontro con l’Altro.   E Tu? Sei interessato a far diventare la tua una Scuola Gentile? Ecco come fare... Raffaella Gagliardi

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3 Ott
2022
Strade Scolastiche: l’impegno del Comune di Torino per una mobilità a misura di bambini.

Generiche Per tutte le età

Strade Scolastiche: l’impegno del Comune di Torino per una mobilità a misura di bambini.

Cos’è la zona scolastica La zona scolastica è una definizione stradale comparsa nel codice della strada in vigore dal 15 Settembre 2020 a seguito del Decreto Semplificazioni (76/2020). La volontà di ‘’definire’’ questi luoghi comuni nasce dall’obiettivo di  ridurre la principale fonte di inquinamento negli spazi adiacenti le scuole durante le ore di punta e favorire la ricerca di strategie che invoglino le famiglie a scegliere una mobilità eco sostenibile. L’articolo 3 del decreto semplificazioni definisce “la zona scolastica”. Zona scolastica:” zona urbana in prossimità della quale si trovano edifici adibiti ad uso scolastico, in cui è garantita una particolare protezione dei pedoni e dell’ambiente, delimitata lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e di fine sarà il Comune ad individuare se istituire la nuova tipologia di struttura stradale con apposita ordinanza. Nelle zone scolastiche urbane possono essere limitate o escluse la circolazione, la sosta o la fermata di tutte o di alcune categorie di veicoli, in orari e con modalità definite con ordinanza del sindaco (N.B.: queste limitazioni ed esclusioni non si applicano a scuolabus, ad autobus destinati al trasporto degli studenti o degli alunni, né a titolari di contrassegno invalidi)”. Perché sono importanti le strade scolastiche? La strada scolastica è una strada, o una zona, il cui accesso è consentito esclusivamente a pedoni e biciclette. Attraverso un intervento semplice quale liberare alcune aree da mezzi ingombranti, inquinanti, rumorosi e pericolosi, le zone scolastiche permettono di restituire ai bambini il loro spazio: uno spazio che è stato loro tolto ma di cui hanno diritto. I motivi per cui incentivare la diffusione di strade scolastiche sono diversi. Benessere Una comunità che intende mettere al centro delle proprie azioni il benessere dei bambini deve anche rispettare il loro diritto di respirare un’aria pulita e camminare sicuri per le strade. Autonomia Una zona sicura permette al bambino di spostarsi da solo, favorisce la sua autonomia e lo  sviluppo delle proprie a capacità di orientamento e di socializzazione, e se può percorrere dei tratti di strada da soli permette di costruire fiducia nelle proprie capacità. Movimento La zona scolastica incentiva spostamenti attivi come andare in bici e camminare, favorisce il gioco libero e la socializzazione per il bambino e per le famiglie Inquinamento La zona sicura orienta le scelte dei cittadini verso mezzi più sostenibili e abbassa l’altro livello di inquinamento presente vicino le scuole. Sicurezza L’alta concentrazione di auto davanti alle scuole rende questo luogo molto pericoloso a causa di manovre in spazi piccoli tra bambini che sbucano all’improvviso correndo. Strade scolastiche a Torino La costituzione di "Strade Scolastiche" è uno dei dieci progetti del Comune di Torino i cui cantieri partiranno entro gennaio 2023 grazie ai fondi React-EU. Alla promozione dell'iniziativa ha contribuito La Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico. I progetti si propongono di rinnovare la mobilità della città in maniera tale da favorire la scelta di mezzi eco-sostenibili per gli spostamenti quotidiani del cittadino: prevedono pedonalizzazioni, restringimenti di carreggiate, riammodernamento di marciapiedi, installazioni di fioriere e dissuasori. Il progetto "Strade Scolastiche", in particolare, ha come l’obiettivo quello di ridurre il traffico in prossimità delle scuole garantendo la sicurezza delle famiglie che scelgono di spostarsi a piedi o in bici. Come promuovere le Zone Scolastiche A chi intende approfondire l’argomento, o sostenere la realizzazione di strade scolastiche, consigliamo la lettura di un Blog dedicato alla promozione delle strade scolastiche e scaricare dal sito di Bikeitalia.it l’ebook “Strade Scolastiche – Nuove piazze per le città”. Le strade scolastiche: cosa possono fare i genitori I cambiamenti nelle abitudini costano certamente fatica: smettere di usare l’auto e cominciare la giornata camminando o pedalando non è certamente una scelta facile. Cambiare mezzo di trasporto per accompagnare i bambini a scuola, scegliendo di passeggiare insieme consente, però, di rendere questo momento piacevole e sano, un momento di ascolto e dialogo in cui ci si parla con calma guardandosi negli occhi. Chi vive lontano da scuola può sempre scegliere la bici per ogni bimbo e pedalare insieme, nel caso di bimbi piccoli si usa il seggiolino e, in caso di più figli, esistono mezzi dedicati come le cargo-bike a pedalata assistita. Anche gli automobilisti di lunga data scopriranno con il tempo il beneficio di vivere il tempo fuori dalla scuola come un momento piacevole e gioioso in compagnia di altri adulti e bambini. Riappropriarsi del tempo per qualche chiacchiera tra adulti senza lo strombazzamento di clacson migliorerà il benessere di genitori, figli e insegnanti. E se la nostra scuola non avesse una strada scolastica? Oppure abitiamo troppo lontano dalla scuola? In tal caso possiamo entrare in contatto con le tante associazioni che lavorano sul territorio e scoprire a quali iniziative possiamo partecipare insieme ai bambini: per esempio essere presenti, anche solo un giorno e come occasione speciale, all'evento Bike To School promosso da FIAB, o partecipare alle passeggiate domenicali insieme ad atre famiglie. Sono tante le associazioni che sul nostro territorio lavorano per favorire lo sviluppo di una società più lenta, ecosostenibile e a misura di bambino ma, senza la partecipazione attiva dei genitori, i bambini non possono usufruire delle tante occasioni pensate per loro. Noi di Che Scuola?! faremo del nostro meglio per farvi conoscere attraverso e un'agenda mensile anche le iniziative a favore dell'Educazione Green perché concordiamo sul fatto che l'esempio sia il metodo più efficace per trasmettere le buone abitudini. "Se è nostro intento educare le nuove generazioni ad una presa di responsabilità per il benessere della collettività la scelta ecologica va fatta dagli adulti Oggi!" Antonella Giostra https://www.bikeidentity.it/le-cargo-bike

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29 Set
2022
E se l'ansia per la matematica fosse contagiosa?

Didattica e Apprendimento 6-11 anni 11-13 anni 13-18 anni

E se l'ansia per la matematica fosse contagiosa?

Sentiamo sempre più parlare di quanto emozionarsi sia fondamentale per aiutare i bambini a ricordare ciò che imparano in classe, e di come una relazione solida con l’insegnante aiuti nella buona riuscita del lavoro insieme. Nei dialoghi sull’apprendimento, tuttavia, ancora troppo poco viene detto sul ruolo dei genitori quando si tratta di fare i compiti, e in particolare di come farli insieme e col sorriso aiuti a sviluppare nei bambini un atteggiamento di fiducia e curiosità verso le piccole sfide che li attendono. Spesso si pensa che le competenze vengano ereditate, come una sorta di dono: se sei bravo in matematica lo sarà anche tuo figlio mentre, se non lo sei, difficile sperare che lui possa esserlo! Lo stesso per il senso del ritmo, le abilità manuali o lo sport. Cosa mostrano le ricerche sull'ansia per la matematica Le ricerche dimostrano come il canale di trasmissione del sapere non sia necessariamente genetico, quanto emotivo: più il mediatore dell’apprendimento è a proprio agio nello svolgimento di un compito, e comunica sensazioni positive a riguardo, quanto più il bambino che lo osserva potrà nutrirsi di questo clima di ottimismo per apprendere con serenità il nuovo. Una ricerca americana ha mostrato come l’ansia per la matematica sia ‘’trasmissibile’’ e possa diventare un ostacolo nell’apprendimento della materia stessa. I risultati dello studio parlano chiaro: più i genitori sono a disagio con la matematica, più lo saranno i loro figli. Ma attenzione! La matofobia non è genetica, e si trasmette solo quando i genitori si impongono di assistere i figli nei compiti nonostante il disagio viscerale che sentono nel farli! La ricerca dimostra che, quegli stessi bambini, lasciati soli, hanno prestazioni del tutto simili ai coetanei, nonostante le ansie pregresse di mamma o papà. Riassumendo: Odi la matematica? Non l’hai mai capita? Passare il pomeriggio a svolgere e correggere, sottrazioni e moltiplicazioni per te è una tortura? Lascia stare! Per evitare che l'ansia per la matematica diventi un cruccio anche per i tuoi bambini, evita di assisterli personalmente durante i compiti. Abbi fiducia sul fatto che possano farcela da soli o, al massimo, chiedi supporto ad adulto appassionato che riesca a comunicare loro tranquillità e una buona dose di curiosità. Quanto detto non si limita solo alla matematica e la regola per ogni insegnamento rimane sempre la stessa: là dove possibile, limitiamoci a insegnare ciò che ci appassiona, poiché le emozioni che trasmetteremo sono più fertili e veritiere di qualsiasi verbalizzazione.         Antonella Giostra & Raffaella Gagliardi  

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19 Set
2022
Prime Riunioni di Sezione nelle scuole dell'Infanzia e nel Nidi

