Navigare le acque dell'istruzione: come può supportare lo psicologo scolastico?

16 Agosto 2023

A scuola tra le diverse figure che accompagnano gli insegnanti, oltre al dirigente e gli assistenti, c'è quella dello psicologo scolastico.


Per conoscere meglio questa figura professionale, cosa fa, e qual è il suo ruolo abbiamo posto alcune domande alla Dott.ssa Silvia Di Paola.


Dott.ssa Di Paola può spiegare qual è lo scopo e il ruolo dello Psicologo Scolastico?



Lo psicologo scolastico crea uno spazio/tempo dove potersi fermare ad ascoltarsi.


Accoglie e accompagna in un clima di non giudizio le persone che portano difficoltà collegate a situazioni scolastiche e personali fonte di preoccupazioni e disagio.


Supporta e sostiene nei momenti difficili, riscoprendo e potenziando le risorse individuali che ciascuno di noi già possiede, sostenendo l'autostima e rafforzando le capacità relazionali.


I colloqui sono gratuiti e riservati e non hanno finalità terapeutiche né diagnostiche. 


L'obiettivo primario dello Psicologo Scolastico a scuola è quello della prevenzione e la promozione del benessere al fine di cogliere e intercettare precocemente differenti forme di disagio che potrebbero inibire o impedire i processi di crescita, di apprendimento e la partecipazione alla vita scolastica e sociale. 

 

Cosa fa in pratica lo Psicologo Scolastico?



Lo psicologo scolastico favorisce la cura delle relazioni e il benessere psico-fisico all'interno di un sistema molto complesso.


La scuola, infatti, è una realtà composta da individui (studenti, insegnanti, operatori) e da gruppi (classi, famiglie, corpo docente e amministrativo) ed è inserita a sua volta in un contesto territoriale più ampio. 


Lo psicologo lavora nella consapevolezza delle relazioni tra questi diversi attori sociali, svolgendo la funzione di facilitatore di un lavoro di rete (scuola-famiglia-istituzioni): accoglie la domanda, la traduce, attiva le risorse adeguate e garantisce un ruolo attivo ad ogni nodo della rete.


Ognuno dei tre vertici osservativi può, se messo in rete con gli altri in modo sinergico e non escludente, essere una risorsa per il benessere degli alunni (con ricadute positive anche sul clima affettivo in famiglia e in classe). 


Ecco cosa fa nel concreto:

• Facilita i processi di comunicazione e lo sviluppo di adeguate modalità di relazione tra alunni, genitori e insegnanti volte a potenziare l’alleanza educativa.


• Promuove il confronto tra genitori e figli.


• Crea una rete di lavoro con gli insegnanti della scuola per agevolare la gestione delle situazioni problematiche onde evitare il disagio e la dispersione scolastica.


• Osserva, rileva e analizza le problematiche emergenti e, laddove necessario, attiva interventi specifici nelle classi al fine di favorire e promuovere azioni facilitanti la risoluzione dei conflitti relazionali all’interno del gruppo classe.


• Facilita il “lavoro di rete” promuovendo collaborazione tra Scuola e Servizi territoriali competenti, nella presa in carico dei soggetti con difficoltà specifiche

 

Chi può rivolgersi allo psicologo scolastico?



Dalla scuola dell’infanzia agli istituti delle scuole superiori, i contesti di intervento sono connotati da specificità che richiedono allo psicologo scolastico di adattare le proprie competenze. 


Nelle scuole d'infanzia e primaria i destinatari sono gli adulti:


- le famiglie con le quali si lavora sul potenziamento delle capacità genitoriali e comunicative e sulle dinamiche evolutive dei figli


- i docenti, con l’obiettivo di supportare richieste specifiche e offrire indicazioni psicopedagogiche di sostegno alla relazione con gli studenti e individuare strategie efficaci per affrontare le difficoltà del gruppo classe.


Nelle scuole secondarie (medie inferiori e superiori)anche i ragazzi possono accedere autonomamente allo sportello d'ascolto previa autorizzazione dei genitori che a inizio anno devono firmare il consenso informato.

Solo in questo modo si da loro la possibilità di usufruire dello sportello d'ascolto in caso di bisogno. 


È bene specificare che in tutte le situazioni lo psicologo è tenuto al segreto professionale e non può divulgare senza consenso le identità degli utenti e i contenuti emersi durante i colloqui. 


Quanto spesso i disagi derivano dalla mancanza di alleanza educativa ?



Nelle scuole di ogni ordine e grado l’alleanza tra l’istituzione scuola e l’istituzione famiglia è necessaria e va implementata perché la sinergia tra gli adulti ha ricadute positive anche sugli alunni.


Questo è reso possibile da un clima emotivo sufficientemente accogliente, che non nega le differenze, i diversi punti di vista, ma che li possa integrare.


Il clima emotivo a scuola deve evitare scivolamenti giudicanti, in stile «tribunale», alla ricerca dei colpevoli e degli innocenti.


Bisogna so-stare, coltivando il dubbio e tollerando la difficoltà di lasciare punti interrogativi aperti, dubbi, co-responsabilità.



I genitori devono trovare il modo di rapportarsi adeguatamente con la scuola, fare squadra con gli insegnanti per proporsi in termini coerenti e affidabili ai ragazzi; gli insegnanti dal canto loro, devono trovare strategie efficaci di gestione della classe e devono riuscire ad aprire una comunicazione più efficace con le famiglie;

infine i ragazzi devono trovare uno spazio di crescita e sperimentazione di sé e del gruppo adeguato, in cui le differenze possano venire accolte, sentendo di avere a che fare con adulti affidabili, attenti e partecipi piuttosto che spaventati e difensivamente autoritari. 

 

Quali sono le novità rispetto alla psicologia scolastica in Piemonte?


Sino a oggi la figura dello psicologo nella scuola non era stata definita da una norma che ne prevedesse l’inserimento stabile, né nazionale, né regionale, ma veniva lasciato alle scuole l’autonomia di avvalersi o meno di tale servizio.


Il 21 giugno è stata approvata in Consiglio Regionale Piemonte la proposta di legge che istituisce il servizio di psicologia scolastica.


In Piemonte il servizio sarà finanziato con i fondi stanziati dall'Assessorato Regionale alle Politiche Sociali: si parla di un cifra pari a 600.000 euro, che verrà suddivisa in 3 anni, dal 2023 al 2025 che sarà destinata ad una prima fase di sperimentazione che probabilmente riguarderà inizialmente le scuole superiori di Torino. 


Speriamo che questo sia un inizio promettente e che dia la possibilità in futuro a tutte le scuole piemontesi di usufruire di questo prezioso servizio fondamentale alla prevenzione alla salute dei giovani. 



Antonella Giostra & Dott.ssa Silvia Di Paola