Alleanza Scuola-Famiglia 0-3 anni 3-6 anni

Prime Riunioni di Sezione nelle scuole dell'Infanzia e nel Nidi

Riunioni di sezione Nell’articolo di oggi vogliamo fornire agli educatori idee e suggerimenti per rendere le riunioni di sezione più produttive.  Le prime riunioni di sezione sono infatti, al di là dell’ordine di scuola (nido o infanzia), un tema molto importante e sentito, perchè di fatto costituiscono il primo momento di incontro fra personale educativo e genitori nel quale scambiarsi impressioni, domande, ed iniziare ad instaurare un rapporto che durerà alcuni anni. Abbiamo in un precedente articolo discusso di quanta importanza rivesta il patto educativo tra insegnanti e genitori. Ecco alcuni consigli che ci sentiamo di condividere con gli insegnanti e che derivano da una lunga esperienza di supervisore in nidi e scuole dell'infanzia. Disponete le sedie in cerchio: evitare le file di sedie ha più obiettivi e vantaggi; intanto, consente il contatto oculare di tutti i partecipanti, e favorisce l’attenzione e la partecipazione di tutti, mentre chi si trova nelle ultime file potrebbe non sentire bene o distrarsi; in secondo luogo, riporta metaforicamente ad un’idea di alleanza, di tavola rotonda nella quale ogni partecipante ha un ruolo paritario ed ugualmente importante, evita l’impressione di una lezione frontale nella quale i genitori sono fruitori passivi di informazioni; Raccontate da subito come si svolgerà la riunione, quanto durerà e quali saranno i passaggi:  dimostrate che non state improvvisando ma che avete uno schema, è garanzia di professionalità; Prevedete un tempo per le domande: le domande potrebbero essere raccolte in un contenitore nel quale inserire bigliettini anonimi; l’anonimato favorisce l’esposizione di domande anche ‘scomode’, relative a questioni delicate, che è meglio snodare subito per evitare che eventuali non detti procurino problemi nel prosieguo del percorso; Non date nulla per scontato: per chi lavora all’interno di una struttura educativa, il funzionamento della giornata, le routines, sono cose ben note; ma spesso i genitori non conoscono lo svolgimento della giornata, non ne sanno i passaggi, e questo alimenta in loro la fantasia di un luogo ‘inaccissibile’ nel quale non hanno controllo di ciò che accade al loro bambino;  Se durante la riunione avete previsto l'uso di una presentazione non utilizzate slides con elenchi puntati poichè l’attenzione su un elenco puntato è estremamente bassa: se ci sono informazioni importanti da trasferire è preferibile fornire lo stesso elenco in mano, in un foglio di carta stampato; utilizzate slides con immagini-stimolo poichè un’ immagine cattura l’attenzione, viene memorizzata più facilmente, e può servire da punto di partenza per fare domande o proporre riflessioni; Siate pratici, ma non troppo: la prima riunione di sezione è un momento prezioso in quanto spesso sono presenti quasi tutti i genitori, è un’occasione per trasmettere concetti organizzativi ma anche per confrontarsi sull’idea di bambino ed iniziare ad instaurare l’alleanza educativa; Se possibile, organizzate un gioco: giocare mette in campo i genitori in prima persona e trasmette l’idea di un luogo nel quale l’apprendimento viene sempre veicolato sotto forma ludica; ridere e divertirsi favorisce la memorizzazione dei concetti ed è fondamentale per la creazione di quel rapporto umano che è la base dell’alleanza educativa; Non siate giudicanti: educare è il contrario di giudicare; ogni famiglia ha le sue difficoltà e le sue caratteristiche peculiari: essere professioniste della cura non significa imporre il giusto e lo sbagliato ma condividere obiettivi di sviluppo realistici, tarati sul singolo bambino e sulla singola famiglia (ciò che è un obiettivo da raggiungere per alcuni, potrebbe essere qualcosa di già consolidato per altri), e strategie per realizzarli; Siate professionali: un’educatrice o un’insegnante non è solo ‘una persona carina’ che bada ai bambini, ma una professionista con un background formativo solido; adottate atteggiamenti amichevoli ma non troppo confidenziali, se c’è la possibilità fate riferimento a semplici costrutti teorici (un concetto chiave da condividere con i genitori: la zona di sviluppo prossimale di Vygotskij se vi viene chiesto di esprimervi rispetto a pratiche educative non basatevi sul “secondo me” ma rispondete con cognizione di causa, facendo riferimento alla vostra esperienza ma anche a costrutti teorici o scientifici evidenti (neuroscienze e teoria dell’attaccamento in primis); Concludete la riunione con un riepilogo delle cose fatte e, se possibile, con qualcosa da portare a casa: poter avere un oggetto, un bigliettino, un decalogo o qualsiasi cosa da portare a casa alimenta la sensazione piacevole di un luogo nel quale accadono cose belle e dal quale ci si congeda ‘portando con sè qualcosa’. Silvia Spinelli - Psicoterapeuta e formatrice

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9 Set
2022
Calendario Scolastico Piemonte

Generiche Per tutte le età

Calendario Scolastico Piemonte

Calendario scolastico 2022-2023 nella Regione Piemonte   La scuola ripartirà lunedì 12 settembre per la maggior parte dei bambini piemontesi. Per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e di secondo grado le lezioni si svolgeranno da lunedì 12 settembre 2022 a sabato 10 giugno 2023 mentre la scuola dell'infanzia, avrà inizio lo stesso giorno e terminerà venerdì 30 giugno 2023. Il calendario scolastico che avrà inizio lunedì prossimo è una gradita sorpresa per tutti i genitori lavoratori per due motivi: il primo è che nessuna festività sarà di sabato o domenica e potranno usare tutti i giorni di vacanza possibili, in secondo luogo le festività saranno giorni molto vicini al weekend permettendo pochi e brevissimi ponti. Ponti nel calendario scolastico La festività in vicinanza del weekend viene spesso usata dalle istituzioni scolastiche per organizzare un periodo di riposo al personale e per garantire ai bambini importanti pause dallo studio. Le vacanze aggiunte alle festività per prolungare il periodo di riposo scolastico, e chiamate ponti, potrebbero però risultare un problema per la famiglia poiché mentre le festività comandate prevedono, nella maggior parte dei casi, anche la chiusura di uffici e negozi, il ponte è una vacanza solo a scuola. Se i giorni di vacanza dalla scuola sono quindi tanto attesi da bambini e insegnanti, per i genitori lavoratori potrebbero risultare giorni di complessa organizzazione familiare che va pensata per tempo e per questo motivo il calendario scolastico è sempre molto atteso, scrutato e studiato. I ponti del calendario scolastico 2022/2023 La prima vacanza per gli studenti sarà, come sempre, quella prevista per il giorno di Tutti i Santi che sarà un martedì ma per cui non è stato previsto un ponte; tuttavia potrebbe essere inserito dall'Istituzione scolastica Vacanza di Tutti i Santi: martedì 1 novembre 2022 La vacanza per il giorno dell’Immacolata essendo di giovedì regala il primo ponte Vacanza e ponte dell'Immacolata: da giovedì 8 dicembre a sabato 10 dicembre 2022 Il periodo di Natale quest’anno ci riserva una piacevole sorpresa per quanto riguarda le vacanze e cioè la presenza di due settimane intere e senza interruzioni dal lunedì al venerdì: Pausa natalizia da sabato 24 dicembre 2022 a sabato 7 gennaio 2023 Le vacanze per il periodo di Carnevale saranno di due giorni lunedì 20 febbraio e martedì 21 febbraio 2023 La Santa Pasqua sarà giorno 9 Aprile le vacanze pasquali da giovedì 6 aprile a martedì 11 aprile 2023 Il 25 Aprile 2023 essendo un martedì facilita l’organizzazione di una vacanza ponte Festa della Liberazione e ponte lunedì 24 aprile al 25 aprile 2023 Il primo maggio 2023, festa dei lavoratori, sarà un lunedì, quindi si al weekend lungo ma nessun ponte. E, per finire, la festa della Repubblica del 2 giugno sarà un venerdì quindi, anche in questo caso niente ponti, ma un weekend lungo per il primo bagno al mare in attesa della chiusura dell’anno scolastico. Antonella Giostra

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17 Ago
2022
Eventi ed Educazione Settembre 2022

Eventi e Incontri Per tutte le età

Eventi ed Educazione Settembre 2022

Eventi ed Educazione Per chi è già rientrato dalle vacanze e per chi ancora riposa ma vuole già pianificare il proprio autunno, ecco un elenco di appuntamenti interessanti.   Lettura ad alta Voce 8 e 9 Settembre a Torino  Seminario di formazione su effetti e tecniche di lettura ad alta voce. Rivolto a insegnanti, bibliotecari, educatori, librai e interessati Organizzato da Associazione Nausika Per Prenotare   OPEN DAY al MAaC per insegnanti e famiglie 17 settembre 2022 15:00-17:00 Il Museo A come Ambiente è il primo museo europeo interamente dedicato alle tematiche ambientali e situato a Torino nelle vicinanze del Parco Dora. L’Open Day al MAaC è un'occasione per gli insegnanti che vogliono conoscere in anteprima le proposte del museo , sperimentando le attività in programma per il nuovo anno scolastico, i laboratori e gli allestimenti del Museo. Organizzato da Il Museo A come Ambiente Per Prenotare   OPEN DAY al FabLab per tutti Tutti i mercoledì a partire dal 7 settembre 2022  Il FabLab è aperto a professionisti e studenti che cercano un luogo ove condividere idee, invenzioni e competenze. Gli Open Day al FabLab hanno come obiettivo far conoscere questo luogo di creazione e condivisione. Per Prenotare Festival Green  17 e 18 Settembre 2022 a Montaldo Torinese Il festival organizzato dall'Amministrazione Civica vuole essere un' occasione per riflettere e approfondire i temi di una quotidianità ecosostenibile e le azioni concrete per il rispetto della natura. La riflessione sulle generazioni future e la loro educazione avrà spazio il pomeriggio del 17 settembre. Sarà questa l'occasione per scoprire cos'è una comunità educante e conoscere alcuni progetti di educazione parentale presenti nel Torinese attraverso il racconto delle loro esperienze. Programma Tu Cresci, Io Apprendo per educatori e genitori  17 Settembre 2022 presso la Scuoletta Montessori di Orbassano Una giornata di convegno per confrontarsi e riflettere su cosa è cambiato, in ambito educativo e sociale, a causa della pandemia. Potrebbe essere questo il momento per evolvere come educatori ed esseri umani? Che strumenti adottare? L'evento che comincia alle 9:30 e si conclude alle 22:00, prevede laboratori esperienziali, pranzo, apericena e un concerto. Ma attenzione che qui si vuole davvero svoltare. La prova? I partecipanti dovranno lasciare il cellulare all'ingresso :) Programma VICINI: La Scienza apre le porte alla Città  19 - 20 Novembre 2022, San Salvario - Valentino, Torino L’evento VICINI: La Scienza apre le porte alla città è un’iniziativa organizzata dall’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche) e prevede l’apertura straordinaria degli ambienti della ricerca insediate nell'area del Valentino. Il programma al grande pubblico è ancora in fase di definizione ma intanto si suggerisce di non prendere impegni e tenere libere queste date sul calendario. Sono coinvolti 18 dipartimenti e strutture dell’Università, 19 enti esterni e collaborano al progetto anche il Politecnico di Torino e la Biennale Tecnologia. La Scienza apre le porte anche alle scuole: dal 14 al 18 Novembre. Gli insegnanti interessati a partecipare con le proprie classi alle attività proposte potranno prenotare dal 12 settembre. E, infine, per conoscere qualcosa in più su una storia così importante della nostra Città, potete seguire la docufiction appositamente prodotta https://youtu.be/jKpyDK6CbTo     Se volete condividere eventi di interesse con famiglie e insegnanti scriveteci a info@chescuola.net Antonella Giostra

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20 Giu
2022
Affidare il bimbo ai Nonni o portarlo all'Asilo Nido?

Genitorialità e Educazione 0-3 anni 3-6 anni

Affidare il bimbo ai Nonni o portarlo all'Asilo Nido?

Il momento della scelta è arrivato perché la mamma e il papà devono tornare al lavoro. La domanda è lì da mesi che aspetta una risposta: “E’ meglio che il mio bambino vada al nido, o che stia a casa tra le cure amorevoli dei nonni?“.   Con questo articolo vogliamo fornire alcuni spunti di riflessione augurandoci che possano aiutare i genitori a facilitare la scelta. Prima di ogni altra posso affermare, lo dico come mamma e come maestra, che ogni genitore in cuor suo, osservando il suo bambino è capace di trovare la giusta soluzione. Ascoltarsi e fidarsi delle proprie intuizioni è sempre la cosa migliore. Non ci sono mai ricette, ma solo suggerimenti e osservazioni che possono fornire spunti per decidere più serenamente. Ogni situazione è un caso a se stante e per questo desideriamo dare qualche input per stimolare l’ascolto del vostro ”io” per fare la scelta migliore. Detto ciò possiamo esaminare alcuni aspetti; vantaggi e svantaggi dell’ingresso al nido o del rimanere a casa con i nonni. Nido o Nonni? Perché scegliere il Nido Il nido è un valido sostegno come proseguimento e accompagnamento della crescita di ogni bambino. E’ il primo ingresso in “società” e come tale va ben valutato. Il nido deve essere un luogo della cura e dell’accoglienza, un proseguimento delle braccia materne. Vivere insieme ad altri, condividere spazi e giochi stimola i bambini nello sviluppo psicomotorio implementa il linguaggio, facilita l’acquisizione di competenze pratiche e relazionali. “Condividere” al nido significa innanzi tutto imparare lentamente ad ampliare la propria sfera affettiva, riconoscere nuove figure di riferimento di cui potersi fidare. Si impara che non tutto è mio e che è necessario scendere a patti, che i miei bisogni sono fondamentali come quelli degli altri. Imparo a ricevere e a dare limiti. Al nido si da molta importanza alle “routine”, vestirsi e svestirsi, la toilette, il cibo, la nanna, si trova un modo per vivere in una piccola comunità: tutti importantissimi momenti di crescita. Avere un contesto ben organizzato e metodico in questo senso può aiutare i bambini ad entrare più facilmente nel ritmo sonno-veglia, nel controllo degli sfinteri, nella dimestichezza con il cibo. Tra genitori e nido nasce un patto di alleanza, uno scambio continuo, una fiducia reciproca, la famiglia si sente supportata nelle scelte educative. Importante però è scegliere un nido che abbia i presupposti per coltivare questa alleanza e che abbia caratteristiche adeguate. Le figure di riferimento sono infatti fondamentali nei primi anni di vita del bambino, e per questo è importante scegliere un luogo e persone che vi trasmettano passione, dedizione e competenza. Anche l’ambiente è importante: il bambino nei primi anni di vita è un organo di senso, conosce il mondo tramite i sensi e tutto si imprime con maggior intensità. Gli aspetti importanti da osservare nella scelta del luogo sono: i colori, i suoni, gli odori, i materiali, i giochi, la possibilità di stare all’aperto. E’ Importante che i bambini abbiano spazio per muoversi e che questo aspetto non venga sottovalutato. La possibilità che i bambini nei primi tre anni possano stare a terra, gattonare, fare giochi di movimento, stare molto all’aperto è fondamentale per una crescita armonica dell’organismo, per irrobustire lo scheletro, per non incorrere in problemi posturali nello sviluppo. E’ importante che il contesto educativo sia il più attento possibile ad ogni singolo bambino e i piccoli gruppi possono facilitare questo processo. Alcune domande da porre al nido per riuscire a selezionarlo al meglio le trovate in un nostro articolo precedente open day al nido. Quando il Nido non è un vantaggio? Il nido ha solo aspetti positivi? La risposta è no! Come sempre dipende dal bambino e dalla famiglia. Per alcuni bambini il fatto di trovarsi insieme ad altri, stare a nuovi ritmi, nuove figure di riferimento, può essere fonte di stress e dunque prematuro. Il nido è comunque un luogo promiscuo ed è indubbio che ci si ammala di più. Per alcuni bambini il tempo del distacco dai genitori costituisce una grossa difficoltà e non sempre è pronto a fare questo passaggio nel momento in cui gli adulti lo richiedono. Per altri c’è bisogno di un lungo periodo di assestamento. In questi casi si può pensare a dei passaggi graduali. Per esempio andare a prendere i bambini dopo pranzo ed aspettare ad inserire la nanna pomeridiana al nido, oppure frequentare il nido solo tre volte alla settimana. Nido o nonni? Perché scegliere i nonni. Talvolta, è più rassicurante rimanere a casa, con i propri ritmi e abitudini, “digerendo” gradualmente il distacco dalla figura primaria di riferimento. Anche per noi genitori può essere presto lasciare il nostro bambino nelle mani di un “estraneo” se pur competente (anche se estraneo lo sarà solo per poco). E’ importante ascoltarsi e chiedersi prima di tutto cosa ci tranquillizza maggiormente. Qual è la situazione dove ci sentiamo meglio. Questa sarà la soluzione giusta anche per il nostro bambino che sente e riconosce i nostri stati d’animo. Nel mio lavoro di maestra mi è capitato di constatare insieme ad alcune famiglie che l’inserimento al nido era faticoso e vissuto con ansia principalmente da loro stessi. In questi casi il bambino difficilmente si inserisce al nido. Non c’è fretta, con serenità si può rimandare l’inserimento al momento in cui tutto il nucleo è pronto. I nonni sono un grande dono: un rapporto di amore speciale che va coltivato in tutte le sue parti e che accompagna la crescita dei bambino. Il loro è un sostegno è un aiuto, ma non possono sostituire il ruolo genitoriale e neppure quello scolastico. Certamente nei primi anni di vita i nonni possono essere una valida alternativa la dove i ruoli sono chiari e i rapporti sereni. A volte sento mamme che si lamentano perché i nonni non seguono le loro istruzioni nello stare con i nipoti. Questo può essere un problema nel rapporto intergenerazionale. I genitori giustamente stabiliscono regole, priorità, atteggiamenti da mantenere con i figli e chiedono ai nonni di rispettarle. Non possiamo tuttavia chiedere ai nonni di portare i bambini sempre fuori se non se la sentono o di “non dargliele sempre vinte”; il coinvolgimento affettivo dei nonni è alto, loro sono già stati genitori, hanno allevato figli avendone la piena responsabilità. Non sempre, dunque, dare regole è il loro compito. Dai nonni si ha quella coccola in più, con i nonni è sempre festa, comprano il regalo speciale che noi mai avremmo acquistato e tutto questo è meraviglioso se rimane nella sfera dello straordinario. Quando affidiamo per un lungo tempo i piccoli ai nonni nei primi anni di vita, è bene che ci sia una buona intesa con la famiglia d’origine. E’ bene che i ruoli siano chiari, che concordiamo sul modello educativo e che ci sia un buon dialogo, una possibilità di confronto costante.   Luisella Piazza – Consulente Pedagogica

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6 Giu
2022
Modulistica e scadenze per chi sceglie l’educazione parentale

Orientamento e Open Day Per tutte le età

Modulistica e scadenze per chi sceglie l’educazione parentale

Modulistica e scadenze per chi sceglie l’educazione parentale Di seguito sono elencate le scadenze per la compilazione e la consegna dei moduli necessari a chi intende seguire un percorso di istruzione familiare. 28 gennaio  Il primo anno di educazione parentale, (per chi si ritira dalla frequenza la prima volta tale la scadenza è il entro il 15 marzo)  Dichiarazione di istruzione parentale Autocertificazione delle capacità tecniche o economiche Modulo del ritiro Alla scuola di appartenenza Solo modulo 1 da presentare anche al sindaco Gennaio- febbraio  Prendere accordi con una scuola ‘’statale o paritaria’’ per la verifica del dovere di istruzione 20 marzo 4 – Richiesta di iscrizione all’esame di stato – terza media Alla scuola ove si effettuerà la verifica 30 aprile 5- richiesta di iscrizione all’esame di idoneità Alla scuola ove si effettuerà la verifica Giugno  Verifica presso la scuola scelta Prima possibile  Risultato dell’esame di idoneità da spedire alla scuola di appartenenza I moduli sotto riportati sono quelli redatti dall’ associazione di istruzione familiare a cui consigliamo di riferirvi per ulteriori informazioni e chiarimenti. Dichiarazione-Istruzione-Parentale Autocertificazione-capacita-tecniche-o-economiche Ritiro-da-scuola Richiesta-di-esame-di-idoneita-ai-sensi-del-D.M.-5-del-2021 Per avere maggiori informazioni sulla parte burocratica si consiglia il sito dell'Associazione Istruzione Familiare Antonella Giostra

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1 Giu
2022
Lo Sviluppo del Linguaggio nel Bambino

Didattica e Apprendimento 0-3 anni

Lo Sviluppo del Linguaggio nel Bambino

Le principali tappe di sviluppo del linguaggio nel Bambino Oggi parleremo di comunicazione, esaminando le principali tappe di sviluppo del linguaggio nel bambino e i relativi indicatori. Ma partiamo dalle basi. Cos'è il linguaggio? Il linguaggio è un sistema di segni convenzionali del vissuto del bambino e usati in un contesto appropriato. “Imparare a comunicare” significa apprendere: • un sistema di gesti, suoni e parole, • un sistema sintattico e grammaticale, • essere motivati ad usare il linguaggio, usarlo nel contesto appropriato: quando e dove parlare, di che cosa, a chi e in che modo. Ogni bambino è unico : cresce ed impara a comunicare sviluppando caratteristiche individuali differenti. È molto importante rispettare queste diversità, evitando di creare aspettative o di fare richieste non adeguate ad un determinato momento della sua crescita. In questi casi, infatti, si può rischiare di esporre il bambino a insuccessi imprevedibili che potrebbero minare la sua autostima. Allo stesso tempo, però, sarebbe meglio evitare di porsi all'estremo opposto. In nome dell'individualità e della variabilità del ritmo di sviluppo, non ci si occupa di difficoltà del linguaggio aspettando fiduciosamente un miglioramento (il classico "non si preoccupi, parlerà" di chi è poco informato!). Le differenze individuali sono consistenti e possono riguardare sia lo stile di acquisizione e di sviluppo dei suoni della lingua, del lessico, della formazione di frasi, del modo di raccontare episodi e storie, sia della fluenza, cioè la velocità e l’assenza di interruzioni nel parlare. Pur rispettando le caratteristiche evolutive del singolo bambino, è quindi importante fare attenzione ad alcuni indicatori dello sviluppo linguistico, che si articola in 3 fasi principali. Vediamo insieme quali sono le tappe evolutive fondamentali del linguaggio, dalla nascita del bambino fino ai 4 anni. 1. Fase prelinguistica: sviluppo fonologico e vocale Nelle prime settimane di vita il bambino comunica tramite il pianto. E’ un sistema di segnalazione e ne esistono diversi tipi. Uno di questi è il pianto di " irritazione-richiamo", che il bambino utilizza per richiamare l’attenzione dell'adulto a partire dalla terza settimana di vita. In una fase più avanzata compaiono la risata prolungata, le imitazioni e le produzioni di suoni prevalentemente vocalici e consolanti prolungati, corrispondenti in genere ad uno stato di benessere del bambino quando interagisce con il genitore. In questa fase i bambini si mostrano anche capaci di associare le vocalizzazioni con i contorni dei visi. Durante l’allattamento la mandibola si apre e si chiude ritmicamente, ed è proprio da questa base neuromuscolare legata alla nutrizione che il bambino acquisisce gli schemi motori e articolatori. All’età di circa sei mesi, comincia ad apparire il "babbling o lallazione ": il bambino produce in ogni vocalizzazione una serie di sillabe del tipo consonante-vocale (esempio: “pa-pa-pa” oppure “ba-ba-ba”), che si ripetono nelle prime fasi in modo identico, e successivamente variano (esempio: “pa-pe-pe” oppure “ba-pa-ma”), in cui la consonante rimane la stessa. Il babbling viene utilizzato in giochi di imitazione con la madre o altri adulti di riferimento, ma serve soprattutto a far capire al bambino che la comunicazione è a due vie, e che è un interlocutore molto gradito. Inoltre in questo modo riceve un feedback che lo informa sulla differenza tra la sua produzione e quella dell'adulto. In questa fase può essere interessante per i genitori conoscere alcuni consigli pratici per incoraggiare la lallazione nel bambino. Si arriva così alle "proto parole o quasi-parole", che il bambino utilizza per comunicare un certo significato all'interno di un determinato contesto. Si tratta di espressioni non ancora fonologicamente corrette, come ad esempio "baba” per indicare l’acqua. Successivamente, intorno al primo anno di vita, il bambino sperimenta la produzione delle prime parole. Nei primi 3 mesi vita: comunica attraverso il pianto A 3 mesi: - emette i suoni per il piacere di ascoltarli (“canta”) - ascolta e volta la testa o gli occhi verso la fonte sonora e la guarda A 6-7 mesi: - fase della lallazione: consonante più vocale (papapa, dadada...) - controlla i suoni che emette 2. Le prime parole e lo sviluppo del lessico I bambini cominciano a produrre le prime parole ad un’età che varia tra gli 11 e i 13 mesi. In genere indicano persone, oggetti e azioni molto familiari (“no”, “ao” per ciao, “pu” per non c'è più) che corrispondono a contesti ristretti e specifici. In questa fase il bambino fa ancora un uso non referenziale delle parole, per cui “mao” sarà solo ed esclusivamente il gatto che ha in casa e non quello della vicina. La tappa seguente riguarda il processo di astrazione e di decontestualizzazione del linguaggio. Durante questa fase il bambino comprende che le parole sono simboli che rappresentano oggetti ed eventi, per cui tutti i gatti in qualunque situazione si chiamano “mao”. È qui che inizia l’uso referenziale del linguaggio, che riguarda anche l'aspetto della comprensione. La capacità di comprensione del bambino, infatti, predice l'ampiezza del vocabolario che egli produrrà in età successiva. In breve, più parole comprende in un dato momento, tanto più parole produrrà in un momento successivo. Tra i 16 e 20 mesi si verifica la cosiddetta "esplosione del vocabolario, ovvero si registra un forte incremento del numero di parole prodotte. Il bambino sembra scoprire che ogni cosa ha il suo nome e che se non lo si conosce si può chiedere a qualcuno. Al di sotto delle 50 parole il vocabolario del bambino è composto per la maggior parte di nomi, mentre quando si superano le 100 parole cominciano ad emergere i verbi, gli aggettivi ed altri elementi, come preposizioni ed avverbi. Dai 12 ai 20 mesi: - abbandona i gesti per le parole - usa le parole anche in assenza dell’oggetto o della persona (decontestualizzazione) - inizia ad usare i verbi, accompagnando le proprie azioni 3. Sviluppo delle frasi e della grammatica Intorno ai 24 mesi il vocabolario di un bambino è formato da almeno 50 parole. Con un adeguato incremento del vocabolario, il bambino passa da un linguaggio formato dalla parola-frase o olofrase, composta dalla parola singola, alla combinazione di almeno due parole in una frase. A 36 mesi pronuncia tutti i fonemi (lettere) ad eccezione della “r” e dei gruppi consonantici. In questa tappa il bambino inizia a sviluppare anche la grammatica Le regole della grammatica comprendono da un lato gli aspetti morfologici, dall'altro la sintassi della lingua. I primi hanno a che fare con l'acquisizione di quel pezzetto di parola (prefissi e suffissi) che serve per esprimere il singolare o il plurale, il maschile o il femminile, il passato o il futuro dei verbi. Con sintassi, invece, si fa riferimento alle regole che permettono di costruire frasi complesse, come ad esempio le frasi passive, e di unire due o più frasi per costruire un discorso. Lo sviluppo grammaticale è strettamente correlato allo sviluppo lessicale e tale correlazione risulta molto più forte di quella tra lo sviluppo della grammatica e l’età del bambino. Le tappe evolutive sono indicative, ma sono utili per capire se lo sviluppo è adeguato per l’età oppure se sono presenti dei segnali che necessitano di monitoraggio. Fare particolare attenzione: Se nei primi mesi: sente bene, reagendo a stimoli sonori cerca con il suo sguardo di entrare in comunicazione con gli altri Se entro i 2 anni: il vocabolario, a parte “mamma” o “papà”, conta poche altre parole il linguaggio è prevalentemente inintelligibile non associa almeno 2 parole per formare le frasi Se entro i 3 anni: il linguaggio è ancora poco comprensibile, soprattutto alle persone che sono al di fuori del nucleo familiare usa pochi verbi e nessun articolo o preposizione usa poco il plurale raramente costruisce frasi Se entro i 4 anni: il linguaggio non è completamente comprensibile racconta semplici eventi con difficoltà Potenziare il linguaggio, anche leggendo e raccontando delle storie, può aiutare i bambini ad avere un atteggiamento positivo verso i libri e successivamente, l’apprendimento della lettura e della scrittura, saranno più facili. DOTT.SSA DANIELA DI FRANCO Logopedista - Biologa  

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22 Mag
2022
Per scrivere bene e senza fatica: una corretta impugnatura.

Inclusione 6-11 anni

Per scrivere bene e senza fatica: una corretta impugnatura.

Per scrivere bene e senza fatica: una corretta impugnatura. Una corretta impugnatura della matita o della penna è fondamentale per scrivere bene, senza fatica e per tempi prolungati. Molto spesso genitori ed insegnanti rilevano diverse difficoltà di scrittura nel bambino osservando alcuni segnali tra cui la scorretta impugnatura dello strumento grafico. Le domande più comuni sono: “Come si può intervenire?”, ” È giusto intervenire”, ” quando intervenire?”. È un argomento molto ampio per cui risulta importante fare chiarezza su alcuni principi fondamentali.  L’impugnatura nel tempo Negli ultimi decenni l’insegnamento delle modalità di impugnare e scrivere si è trasformato influenzando in maniera negativa la postura e la visione. Coloro che oggi sono adulti, hanno ricevuto istruzioni per una impostazione conforme dall’uso del pennino, che induceva ad impugnare lo strumento ad una distanza corretta, calibrando la pressione sul foglio. Con l’avvento della penna a sfera è risultato possibile avvicinare sempre di più le dita alla punta e spesso i bambini sono stati lasciati liberi di scegliere l’impugnatura migliore per loro, senza alcuna indicazione di correttezza. Tale libertà ha generato impugnature considerate normali, ma che spesso nascondono delle difficoltà posturali o visive. Tipi di impugnature Le impugnature sono state classificate dal responsabile nazionale di P.E.A.V. (Proteggi Educa Allena la tua Visione) e le tipologie non conformi più ricorrenti sono: l’impugnatura pollice in avanti, l’impugnatura a morso, l’impugnatura a pollice interno, l’impugnatura del fumatore e l’impugnatura a mantide religiosa. Impugnatura pollice in avanti: è l’impugnatura più diffusa tra i ragazzi (circa il 60%) e comporta una difficoltà a livello della motricità fine. La presa crea un blocco compatto in cui tutte le dita della mano sono piegate verso il palmo, bloccando la penna con i polpastrelli dell’indice e del medio. Il pollice è escluso dal blocco, per cui rimane esterno e proteso in avanti, spesso con la funzione di contenere la presa. Tale impugnatura fa assumere alla penna un’inclinazione verticale o inclinata verso l’esterno, dovuta alla spinta dei polpastrelli e al punto di appoggio più alto nello spazio tra pollice e indice. Il movimento della scrittura avviene prevalentemente con movimenti del polso o scomposto in movimenti delle altre articolazioni superiori al polso, a volte anche della spalla. Tale impugnatura provoca problemi visivi, quali scarsa capacità di vedere ciò che si scrive perché il pollice copre lo scritto, per cui il bambino ha la tendenza ad avvicinarsi con il viso sul piano di lavoro. L’avvicinamento può avvenire in maniera frontale allontanando il foglio di scrittura o in maniera laterale inclinando il corpo dalla parte opposta della mano in cui scrive. In questa maniera si ha un affaticamento visivo che si evidenzierà a lungo andare con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano. Questa impugnatura errata può indurre problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali affaticamento delle dita e del polso, dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo termine si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale. Impugnatura a pollice interno: è la presa più comune nei bambini mancini. La presa è caratterizzata dal pollice che viene chiuso all’interno, sotto l’indice (a volte anche il medio) che lo sovrasta sull’unghia. In questa maniera la penna viene spinta ed appoggiata sulla parte alta dell’indice (vicino alla nocca). Questo punto agisce da perno per i movimenti della scrittura. L’indice e il medio si distendono fino a spingere la penna con i polpastrelli e toccando la punta dell’anulare. Le ultime due dita, quindi anulare e mignolo bloccano la penna vicino alla punta e fungono da unico blocco nei movimenti della scrittura. Tale impugnatura fa assumere alla penna una posizione inclinata all’esterno in avanti, con la punta ben visibile a chi scrive. Nei mancini spesso il polso assume una posizione maggiormente inclinata per permettere la visione delle parole scritte. Tale impugnatura provoca problemi visivi quali un avvicinamento al piano di lavoro, nel caso in cui i polpastrelli scivolassero troppo verso la punta della penna per stanchezza o per le mani sudate. L’avvicinamento produrrà una compressione di tutto l’organismo producendo affaticamento visivo che si evidenzierà a lungo andare con difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano. Infine si possono riscontrare problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali affaticamento del polso per eccessiva tensione ai tendini del polso (nel caso in cui il bambino mancino pieghi eccessivamente il polso), dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo andare si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale. Impugnatura del fumatore: la presa è chiamata in questa maniera perché la penna è posizionata come se fosse una sigaretta tra l’indice e il medio. I bambini che utilizzano questo tipo di impugnatura premono la punta della penna contro il polpastrello del pollice, che a sua volta, modula i piegamenti opponendosi alle spinte date dall’indice e dal medio. Il polso si piega verso il dorso della mano, contraendo i muscoli dell’avambraccio. Pertanto la scrittura è data da piegamenti delle dita (indice, medio e pollice) per i movimenti verticali, mentre i movimenti del polso permettono di effettuare tratti orizzontali. L’impugnatura in punta determina la copertura inevitabile di ciò che si scrive, inducendo un avvicinamento al foglio. Tale avvicinamento produce affaticamento visivo, che a lungo andare può evidenziare difficoltà di messa a fuoco nei passaggi vicino/lontano. Infine si possono riscontrare problemi all’apparato muscolo-scheletrico quali problemi ai legamenti del polso (per l’estensione all’indietro del polso e movimenti orizzontali), dolori e ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle oltre alla possibilità che a lungo andare si sviluppino delle modifiche alle curve normali della colonna vertebrale. Impugnatura a mantide religiosa: La presa è caratterizzata dalla posizione della penna tenuta con diversi punti di aggancio, simile all’insetto da cui prende il nome. Tale presa ricerca una stabilità e il massimo controllo visivo durante la scrittura. Il punto di aggancio tra pollice ed anulare/medio è il perno portante dei movimenti per la scrittura. L’indice, piegandosi in alto sulla penna crea il fulcro dei movimenti fini gestiti dall’opposizione delle altre dita, mentre il pollice spinge e modula il movimento della penna opponendosi alle spinte dell’indice e dell’anulare/medio. Il polso si piega verso il dorso della mano, contraendo i muscoli dell’avambraccio. Pertanto la scrittura è data da piegamenti delle dita (indice, medio e pollice) per i movimenti verticali, mentre i movimenti del polso permettono di effettuare tratti orizzontali. Quale è l’impugnatura corretta? L’impugnatura corretta per una buona visione è facilitata da penne e matite a fusto triangolare-prismatico. La presa risulta essere a tre dita dinamiche. In particolare la presa dei tre polpastrelli delle dita indice medio e pollice è posta a circa 2 cm dalla punta della penna e si trovano ciascuno su un lato diverso della penna, formando una figura a triangolo equilatero. La penna si appoggia al centro dello spazio tra pollice e indice. I movimenti propri della scrittura sono localizzate sui movimenti fini delle dita, che piegandosi fanno scivolare la penna sullo spazio pollice-indice (simile al movimento di una stecca da biliardo), mentre i movimenti ampi sono localizzati dai movimenti del polso. Il medio e l’anulare, piegate all’interno del palmo della mano creano un appoggio morbido e stabile sul foglio, senza ostacolare i movimenti delle altre dita. Per rendere la scrittura più corretta, bisognerebbe fornire al bambino un piano inclinato di circa 15°-20° per favorire una maggiore scorrevolezza dello scritto. Nonostante l’impugnatura sia corretta, possono presentarsi dei problemi visivi, quali un avvicinamento frontale-laterale che porterà ad affaticamento visivo, problemi all’apparato muscolo-scheletrico dovute da posizioni arcuate in avanti, le quali portano ipertensione ai muscoli del collo e delle spalle, modifiche alle curve normali della colonna vertebrale, oltre ad affaticamento tendineo-articolare del polso nei movimenti ampi della scrittura. Elena Marro Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva

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8 Mag
2022
Difficoltà di scrittura: cosa fare

Inclusione Per tutte le età

Difficoltà di scrittura: cosa fare

Molto spesso genitori ed insegnanti rilevano difficoltà di scrittura nel bambino osservando alcuni segnali quali: eccessiva lentezza, scarsa chiarezza, mancato rispetto degli spazi, disegno immaturo, traccia calcata, dolore... potrebbe trattarsi di disgrafia? O di una difficoltà temporanea? È indubbiamente un tema molto ampio per cui è bene fare subito chiarezza su alcuni punti. DSA e disgrafia Il termine DSA indica i disturbi specifici di apprendimento che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto; questi si manifestano con l’inizio della scolarizzazione e sono definiti disturbi del neurosviluppo in quanto dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neurali coinvolte in questi processi e la loro causa, quindi, non è assolutamente da attribuirsi ad un deficit di intelligenza né a deficit sensoriali. Una panoramica dei DSA potete trovarla in un precedente articolo: DSA .  In particolare, la disgrafia riguarda il controllo degli aspetti grafici della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; pertanto si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura. Le competenze del processo di scrittura Adesso facciamo un piccolo passo indietro... quali sono le abilità legate alla grafomotricità? È importante conoscerle perché eventuali lacune, anche in una sola di queste aree, potrebbero interferire con l’abilità di scrivere! • Controllo posturale e capacità di lateralizzazione; • Coordinazione dinamica dell’arto superiore, necessario per poter controllare i movimenti del braccio; • Coordinazione occhio-mano, ovvero l’abilità che permette un lavoro simultaneo e coordinato fra i movimenti degli occhi e quelli dell’arto superiore scrivente; • Motricità fine, quindi il prodotto di movimenti minuziosi e precisi a carico della mano e delle dita; • Abilità visuo-spaziali, ovvero la capacità dell’individuo di percepire, agire ed operare sulle rappresentazioni mentali in funzione di coordinate spaziali; • Percezione ed analisi visiva, ossia l'abilità di discriminare le forme, associarle, apprezzarne le caratteristiche e individuarne le differenze; • Orientamento ed organizzazione spazio-temporale, cioè la capacità di percepire la posizione del proprio corpo in relazione agli oggetti e alle persone nello spazio e nel tempo. Sono necessarie per consentirci di orientarci nello spazio grafico del foglio, capire dove iniziare a scrivere e dove interrompersi, seguire un andamento lineare, mantenere una grandezza regolare delle lettere, orientarle correttamente, sapere cosa viene prima e cosa dopo, mantenere un ritmo. • Memoria a breve e lungo termine • Attenzione sostenuta • Abilità fonologiche, metafonologiche e linguistiche Le difficoltà di scrittura nel bambino: i campanelli d'allarme Possono essere molteplici, i più frequenti sono: • scrittura scarsamente leggibile; • lentezza nello scrivere; • dolore alle dita e/o al polso e/o al braccio scrivente; • traccia molto calcata e buchi nel foglio; • ritocchi di segni già tracciati; • discontinuità del tratto e numerose interruzioni; • lettere di differente grandezza; • non rispetto dei margini; • lettere tremolanti; • impugnatura della penna/matita inusuale; • evitamento e rifiuto nei confronti di attività grafomotorie etc... In presenza di sintomi come procedere? I sintomi non sono rari, soprattutto nei piccoli che per la prima volta si approcciano alla scrittura e, ancor di più, nei casi in cui i bambini non siano stati esposti ad attività di pre-scrittura durante la scuola dell'infanzia. Spesso le difficoltà sono già rilevabili nella scuola dell’infanzia, in particolare verso i 5 anni e, nonostante la diagnosi di disgrafia possa essere effettuata a partire dalla fine del II anno della scuola primaria, è di primaria importanza agire tempestivamente. Prima di tutto sarà fondamentale comprendere a quali di queste componenti sono dovute le difficoltà del bambino. Per questo motivo risulta necessario effettuare una valutazione neuropsicomotoria in modo da identificare le problematiche specifiche e poter, eventualmente, iniziare un percorso riabilitativo per potenziare, recuperare o vicariare tali difficoltà. La precocità è con cui si interviene può cambiare notevolmente l’esito di un trattamento. Infatti, secondo la letteratura scientifica, l’efficacia di un trattamento per le difficoltà grafomotorie è inversamente proporzionale all’età in cui viene effettuato e dal III anno della scuola primaria le possibilità di modificabilità sono ridotte, al contrario a 4-5-6 anni si possono avere miglioramenti notevoli. La diagnosi può ma consiglio è di rivolgersi al servizio di neuropsichiatria infantile del territorio oppure ad un centro specializzato privato e/o convenzionato per iniziare, il prima possibile, l’iter valutativo. Le tempistiche possono variare, nel contesto pubblico di solito vi è una lista d’attesa mentre nel privato il processo è più rapido.   La scuola come può intervenire? La segnalazione tempestiva delle difficoltà da parte delle insegnanti è un tassello essenziale. La scuola può davvero fare la differenza. Di fronte ad un dubbio bisogna procedere senza procrastinare ed evitando di minimizzare le problematiche perché, con il tempo e con l’aumentare delle richieste scolastiche, le difficoltà tendono ad aumentare con risvolti negativi anche sul fronte emotivo. Secondo la Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 la scuola ha la possibilità di redigere un Piano Didattico Personalizzato (PDP) in modo da fornire gli adeguati strumenti di supporto per raggiungere gli obiettivi scolastici previsti.   Mereu Cristina – Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva  

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2 Mag
2022
Educare alla Musica: come scegliere la scuola giusta

Benessere e Attività Extra Per tutte le età

Educare alla Musica: come scegliere la scuola giusta

La musica riveste un ruolo fondamentale nella crescita del bambino. Negli ultimi anni, diversi ricercatori hanno rivelato come nel bambino molto piccolo, siano innate numerose capacità che vanno coltivate, in modo che si trasformino in talento. Come per tutte le abilità innate, il segreto dello sviluppo risiede a livello neuronale nel cervello e una corretta stimolazione sarà alla base della formazione dell’orecchio interno del bambino, del sentire e pensare in musica. Nello stesso modo in cui il bambino impara la lingua materna, semplicemente ricevendo stimoli e sollecitazioni dal mondo esterno, egli sarà in grado di interiorizzare ed elaborare il linguaggio musicale. Più l’ascolto sarà costante e ricco di spunti, maggiore saranno le competenze che svilupperà. E’ quanto stabilisce il noto ricercatore Edwin Gordon, autore di una ricca letteratura dedicata alla prima infanzia e alla musica. L’educazione precoce alla musica sarà determinante per lo sviluppo cognitivo mediante l’ascolto, che Gordon definisce Audiation; in cui è concentrato il processo formativo del pensiero e del linguaggio musicale. Dunque è proprio nei primi mesi di vita che il bambino sviluppa le capacità cognitive. In questo periodo, si affinano e si strutturano le connessioni neuronali multiple e le reti che favoriscono lo sviluppo di molteplicità abilità, compresa quella musicale. Oltre al ricercatore Edwin E. Gordon, vi sono molti studiosi che hanno avvalorato l’importanza di iniziare ad avvicinare alla musica il bebè. Musica al nido, quando iniziare? Educare alla musica vuole anche dire educare ad ascoltare. La musica è strettamente legata alle abilità sociali, alla sfera emozionale. Ecco dunque che l’insegnamento della musica ha la finalità di formare esseri umani capaci di relazionarsi e apprendere un linguaggio universale che si collega con diverse discipline e favorisce il benessere. E’ importante che i genitori siano informati e vengano aiutati ad orientarsi sull’offerta didattica musicale che oggi è più che mai presente all’interno nelle scuole, già a partire dal nido. E’ possibile educare già durante i primi mesi di vita i lattanti che vengono immersi in un contesto sonoro ricco e rispettoso delle tappe evolutive. Si può accompagnare il proprio bambino in questo viaggio affascinante in cui anche il genitore partecipa attivamente durante l’ora di musica. Se la prima guida informale è la voce materna che con il suo carico amorevole, canta, culla, accarezza, gli educatori e dunque anche i musicisti che hanno scelto di approfondire la didattica della musica, spesso formati professionalmente su alcune metodologie innovative, hanno il compito delicato di contribuire all’educazione musicale dei piccoli allievi. Come scegliere la Scuola Giusta? Sono diversi gli asilo nido che propongono la musica ai bambini molto piccoli con progetti e percorsi rivolti alle fasce d’età dai zero ai trentasei mesi. In alcuni casi si tratta di luoghi pensati per favorire la pedagogia musicale e in altri, vi è una collaborazione continuativa con docenti esterni. E’ fondamentale comprendere quali sono le scuole di pensiero più conosciute. La Music Learnig Theory di Edwin E. Gordon (MLT) è sicuramente molto apprezzata e all’interno della scuola vi sono musicisti specializzati sul metodo che hanno avviato in Piemonte diverse realtà. Tra queste realtà si colloca il nido della musica, a Torino, e altri nidi con proposte qualitative e formative di eccellenza. Fare musica equivale a rafforzare le competenze neuromotorie, allo sviluppo dell’orecchio interno, alle capacità espressive attraverso l’uso corretto del primo strumento che tutti hanno a disposizione: la voce ed il canto. L’insegnamento della musica parte dall’assunto che prima della teoria vi sia la pratica. Questo concetto è parte del percorso formativo dell’associazione “ Intenzioni Sonore” che adotta il Metodo Yamaha. Sicuramente il compito delicato dell’insegnamento musicale è frutto di ampi studi che si ricollegano alla psicologia e alla pedagogia. La moderna didattica musicale è frutto delle conoscenze dei grandi musicisti, quali Zoltan Kodaly, Karl Orff, Delcroze, Edgard Willems. Un metodo degno di nota e nato in Italia è quello proposto da Fulvio Rusticucci che, avendo a cuore l’insegnamento dei più piccoli già durante la prima infanzia, mette il bambino al centro del percorso educativo. Ethel Onnis, Educatrice scuola di Infanzia e Musicista

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28 Apr
2022
Come avviene l'apprendimento della Lettura e della Scrittura

Didattica e Apprendimento 0-3 anni 3-6 anni

Come avviene l'apprendimento della Lettura e della Scrittura

L’apprendimento della lettura e della scrittura segue tre percorsi di fondamentale importanza concatenati fra loro. Il primo sviluppa nel bambino le competenze visuo-percettive, il secondo l’aspetto grafo-motorio-prassico e il terzo le abilità linguistiche. Sebbene siano tanti gli esercizi propedeutici rivolti allo sviluppo dei primi due punti, sono decisamente inferiori quelli dedicati alla sfera linguistica. Occorre ricordare, però, che la scrittura non è una semplice operazione grafica, ma implica anche la capacità di saper analizzare la parola come sequenza di suoni-fonemi (grafemi).  Le ricerche di molti autori hanno dimostrato che “le conoscenze linguistiche" giocano un ruolo centrale nel determinare le modalità e l'efficienza dell'apprendimento. Il bambino apprende la lettura attraverso un processo attivo di manipolazione e di trasformazione del proprio linguaggio orale, prima di acquisire il codice scritto” E’ stata dimostrata l’importanza del lavoro sui fonemi, nel determinare le modalità e l’efficienza dell’apprendimento della letto-scrittura e più precisamente della metafonologia, cioè “sui suoni che compongono le parole, cioè la consapevolezza fonologica, l’individuazione e la manipolazione dei fonemi nelle parole”. Le attività di incremento linguistico mirano al potenziamento della discriminazione tra “significato” e significante”, cioè al primo passaggio per l’acquisizione del codice alfabetico: riconoscimento della forma delle parole (lunghezza delle parole e somiglianza fonetica) differenziazione della sillaba e dei fonemi iniziali automatizzazione dei processi acquisiti con giochi Molti giochi, che fanno parte della tradizione ludica italiana, possono contribuire a potenziare le abilità linguistiche e metafonologiche, allenando anche la velocità, il ritmo e la fluidità del linguaggio.  I giochi di parole sono numerosi: conte, canti e filastrocche con ritmi variabili; canzoncine abbinate ai gesti; filastrocche con cambio di vocale, ad esempio: “Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba…”, può diventare “Ghiribildi fi firiti, fi firiti id ini ghimbi…”; giochi in rima; scioglilingua; alfabeti segreti, come ad esempio: l’alfabeto farfallino, con il quale la parola “musica” si traduce in “mufusificafa”; telefono senza fili; ricerca di parole, partendo da un stessa lettera iniziale: “città, animali, fiori, frutta e cose”. Tutti questi giochi portano inconsapevolmente il bambino a riflettere sull'aspetto formale fonologico delle parole delle frasi anche indipendentemente dal loro significato La metafonologia è il ponte tra il linguaggio orale e quello scritto La consapevolezza fonologica è associata a buone capacità di lettura, e richiede buone competenze di tipo attentivo e percettivo, di pianificazione, di controllo e di memoria di lavoro. Lo sviluppo della metafonologia è graduale nella crescita del bambino e si sviluppa con il linguaggio; ha un’accelerazione rapida nel passaggio tra scuola dell’infanzia e il primo ciclo della scuola primaria. La metafonologia gioca sicuramente un ruolo importante nelle proposte didattiche, ma è decisiva per guidare gli allievi a delle riflessioni sulla natura dell’ortografia italiana sia per bambini italiani, ma soprattutto per gli alunni stranieri. Un lavoro fonologico è consigliabile per tutti i bambini, ma in particolar modo per chi presenta difficoltà di linguaggio e come prevenzione delle difficoltà della letto-scrittura. L’acquisizione dei prerequisiti, necessari per affrontare successivamente la lettura e la scrittura, non segue per tutti i bambini gli stessi percorsi e ancor meno gli stessi tempi. Si consiglia, in caso di dubbi, soprattutto nell’ottica della prevenzione, un controllo presso le figure professionali più idonee (neuropsichiatri infantili, logopedisti e foniatri), al fine di individuare eventuali segnali di debolezza linguistica e metafonologica. I programmi di allenamento metafonologici sono adatti ai bambini dell’ultimo anno della scuola d’infanzia, al fine di potenziare le loro competenze fonologiche e metafonologiche e quelli del primo anno della scuola primaria, durante le prime fasi dell’apprendimento della scrittura. A tal fine, possono essere inseriti nei “Progetti di Continuità” fra i due cicli.   Dott.ssa Daniela Di Franco Logopedista

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17 Apr
2022
Zaino Digitale

Generiche Per tutte le età

Zaino Digitale

Tutti i libri scolastici in formato digitale in un unico portale web. Il tuo bambino ha dimenticato il libro a scuola e non può fare i compiti? Un libro è stato smarrito o danneggiato e per pochi mesi non vale la pena ricomprarlo?  Tuo figlio ha scordato il libro in montagna o a casa dei nonni? Zaino Digitale è nato per venire incontro a queste e altre esigenze! La scorsa primavera in tempo di lockdown, quando la DAD era agli inizi e avevo bisogno di recuperare dei testi scolastici per mio figlio, abbiamo avuto modo di scoprire la piattaforma www.zainodigitale.it: una piattaforma attiva dal 2017 ma che pochi genitori conoscono. Zaino Digitale è un’idea dell’Associazione Italiana Editori (AIE) che attualmente raccoglie testi scolastici e materiali integrativi adottati dagli insegnanti di varie scuole e per tutti gli ordini, dalla primaria alla secondaria di secondo grado. La piattaforma permette di consultare tutti i testi in un unico luogo virtuale e per me è stato un aiuto prezioso in un momento difficile ma può essere utile anche in tanti altri casi in cui occorre consultare un libro di scuola ma non è possibile. Perché usare Zaino Digitale Naturalmente non è necessario essere in DAD per poter usufruire del servizio. Uno dei motivi per scegliere, in accordo con gli insegnanti, l’uso del formato digitale è quello di ridurre il peso dello zaino che bambini e ragazzi sono costretti a portare in spalla.  Secondo una raccomandazione del Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Consiglio Superiore di Sanità, il peso degli zaini non dovrebbe superare il 10- 15% del peso corporeo dell’alunno. Spesso questa indicazione viene trascurata con gravi danni all’apparato scheletrico-muscolare dei ragazzi. Come funziona Zaino Digitale Vediamo come funziona la piattaforma: L’utente si registra  sceglie tra due profili a seconda che l’alunno sia maggiorenne oppure minorenne Ottenuti ID e password si può entrare nell’Area Personale per scegliere la scuola, la classe e la sezione frequentata si ottiene così l’elenco dei libri di testo adottati dalla classe. Da qui in poi, con pochi click, è possibile accedere agli ebook dei testi e a tutti i materiali digitali integrativi presenti sulla piattaforma e messi a disposizione dagli editori che hanno aderito all’iniziativa: più di 80. Il digitale a scuola  Una ricerca mostra che soltanto il 10% degli studenti sarebbe propenso ad utilizzare la versione digitale di un testo cartaceo, mentre il 54% continua a prediligere la carta e un 30% utilizzerebbe il formato ebook soltanto per alcune materie. Sappiamo che l’Italia non si trova nelle prime posizioni tra i paesi più digitalizzati nel mondo; secondo il DESI (l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società pubblicato ogni anno dalla Commissione europea) nel 2020 abbiamo perso una posizione rispetto al 2019 e ci troviamo venticinquesimi (25) su ventotto (28). Per contro, il Report Digital 2020, ci dice che sono quasi 50 milioni gli italiani online ogni giorno e 35 milioni quelli attivi sui canali social, oltre al fatto che risultano circa 80 milioni di smartphone su una popolazione residente di circa 60 milioni, abbiamo quindi più telefoni cellulari che abitanti e spendiamo in media circa 6 ore della nostra giornata online, accedendo da qualsiasi dispositivo. Eppure di queste 6 ore nessuna viene dedicata alla consultazione di testi scolastici:  1h e 57 minuti sui social media 3h e 7 minuti su smart TV o piattaforme di streaming 1h e 1 su piattaforme di streaming musicale 49 minuti online su piattaforme di gaming Da questa analisi emerge come il mondo dell’educazione sia rimasto fino ad oggi “fuori” dal mondo digitale e le difficoltà riscontrate durante la DAD forzata lo hanno ampiamente dimostrato. Sicuramente c’è ancora molto da fare sul tema del digitale a livello educativo e, al momento, Zaino Digitale è un’iniziativa valida da provare.   Yvonne Pizzigati

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4 Apr
2022
Il patto educativo Oggi

Alleanza Scuola-Famiglia Per tutte le età

Il patto educativo Oggi

Quando è nata l’idea del portale-web “Che Scuola ?!, ”  dedicato ai servizi socio-educativi, ci siamo chiesti come la tecnologia potesse aiutare scuole e famiglie a saldare il patto educativo al giorno d’oggi.  Da un’indagine che abbiamo effettuato, su un campione di circa 150 genitori e 20 dirigenti scolastici di Torino, è emerso un dato che, purtroppo, non ci ha stupito: il 56% degli intervistati, segnala come difficoltà primaria la cattiva o mancata comunicazione e collaborazione fra scuola e famiglia. Le interviste parlano di: ingerenze percepite come giudicanti da entrambe le parti, sfiducia, addirittura comportamenti di negazione e menzogna, aggressività verbale o fisica. Nonostante anche il MIUR si sia espresso attraverso interventi legislativi a favore di questo  patto-educativo le difficoltà relazionali tra il personale scolastico e i genitori non migliorano col tempo.  Perché la relazione scuola-famiglia è in crisi? Abbiamo posto la domanda alla Dott.ssa Silvia Spinelli, psicoterapeuta esperta in consulenze genitoriali su temi educativi, che da anni svolge formazione e coordinamento pedagogico e supervisione di nidi in Torino e Provincia. ‘’ Dott.ssa Spinelli cosa è successo alla relazione scuola-famiglia? Come è possibile spiegare il drastico cambio di rotta avvenuto negli ultimi decenni? << Proviamo a raccontarvelo con una storia. C’era una volta un bambino (o una bambina!) degli anni settanta. Figlio di una mentalità educativa piuttosto rigida, nella quale si distinguevano chiaramente i ruoli adulto/bambino, insegnante/allievo. Figlio di un tempo in cui i bambini si “baciano mentre dormono”, in cui si utilizzavano metodi correttivi anche basati su costrizione e dolore fisico, figlio di un tempo in cui l’autorità non si poteva mettere in crisi. Figlio del “perché lo dico io”. In quel tempo l’alleanza educativa era certo più facile, quasi scontata, i genitori in quanto team adulti si schieravano direttamente con gli insegnanti, a priori, spesso senza sentire ragioni. Il bambino era un essere umano incompleto, un uomo in divenire, e, come tale, aveva pochi diritti, poco potere di parola, doveva diventare grande per acquisire dei privilegi. Inoltre, la peculiarità delle comunicazioni 1.0 lo obbligava a tempi d’attesa, gestione della frustrazione: riuscire a fare una semplice telefonata con esito positivo era più difficile che vincere al totocalcio (ricordate il duplex?), si giocava in cortile dove si poteva essere sgridati da un adulto del palazzo a caso, occorreva attendere sempre: attendere il proprio turno all’altalena (senza genitori-vigili urbani, che regolavano il traffico di bambini), attendere in coda al telefono a gettoni, attendere la risposta ad una lettera, ad una cartolina. I cartoni animati raccontavano storie di sudore, fatica, impegno, sacrifici, (anche sangue!), per arrivare ad obiettivi alti, ambiziosi. Probabilmente tutto ciò era un po’ esagerato, e come sempre, gli eccessi hanno generato un movimento di ritorno, uno yo-yo di protesta, una controtendenza. Oggi, infatti, il panorama educativo è molto differente. I cartoni animati sono per la maggior parte non-violenti e politicamente corretti: Peppa Pig non si allena per vincere i mondiali di pallavolo, ma si rotola nel fango sporcando mezza casa, e il padre se ne fa grasse risate, altro che metodi correttivi degli allenatori da incubo dei cartoni anni ottanta. I bambini vengono (fortunatamente!) ascoltati nei loro bisogni, tenuti in considerazione, molte cose sono cambiate dal punto di vista legislativo ma anche sociale, ci sono maggiori tutele; le gerarchie sono meno rigide, più fluide, più sfumate; sta scomparendo l’utilizzo del lei, e il “tu” detto senza distinzione di età o di ruolo, ci fa capire che siamo tutti sullo stesso piano. L’autorità è stata messa in crisi, criticata, discussa nei suoi aspetti peggiori, ma forse in questa legittima critica ce ne siamo persi il lato buono. Le comunicazioni 2.0 hanno fatto il resto, abituando i nostri bambini (nativi digitali) ad un soddisfacimento immediato degli impulsi, alla velocità, al “tutto e subito e con poca fatica”. I genitori (immigrati digitali), tentano oggi di recuperare terreno, acquisendo più dati possibile, ponendosi come interlocutori informati, consapevoli, a volte confusi rispetto alle contraddizioni nelle quali è facile imbattersi, ed alleandosi con i figli per proteggerli da eventuali crisi o difficoltà. Volendo generalizzare, si è passati da uno stile educativo eccessivamente autoritario, ad uno stile forse eccessivamente iperprotettivo; non è compito nostro definire quale dei due stili e dei due periodi storici fosse il migliore, poichè entrambi hanno lati positivi e risvolti negativi; ci preme però sottolineare che la scuola risente di questo cambiamento epocale, poiché spesso affronta bambini e famiglie, che hanno oggi esigenze completamente nuove, con strumenti appartenenti ad un’epoca precedente: strumenti che infatti si rivelano solo parzialmente efficaci, generando un senso di frustrazione e di mancanza di alleanza in entrambe le parti: scuola e famiglia. Un patto educativo incrinato non tutela nessuno, non fa star bene; un patto educativo incrinato crea ambivalenza, confonde i bambini; un patto educativo incrinato fa si che ciascuno si arrocchi nelle sue idee ritenendole migliori e mettendosi in competizione, spostando così il focus dal vero destinatario del patto, ovvero il bambino. Bambino che, come la warm cognition ci insegna, per apprendere sfruttando al meglio il proprio potenziale intellettivo ha necessità di un ambiente emotivamente sereno, sicuro, con figure di riferimento solide ed autorevoli, non in contraddizione fra loro. Appare quindi cruciale e di prioritaria importanza, investire risorse, tempo e pensiero nella costruzione di questa alleanza, poiché è il mattone sul quale edificare; sono le fondamenta di una casa che deve essere necessariamente co-costruita, per non perdere l’obiettivo primario dell’istituzione scolastica che non è solo l’immissione di nozioni e contenuti, ma è la formazione del bambino e del ragazzo a trecentosessanta gradi, come essere pensante, etico, collaborativo. Dott.ssa Silvia Spinelli  

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27 Mar
2022
Intervista a Sonia Coluccelli

Nuovi Scenari Educativi Per tutte le età

Intervista a Sonia Coluccelli

 Sonia Coluccelli: l'intervista di Che Scuola  La scorsa settimana abbiamo avuto il privilegio di intervistare Sonia Coluccelli insegnante di scuola primaria da 25 anni e punto di riferimento nazionale del mondo Montessori (insegnante e responsabile della formazione per la Fondazione Montessori Italia). Quando abbiamo presentato Sonia con queste parole la sua osservazione è stata ‘’nel CV avete dimenticato di dire che sono mamma di 4 figli’’. Sonia ci racconta, dunque, di come il suo ruolo di protagonista e instancabile ricercatrice del cambiamento nel mondo della scuola pubblica, sia nato proprio dal suo essere mamma, e dalla scoperta di quanto il rinnovamento della scuola fosse urgente. Durante un appassionante dialogo Sonia ci ha raccontato dell'apprendimento del bambino e il ruolo dell' insegnante nella visione di Maria Montessori e di come l’osservazione del bambino e la fiducia nel suo naturale istinto all’apprendimento abbia suggerito gli strumenti pedagogici che troviamo ancora oggi nelle aule montessoriane. Il fatto che sia stata l'attenta osservazione del bambino a guidare Maria Montessori nello sviluppo di un pensiero pedagogico e di un metodo spiega perché, con il passare dei decenni, il metodo risulti sempre attuale e strumenti pedagogici molto simili siano stati individuati e proposti da altri Pedagogisti. L’intervista è stata ricca di spunti di riflessione e per qualche genitore di commozione. La Casa delle Meraviglie di Revigliasco (TO) ospiterà a breve un corso speciale tenuto da Sonia Coluccelli dal titolo ‘’Metodo Montessori e contaminazioni passate, presenti e future’’. OBIETTIVI DEL CORSO Il corso proposto da Sonia Coluccelli è un concentrato di formazione della durata di 100 ore rivolto a insegnanti, educatori e genitori interessati ad amalgamare i fondamenti dell'educazione Montessori con le variopinte contaminazioni pedagogiche che hanno lasciato un segno importante nel Novecento: il Giornale dei Bambini di Mario Lodi, la scrittura collettiva di Don Milani, le tecniche dell’apprendimento cooperativo e del consiglio di cooperazione, la comunicazione nonviolenta di Rosenberg, i giochi linguistici di Rodari, solo per citarne alcune. L’obiettivo del corso è quello di fornire competenze formative sfruttabili sia da insegnanti che da genitori che scelgono l'istruzione familiare per i loro figli. Il corso sarà orientato principalmente alla fascia 6-11 anni ma i fondamenti del metodo Montessori che verranno acquisiti saranno utili anche a chi si occupa dei bambini della fascia 3-6 anni. PROPOSTA  Alcuni temi, per esempio le riflessioni sugli aspetti pedagogici, le emozioni e le relazioni, l'autocorrezione, le nomenclature e l'approccio alle lettere e ai numeri... interesseranno un pubblico più vario, coinvolgendo anche insegnanti e genitori della fascia "materna". Altri temi, come il lavoro sulla lingua e la costruzione narrativa, come l'apprendimento cooperativo e tutte le altre contaminazioni già citate, interesseranno un pubblico più orientato ai bambini della fascia primaria. L'aspetto molto pratico delle lezioni permetterà a insegnanti e genitori di trovare in ogni esperienza vissuta nel corso uno stimolo rispetto al proprio interesse. Le giornate avranno un primo momento teorico di introduzione del tema, seguito da pratiche di gruppo per sperimentare in prima persona le attività da proporre ai bambini. QUANDO Il corso è composto da due "seminari residenziali" di 5 giorni consecutivi (uno prima e uno dopo l'estate) e da un'ultima parte da 20 ore a settembre. Tre moduli: - il primo è costituito da 40 ore di lezione in 5 giorni continuativi a fine giugno (25-29 giugno), - il secondo, da altre 40 ore a fine agosto (25-29 agosto) - terzo, da due incontri dopo l'estate (20 ore in date ancora da definire). DOVE Le lezioni si terranno presso gli spazi aperti della Casa delle Meraviglie di Revigliasco, sulla collina di Torino fra giardino e bosco. ATTESTATO Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di partecipazione firmato da Sonia Coluccelli. . PER I BAMBINI Mentre gli adulti saranno impegnati con il corso Montessori, la casa delle meraviglie darà la possibilità, per chi ne avesse bisogno, di iscrivere i propri bimbi a un'emozionante esperienza di Outdoor Education nel Bosco delle Meraviglie organizzato rispettando le disposizioni di legge che saranno in vigore in quel momento. ISCRIZIONE Per iscriversi è necessario scrivere una mail a casadellemeraviglietorino@gmail.com con oggetto "Iscrizione corso Montessori". Per informazioni e prenotazioni: La Casa delle Meraviglie Associazione Culturale,  casadellemeraviglietorino@gmail.com Strada Maddalena 102/9, Moncalieri (TO) Chi è Sonia Coluccelli Sonia Coluccelli è mamma di quattro figli, laureata in Filosofia, insegnante di scuola primaria a indirizzo montessoriano, formatrice e responsabile per la formazione presso la Fondazione Montessori Italia. Si occupa di ricerca educativa e valorizzazione dei percorsi di didattica non tradizionale e dal 2013 è coordinatrice della Rete Scuole Montessori Alto Piemonte. Come autrice collabora con siti e riviste e ha pubblicato vari libri: Un’altra scuola è possibile? (Il leone Verde);  Il metodo Montessori oggi (Erickson); Montessori incontra... (Erickson) ed Educare e crescere tuo figlio con il metodo Montessori (Ed. Newton Compton).

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